Archivi giornalieri: 6 giugno 2023

Il ruolo del presidente della repubblica nella nomina del governo

Il ruolo del presidente della repubblica nella nomina del governo

Il percorso delle consultazioni con i partiti, l’incarico del presidente del consiglio e la nomina del governo.

Definizioni

Con la costituzione del 1948 l’italia si è dotata di una forma di governo parlamentare. Di conseguenza alle elezioni viene eletto il parlamento e non il presidente del consiglio, che invece è nominato dal presidente della repubblica.

Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Quello del presidente però non è un potere discrezionale. Il governo infatti per assumere i suoi poteri deve ottenere la fiducia del parlamento.

1. Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. […]

3. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.

Nello scegliere il presidente del consiglio designato (ovvero che non ha ancora ricevuto la fiducia del parlamento) il capo dello stato deve identificare una figura che ritiene possa ottenere la fiducia delle camere.

Più precisamente, non è solo il presidente del consiglio a dover ottenere la fiducia ma tutto il governo. Ovviamente però le due cose sono strettamente collegate. Secondo la carta, infatti, il capo dello stato nomina i ministri su proposta del presidente del consiglio. Dunque la scelta è del presidente del consiglio, ma l’inquilino del Quirinale non si limita ad accoglierla passivamente.

Per individuare la formazione che si presenterà in parlamento a chiedere la fiducia, negli anni si è sviluppata un’irrinunciabile prassi costituzionale. Si tratta di una serie di incontri preliminari tra il capo dello stato e i partiti, noti come le consultazioni.

Il numero di incontri previsti e i soggetti invitati dal capo dello stato non sono prestabiliti e possono variare a seconda della fase politica. Attualmente potremmo considerare scontate le consultazioni con i presidenti d’aula e i capigruppo, a cui di solito si uniscono i leader di partito. Di frequente però sono stati chiamati al colle anche gli ex presidenti della repubblica, i capi delle componenti del gruppo misto e le minoranze linguistiche.

Se le consultazioni portano a un’indicazione chiara, la prassi prevede la possibilità che il presidente conferisca un mandato esplorativo. Nel 2018 ad esempio, di fronte a un panorama politico frammentato, il presidente Mattarella conferì a Carlo Cottarelli un breve mandato esplorativo.

Quando poi il capo dello stato conferisce l’incarico vero e proprio, la figura designata accetta con riserva. Dopo brevi consultazioni con i gruppi politici che dovrebbero comporre la maggioranza e torna al Quirinale per sciogliere la riserva, in maniera positiva o negativa.

Solo a questo punto il presidente del consiglio incaricato e i ministri pronunciano il giuramento:

Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione

Dati

Da quando è in vigore la costituzione sono stati nominati 65 governi. Nella gran parte dei casi il presidente del consiglio è stato espressione del partito che in parlamento aveva la maggioranza relativa. Non si tratta però di una regola, come accade spesso nelle monarchie parlamentari.

Questo modello è stato ampiamente diffuso nel corso della prima repubblica, anche se non sono mancati casi in cui la presidenza del consiglio è stata affidata a esponenti di forze minoritarie in parlamento.

Al contrario, nel corso della seconda repubblica di norma il premier era espressione della coalizione che aveva ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento.

Anche in questa fase però è capitato che, a seguito di crisi parlamentari, venisse nominato presidente del consiglio una figura indipendente dai partiti.

Analisi

A seconda della fase politica attraversata dal paese la nomina del presidente del consiglio da parte del capo dello stato può essere una scelta ovvia oppure in qualche misura discrezionale.

Se una maggioranza parlamentare esprime una chiara indicazione i margini di manovra del capo dello stato si riducono fino a quasi annullarsi.

Al contrario lo spazio discrezionale si amplia se il presidente si trova a scegliere senza che i partiti gli abbiano fornito un’indicazione chiara.

Una situazione di questo tipo si è verificata ad esempio nei casi dei governi Monti e Draghi. Bisogna ricordare però che un’ipotesi del genere è stata possibile solo perché le forze parlamentari non sono state in grado di esprimere un proprio candidato. Peraltro, affinché quest’ipotesi si concretizzi, i partiti devono accettare l’opzione proposta dal presidente in due diverse occasioni. Prima informalmente, durante le consultazioni, e poi ufficialmente, votando la fiducia in parlamento.

In tutti i casi che si pongono tra questi due estremi la scelta del presidente deriva dalle informazioni fornite dai partiti durante le consultazioni. È bene chiarire che non esiste nessun obbligo costituzionale o di prassi che imponga al presidente della repubblica una scelta predefinita. Conferire l’incarico al leader del primo partito o al leader della prima coalizione sono ovviamente le ipotesi più probabili ma non obbligate. Si tenga presente, infatti, che quando Spadolini ricevette l’incarico il Partito repubblicano italiano (Pri) aveva appena 16 seggi alla camera e 6 al senato. Questo però fu possibile perché la maggioranza che gli votò la fiducia si espresse favorevolmente sulla sua figura, nonostante i modesti numeri parlamentari.

 

Il ruolo del presidente della repubblica nella nomina del governo

Il ruolo del presidente della repubblica nella nomina del governo

Il percorso delle consultazioni con i partiti, l’incarico del presidente del consiglio e la nomina del governo.

Definizioni

Con la costituzione del 1948 l’italia si è dotata di una forma di governo parlamentare. Di conseguenza alle elezioni viene eletto il parlamento e non il presidente del consiglio, che invece è nominato dal presidente della repubblica.

Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Quello del presidente però non è un potere discrezionale. Il governo infatti per assumere i suoi poteri deve ottenere la fiducia del parlamento.

1. Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. […]

3. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.

Nello scegliere il presidente del consiglio designato (ovvero che non ha ancora ricevuto la fiducia del parlamento) il capo dello stato deve identificare una figura che ritiene possa ottenere la fiducia delle camere.

Più precisamente, non è solo il presidente del consiglio a dover ottenere la fiducia ma tutto il governo. Ovviamente però le due cose sono strettamente collegate. Secondo la carta, infatti, il capo dello stato nomina i ministri su proposta del presidente del consiglio. Dunque la scelta è del presidente del consiglio, ma l’inquilino del Quirinale non si limita ad accoglierla passivamente.

Per individuare la formazione che si presenterà in parlamento a chiedere la fiducia, negli anni si è sviluppata un’irrinunciabile prassi costituzionale. Si tratta di una serie di incontri preliminari tra il capo dello stato e i partiti, noti come le consultazioni.

Il numero di incontri previsti e i soggetti invitati dal capo dello stato non sono prestabiliti e possono variare a seconda della fase politica. Attualmente potremmo considerare scontate le consultazioni con i presidenti d’aula e i capigruppo, a cui di solito si uniscono i leader di partito. Di frequente però sono stati chiamati al colle anche gli ex presidenti della repubblica, i capi delle componenti del gruppo misto e le minoranze linguistiche.

Se le consultazioni portano a un’indicazione chiara, la prassi prevede la possibilità che il presidente conferisca un mandato esplorativo. Nel 2018 ad esempio, di fronte a un panorama politico frammentato, il presidente Mattarella conferì a Carlo Cottarelli un breve mandato esplorativo.

Quando poi il capo dello stato conferisce l’incarico vero e proprio, la figura designata accetta con riserva. Dopo brevi consultazioni con i gruppi politici che dovrebbero comporre la maggioranza e torna al Quirinale per sciogliere la riserva, in maniera positiva o negativa.

Solo a questo punto il presidente del consiglio incaricato e i ministri pronunciano il giuramento:

Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione

Dati

Da quando è in vigore la costituzione sono stati nominati 65 governi. Nella gran parte dei casi il presidente del consiglio è stato espressione del partito che in parlamento aveva la maggioranza relativa. Non si tratta però di una regola, come accade spesso nelle monarchie parlamentari.

Questo modello è stato ampiamente diffuso nel corso della prima repubblica, anche se non sono mancati casi in cui la presidenza del consiglio è stata affidata a esponenti di forze minoritarie in parlamento.

Al contrario, nel corso della seconda repubblica di norma il premier era espressione della coalizione che aveva ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento.

Anche in questa fase però è capitato che, a seguito di crisi parlamentari, venisse nominato presidente del consiglio una figura indipendente dai partiti.

Analisi

A seconda della fase politica attraversata dal paese la nomina del presidente del consiglio da parte del capo dello stato può essere una scelta ovvia oppure in qualche misura discrezionale.

Se una maggioranza parlamentare esprime una chiara indicazione i margini di manovra del capo dello stato si riducono fino a quasi annullarsi.

Al contrario lo spazio discrezionale si amplia se il presidente si trova a scegliere senza che i partiti gli abbiano fornito un’indicazione chiara.

Una situazione di questo tipo si è verificata ad esempio nei casi dei governi Monti e Draghi. Bisogna ricordare però che un’ipotesi del genere è stata possibile solo perché le forze parlamentari non sono state in grado di esprimere un proprio candidato. Peraltro, affinché quest’ipotesi si concretizzi, i partiti devono accettare l’opzione proposta dal presidente in due diverse occasioni. Prima informalmente, durante le consultazioni, e poi ufficialmente, votando la fiducia in parlamento.

In tutti i casi che si pongono tra questi due estremi la scelta del presidente deriva dalle informazioni fornite dai partiti durante le consultazioni. È bene chiarire che non esiste nessun obbligo costituzionale o di prassi che imponga al presidente della repubblica una scelta predefinita. Conferire l’incarico al leader del primo partito o al leader della prima coalizione sono ovviamente le ipotesi più probabili ma non obbligate. Si tenga presente, infatti, che quando Spadolini ricevette l’incarico il Partito repubblicano italiano (Pri) aveva appena 16 seggi alla camera e 6 al senato. Questo però fu possibile perché la maggioranza che gli votò la fiducia si espresse favorevolmente sulla sua figura, nonostante i modesti numeri parlamentari.

Congedi, permessi e certificati

Congedi, permessi e certificati

L’elenco dei servizi per richiedere congedi e permessi e trasmettere e consultare i certificati

Seleziona il servizio in base alle operazioni relative ai congedi (trasmissione, richiesta e consultazione) o invia domande per richiedere certificati e permessi.

Congedo di paternità obbligatorio

Domanda di congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni per padri lavoratori dipendenti, privati e pubblici

Congedo indennizzato per le donne vittime di violenza di genere

Domanda di congedo indennizzato per le lavoratrici inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere

Indennità di congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti

Domanda di indennità per congedo parentale per lavoratori dipendenti che non sono disoccupati o sospesi, lavoratori domestici o lavoratori a domicilio

Indennità per congedi straordinari (assistenza familiari disabili)

Domanda di indennità per congedo straordinario per lavoratori dipendenti privati conviventi di familiari disabili in situazione di gravità

Indennità per congedo di maternità e di paternità alternativo per lavoratrici e lavoratori dipendenti

Domanda di indennità per congedo di maternità o di paternità per lavoratrici dipendenti, disoccupate o sospese

Indennità per congedo parentale per lavoratori e lavoratrici autonome

Domanda di indennità per congedo parentale per lavoratori dipendenti che non sono disoccupati o sospesi, lavoratori domestici o lavoratori a domicilio

Indennità per congedo parentale per lavoratrici e lavoratori iscritti alla Gestione Separata

Domanda di indennità per congedo di maternità o di paternità per lavoratori e lavoratrici dipendenti, disoccupati o sospesi

Aree tematiche

L’elenco delle Aree tematiche che raccolgono al loro interno più servizi su uno specifico argomento.

Accesso ai servizi per i sindacati

Consultazione e gestione delle deleghe sindacali

Portale per i Medici Tecnici Consulenti d’Ufficio

Portale per i Medici Tecnici Consulenti d’Ufficio

Servizi per i lavoratori dello spettacolo

Informazioni relative a servizi dedicati ad artisti, musicisti, scrittori e lavoratori dello spettacolo

San Norberto

 

San Norberto


Nome: San Norberto
Titolo: Vescovo
Nascita: 1085 circa, Xanten, Germania
Morte: 6 giugno 1134, Magdebùrgo
Ricorrenza: 6 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
1582, Roma, papa Gregorio XIII
 

S. Norberto nacque a Xanten, città della Francia, nel 1086 da una illustre e ricca famiglia.

Fin da giovinetto si diede agli studi con splendidi successi, per cui fu bene accolto alle corti dei principi e in quella dello stesso imperatore Enrico.

E qui, più che altrove, diede prova della sua nobiltà e della sua erudizione.

Norberto però in questa prima sua gioventù sprecò i preziosi talenti ricevuti da Dio conducendo una vita comoda, amante delle vanità e delle lodi.

Ma la grazia di Dio non tardò a smuovere il suo cuore e a fargli comprendere che tutto è vanità.

Un giorno mentre viaggiava, elegantemente vestito, sul suo cavallo, lo colse un temporale. Rifugiatosi sotto una pianta, poco mancò che un fulmine non lo incenerisse. La terra si aperse sotto i piedi del cavallo ed egli fu buttato a terra svenuto.

Rinvenuto, si ricordò della sua triste vita condotta fino allora e, come già S. Paolo, rivolse al Signore le parole: « Che vuoi che io faccia? ». « Fuggi il male e fa’ il bene, cerca la pace e seguila finché non la trovi ».

Queste parole le sentì nel profondo del cuore. Era la voce di Dio che ancora una volta lo chiamava, ed egli l’ascoltò e mutò vita per sempre.

Abbandonata la corte, si ritirò nel monastero di Sigeberto vicino a Colonia, e dopo conveniente preparazione fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di quella città.

In seguito fu eletto canonico e in questo nuovo ufficio avrebbe voluto correggere molti abusi, ma trovò ostacoli nella rilassatezza dei tempi, per cui, rinunziato al canonicato, camminando a piedi scalzi, e mendicando il cibo, andava annunziando ovunque la buona novella, finché si ritirò nel silenzio di Premonstrato. Ma non fu solo. Quaranta ecclesiastici e molti secolari si unirono a lui per vivere nella penitenza e ne la preghiera. S. Norberto pensò allora ad una regola di vita comune e adottò quella di S. Agostino, e nel Natale del 1121 fecero la professione solenne. Così era fondata la Congregazione dei Canonici Regolari Premostratensi.

Nel viaggio che fece a Roma per l’approvazione della regola, passò a Spira ove il clero e il popolo erano radunati per l’elezione del nuovo arcivescovo. Saputo l’arrivo del Santo, egli stesso fu eletto all’alta dignità. « Ecco il nostro padre, ecco il nostro pastore Y. si gridava dappertutto. Voce di popolo, voce di Dio: e S. Norberto dovette accettare e cercò di soddisfar a questo nuovo onere guadagnando tutti a Gesù Cristo

Non pochi però si opposero al suo ardente zelo attentarono anche alla sua vita. Egli perdonò e sopportò tutto; e alla fine colla sua pazienza vinse anche quegli animi ribelli, conducendoli all’ovile di Gesù Cristo.

Nel 1131 assistette al concilio che si tenne a Reim e molto s’affaticò per estinguere lo scisma dell’antipa pa Anacleto; nello stesso tempo visitò molte province della Germania portando ovunque la sua parola di padre e di pastore.

Una malattia che l’assalì gravemente, lo tenne per 4 mesi a letto ed il 6 giugno 1134 spirò nel bacio de Signore.

PRATICA. Perdoniamo le offese ricevute e godiamo se il mondo ci odia quando facciamo bene, perché, allora siamo sicuri di essere veramente seguaci di Gesù Cristo.

PREGHIERA. O Signore, che il tuo beato confessore e vescovo Norberto rendesti banditore esimio della tua parola, e per suo mezzo rendesti feconda la tua Chiesa di una nuova famiglia, deh! fa che per i suoi meriti possiamo praticare col tuo aiuto quando egli ha insegnato con le parole e colle opere.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Magdebùrgo san Norbérto, Vescovo di quella città e Confessore, Fondatore dell’Ordine Premostraténse.