Archivi giornalieri: 26 ottobre 2012

-Pubblicazione decreti di disoccupazione speciale Avviso –


Trattamento speciale di disoccupazione
per i lavoratori licenziati da imprese edili ed affini
(articolo 11 della legge 223/91)

 

 

Per l’indennità ordinaria di disoccupazione (vedi sito I.N.P.S.)  




Direzione generale per le politiche attive e passive del lavoro 
già Direzione generale degli ammortizzatori sociali e I.O. 
Div. IV

Pubblicazione decreti emanati per articolo 11, legge 223/91 – dal 01/01/2012
Con la presente pubblicazione si ritengono assolti gli obblighi di pubblicazione (Articolo 32, comma 1, legge 18/06/2009 n. 69)

Lavoratori licenziati dal  20/04/2012                                                                       Fasc.  4640   
AREA DEL COMUNE DI CHIANO DEL PAGLIARO – SIMBARIO (VV).   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLA S.S. 182   “TRASVERSALE DELLE SERRE” TRONCHI 4 E 4BIS – LOCALITA’ CHIANA DEL   PAGLIARO – SIMBARIO (VV)    
Decreto del 17/10/2012 n. 68475
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Lavoratori licenziati dal 22/07/2011                                                                       Fasc.  4645   
AREA DEL COMUNE DI RIOVEGGIO (BO)   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI ADEGUAMENTO   DEL TRATTO APPENNINICO TRA SASSO MARCONI E BARBERINO DI   MUGELLO – LOTTO 5/A
Decreto del 25/09/2012 n. 68005
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Lavoratori licenziati dal 29/07/2011                                                                       Fasc.  4641   
AREA DEL COMUNE DI GIUGLIANO IN CAMPANIA   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI COSTRUZUIONE DEL NUOVO QUARTIER   GENERALE DI AFSOUTH IN LOCALITA’ LAGO-PATRIA – GIUGLIANO (NA)    
Decreto del 25/09/2012 n. 68004
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Lavoratori licenziati dal 15/09/2011                                                                       Fasc.  4639   
AREA DEL COMUNE DI MONTIRONE (BS)   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI COSTRUZIONE DEL RACCORDO   AUTOSTRADALE TRA IL CASELLO DI OSPITALETTO (A4), IL NUOVO CASELLO DI   PONCARALE (A21) E L’AEROPORTO DI MONTICHIARI (BS), 2° STRALCIO –   LOTTI 3 E 4.
Decreto del 09/08/2012 n. 67442
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Lavoratori licenziati dal 01/09/2011                                                                         Fasc. 4638 
AREA DEL COMUNE DI ROMA 
IMPRESE IMPEGNATE DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA METROPOLITANA DI ROMA B1, TRATTO PIAZZA BOLOGNA – PIAZZA CONCA D’ORO 
Decreto del 30/07/2012 n. 67206 – annulla e sostituisce il D.D. 66896
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Lavoratori licenziati dal  01/09/2011                                                                       Fasc.  4638   
AREA DEL COMUNE DI ROMA   
IMPRESE IMPEGNATE DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA METROPOLITANA   DI ROMA B1, TRATTO PIAZZA BOLOGNA – PIAZZA CONCA D’ORO    
Decreto del 13/07/2012 n. 66896
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Lavoratori licenziati dal 07/10/2011                                                                       Fasc.  4634
AREA DEL COMUNE DI FORLI’ DEL SANNIO (IS).
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLA S.S.V. – CASTEL DI   DI SANGRO – LAVORI DI COMPLETAMENTO DEL 2° TRONCO NEL TRATTO   COMPRESO TRA LO SVINCOLO CON LA S.P. 11 E LO SVINCOLO CON LA S.S. 652   “FONDO VALLE SANGRO”.
Decreto del 22/05/2012 n. 65985
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Lavoratori licenziati dal 23/09/2011                                                                       Fasc.  4631
AREA DEI COMUNI DELLE PROVINCE DI SALERNO E POTENZA   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI REALIZZAZIONE  DELL’AUTOSTRADA   SALERNO-REGGIO CALABRIA. AMMODERNAMENTO ED ADEGUAMENTO   AL TIPO 1/A  DELLE NORME  CNR/80 DEL TRATTO DAL KM.108+000 AL   KM.139+000.
Decreto del 22/05/2012 n. 65984
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Lavoratori licenziati dal  04/09/2011                                                                       Fasc.  4636
AREA DEL COMUNE DI ROMA
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI COSTRUZIONE DELLAL LINEA C DELLA   METROPOLITANA – CANTIERI UBICATI NELLE ZONE : POZZO MALATESTA – TORRENOVA –   GORDIANI – SEDE DI TORRE SPACCATA
Decreto del 26/04/2012 n. 65549
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Lavoratori licenziati dal 31/01/2011                                                                       Fasc.  4628   
AREA DEL COMUNE DI SCIACCA (AGRIGENTO).   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI ELIMINAZIONE DEGLI ATTRAVERSAMENTI   A RASO E REALIZZAZIONE DI OPERE DI SVINCOLO TRA I KM.99+100 E 136+100   DELLA SS.115 TRONCO BIVIO S. BARTOLO – SCIACCA NORD – 1° STRALCIO TRA   I KM.99+00 E 117+350.
Decreto del 19/03/2012 n. 64842
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Lavoratori licenziati dal 04/07/2011                                                                       Fasc.  4635/co   
AREA DEL COMUNE DI SASSARI.   
IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI COSTRUZIONE DEL NUOVO ISTITUTO PENITENZIARIO DI SASSARI.
Decreto del 15/03/2012 n. 64786
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Lavoratori licenziati dal 18/02/2011                                                                         Fasc. 4632 
AREA DEL COMUNE DI CATANZARO – LOC. GERMANETO (CZ) IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI AMPLIAMENTO ED AMMODERNAMENTO S.S. 280 CASE GRIMALDI – CATANZARO LIDO (FONDOVALLE SX DEL FIUME CORACE). 
Decreto del 17/02/2012 n. 64308
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Lavoratori licenziati dal 03/05/2011                                                                        Fasc. 4633 
AREA DEL COMUNE DI ORISTANO – FRAZIONE DI MASSAMA (OR). IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI REALIZZAZIONE DEL NUOVO ISTITUTO PENITENZIARIO. 
Decreto del 17/02/2012 n. 64307
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Lavoratori licenziati dal 31/03/2011                                                                        Fasc.  4630   
AREA DEI COMUNI DI CONTURSI – SICIGNANO  (SALERNO).   IMPRESE IMPEGNATE NEI LAVORI DI AMMODERNAMENTO ALLE NORME CNR   SOLUZIONE 3+3 CORSIE DI MARCIA PIU’ RELATIVE CORSIE DI EMERGENZA   DELL’AUTOSTRADA SA-RC – TRONCO 1° – TRATTO 5° – LOTTO 4° – STRALCIO 2°   DAL KM. 47+800 AL KM. 53+800.    
Decreto del 09/02/2012 n. 64212
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Esodati

Esodati. Per l’Inca è incomprensibile l’ostinazione del governo

 

“La proposta di modifica alla riforma delle pensioni approvata in Commissione Lavoro della Camera, con la sola opposizione del governo, che estende ad un’altra quota di esodati la possibilità di andare in pensione con le vecchie regole ante Monti-Fornero, pur non risolvendo totalmente la situazione di tanti lavoratori rimasti senza alcun reddito, rappresenta un passo in avanti importante che attenua le distorsioni della legge 214 del 2011, che resta profondamente iniqua.” E’ quanto sostiene Morena Piccinini, presidente Inca. 

“In questo quadro – osserva la Presidente -, è incomprensibile l’atteggiamento di chiusura del governo che, nonostante le numerose sollecitazioni dei sindacati e dei parlamentari, anche di opposti schieramenti, si rifiuta di affrontare il problema e di trovare le risorse finanziarie adeguate per coprire i costi di questa operazione.”

Secondo Piccinini, “sarebbe auspicabile che, dopo l’orientamento assunto dalla  Commissione Lavoro della Camera, ci sia una presa d’atto da parte del Governo, ammettendo che il problema esiste e impegnandosi a trovare le risorse per dare una risposta a quanti attendono  da troppo tempo di avere la certezza del loro diritto.”

“Sarebbe un atto di responsabilità – precisa la presidente dell’Inca – che andrebbe a correggere una distorsione profondamente sbagliata,  frutto di norme scritte frettolosamente senza neppure il confronto con le parti sociali. “

“L’invito che rivolgiamo al governo – conclude Piccinini – è di dare un segnale forte in questa direzione e di superare egoismi che nascono dalla pura e semplice difesa di norme non verificate e che rappresentano l’antitesi della solidarietà, che pure dovrebbe essere al centro dell’azione di governo quando si toccano temi ad alta sensibilità sociale.”

Il progetto “Esopo”

NEWS

Inca presenta “Esopo”

 

Il progetto “Esopo”, promosso dall’Inca Francia in collaborazione con i sindacati di alcuni Paesi europei  e realizzato dall’Ires Cgil, rappresenta la continuità naturale del lavoro già svolto dall’Inca Belgio nel 2011/2012 con il progetto europeo “Tesse”. 
Una continuità naturale a partire dal comune obiettivo di favorire una più ampia conoscenza dei regolamenti comunitari sul coordinamento della sicurezza sociale e dei conseguenti diritti-doveri delle persone che vivono e si spostano nell’Unione europea. 
Se nel progetto Tesse l’attenzione era soprattutto rivolta ai regolamenti europei in materia pensionistica (punti di forza e di debolezza, aspetti poco chiari, proposte di miglioramento etc. ), “Esopo” ha messo l’accento sulle persone, attraverso una importante verifica sul campo, della effettiva conoscenza delle norme europei sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, da parte delle lavoratrici e dei lavoratori.

In particolare, i tre temi che sono stati oggetto dell’indagine riguardano le cure mediche, gli infortuni e le malattie professionali.

Il progetto Esopo si è sviluppato attorno all’idea che l’Unione Europea, per non essere solo una favola, ma una realtà “a lieto fine”, deve assumere, con maggiore incisività, la difesa e il sostegno dei diritti delle persone. Ciò implica la messa in atto di tutte le azioni conseguenti per diffondere, difendere e affermare tale principio nell’Europa  dei 27, dovendo tener conto dell’insieme di diverse culture, esperienze, condizioni consolidate. 
Ognuna di queste diversità è il patrimonio della storia dell’Unione europea e rappresenta la sua ricchezza, il suo dinamismo, la sua capacità costante di affrontare nuove sfide.

Ciò detto, lo studio “Esopo” ha previsto la distribuzione di circa 900 questionari tra i lavoratori e le lavoratrici di alcuni tra i principali paesi dove si registrano significative dinamiche migratorie: Belgio, Francia, Regno Unito, Italia, Slovenia e Spagna.

Analisi del campione intervistato

Il campione intervistato è composto da: 44.5 per cento donne e 55.5 per cento uomini. La maggior   parte appartiene alle classi di età più giovani: il 29,5 per cento ha tra i 30 e i 39 anni; il 22,9 per cento tra i 40 e i 49 anni e il 19,1 per cento tra i 18 e i 29 anni. 
Analizzando il dato relativo allo stato di nascita , il 78,8 per cento degli intervistati proviene da Paesi europei, l’11 per cento dall’Africa, il 6,9 per cento dai Paesi dell’America del sud e del centro, il 3,4 per cento dai Paesi Asiatici. Tenendo conto, invece, della cittadinanza, oltre i due terzi (76,7 per cento) è cittadino europeo, il 19,2 per cento ha una cittadinanza non europea e il 4,1 per cento ha la doppia cittadinanza. 
I livelli di istruzione sono mediamente alti, poco più del 40 per cento è in possesso del diploma di scuola media superiore, il 20,9 per cento del diploma di laurea e il 29,9 per cento del diploma della scuola dell’obbligo. Tra coloro che possiedono un elevato titolo di studio, la maggior parte sono donne e sono cittadini europei. 
Per quanto riguarda la condizione occupazionale, il 65 per cento degli intervistati dichiara di essere occupato. Tra questi, il 43,5 per cento ha un posto di lavoro stabile e regolare senza evidenti differenziazioni tra uomini e donne. Il 14,8 per cento ha un contratto a termine, il 6,3 per cento in forma irregolare. I disoccupati sono il 18,4 per cento e sono prevalentemente uomini. Tra le persone con cittadinanza non europea il tasso di disoccupazione è più elevato: 27,6 per cento rispetto al 15,4 per cento tra le persone di cittadinanza europea. I pensionati sono il 12,4 per cento e le casalinghe il 2,6 per cento.

I tre indicatori di indagine: cure mediche, infortuni sul lavoro, malattie professionali

Cure mediche

Metà degli intervistati non conosce i propri diritti in materia di cure mediche e molti di loro ammettono esplicitamente questo deficit di conoscenza. 
Quasi tutti (85,2 per cento) sanno di avere diritto a una copertura sanitaria nel Paese in cui lavorano e molti (73 per cento) sanno che “se un cittadino UE si ammala durante un soggiorno in un altro Paese UE ha diritto all’assistenza sanitaria nel paese in cui si trova. Tuttavia, per le altre domande il campione si divide in due, tra chi conosce i propri diritti e chi non li conosce.  
Il 47,6 per cento non sa che “i cittadini UE hanno diritto a farsi curare in un altro paese UE se la cura non è in quel momento disponibile nel Paese in cui vivono” e il 55,2 per cento non sa  che  “se un cittadino UE si ammala durante un soggiorno in un altro Paese UE, i costi sostenuti per le cure mediche gli devono essere rimborsati secondo la normativa del proprio Paese”.
La conoscenza maggiore della normativa UE si ha in Slovenia e in Spagna, favorita presumibilmente dalla caratteristica di “transfrontaliero” degli intervistati, che hanno una maggiore consapevolezza dei propri diritti.

Infortuni sul lavoro 

Preoccupante è la percentuale di intervistati che dicono di aver subito un infortunio sul lavoro: oltre uno su cinque (22,3 per cento). I risultati confermano le statistiche europee che evidenziano come i rischi per la salute sul lavoro dei migranti siano maggiori rispetto alla media e la percentuale di mancate denunce di infortunio è molto elevata  (il 30,5 per cento).  
Il 32,5 per cento dice di non averlo denunciato perché di lieve entità; il 19 per cento per la paura di essere licenziato, il 16 per cento perché non conosceva i propri diritti; il 13,5 per cento perché non in regola e il 13,5 per cento perché ha accettato un risarcimento dal datore di lavoro. 
L’età e la cittadinanza sembrano influire sulla mancata denuncia. Infatti, le persone con doppia cittadinanza o con la sola cittadinanza non europea sono  tra quelli che ne subiscono di più e che li denunciano. Questo potrebbe essere dovuto alla maggiore gravità del danno, che spinge il lavoratore a cercare, malgrado tutto, un riconoscimento e una cura. I lavoratori più giovani, invece, denunciano meno spesso l’infortunio, probabilmente perché hanno meno esperienza e più paura di perdere il posto di lavoro. La percentuale di mancate denunce è inferiore alla media, in Italia e Francia, mentre è considerevolmente superiore, in Spagna (66,7 per cento),  Slovenia (37,5 per cento) e in Inghilterra (43,5 per cento).

Malattie professionali

Anche nel caso delle malattie professionali, i dati provenienti dalle statistiche ufficiali sono spesso sottostimati, e questo per tre ragioni principali: a) la difficoltà di dimostrare la correlazione tra patologia e rischio professionale; b) una conoscenza scarsa del problema da parte delle imprese, ma anche dei lavoratori; c) un’attenzione ancora insufficiente da parte delle istituzioni pubbliche per la ricerca e la prevenzione.

Queste tre ragioni si riflettono anche sui risultati della indagine “Esopo”. Infatti, la percentuale di intervistati, che dichiara di aver contratto una malattia professionale è piuttosto bassa (4,8 per cento tra gli uomini, 3,5 per cento tra le donne), confermando la sottostima delle denunce. Tra l’altro, nel caso di lavoratori migranti, a complicare ulteriormente le procedure di riconoscimento di una malattia professionale c’è il fatto che la denuncia va inoltrata nel paese in cui il lavoratore è stato verosimilmente esposto al rischio, che spesso non è lo stesso in cui il lavoratore  vive in quel momento.

Quali che siano le ragioni, resta il fatto che circa il 40 per cento dei lavoratori che ritengono di aver contratto una malattia professionale non hanno sporto denuncia, poco meno della metà. Quelli che lo hanno fatto sono per lo più nel Belgio, in Francia e Italia.       

Abbiamo, infine, chiesto agli intervistati a quali istituzioni si rivolgerebbero per avere un aiuto nel percorso di riconoscimento di un infortunio o di una malattia professionale. In entrambi i casi, e con alcune lievi differenze nazionali, il campione ha risposto che si rivolgerebbe, innanzi tutto, alle organizzazioni sindacali, al medico e all’Ente assicuratore. In particolare, le organizzazioni sindacali sono il primo punto di riferimento in Italia e in Belgio, l’Ente assicuratore in Francia, Spagna e Regno Unito, il medico in Slovenia.

Accanto al sindacato, ai medici e agli Enti assicuratori, altri attori assumono rilievo a livello nazionale: lo studio legale, nel Regno Unito, il datore di lavoro in Italia, le associazioni del volontariato in Spagna.    
In questo contesto, è chiaro che una conoscenza superficiale delle regole di coordinamento determina la “mancata fruibilità dei diritti” e, quindi, un peggioramento del condizioni di vita e di lavoro dei migranti, nonché una limitazione consistente del diritto alla libera circolazione delle persone.