Archivi giornalieri: 19 febbraio 2013

Ricongiunzione

Ricongiunzione gratuita per i dipendenti Postel

Come già anticipato nelle news apparse sui siti dell’Inca e della Slc Cgil, in data 10 maggio 2012, l’Inps fornisce le prime indicazioni per ricostruire le posizioni assicurative dei lavoratori dipendenti Postel provenienti da Elsag e dei nuovi assunti dopo la costituzione della società.

Il  problema riguarda in modo prevalente i lavoratori che pur avendo svolto sempre la stessa attività lavorativa con iscrizione al Fondo Pensioni Lavoratori dipendenti, dopo la costituzione di Postel sono stati iscritti al fondo quiescenza dell’ ex Ipost, determinando la  conseguente frammentazione della loro contribuzione in più gestioni pensionistiche.

Dopo le modifiche introdotte dalla Legge 122/2010 peraltro, venendo meno la possibilità di costituire o di ricongiungere gratuitamente i contributi presso l’Inps, questi lavoratori si sono trovati nella condizione di dover pagare elevati  oneri di ricongiunzione o a dover accedere ad  una pensione in regime di totalizzazione, calcolata interamente con il sistema contributivo.

L’Inps, nel messaggio n° 2941 del 15 febbraio 2013, afferma che per tali lavoratori “indipendentemente dai pregressi adempimenti contributivi che l’Azienda ha tenuto nei confronti di IPOST, la corretta gestione previdenziale di riferimento debba essere Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti”. Di conseguenza la contribuzione versata all’Ipost per tutti gli interessati verrà trasferita gratuitamente al Fondo Pensioni Lavoratori dipendenti e verranno “oscurate” le corrispondenti registrazioni presenti in ARCA “Fondo Ipost”.

I lavoratori interessati da questa operazione sono tutti i lavoratori ex Elsag e i lavoratori nuovi assunti (si intendono quelli assunti in data successiva alla costituzione di POSTEL -1 maggio 1999) : tra i lavoratori nuovi assunti sono da intendersi anche quelli in forza presso le “ex ditte terzi” e anche quelli che provengono dall’ex settore grafico (il cui contratto è stato armonizzato con quello di Poste), compresi i lavoratori ex Telecom, ex Enel, ex Step s.p.a..

L’INPS chiarisce, infine, che sono esclusi dal trasferimento al FPLD i lavoratori, attualmente dipendenti POSTEL provenienti da Poste Italiane: per tali soggetti resta l’iscrizione in IPOST.

I lavoratori e le lavoratrici interessati/e, possono rivolgersi alle sedi del patronato Inca dislocate su tutto il territorio nazionale, per avere ulteriori e più approfondite informazioni.

CIE

Cie = Centri di Infamia Estrema

Si cerca ancora di riportare la calma al Cie di Ponte Galeria a Roma, dove è scoppiata la rivolta degli immigrati ospiti del Centro che vivono in attesa di essere rimpatriati.

La struttura è agibile, ma resta il problema di materassi e coperte che sono sono stati bruciati. Dai cancelli arrivano le urla di protesta degli immigrati contro le “condizioni disumane in cui ci tengono”.
Uomini e donne, tenuti in due settori separati, chiedono il permesso di soggiorno, e non il rimpatrio. I nigeriani, in particolar modo, a causa della guerra in corso nel loro Paese, chiedono di restare in Italia. Permessi scaduti e mai più rinnovati, cibo cattivo, lunghe permanenze nella struttura, sono tra le lamentele più ricorrenti.

“Io sono qui da due anni- ha raccontato uno di loro- voglio solo lavorare e non tornare nel mio paese. Lì rischio di morire”. Anche tra le donne la situazione non cambia: “Io in Nigeria non ho nessuno- ha spiegato una ragazza- chiedo solo di stare qui e lavorare”. Le ha fatto eco una compagna: “Basta stare qui, siamo esseri umani anche noi. Il cibo è cattivo e spesso abbiamo dei forti mal di pancia che ci curiamo da sole”.

ILVA

Ilva, la Procura ordina vendita prodotti sequestrati

Via libera alla vendita dei prodotti sequestrati all’Ilva di Taranto da parte della procura, ma la vendita stessa sarà gestita dai quattro custodi giudiziari che avevano posto i sigilli lo scorso 26 novembre, fermandoli sulle banchine del porto. Il “controvalore” dei prodotti, il denaro incassato dalla vendita, resterà sotto sequestro, sempre per disposizione del gip.

La merce, da vendere per evitare che si deteriori con il passare del tempo rimanendo all’aperto, ammonta a un milione e 700.000 tonnellate circa, per un valore commerciale di poco meno di 800 milioni di euro. La merce è costituita da coils neri e derivati, coils laf e derivati, lamiere, tubi e bramme. Dovrebbero avere l’ok per la partenza, nelle prossime ore, anche due navi che avevano già caricato merce prodotta dall’Ilva prima del 26 novembre e che erano state bloccate dopo il provvedimento di sequestro. I due mercantili sono in rada da quel giorno in attesa di disposizioni.

Spagna

Spagna: donne lavorano di + per guadagnare = agli uomini

La disparità retributiva tra uomo e donna non è un problema solo italiano. In Spagna ad esempio, le donne devono lavorare 82 giorni in più degli uomini per guadagnare lo stesso. Un dato peggiorato nell’ultimo periodo, visto che lo scorso anno il gap salariale era stato del 22%, rispetto al 22,5% di quest’anno. E’ quanto emerge dal ‘Rapporto sulle disuguaglianze salariali’, realizzato dal sindacato Union General de Trabajadores (Ugt), che denuncia come le politiche di austerità stiano aggravando le differenze salariali e sociali fra uomini e donne.

Sebbene il numero delle donne che hanno avuto accesso al mercato del lavoro sia aumentato nell’ultimo anno, gli impieghi occupati sono più precari, part-time e con minore retribuzione. I dati del rapporto fanno riferimento all’ultimo Rilevamento di struttura salariale, dell’Istituto nazionale di statistica, che indica nel 22,55% la differenza salariale fra uomini e donne in Spagna, superiore alla media della Ue.

Ocse

Ocse: l’Italia riduca le tasse sul lavoro

L’Italia deve proseguire sulla riforma del lavoro, rendendolo più flessibile, ma anche aumentare la concorrenza e ridurre la pressione fiscale diretta sui lavoratori. Sono queste le raccomandazioni maggiori dell’Ocse rivolte al nostro paese. Nel rapporto “Going for Growth 2013” si legge chiaro e tondo: “L’Italia prosegua la riforma del mercato del lavoro, rendendo più flessibili le assunzioni e i licenziamenti e accorciando i tempi dei procedimenti giudiziari, realizzando contemporaneamente la rete universale di protezione sociale già in programma”.

La situazione dei conti italiani, tra l’altro, non è per niente buona. Negli ultimi anni in Italia “il Pil pro capite ha continuato a contrarsi, collocandosi ben al di sotto della media superiore dell’Ocse”. Nel rapporto l’organizzazione internazionale sottolinea inoltre come nel paese “nonostante un aumento dell’intensità di capitale, la crescita della produttività del lavoro è stata modesta e l’utilizzo della forza lavoro rimane basso”.

Per questo, in Italia sarebbe opportuno “ridurre le barriere regolatorie e statali alla concorrenza”, in quanto ciò “stimolerebbe la crescita degli investimenti e della produttività”. “Nel 2011 e nel 2012 sono state definite alcune priorità di riforma”, sottolinea l’Ocse, “che hanno consentito di ottenere miglioramenti significativi in materia di regolamentazione del mercato dei prodotti, tramite in particolare l’introduzione di nuovi organi di vigilanza, la liberalizzazione di alcuni settori di servizi e nuove disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro”.

Tra le priorità indicate dall’Ocse all’Italia per riprendere la strada della crescita, c’è proprio quella di “migliorare l’efficienza del sistema tributario”. “Il cuneo fiscale sui lavoratori a basso reddito – afferma l’organizzazione – è elevato, il codice fiscale è estremamente complicato e l’evasione è alta”. Ora, tra le raccomandazioni per il futuro, c’è quella di “ridurre le distorsioni e gli incentivi all’evasione diminuendo le alte aliquote fiscali nominali ed eliminando le spese fiscali”. Roma dovrà inoltre “tassare una più ampia gamma di esternalità ambientali e riaffermare la volontà di evitare i condoni fiscali”. Infine, “quando la situazione fiscale lo permette, ridurre la tassazione diretta sul lavoro”.

Esodati

Scontro sugli esodati

E’ duro lo scontro tra Cesare Damiano (Pd) e Pietro Ichino (Lista Monti sugli esodati.

 “La proposta di Pietro Ichino è pura macelleria sociale. E’ incredibile come Ichino riesca a trovare 
risorse praticamente per ogni tipo di intervento tranne che per aiutare quanti sono stati ingiustamente lasciati senza un lavoro e senza la possibilità di andare in pensione dal pessimo provvedimento del ministro Fornero. Ancora una volta si vede la distanza tra chi pensa solo alla teoria e chi guarda la realta’ all’altezza degli occhi creando solo alalrme sociale”. Lo afferma Cesare Damiano del Pd.
 
Ichino, senatore ex Pd e oggi con Monti, aveva sostenuto che “non è possibile salvaguardare, mandando in pensione con le vecchie regole gli esodati che raggiungeranno i vecchi requisiti dal 2015 in poi”. Queste persone – sostiene Ichino – vanno assistite “in modo diverso” e non con la salvaguardia, ovvero con la possibilità di andare in pensione con le regole precedenti la riforma Fornero.

Secondo l’esponente montiano, la riforma va completata e in particolare, “bisogna adottare misure per agevolare e incentivare il reinserimento nel tessuto produttivo dei cinquantenni e sessantenni rimasti senza lavoro”. Laddove, “nonostante queste misure, la persona resti senza impiego e in attesa della pensione” occorre intervenire con “un trattamento di disoccupazione”.

Istruzione

Cgil – Istruzione e lavoro per uscire dal disastro

“Dal lavoro e dall’istruzione riparte l’uscita del Paese da questa situazione disastrosa”. E’ questo il messaggio che Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha lanciato  durante il convegno “L’Italia giusta”.

Il diritto allo studio, ha proseguito la Camusso, “è una caratteristica e parte fondamentale del welfare”. Bisogna “avere il welfare come tema fondamentale del lavoro, ma il lavoro deve essere collegato allo 
studio”.

In Italia, la proseguito il segretario della Cgil, ci sono pochi laureati e bisogna “riportare il numero dei laureati al livello degli altri paesi europei”. In sostanza, serve un’istruzione “nazionale, pubblica e 
laica”.

La patrimoniale dei pensionati


Crollo vertiginoso del potere di acquisto delle pensioni negli ultimi 15 anni: gli assegni hanno infatti perso il 33% rispetto all’economia reale mentre il valore di una pensione media è calato del 5,1%.

E’ uno studio dello Spi Cgil a fotografare così l’andamento delle pensioni italiane. Andamento 
destinato a peggiorare nei prossimi anni: il blocco della rivalutazione annuale, previsto dalla riforma Fornero, ha infatti alleggerito di circa 1.135 euro in media, in 2 anni, gli assegni di circa 6 milioni di pensionati.

Un pensionato con un assegno di circa 1.200 euro netti al mese, calcola ancora lo Spi, ha perso circa 28 euro al mese nel 2012 e ne perderà 60 nel 2013 mentre chi percepisce una pensione di circa 1.400
euro netti ha perso 37 euro al mese nel 2012 e ne perderà 78 nel 2013. A tutto questo si dovrà anche sommare l’aumento di tasse e tariffe previsto per il 2013 che dovrebbe pesare complessivamente per 
circa 2.064 euro a testa, il 20% in più rispetto al 2012.

Per le tasse se ne andranno infatti, calcola lo Spi, circa 640 euro medi tra addizionale regionale Irpef, addizionale comunale, Imu e Tares; il 12% in più rispetto al 2012 mentre per quanto riguarda le 
tariffe la spesa media sara’ di 1.424 euro tra telefonia fissa, acqua, luce, gas e riscaldamento. A pesare inoltre anche il canone Rai e l’aumento dal 22% al 23% dell’Iva che scatterà il prossimo luglio.

Cesare Damiano, nel commentare la denuncia dello Spi Cgil, sottolinea che “E’ venuto il momento di riprendere in considerazione lo sblocco dell’indicizzazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo, voluto dal ministro Fornero, e che colpisce 
coloro che, dopo 35-40 anni di lavoro manuale o da impiegato di qualifica medio-bassa, hanno una pensione netta a partire da circa 1.200 euro mensili”, prosegue Damiano, denunciando come in questo modo “si diminuisce pesantemente il potere d’acquisto a fronte di un’inflazione che nel 2012 si è stabilizzata attorno al 3%”.