Archivi giornalieri: 19 ottobre 2011

Disabilità – Difendiamo i nostri diritti

NEWS

 

Si terrà dal 24 al 25 ottobre prossimi, presso l’Hotel Villa Cesi all’Impruneta, il coordinamento nazionale politiche per le disabilità della Cgil.

Ai lavori parteciperanno anche esponenti del Coordinamento delle insegnanti di sostegno, del Parlamento, degli Enti locali.

Le relazioni svilupperanno gli argomenti riguardanti l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, il recente deferimento alla Corte di Giustizia europea dell’Italia, le convenzioni per l’impiego delle persone disabili e, a cura dell’ufficio legislativo della Cgil, un aggiornamento giurisprudenziale sui diritti delle persone socialmente svantaggiate.

Programma Impruneta 24_25 ottobre 2011.pdf

Divario uomo-donna: l’Italia è al 74mo posto

NEWS

 

L’Italia sconta ancora una forte arretratezza nel ruolo riservato alle donne in economia. Lo dimostrano i dati presentati alla Banca d’Italia dal direttore generale Fabrizio Saccomanni che, citando il rapporto della Banca Mondiale, rivela come l’Italia sia al 74/mo posto nelle classifiche internazionali: “Peggio di noi tra i paesi industrializzati è solo il Giappone e siamo indietro rispetto a tutti i paesi europei” in termini di divari di genere. Per quanto riguarda l’istruzione l’Italia al 49/mo posto, ma sulla partecipazione economica precipita al 97/mo posto su 134 paesi.

Quanto all’occupazione, nel 2010, era occupato “il 46,1% delle donne tra 15 e 64 anni, contro il 67,7% degli uomini. Il divario particolarmente pronunciato – ha aggiunto – nel Mezzogiorno, dove solo tre donne su 10 lavorano”.

Secondo Saccomanni “fattori economici, ma anche culturali contribuiscono a spiegare questa arretratezza italiana”, ma “gli effetti economici di una maggiore presenza” delle donne nella vita economica “possono essere rilevanti sul sistema nel complesso, per il tramite di una maggiore occupazione qualificata”. Ma ci sono anche effetti indiretti: “Le donne ai vertici sono portatrici di elementi di governance migliori e di comportamenti meno rischiosi; i vantaggi che le banche e le imprese ne trarrebbero sono evidenti”, ha concluso.

rassegna.it

Umbria Olii, chiesti 12 anni per l’ex amministratore delegato

NEWS

 

La procura di Spoleto (Perugia) ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per l’ex amministratore delegato della Umbria Olii, accusato di omicidio colposo plurimo e altri reati, fra cui il procurato incendio. L’imprenditore deve rispondere dell’incidente avvenuto il 25 novembre del 2006 nel quale morirono quattro operai di una ditta esterna nello stabilimento di Campello sul Clitunno.

L’amministratore, che ha sempre rivendicato la correttezza del proprio comportamento, dopo l’incidente chiese un risarcimento milionario ai familiari delle vittime.

I magistrati hanno chiesto per lui anche un’ammenda di 600 euro per il mancato rispetto delle norme antinfortunistiche e il riversamento di rifiuti nell’ambiente circostante la fabbrica che raffinava olio di sansa.

La tragedia avvenne nel piazzale dello stabilimento. Durante la sistemazione di una passerella metallica alla sommità di uno dei silo ci fu un’esplosione, seguita da un violento incendio, che provocò la morte di Maurizio Manili, 43 anni, Giuseppe Coletti, 43, Tullio Mottini, 46, e Vladimir Todhe, 44, albanese. Unico sopravvissuto, l’operaio impegnato alla gru.

La manovra finanziaria: capolavoro di ingiustizie

 

Il prossimo 20 ottobre si terrà un seminario sulla manovra finanziaria, capolavoro di ingiustizie, organizzato dall’Inca Cgil Puglia.

Il seminario approfondirà le tematiche riguardanti il contenzioso giudiziario, il ruolo dei medici legali, le patologie da lavoro stress correlate, la tutela comunitaria dei diritti sociali e il contenzioso giudiziario in materia pensionistica dei residenti all’estero.

L’iniziativa, alla quale parteciperanno anche gli operatori degli uffici Inca del Molise e della Basilicata, si svolgerà nei locali della Cgil Puglia, Via Vincenzo Calace 4, con inizio alle ore ore 9.00

Domanda di aggravamento per i malati oncologici

NEWS

 

A decorrere dal 4 luglio 2009 (L. n. 69/2009), l’interessato che abbia in corso o presenti domanda intesa ad ottenere il riconoscimento del diritto a pensioni, assegni e indennità spettanti agli invalidi civili, ciechi e sordi,  non può presentare ulteriore domanda per la stessa prestazione fino a quando l’iter di una precedente domanda sia ancora in corso.

L’applicazione di tale norma ha creato molti disagi ai cittadini sia a causa del mancato aggiornamento degli archivi Inps,  sia perchè la nuova disposizione è intervenuta nel periodo  di avvio delle nuove modalità di presentazione delle domande all’Inps.

Nei vari incontri con la Direzione centrale dell’Inps, come Ce.Pa (Centro Unitario Patronati Ias, Inca, Ital e Acli) abbiamo sollevato il problema e spesso siamo riusciti ad ottenere lo  slocco della procedura per consentire legittimamente la presentazione di una nuova domanda o di un aggravamento.

Adesso l’Istituto con un messaggio del 7 ottobre scorso, ha comunicato alle proprie sedi le indicazioni operative per permettere al malato oncologico che abbia già presentato domanda per accertamento dell’invalidità civile di presentare la domanda di aggravamento se:

• non è stato ancora sottoposto a visita presso la Asl  in sede di accertamento sanitario verrà esaminato sia in virtù della domanda precedente sia per l’aggravamento;
• è già stato sottoposto a visita ma evidentemente l’iter sanitario non si è ancora esaurito sarà chiamato a visita entro 15 giorni dalla data della presentazione dell’aggravamento come previsto per  i malti oncologici.

Le sedi del patronato Inca, dislocate su tutto il territorio nazionale (/dovetrovarci.htm), sono a disposizione per fornire ulteriori e più approfondite informazioni.

Povera Italia: più di 8 milioni in ginocchio

NEWS

 

L’Italia è sempre più povera. Dopo quattro anni e una crisi economica feroce, il paese si riscopre in ginocchio. Secondo i dati contenuti nell’undicesimo rapporto Caritas-Fondazione Zancan,  dal 2007 al 2010 sono aumentate dell’80,8 per cento le richieste di aiuto economico rivolte ai Centri di ascolto diocesani. L’aumento del numero di persone che si sono rivolte ai centri è invece del 19,8 per cento in media, ma tocca punte del 69,3 per cento al sud.

Cifre terribili, che raccontano di una popolazione in grave difficoltà. Nel rapporto si ricorda infatti che l’Istat fissa a quota 8.272.000 le persone povere nel 2010. 

Al primo posto fra i problemi segnalati c’è la povertà economica, seguono i problemi occupazionali ed abitativi; al quarto posto, i problemi familiari.

Cambia il volto della povertà. Dalla fotografia del rapporto, si capisce come ora coinvolga “pesantemente l’intero nucleo familiare: tutti si trovano a vivere, in modo diversi, una condizione di stress e di sofferenza, anche se le donne e i giovani pagano il prezzo più alto”. Ad esempio, nel 2004 il 75 per cento dei problemi si riferiva ai bisogni di carattere primario (casa, cibo, sanità, ecc.), nel 2010 tale valore ha raggiunto l’81,9 per cento mentre le problematiche post materiali (come disagio psicologico e dipendenze) passano dal 25 al 18,1 per cento. La questione abitativa diventa un'”emergenza” i cui problemi in 4 anni sono aumentati del 23,6 per cento.

Altro dato in forte aumento dal 2005 al 2010, è quello relativo al numero dei giovani che si è rivolto ai centri: +59,6 per cento. Il 76,1 per cento (era il 70 per cento 5 anni prima) di questi non studia né lavora. Particolarmente vulnerabili si confermano gli stranieri che rappresentano il 70 per cento delle persone che si rivolgono ai centri. Secondo un campione degli operatori della Caritas, il disagio maggiore è fra gli immigrati che vivono da soli in Italia, quelli di sesso maschile, con età compresa fra i 25 e 44 anni. In genere hanno problemi di lavoro (66,4 per cento) e situazioni di povertà economica (62,5 per cento).

Il giallo dei dati. Ancora una volta “va registrata una sostanziale difformità tra i dati ufficiali relativi alla povertà e la reale condizione del paese che tutti sperimentano quotidianamente”, si legge nel rapporto, che sottolinea quanto le rilevazioni ufficiali del fenomeno “richiederebbero un’integrazione dell’attuale metodo con soluzioni più sensibili ai cambiamenti”. L’istituto nazionale di statistica registra un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di povertà: si è passati da 2.657 milioni (10,8 per cento) a 2.734 milioni (11 per cento). In realtà, invece, secondo il rapporto odierno, l’esperienza dei Centri di Ascolto delle Caritas Diocesane evidenziano un aumento significativo delle richieste di aiuto e delle persone che vi si rivolgono. “Segnali – osserva lo stesso rapporto – di una crescente complessità delle situazioni di povertà”, che non sono “colti” dai dati ufficiali sulla povertà.

rassegna.it