STORIE DI LIMBA
SardegnaQuotidiano_20111017.pdf a pagina 4
di FRANCESCO CASULA
L’Università della Terza
Età di Quartu, ha
organizzato un corso
di Letteratura sarda.
Inizierà il 19 ottobre
prossimo alle ore 18 e proseguirà
ogni mercoledì alla stessa ora e si
terrà nei locali di viale Colombo
169/b. Una iniziativa quanto mai
opportuna anche per liquidare il
luogo comune secondo cui la
Sardegna non avrebbe avuto una
Letteratura in limba. Certo,
qualcuno potrebbe obiettare, che
essa, rispetto ad altre lingue
romanze, ha prodotto pochi frutti. È
questa – per esempio – la posizione
dello stesso Gramsci, che dopo aver
detto una sacrosanta verità “il sardo
non è un dialetto, ma una lingua a
sé”, afferma che esso non ha
prodotto “una grande letteratura”.
In realtà Gramsci non conosce la
letteratura sarda: e per molti versi,
non poteva neppure conoscerla,
date le condizioni storiche – e
personali – in cui viveva e operava.
E non la conosciamo appieno
neppure oggi tanto che è urgente
una grande operazione di scavo e di
recupero del nostro patrimonio
letterario, molto del quale è ancora
inedito, numerosissimi testi sono
ancora ignorati dagli stessi critici o
sepolti in biblioteche e in archivi
privati e pubblici. E occorre tener
conto non solo dei testi scritti ma
anche di quelli orali –
abbondantissimi – quando ne siano
recuperate le testimonianze.
Ma anche dato e non concesso che
la lingua sarda abbia prodotto poco,
si poteva pensare che un cavallo per
troppo tempo legato, imbrigliato e
impastoiato potesse correre e
correre velocemente? La lingua
sarda, certo, deve crescere, e sta
crescendo: ha soltanto bisogno che
le vengano riconosciuti i suoi diritti,
che le venga riconosciuto proprio il
suo “status ” di lingua, e dunque le
opportunità per potersi esprimere,
oralmente e per iscritto, come
avviene per la lingua italiana.
Negli ultimi trent’anni c’è stata una
vera e propria esplosione della
letteratura in Lingua sarda; poesia
ma anche prosa, con Contus e –
fenomeno nuovo – romanzi. Di
questi ultimi ne sono stati censiti
più di 100. Attengono a ogni genere
e a ogni età, con risultati diversi:
con opere mediocri ma anche belle,
e dunque complessivamente con un
livello medio di buona qualità. Si
tratta di conoscerli. E di inserirli nei
curricula scolastici, insieme a tanta
poesia sarda di qualità, superando
una buona volta i pregiudizi italo
centristi. Perché Montanaru non ha
niente da invidiare a Carducci.
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