“Dobbiamo dare fiato alla speranza in questo momento di crisi e di sconforto che si respira nel Paese e impegnarci ad abitare il presente e non fuggire dal presente. Le forze criminali mafiose non sono ai margini ma nelle fessure della nostra società. Il male deve essere riconosciuto e nominato con forza, bisogna avere il coraggio di chiamarlo con il proprio nome: oggi la corruzione e le mafie sono la nuova peste del nostro Paese”: lo ha detto don Luigi Ciotti, nell’intervento che ha concluso l’assemblea nazionale di “Libera”.
Oltre 250 i referenti dell’associazione contro le mafie,
provenienti da tutta Italia, che si sono dati appuntamento per tre giorni a Monteporzio Catone, alle porte di Roma, in un albergo confiscato alla ‘ndrangheta. Nella tre giorni di lavoro, è stato ribadito con forza che Libera è “fuori dai partiti ma dentro la politica: è apartitica ma non apolitica, perché
concepisce la politica come passione, responsabilità, progetto”.
Dalla politica Libera si attende “coerenza, lungimiranza ma, prima ancora, onestà”. Libera si sottrae all’astensionismo e all’antipolitica: “fughe dalla responsabilità che avvantaggiano chi mira al controllo sociale e vede nei cittadini una massa
indifferenziata da condizionare e strumentalizzare a suo piacimento”.
Anche il “sociale”, è stato sottolineato, è chiamato a
smascherare l’inganno delle parole. La stessa espressione “società civile” è “un’espressione non solo stanca ma sospetta, usata per designare realtà di nome ma non di fatto: in più di un’occasione espressioni della ‘società civile’ si sono rivelate
espressioni di una società a responsabilità limitata”.
Libera prosegue la sua campagna contro la corruzione e per la trasparenza in politica “Riparte il Futuro”; altro appuntamento si rilievo, la XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime di mafie che Libera celebrerà il 21
in migliaia di piazza, scuole, parrocchie mentre a ottobre, a Roma si svolgerà la terza edizione di Contromafie, gli stati generali dell’Antimafia.
Negli ultimi 5 anni (gli anni della crisi) le malattie professionali di natura muscolo-scheletrica sono triplicate, passando da poco più di 10mila a 30.500, ovvero il 75% di tutte le patologie professionali denunciate.
Il lavoro che spacca la schiena in Italia non è, a quanto pare, un retaggio del passato. Negli ultimi 5 anni (gli anni della crisi) le malattie professionali di natura muscolo-scheletrica denunciate all’Inail sono triplicate, passando da poco più di 10 mila a 30.500, ovvero il 75% di tutte le patologie professionali denunciate (46.500). Lo rivela uno studio promosso dall’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) realizzato in collaborazione con la Clinica ortopedica dell’università degli Studi di Milano.
(ansa)
”Sono convinto che le riforme del governo Monti sulle pensioni e sul mercato del lavoro debbano essere corrette; tra le priorità del nuovo governo c’è sicuramente il problema della salvaguardia dei lavoratori rimasti senza reddito a seguito della riforma previdenziale e lo sblocco dell’indicizzazione
delle pensioni”.
Ad affermarlo in una nota è Cesare Damiano, il
capogruppo Pd in Commissione Lavoro della Camera.
Secondo una ricerca della Cgil, infatti, rileva Damiano, ”la riforma del mercato lavoro del ministro Fornero ha peggiorato la situazione. Cresce il numero dei contratti a termine non rinnovati e diminuisce quello delle stabilizzazioni”. Per quanto riguarda l’occupazione, spiega, ”vanno semplificate le tipologie flessibili di ingresso al lavoro e le relative procedure burocratiche. Infine, l’emergenza occupazione impone di trovare immediatamente le risorse per finanziare la cassa integrazione in deroga per il 2012 e il 2013, come richiesto dalle regioni e dai sindacati”.
Senza una scelta che privilegi il sostegno alla crescita e non le politiche di rigore esclusivo, il Paese, rileva Damiano, ”non potra’ uscire dall’attuale situazione di recessione dell’economia. Un piano straordinario per l’occupazione giovanile che si caratterizzi per una diminuzione del costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, può essere la soluzione necessaria in questa situazione per sostenere, contemporaneamente, la competitività delle imprese e l’aumento dell’occupazione giovanile”.
” (….) La prima domanda che non smetteremo mai di farci, le compagne e i compagni della camera del lavoro, io stessa, è perchè non abbiamo capito che si era sorpassata quella sottile linea di confine tra l’indignazione e la possibilità di continuare a lottare e sperare e la disperazione che viene dalla perdita del lavoro, vissuta per Giuseppe come perdita di dignità e tradimento dei valori sui quali si era formato, per i quali aveva scelto di militare nella Cgil, a partire dall’articolo 1 della nostra Costituzione”.
Lo scrive il segretario della Cgil, Susanna Camusso, in una lettera alla famiglia di Giuseppe Bulgarella, l’operaio edile disoccupato che si è suicidato a Guarrato (Tp).
”Ci rimarrà sempre questo dubbio, sempre ci domandiamo se possiamo, dobbiamo fare di più per cogliere intorno a noi quel crescere di disperazione, di rassegnazione che una crisi così lunga e profonda determina in tanti che privi di lavoro si sentono anche privi della loro cittadinanza, della loro dignità, del loro orgoglio – aggiunge Camusso -. Affranti ci poniamo il dubbio, sapendo che nulla oggi possiamo fare, se non
provare ad interrogarci ancor di più sugli effetti di una
disoccupazione crescente, che in certi settori come l’edilizia sembra una discesa senza fine”.
”Nell’esprimere alla famiglia e alle compagne ed ai compagni tutti la più sentita partecipazione al dolore, l’impegno che dobbiamo e possiamo assumere – prosegue Camusso – è quello di continuare la nostra iniziativa e mobilitazione perchè il lavoro torni al centro delle politiche perchè si difenda e si crei lavoro”.
”Ogni giorno sentiremo la difficoltà di non aver capito, ma ogni giorno sapremo che Giuseppe e tanti altri con lui – conclude – ci dimostrano che non si deve arrendersi perchè lavoro e dignità sono cittadinanza, ancor più certezza per la
vita delle persone”.