Archivi giornalieri: 21 giugno 2023

Umberto I, re “buono” o re “mitraglia?

Umberto I, re “buono” o re “mitraglia?
di Francesco Casula
Umberto I continua ad essere chiamato e avere la nomea, non solo in moltissimi libri scolastici, di re “buono”. Si tratta di una vera e propria falsità storica. Intanto il nostro re buono continua a campeggiare nelle nostre Vie, Piazze e quant’altro. Ma vediamo chi era. Vediamo la sua opera storica!. Iniziamo a ricordare che Umberto I non fu solo connivente con la politica coloniale, autoritaria, repressiva e liberticida dei Governi di fine Ottocento, da Crispi in poi, ma ne fu un entusiasta sostenitore: appoggiò le infauste “imprese” in Africa (con l’occupazione dell’Eritrea (1885-1896) e della Somalia (1889-1905), che tanti lutti e spreco di risorse finanziarie comportò: ben 6.000 uomini morirono nella sola battaglia e disfatta di Adua nel 1896 e 3.000 caddero prigionieri). Fu altrettanto sostenitore del tentativo, di imporre leggi liberticide da parte del governo del generale Pelloux nel 1898, tendenti a restringere le libertà (di associazione, riunione ecc.) garantite dallo Statuto. Sempre nel 1898 (8 e 9 maggio), “le truppe del generale Fiorenzo Bava Beccaris spararono sulla folla inerme uccidendo circa 80 dimostranti e ferendone più di 400”(1) . Fu un vero e proprio eccidio. La prima volta nella storia italiana si utilizzarono i cannoni per sparare sulla folla per reprimere una Manifestazione di protesta. Ebbene il re Umberto, ribattezzato dagli anarchici Re mitraglia, forse per premiare il generale stragista per la portentosa “impresa” non solo lo insignì della croce dell’Ordine militare di savoia ma in seguito lo nominerà senatore! Questo in Italia. In Sardegna l’anno seguente nel 1899 assisteremo alla “Caccia grossa”! Il capo del governo, il generale Pelloux – quello delle leggi liberticide che non passeranno solo per l’ostruzionismo parlamentare della Sinistra – invierà in Sardegna un vero e proprio esercito, un intero Reggimento, che, con il pretesto di combattere il banditismo, nella notte fra il 14 e il 15 maggio arrestò circa mille persone. Maria Giacobbe, la grande scrittrice nuorese, in un bellissimo libro testimoniale e di denuncia, “Le Radici”, ricorda e rievoca il fatto in cui è stato coinvolto il nonno, anche lui arrestato (2). Il fatto sarà anche raccontato, quasi vantandosene, da un giovane tenentino, Giulio Bechi in “Caccia grossa”: la caccia all’uomo delle selve, al bandito-cinghiale, al selvatico. Il titolo del libro – dirà nel 1953 Lussu in un memorabile intervento in Senato in cui si discuteva sul banditismo sardo – rivela la mentalità poliziesca e inumana con cui si contrapponeva allora, e spesso si contrappone tutt’ora, l’ordine al disordine, la legge alla negazione della legge: a ricordarlo è Manlio Brigaglia, autore di una ricca e documentata prefazione a una bella edizione di “Caccia grossa” da parte della Ilisso di Nuoro del 1997 (3). Ma ecco come descrive “La Caccia grossa” Eliseo Spiga ”Lo stato rispondeva la banditismo cingendo il Nuorese con un vero e proprio stato d’assedio, senza preoccuparsi,,,di un’intera società che si vedeva invasa e tenuta in cattività come un popolo conquistato…Ed ecco gli arresti, donne, vecchi e ragazzi…sequestrate tutte le mandrie e marchiate col fatidico GS, sequestro giudiziario…venduti in aste punitive tutti i beni degli arrestati e dei perseguiti…Gli arrestati furono avviati a piedi, in catene, ai luoghi di raccolta, Un sequestro di persona in grande, per fare scuola”(4) . Ma la Sardegna, la repressione poliziesca durante il regno di Umberto I l’aveva conosciuta anche prima del 1899, in particolare a Sanluri. In questo grosso centro del Campidano, in un clima di povertà, di incertezza e disperazione, il 7 agosto 1881, scoppiò una sommossa popolare contro il carovita e gli abusi fiscali, (Su trumbullu de Seddori), sommossa repressa violentemente: ci furono 6 morti. Il fatto suscitò notevole apprensione in tutta l’Isola. e in gran parte della terra ferma, per i morti e per le gravi conseguenze giudiziarie. . L’8 novembre 1882 ebbe inizio il “Processo” giustamente chiamato della fame, perché venivano processati dei poveracci morti di fame: Tale processo per il numero degli imputati e per la sua durata, (terminò il 26 febbraio 1883) fu ritenuto uno dei più importanti dell’isola. La sentenza fu molto pesante, soprattutto verso alcuni imputati giovanissimi: Venne condannato a 10 anni di reclusione Franceschino Garau Manca, detto “Burrullu” di anni 16, mentre Giuseppe Sanna Murgano di anni 19 ed Antonio Marras Ledda di anni 18 furono condannati a 16 anni di Lavori Forzati. Riferimenti bibliografici 1. Franco della Paruta, Storia dell’Ottocento, Ed. Le Monnier, Firenze, 1992, pagina 461. 2. Maria Giacobbe, Le Radici, Ed. Il Maestrale, Nuoro 2005. 3. Giulio Bechi, Caccia Grossa, Ed. Ilisso, Nuoro 1997. 4. Eliseo Spiga, La sardità come utopia, note di un cospiratore, pagina 162.
 
 
 
 
 
 
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San Luigi Gonzaga

 

San Luigi Gonzaga


San Luigi Gonzaga

autore: Anonimo piemontese anno: XVIII sec. titolo: San Luigi
Nome: San Luigi Gonzaga
Titolo: Religioso
Nome di battesimo: Luigi Gonzaga
Nascita: 9 marzo 1568, Castiglione delle Stiviere, Mantova
Morte: 21 giugno 1591, Roma
Ricorrenza: 21 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
19 ottobre 1605, Roma, papa Paolo V
Canonizzazione:
31 dicembre 1726, Roma, papa Benedetto XIII

Nacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col latte succhiò pure i primi germi di santità, facendo prevedere l’eccelso grado di perfezione a cui sarebbe sì rapidamente asceso.

Ancora piccolo, molte volte fu veduto dai servi e dalla stessa madre in un angolo remoto del palazzo assorto in preghiera.

Il marchese suo padre, intanto, ignaro di tutto il lavoro soprannaturale che la grazia divina operava nel suo caro Luigino, e sedotto dal desiderio di grandezza, intendeva fare del figlio una celebrità. Perciò non cessava di mandarlo or da questo, or da quell’altro grande, senza avvedersi che un tale modo di agire contribuiva mirabilmente a rendere uggiosa al giovane principe la vita pomposa, vuota e sciocca delle corti.

Luigi contava appena sedici anni quando chiese al padre di entrare nella Compagnia di Gesù. Questi, vedendo fallite e deluse tutte le sue speranze, si oppose, ma invano. Il nostro Santo insistè con tanto coraggio e fermezza, che vinse le opposizioni paterne. Ed eccolo finalmente, dopo la bufera, approdare al porto desiderato della Compagnia di Gesù. Fin dal suo primo ingresso nella religione, egli si prefisse un programma di vita: dietro l’illuminata guida dei suoi superiori, avrebbe fatto tutto quello che tornasse gradito al Signore e fuggito come peste e veleno tutto ciò che in qualche modo potesse offenderlo.

L'elemosina di santa Francesca Romana

titolo Vocazione di San Luigi Gonzaga
autore Guercino anno 1650

Nonostante la sua innocenza, non risparmiò duri colpi di flagello al suo corpo, perché noi tutti, non innocenti e dalla carne guasta, imparassimo quale è il mezzo per spegnere la triste fiamma della passione. A questo aggiunse una semplice ma affettuosa devozione a Maria SS, a cui consacrò il suo giglio profumato col voto di perpetua verginità. Ventiquattrenne fu trovato maturo per il cielo. In Roma serpeggiava la peste micidiale, che seminava ovunque le sue vittime. Il santo giovane chiese di essere mandato in soccorso dei poveri appestati, e fu accontentato, ma egli stesso contrasse il morbo. Dopo pochi giorni di malattia, circondato dai confratelli, se ne volava serenamente al cielo il 21 giugno del 1591.

Dal Papa è stato proposto a modello di tutta la gioventù.

PRATICA Per custodire la purezza occorre la preghiera, la mortificazione e la fuga delle occasioni pericolose.

PREGHIERA. O angelico S. Luigi, facci comprendere che la cosa più importante su questa terra e il farci santi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Luigi Gonzaga, religioso, che, nato da stirpe di principi e a tutti noto per la sua purezza, lasciato al fratello il principato avito, si unì a Roma alla Compagnia di Gesù, ma, logorato nel fisico dall’assistenza da lui data agli appestati, andò ancor giovane incontro alla morte.

ICONOGRAFIA

Nell’iconografia San Luigi è quasi sempre mostrato come un giovane che indossa una tonaca nera e una cotta (paramento liturgico). I suoi attributi sono un giglio, che si riferisce all’innocenza; un crocifisso, che si riferisce alla pietà e al sacrificio; un teschio, riferito alla sua morte prematura; e un rosario, che si riferisce alla sua devozione alla Beata Vergine Maria.

San Luigi

titolo San Luigi
autore Luigi Crespi anno 1745-50

San Luigi è raffigurato il più delle volte in adorazione al crocifisso come nell’opera di Luigi Crespi dove l’artista ha impresso la più diffusa immagine del santo.

 S. Luigi Gonzaga venera la Vergine col Bambino

titolo S. Luigi Gonzaga venera la Vergine col Bambino
autore Carlo Francesco Nuvolone anno 1665

Ma a volte San Luigi è ritratto anche in atto di venerazione della Vergine come nella bella tela di Carlo Francesco Nuvolone artista milanese del XVII sec. oppure sempre in adorazione del crocifisso ma in compagnia degli angeli come nell’opera del Guercino La vocazione di S. Luigi Gonzaga risalente al 1650 circa.

San Luigi Gonzaga in meditazione

titolo San Luigi Gonzaga in meditazione
autore Francisco de Goya anno circa 1798

Degna di nota anche l’opera di Francisco de Goya dove ritroviamo San Luigi Gonzaga in meditazione davanti al crocifisso col giglio e un teschio. Sempre dello stesso autore è la tela dove viene raffigurato nel momento di Consacrazione come patrono della gioventù. Quest’ultimo capolavoro mostra san Luigi Gonzaga consacrato come patrono dei giovani da papa Benedetto XIII, che insegnò ai giovani italiani a prendere il santo come loro esempio, come indicato dalle parole latine sul fumetto del papa “Inspice, FAC ET secundum EXEMPLAR” (Guarda e segui il suo esempio). Il papa indica il santo, che appare in gloria in abiti gesuiti tra gli angeli e recante un mazzo di gigli, alludendo alla sua purezza.

Consacrazione di san Luigi Gonzaga come patrono della gioventù

titolo Consacrazione di san Luigi Gonzaga come patrono della gioventù
autore Francisco de Goya anno 1763 ca.

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Alcune dedicazioni a San Luigi Gonzaga

Santuario basilica di San Luigi Gonzaga

Santuario basilica di San Luigi Gonzaga
Basilica MinoreIl Santuario dedicato a San Luigi Gonzaga, a Castiglione delle Stiviere in provicia di Mantova, fu edificato dapprima come chiesa nel 1608 e oggi comprende…

Domande Frequenti

  • Quando si festeggia San Luigi Gonzaga?

     

  • Chi è il santo protettore dei giovani?

     

  • Quando nacque San Luigi Gonzaga?

     

  • Dove nacque San Luigi Gonzaga?

     

  • Quando morì San Luigi Gonzaga?

     

  • Dove morì San Luigi Gonzaga?

     

  • Di quali comuni è patrono San Luigi Gonzaga?

     

  • Chi sono i gesuiti?

     

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