Il prestigioso riconoscimento sarà assegnato a Romana Blasotti e Bruno Pesce, presso il teatro Splendor di Ovada, giovedì 4 ottobre 2012, alle ore 21.00, in rappresentanza della popolazione di Casale Monferrato: “Simbolo di tutti coloro che si sono battuti affinché emergesse la verità e fosse fatta giustizia sulla vicenda tragica dell’utilizzo industriale dell’asbesto”
I cittadini di Casale Monferrato sono Testimoni di Pace. Quest’anno, in occasione della settima edizione del prestigioso premio assegnato dal comune di Ovada non è stato necessario varcare i confini italiani e andare dall’altra parte del mondo per trovare protagonisti di storie dal grande significato umano e sociale. E’ bastato restare nella provincia di Alessandria, e spostarsi poco più di 70 chilometri: la distanza sufficiente per arrivare a Casale Monferrato, dove abitano Romana Blasotti, presidente dell’Associazione Famigliari vittime dell’amianto, e Bruno Pesce, cofondatore dell’Associazione e coordinatore del comitato Vertenza amianto. Sono loro, infatti, i vincitori del premio Testimone di pace 2012.
Un premio per una città che non si è mai arresa. Il riconoscimento, assegnato dal Comune di Ovada e dal centro pace Rachel Corrie, viene attribuito a chi si è distinto per attività nel campo della pace e della nonviolenza. La scelta di Romana Blasotti e di Bruno Pesce è stata fatta per l’alto valore simbolico di queste due persone che possono essere considerate simboli di un’intera comunità che – pur segnata profondamente dall’amianto, al quale è stata costretta a pagare un alto costo di vite umane – non ha mai smesso di arrendersi.
“Romana Blasotti e Bruno Pesce vengono premiati come rappresentanti e simbolo di tutti coloro che si sono battuti affinché emergesse la verità e, per quanto umanamente possibile, fosse fatta giustizia sulla vicenda tragica dell’utilizzo industriale dell’amianto. Romana Blasotti – per colpa dell’amianto – ha perso il marito Mario, operaio all’Eternit per 18 anni. Successivamente il mesotelioma le ha portato via la sorella, il nipote, la cugina e, nel 2004, la figlia. Bruno Pesce, invece, ha dedicato, da sempre, ogni energia a chiedere giustizia e a lottare per la cittadinanza di Casale e per tutte le persone colpite nella vita e negli affetti dalla fibra killer.
La storia di Casale Monferrato è una storia ancora aperta perchè riguarda moltissime altre situazioni in Italia e nel mondo: tutti i luoghi in cui l’amianto è stato utilizzato e prodotto e perché i tempi di latenza della malattia, nelle sue diverse forme, sono molto lunghi e perché non è cessata del tutto la produzione in vari Paesi né sono state fatte tutte le bonifiche necessarie”.
Romana Blasotti e Bruno Pesce hanno portato con le loro testimonianze elementi decisivi nel procedimento Eternit, il “processo del secolo” che ha visto la condanna in primo grado a 16 anni di reclusione dei due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 64 anni, e il barone belga Louis de Cartier, 89 anni, ex vertici della multinazionale elvetica, accusati di disastro ambientale doloso e di omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche. Schmidheiny e de Cartier dovranno anche pagare un ammontare di rimborsi di oltre 90 milioni di euro.
Anche l’INAIL tra le parti civili. La sentenza del giudice Casalbore ha riconosciuto anche all’INAIL una provvisionale di 15 milioni (una somma di denaro a titolo di anticipo su una successiva causa di risarcimento danni). L’Istituto aveva chiesto come parte civile 272.518.026 euro (oltre agli interessi) e una provvisionale immediatamente esecutiva di 185.579.193 euro. Di fatto, la provvisionale ammessa dalla Corte riconosce la responsabilità degli imputati: i 15 milioni, dunque, sono da intendersi come una cifra che il giudice civile non potrà, comunque, disattendere e che – sempre in separata sede civile – potrà essere ulteriormente integrata, fino all’accoglimento della richiesta originaria.