Collaboratrici familiari

Inca Cgil – La tassa sui licenziamenti delle collaboratrici familiari incentiva solo il lavoro nero.

“Sarebbe inaccettabile imporre una tassa sui licenziamenti delle collaboratrici familiari”. E’ questo il duro commento di Morena Piccinini, presidente Inca, al provvedimento, inserito nella legge di riforma del mercato del lavoro (n.92/2012) che impone al datore di lavoro il pagamento all’Inps di una somma una tantum  di circa 1.500 euro, nel caso di licenziamento del dipendente, qualora fosse applicato rigidamente anche alle famiglie-datori di lavoro di colf o assistenti domiciliari.

“E’ un’assurdità – sostiene la Presidente Inca – che rischia solo di scoraggiare la regolarizzazione di queste lavoratrici, alimentando in questo modo il sommerso, già molto esteso e non tiene conto neppure delle ragioni che sono alla base della risoluzione del rapporto di lavoro. Spesso, il licenziamento è dovuto perché viene meno la necessità  e altre volte perché le famiglie non sono in grado di sostenerne il costo per tanto tempo. Perciò non è un atto contro le lavoratrici”.   

“Peraltro – osserva Piccinini -, la somma da pagare non tiene conto neppure delle ore effettivamente lavorate. Per questo rischia di tradursi in una vera e propria batosta per i tanti anziani che con grandi sacrifici, spesso, destinano parte delle loro pensioni per pagarsi l’assistenza e la cura, non sufficientemente garantite dai servizi sociali pubblici”.    

“Per queste ragioni, chiediamo che Inps e Ministero del lavoro – conclude la Presidente Inca – facciano chiarezza al più presto precisando la non applicabilità di questa norma alle famiglie, evitando che si trasformi in un vero e proprio incentivo a non assumere a tempo indeterminato il lavoratore che presta attività di sostegno alle famiglie”. 

Collaboratrici familiariultima modifica: 2013-02-07T10:21:54+01:00da vitegabry
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