Archivi giornalieri: 11 febbraio 2013

Messaggio n. 2526/2013

 

 
 
 
Vi informo che l’INPS ha pubblicato il Messaggio n. 2526/2013 con il quale fornisce ulteriori informazioni relative ai primi 65.000 salvaguardati.
 
Chi non ha il PIN, per accedere direttamente alle informazioni che lo riguardano, può rivolgersi alla locale sede del Patronato INCA, il cui indirizzo può rilevarlo dal sito www.inca.it, oppure può richiedere il PIN dal portale internet dell’INPS
 

 
 
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Per quanto riguarda i successivi 55.000 salvaguardati vi ricordo che è stato pubblicato il Decreto 8 ottobre 2012e la Circolare n. 6/2013 con i quali sono state fornite informazioni e istruzioni operative.
 
Da parte di alcuni “esodati” e “prosecutori volontari”, rientranti nei primi 65.000 potenziali salvaguardati (perché la pensione può avere decorrenza entro il 6 dicembre 2013), è stato chiesto se, qualora non rientrassero nel numero fissato con il Decreto 1 giugno 2012, potessero essere ricompresi nel successivo Decreto 8 ottobre 2012. La richiesta deriverebbe dal fatto di aver ricevuto informazioni negative.
Faccio presente che, in effetti, all’articolo 22, comma 1 lettere c) e d), del DL n. 95/2012, è previsto che, per rientrare tra i 55.000 salvaguardati, la pensione debba poter avere decorrenza tra il ventiquattresimo e il tretaseiesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del DL n. 201/2011.
Va evidenziato però che all’articolo 2, comma 1 lettere c) e d), del Decreto 8 ottobre 2012, e nella Circolare n. 6/2013 si fa riferimento soltanto alla condizione che il trattamento pensionistico debba poter avere decorrenza entro il trentaseiesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del DL n. 201/2011.
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Infine, per quanto  riguarda le deroghe previste dall’articolo 2, comma 3, del DLgs n. 503/1992 (riforma Amato), con la Circolare n. 16/2013 ne è stata confermata la validità di tutte e quattro le fattispecie e non soltanto quella relativa al raggiungimento dei 15 anni di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 1992. Nelle lettere a), b), c) e d) del punto2 della citata Circolare sono illustrate le quattro fattispecie. Per quanto riguarda quella illustrata nella lettera c), riferita ai soli lavoratori dipendenti, non è previsto alcun termine temporale entro il quele debba essere fatta valere quella condizione.
Trattandosi di pensione di vecchiaia per esercitare il diritto occorre che le/gli interessate/i compiano l’età prevista per il diritto alla pensione di vecchiaia.
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Coloro che avessero bisogno di ulteriori informazioni nel merito delle interpretazioni, delle procedure e delle applicazioni delle disposizioni richiamate, tenuto presente che siamo ormai nella fase applicativa riferita al singolo caso, sono pregati di non richiederle al Sottoscritto ma di rivolgersi alla locale sede del Patronato INCA il cui indirizzo può essere rilevato dal sito www.inca.it.
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Siamo consapevoli che, nonostante l’ulteriore “pezza” messa con i commi da 231 a 235 della legge n. 228/2012, il problema di chi ha perso o sta per perdere il lavoro e non ha i nuovi requisiti per il diritto alla pensione non è risolto. Occorre che il nuovo Governo, che sarà costituito a seguito delle imminenti elezioni, si faccia carico di un profondo riesame della riforma Monti-Fornero. Ciò sarà possibile se le persone che costituiranno la maggioranza parlamentare che esprimerà il nuovo Governo avranno la necessaria sensibilità verso i problemi delle persone e delle relative famiglie oltre che verso l’economia generale del Paese.
 
I Sindacati dei Pensionati di CGIL-CISL-UIL hanno inviato una lettera a tutti i leader politici in lizza e hanno diffuso un volantino con le richieste essenziali per richiamare l’attenzione sulle necessità dei pensionati, degli inabili e delle persone anziane.

Libera

Don Ciotti, Libera – La nuova peste del nostro Paese

“Dobbiamo dare fiato alla speranza in questo momento di crisi e di sconforto che si respira nel Paese e impegnarci ad abitare il presente e non fuggire dal presente. Le forze criminali mafiose non sono ai margini ma nelle fessure della nostra società. Il male deve essere riconosciuto e nominato con forza, bisogna avere il coraggio di chiamarlo con il proprio nome: oggi la corruzione e le mafie sono la nuova peste del nostro Paese”: lo ha detto don Luigi Ciotti, nell’intervento che ha concluso l’assemblea nazionale di “Libera”.  

Oltre 250 i referenti dell’associazione contro le mafie,
provenienti da tutta Italia, che si sono dati appuntamento per tre giorni a Monteporzio Catone, alle porte di Roma, in un albergo confiscato alla ‘ndrangheta. Nella tre giorni di lavoro, è stato ribadito con forza che Libera è  “fuori dai partiti ma dentro la politica: è apartitica ma non apolitica, perché
concepisce la politica come passione, responsabilità, progetto”.

Dalla politica Libera si attende “coerenza, lungimiranza ma, prima ancora, onestà”. Libera si sottrae all’astensionismo e all’antipolitica: “fughe dalla responsabilità che avvantaggiano chi mira al controllo sociale e vede nei cittadini una massa
indifferenziata da condizionare e strumentalizzare a suo piacimento”.  

Anche il “sociale”, è stato sottolineato, è chiamato a
smascherare l’inganno delle parole. La stessa espressione “società civile” è “un’espressione non solo stanca ma sospetta, usata per designare realtà di nome ma non di fatto: in più di un’occasione espressioni della ‘società civile’ si sono rivelate
espressioni di una società a responsabilità limitata”.  

Libera prosegue la sua campagna contro la corruzione e per la trasparenza in politica “Riparte il Futuro”; altro appuntamento si rilievo, la XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime di mafie che Libera celebrerà il 21
in migliaia di piazza, scuole, parrocchie mentre a ottobre, a Roma si svolgerà la terza edizione di Contromafie, gli stati generali dell’Antimafia. 

Il lavoro spacca la schiena: boom di denunce all’Inail


Negli ultimi 5 anni (gli anni della crisi) le malattie professionali di natura muscolo-scheletrica sono triplicate, passando da poco più di 10mila a 30.500, ovvero il 75% di tutte le patologie professionali denunciate.

Il lavoro che spacca la schiena in Italia non è, a quanto pare, un retaggio del passato. Negli ultimi 5 anni (gli anni della crisi) le malattie professionali di natura muscolo-scheletrica denunciate all’Inail sono triplicate, passando da poco più di 10 mila a 30.500, ovvero il 75% di tutte le patologie professionali denunciate (46.500). Lo rivela uno studio promosso dall’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) realizzato in collaborazione con la Clinica ortopedica dell’università degli Studi di Milano.

(ansa)

Sblocco indicizzazione pensioni

Damiano (Pd) – 1) salvaguardare i senza lavoro; 2)sblocco indicizzazione pensioni

”Sono convinto che le riforme del governo Monti sulle pensioni e sul mercato del lavoro debbano essere corrette; tra le priorità del nuovo governo c’è sicuramente il problema della salvaguardia dei lavoratori rimasti senza reddito a seguito della riforma previdenziale e lo sblocco dell’indicizzazione 
delle pensioni”.

Ad affermarlo in una nota è Cesare Damiano, il 
capogruppo Pd in Commissione Lavoro della Camera.

Secondo una ricerca della Cgil, infatti, rileva Damiano, ”la riforma del mercato lavoro del ministro Fornero ha peggiorato la situazione. Cresce il numero dei contratti a termine non rinnovati e diminuisce quello delle stabilizzazioni”. Per quanto riguarda l’occupazione, spiega, ”vanno semplificate le tipologie flessibili di ingresso al lavoro e le relative procedure burocratiche. Infine, l’emergenza occupazione impone di trovare immediatamente le risorse per finanziare la cassa integrazione in deroga per il 2012 e il 2013, come richiesto dalle regioni e dai sindacati”.

Senza una scelta che privilegi il sostegno alla crescita e non le politiche di rigore esclusivo, il Paese, rileva Damiano, ”non potra’ uscire dall’attuale situazione di recessione dell’economia. Un piano straordinario per l’occupazione giovanile che si caratterizzi per una diminuzione del costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, può essere la soluzione necessaria in questa situazione per sostenere, contemporaneamente, la competitività delle imprese e l’aumento dell’occupazione giovanile”.

Ricordo di Giuseppe Bulgarella,

Cgil – In ricordo di Giuseppe Bulgarella, muratore e sindacalista.

” (….)  La prima domanda che non smetteremo mai di farci, le compagne e i compagni della camera del lavoro, io stessa, è perchè non abbiamo capito che si era sorpassata quella sottile linea di confine tra l’indignazione e la possibilità di continuare a lottare e sperare e la disperazione che viene dalla perdita del lavoro, vissuta per Giuseppe come perdita di dignità e tradimento dei valori sui quali si era formato, per i quali aveva scelto di militare nella Cgil, a partire dall’articolo 1 della nostra Costituzione”.

Lo scrive il segretario della Cgil, Susanna Camusso, in una lettera alla famiglia di Giuseppe Bulgarella, l’operaio edile disoccupato che si è suicidato a Guarrato (Tp).
”Ci rimarrà sempre questo dubbio, sempre ci domandiamo se possiamo, dobbiamo fare di più per cogliere intorno a noi quel crescere di disperazione, di rassegnazione che una crisi così lunga e profonda determina in tanti che privi di lavoro si sentono anche privi della loro cittadinanza, della loro dignità, del loro orgoglio – aggiunge Camusso -. Affranti ci poniamo il dubbio, sapendo che nulla oggi possiamo fare, se non
provare ad interrogarci ancor di più sugli effetti di una
disoccupazione crescente, che in certi settori come l’edilizia sembra una discesa senza fine”.

”Nell’esprimere alla famiglia e alle compagne ed ai compagni tutti la più sentita partecipazione al dolore, l’impegno che dobbiamo e possiamo assumere – prosegue Camusso – è quello di continuare la nostra iniziativa e mobilitazione perchè il lavoro torni al centro delle politiche perchè si difenda e si crei lavoro”.  

”Ogni giorno sentiremo la difficoltà di non aver capito, ma ogni giorno sapremo che Giuseppe e tanti altri con lui – conclude – ci dimostrano che non si deve arrendersi perchè lavoro e dignità sono cittadinanza, ancor più certezza per la
vita delle persone”.