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30/09/2011
Anno europeo del volontariato 29/09/2011
Infortuni sul lavoro nel primo semestre 2011 27/09/2011
Tirocini Formativi 21/09/2011
Interpello 21/09/2011
Registro Nazionale delle associazioni di promozione sociale 20/09/2011
Liberalizzazione del collocamento e dei servizi per il lavoro 14/09/2011
Lavori usuranti 14/09/2011
Accesso anticipato al pensionamento per gli addetti ai lavori di segheria del marmo |
Archivi giornalieri: 4 ottobre 2011
Intercettazioni – Cgil, mercoledì prossimo di nuovo in piazza contro la legge bavaglio
“Se il governo pensa, stringendo i tempi su una legge sbagliata, di evitare la protesta dei cittadini si sbaglia di grosso.
Mercoledì 5 ottobre, giorno di avvio della discussione in Aula” del ddl sulle intercettazioni “il Comitato per la libertà di informazione, tante associazioni e tanti cittadini saranno ancora in Piazza del Pantheon per un presidio di protesta contro una legge che ritengono sbagliata e incostituzionale, una legge che vuole negare il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata e vuole gettare sabbia nei meccanismi della giustizia”.
A promettere battaglia è Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, alla vigilia dell’avvio della discussione parlamentare del provvedimento sulle intercettazioni telefoniche.
“Denunceremo ancora questa insensata protervia del governo – spiega il segretario confederale della Cgil – Nel momento più grave di crisi che il paese attraversa, invece di parlare di tutele del lavoro e di sviluppo il Parlamento viene intasato dai problemi personali e giudiziari del presidente del Consiglio”. Ma la protesta non si ferma.
“Continueremo – assicura Fammoni – con tante iniziative locali e nazionali. E continueremo – incalza – anche se il ddl sarà definitivamente approvato, sollevando gli evidenti problemi di costituzionalita’ rispetto all’art. 21. “Io ci saro” sarà lo slogan di tanti cittadini italiani contrari che manifesteranno contro questo blitz perchè non sia approvato un provvedimento sbagliato che manomette diritti costituzionali”.
AdnKronos
Crisi: stangata da 8 mila euro per famiglia in tre anni
Tra effetti manovra e ricadute inflazione
Le famiglie italiane vanno incontro a una stangata da oltre 8mila euro in tre anni, tra effetti della manovra e ricadute inflazionistiche. Lo calcolano Adusbef e Federconsumatori, che invitano a non sottovalutare una situazione che è ormai di ”stagflazione”.
Le due associazioni stanno rilevando sul territorio nazionale ”aumenti notevoli in tutti i settori, giustificati solo in minima parte dall’aumento dell’Iva. Se le cose continueranno cosi’, ci troveremo di fronte a una perdita insostenibile del potere di acquisto delle famiglie, addirittura clamorosa se sommiamo negli anni la convergenza della ricaduta della manovra e l’aumento inflazionistico”.
Adusbef e Federconsumatori stimano per il 2012 un aggravio di 937 euro a famiglia per le ricadute della manovra e di 1.200 per quelle dell’inflazione; l’anno successivo i due valori saranno pari a 1.806 e 1.200; e nel 2014 si arriverà a 2.031 e 1.200. Per un totale, appunto, di 8.374 euro.
”Continuiamo a ritenere – dicono in una nota Elio Lannutti e Rosario Trefiletti – che vi sia una diffusa e pericolosa sottovalutazione della crisi in atto e delle pesanti ricadute che, tra manovre e aumento di prezzi e tariffe, si stanno abbattendo sulle famiglie italiane”. E’ quindi ”fondamentale disporre innanzitutto seri controlli sulla crescita di prezzi e tariffe, per eliminare ogni traccia di speculazione, disponendo se necessario un vero e proprio blocco. Inoltre, per riavviare la ripresa economica del Paese è indispensabile rilanciare gli investimenti nei settori innovativi”.
Ue: l’austerità frena il mercato del lavoro italiano
NEWS
Con le misure di austerità prese dall’Italia e con la bassa crescita, è crollata la fiducia e di conseguenza le condizioni del mercato del lavoro sono costantemente deboli. E’ l’allarme sul nostro paese lanciato dalla Commissione Ue nell’ultimo rapporto sull’occupazione.
Le condizioni del mercato del lavoro italiano, si legge, “sembrano restare persistentemente deboli”. Si tratta di una “conseguenza” del fatto che “la fiducia è calata di fronte a piani di austerità di vasta portata e alla bassa crescita”.
Nel capitolo del rapporto dedicato all’Italia, la Commissione si sofferma sugli indici della fiducia nei vari settori economici, evidenziando che “la situazione è peggiorata a causa del deterioramento delle finanze pubbliche e delle incertezze riguardo alle misure di austerità”. “Il panorama socio politico italiano – si legge ancora nel rapporto – è stato dominato dal pacchetto di riforme economiche adottato il 14 settembre 2011, per raggiungere l’equilibrio di bilancio nel 2013 e ridurre il debito pubblico”.
Le “consistenti misure di austerità – però – hanno provocato una serie di proteste e scioperi e hanno causato il calo della fiducia da quota 103,7 a 100,3”. Per fare un confronto, il rapporto ricorda che l’indice è oscillato fra un minimo di 99,4 nel dicembre 2008 e il massimo di 113,5 registrato esattamente un anno dopo.
In Italia, a preoccupare è sopratutto la disoccupazione giovanile e la precarietà sempre più spinta”. Secondo i dati di Eurostat, la disoccupazione dei giovani in Italia ad agosto è aumentata da 27,5% a 27,6%, contro una media Ue-17 di 20,4%. Nel nostro paese aumenta anche il numero dei giovani che né studiano né lavorano, i cosiddetti “neet”. Sono al 19,1%, una media che ci porta secondi solo alla Bulgaria (21,8%).
Eppure l’Italia nel 2010 ha ricevuto dall’Unione europea 9,497 miliardi di euro, la maggior parte dei quali per le risorse naturali (5,731 mld) e per il fondo di coesione (2,567 mld) e per la competitività (0,768 mld). L’Italia è quinta nella classifica dei paesi che hanno ricevuto di più, dopo Spagna (13,190 mld), Francia (13,105 mld), Germania (11,825) e Polonia (11,822).
Nel rapporto è indicato che il tasso di esecuzione dei progetti previsti dal bilancio è stato del 97%. Tra il 2007 ed il 2010 – è scritto in una nota della Commissione europea – sono stati spesi “oltre 25 miliardi di euro nei programmi per l’innovazione e la competitività” che hanno “permesso la creazione di 338.310 posti di lavoro”. Per i controlli della frontiera esterna e “per la gestione efficace delle problematiche legate ai migranti” nel 2010 sono stati impiegati 300 milioni di euro, utilizzati per la gestione di 1.800 punti di frontiera sotto sorveglianza Ue e per 20 operazioni congiunte.