Archivi giornalieri: 5 febbraio 2013

Cig di gennaio

Cgil, spaventano dati Cig di gennaio

“L’anno inizia nel peggiore dei modi, in assoluta continuità con quello passato, segnando dati spaventosamente negativi in termini di ricorso alla cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria”. Così il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, commenta i dati sulla cig diffusi oggi dall’Inps, sottolineando come “rimanga ancora inspiegabilmente insoluta la questione del mancato pagamento della cassa in deroga per gli ultimi mesi del 2013”.

Secondo la dirigente sindacale, sempre in riferimento alla cassa in deroga, “il calo registrato dall’Inps non può che spiegarsi con i problemi che la normativa ha posto rispetto a questo strumento, lasciando al loro destino centinaia di lavoratori senza alcun sostegno al reddito, come dimostrano le proteste oggi in Calabria”. Lattuada chiede quindi “un intervento urgente che garantisca lo stanziamento delle risorse e il pagamento della cassa in deroga ancora non erogata; ma soprattutto serve, rispetto  ad una crisi che questi dati ci confermano sarà ancora lunga e invasiva, una revisione complessiva dell’impianto della riforma del lavoro per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali”.

Eppure, precisa la sindacalista, “gli interventi tampone, per quanto urgenti, non risolvono la questione centrale, ovvero la necessità per il prossimo governo di mettere al centro il lavoro, la sua difesa e la sua creazione. Contro il declino del sistema produttivo, progressivo e al momento senza freni, il Paese può solo ripartire se investe nel lavoro: dando prospettive risolutive alle tante vertenze industriali ancora insolute, offrendo una strategia ai settori produttivi e industriali, specie quelli pubblici, che possano portare l’Italia fuori dalla crisi”, conclude Lattuada.

Cancro

Cancro: in Europa 1,3 mln morti l’anno, più rischi a seno e polmoni

In Europa ogni anno si registrano circa 3,2 milioni di nuovi casi di tumore. Secondo gli esperti riuniti a Stoccolma per il Congresso della Società europea di oncologia medica, nel 2011 quasi 1,3 milioni di abitanti del vecchio continente moriranno di cancro. Numeri allarmanti, che riguardano un gruppo di circa 200 diverse malattie, caratterizzate da una crescita cellulare incontrollata.

Gli esperti sottolineano come oggi nel mondo 12,7 milioni di persone ricevano una diagnosi di tumore ogni anno, e i Paesi in via di sviluppo devono fronteggiare la situazione peggiore. Nel 2008, infatti, il 56% dei nuovi casi e il 63% delle morti per tumore erano concentrati nelle aree meno sviluppate del pianeta.

Senza un intervento forte, mirato alla prevenzione, secondo i ricercatori il numero di persone colpite arriverà a 4 milioni nel 2030 in Europa (con 21,4 mln nel mondo), e ci saranno 2,3 mln di morti. Un bollettino di guerra che vede ai primi posti il cancro ai polmoni, alla prostata, al colon-retto e stomaco per lui, mentre tumore al seno, al colon-retto, alla cervice e ai polmoni per lei.

Il più letale è il cancro ai polmoni per gli uomini e quello al seno per le donne. Ma nel caso femminile il primato è insidiato proprio dal tumore del polmone, per l’aumento del numero di fumatrici. Secondo gli esperti occorre stimolare la ricerca di nuove armi contro queste malattie, studiando anche strategie mirate ad aiutare chi sopravvive.

Italiani all’estero

e proposte della CGIL per gli italiani all’estero e la nuova emigrazione

In un documento condiviso con la Filef e l’Istituto Santi, la Cgil delinea delle proposte per gli italiani all’estero e nuova emigrazione

“Un programma credibile per l’emigrazione italiana vecchia e nuova non può che partire da un’analisi critica di quanto avvenuto negli ultimi anni: nel corso della legislatura 2008-2012 ci siamo trovati di fronte ad un progressivo, quanto rapido e drastico ridimensionamento di tutte le risorse destinate agli italiani nel mondo.

Le riduzioni hanno riguardato tutti i campi: la scuola, la cultura, l’assistenza sociale, le associazioni, la rete consolare e di servizio per i nostri concittadini all’estero, i patronati, la stampa, gli organi di rappresentanza (Comites e CGIE). Tutto ciò fa registrare un quadro di complessivo abbandono della già inadeguata politica per l’emigrazione italiana, a cui, la novità della rappresentanza parlamentare non è riuscita, purtroppo, a porre un argine concreto.

Nell’ambito dell’impegno proposto dalla CGIL alle forze politiche democratiche e progressiste che si candidano alla guida e al cambiamento nel nostro Paese, anche ai parlamentari eletti all’estero è affidato un ruolo attivo per la difesa, il rilancio e l’ampliamento del nostro sistema di protezione sociale. L’Italia è da anni il fanalino di coda in ogni tipo di “classifica” europea per ciò che riguarda gli investimenti nel welfare e nella sicurezza sociale. 
Ed è l’ultimo in Europa per investimenti in edilizia sociale e lotta all’esclusione.

Ciò non può essere indifferente ai nostri parlamentari eletti all’estero, alle politiche che dovranno sostenere una volta eletti e all’approccio che dovranno poi tenere nei loro interventi in Italia come rappresentanti dei nostri concittadini residenti in altri Paesi.”

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