Archivi giornalieri: 14 ottobre 2011

No alla sospensione dell’Indennità di accompagnamento

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Inca e Spi contro la riduzione dei diritti  delle persone più deboli
L’indennità di accompagnamento non può essere sospesa se la persona invalida viene ricoverata in ospedale per periodi brevi, inferiori a 30 giorni.  Così aveva già stabilito  la Corte Costituzionale  nel 1991 con la sentenza n. 183  che fissava “la non frazionabilità” dell’indennità, tenuto conto che il breve ricovero non riduce in modo significativo il bisogno di assistenza.

L’invalido  che, periodicamente, subisce ricoveri  gratuiti della durata inferiore  a 30 giorni presso istituti o centri di riabilitazione pubblici, dunque,non può avere la decurtazione dell’indennità.

Va ricordato che i titolari di prestazioni assistenziali sono tenuti a compilare annualmente una dichiarazione amministrativa, da  inviare all’Inps, che in passato veniva  redatta su un modulo cartaceo.

L’anno passato l’Inps, giustamente, ha deciso di passare alla trasmissione telematica e ha affidato ai  Caf  il compito di trasmettere le dichiarazioni.

Tuttavia, nelle indicazioni per la compilazione dei moduli  fornite ai Centri di assistenza fiscale, l’Istituto chiedeva di indicare tutti i periodi di ricovero ospedaliero gratuito, anche quelli di breve durata, effettuati nelle strutture pubbliche o convenzionate per poi procedere, obiettivo non dichiarato ma conseguente,  al cumulo dei periodi di ricovero ed alla riduzione delle indennità.

Questo orientamento aveva determinato la reazione immediata dei sindacati dei pensionati e dei patronati sindacali, alimentando nel contempo perplessità e  difficoltà operative da parte dei Caf.

Secondo i patronati sindacali ed i Sindacati pensionati di Cgil,Cisl e Uil, l’Inps non doveva richiedere informazioni sui ricoveri brevi in quanto in seguito non avrebbe potuto, ai sensi della legge e della pronuncia della Corte Costituzionale, né ridurre l’importo mensile dell’indennità di accompagnamento né sommare i periodi  brevi per raggiungere o superare i 30 giorni, termine oltre  il quale é possibile la sospensione dell’indennità.

Le resistenze dei patronati e dei sindacati hanno conseguito un buon risultato: l’Inps ,con  una recente circolare (messaggio n. 18291 del 26 settembre scorso ,) ha dovuto precisare che l’Istituto non é interessato a rilevare i  periodi brevi  di ricovero ospedaliero; l’eventuale decurtazione , dunque, sarebbe scorretta.

Il patronato Inca ed il Sindacato dei pensionati Cgil accolgono con favore la decisione dell’Istituto, in un momento di crisi economica nel quale il governo sembra particolarmente impegnato a ridurre i diritti sociali delle persone più deboli.

“DIMENTICANZE? IL CENSIMENTO CHE CANCELLA LA LIMBA SARDA

 di Francesco Casula

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Lo Stato italiano continua a mostrare il suo becero volto antisardo. Imperterrito e pervicace. Ieri sul versante finanziario, inadempiente rispetto alle quote che spettano all’Isola. O sposando -attraverso il suo esponente governativo, il ministro Matteoli- gli interessi degli armatori contro quelli dei sardi e del loro diritto alla continuità territoriale. Oggi cancellando la minoranza linguistica sarda e catalana d’Alghero dal questionario del censimento generale della popolazione e delle abitazioni 2011 distribuito in Sardegna.

Peraltro in violazione delle sue stesse leggi: ad iniziare dalla  482/99 che, tutela le minoranze linguistiche storiche. Legge che è, comunque, largamente disattesa e depotenziata soprattutto nei riguardi dell’insegnamento del sardo e delle lingue alloglotte nelle scuole, lasciando colpevolmente spazio alla ulteriore colonizzazione culturale e al genocidio bianco della lingua e dell’identità della nazione sarda.

Su comitadu pro sa limba sarda ha opportunamente protestato contro tale “cancellazione” e, attraverso il suo coordinatore Mario Carboni, ha affermato che in altre Regioni ad Autonomia speciale ove sono presenti minoranze linguistiche come la Slovena, Sud tirolese, Valdostana e Ladina, pur in maniera differenziata in relazione alla loro Autonomia, queste sono state prese in considerazione o nella predisposizione dei moduli nella loro lingua o nel censimento delle minoranze linguistiche interne. Sono plurilingui le istruzioni per i rilevatori, così come i rilevatori stessi che sono stati a volte scelti anche in base alle competenze linguistiche di minoranza, mentre per quanto riguarda la Sardegna, che pur ospita la più numerosa minoranza linguistica della Repubblica (e totale maggioranza nell’Isola) la lingua sarda è stata cancellata come se non esistesse. Assieme ad essa, sono scomparse le lingue alloglotte della Sardegna: Catalano d’Alghero, Sassarese, Tabarchino e Gallurese.

Su comitadu –conclude Carboni- ricorrerà con una argomentata e vivace protesta presso il Comitato consultivo della Convenzione quadro delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa, ratificato dall’Italia il 3 novembre del 1997, richiedendo una visita ispettiva in Sardegna perché si valuti direttamente il non rispetto della Convenzione stessa da parte dell’Italia nei riguardi della minoranza nazionale sarda. Francesco Casula
 

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 14-10-2011