Archivi giornalieri: 19 giugno 2023

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOME AUTORE

Carlo Felice Casula

 
 
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Carlo Felice Casula è professore emerito di Storia contemporanea nell’Università degli studi Roma Tre, dove ha insegnato anche storia sociale, storia della pace e storia del lavoro. È membro del Consiglio scientifico di diverse riviste e case editrici. Dirige per l’editore Anicia la collana Insegnare il Novecento. Ha collaborato per alcuni anni con le Edizioni Lavoro, create da Pierre Carniti, curando la pubblicazione di studi sul sindacato in Italia e in Europa. Ha collaborato anche con le Acli per il riordino dell’Archivio storico, pubblicando diversi saggi e monografie sulla loro storia. Attualmente è membro del Consiglio dei garanti dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod) e della Fondazione internazionale don Luigi De Liegro; è presidente della Società per la storia del servizio sociale (Sostoss) e del Consiglio scientifico della Fondazione Comunità Domenico Tardini. Collabora con il quotidiano on line, “In Terris”. I suoi studi riguardano la storia politica, sociale e religiosa dell’Ottocento e del Novecento, con particolare attenzione all’Europa, all’Italia, alla Sardegna e alla Santa Sede. Ha indagato anche i rapporti storia-cinema collaborando alla realizzazione di film documentari e alla consulenza storica di film fiction; a collaborato a diversi quotidiani italiani. Con le sue monografie e i saggi in volumi collettanei ha pubblicato con le tutte le maggiori case editrici italiane, I suoi saggi sono stati pubblicati anche in lingua francese, spagnolo, inglese e portoghese. Ha fatto parte dell’UNESCO History Project e dell’ILO Century Project, con dei saggi in italiano e in inglese dedicati alla storia di queste due istituzioni internazionali. Tra le sue ultime pubblicazioni, i libri, Da cristiani nella sinistra. Storia dei Cristiano sociali 1993-2017 (Il Mulino, 2019); Salvatore Satta, Lettere a Piero Calamandrei 1938-1956, Il Mulino, Bologna 2020; Pio XII visto da vicino, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2021.
 

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San Romualdo

 

San Romualdo


Nome: San Romualdo
Titolo: Abate
Nascita: 952 circa, Ravenna
Morte: 19 giugno 1027, Fabriano
Ricorrenza: 19 giugno e 7 febbraio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Bonarcado
Canonizzazione:
1595, Roma, papa Clemente VIII

S. Romualdo nacque a Ravenna dalla nobile famiglia degli Onesti: i costumi del casato però non corrispondevano al nome. Il duca Sergio, padre del nostro Santo, uomo irascibile e per nulla religioso, venuto in lite con un parente per il possesso di un podere, lo sfidò a duello. Romualdo sebbene aborrisse lo spargimento di sangue, costretto dal padre, dovette assistere a quell’atto irragionevole che terminò coll’uccisione dell’avversario. A quella vista il suo cuore inorridì e corse a nascondersi nel monastero di Classe presso Ravenna, per riparare, con quaranta giorni di penitenza, l’omicidio commesso dal genitore.

Finita quella quaresima, si sentì mutato; le esortazioni di un frate laico e di due visioni di S. Apollinare, lo decisero a vestire l’abito religioso in quel monastero.

Trascorsi tre anni, abbandonò il paese natio e recatosi in una solitudine vicino a Venezia, si pose sotto la direzione di un celebre eremita chiamato Marino. Dopo vent’anni di tirocinio, Romualdo in compagnia del maestro e di alcuni nobili veneziani, passò in Francia. fermandosi nei dintorni di S. Michele di Cusa.

Colà prese a progredire mirabilmente di virtù in virtù, superando lo stesso Marino, e molti, ammirando il suo tenore di vita, venivano a mettersi sotto la sua guida. Ivi pure dovette sostenere terribili lotte col demonio, che gli dipingeva in mille modi le difficoltà della vita religiosa, la fragilità della nostra debole natura e l’enorme fatica che ci vuole per giungere a piacere davvero al Signore. Il Santo tutto vinse con la mortificazione e la preghiera.

Dalla Francia tornò nuovamente in Italia ed ebbe la consolazione di constatare la conversione del duca suo padre.

Avuto intanto notizia che il suo discepolo Brunone di Querfurt era stato coronato del martirio in Russia, bramando anch’egli di versare il suo sangue per la fede, s’incamminò verso quelle regioni. Ma una grave malattia lo arrestò nell’Ungheria ed egli, scorgendovi un segno della volontà divina, fece ritorno in Italia.

Riprese quindi le fondazioni e le visite ai monasteri. Un giorno ad Arezzo s’incontrò con un conte aretino di nome Maldolo, padrone di una casa e di una magnifica selva che dal suo nome si chiamava CaMaldoli. Il conte, conosciuto chi fosse quel venerando pellegrino, gli manifestò una visione avuta e gli donò casa e selva. Romualdo, giudicando quella località adattissima per i suoi, ridusse la casa ad ospizio e vicino costruì un eremo per i religiosi contemplativi. Diede loro, con qualche modificazione, la regola benedettina e dal nome del luogo li denominò Camaldolesi.

Il santo vegliardo fondò ancora un altro cenobio nella valle di Castu, e vicino a questo si costruì una cella romita per passarvi gli ultimi anni. Quivi, affranto, mori il 19 giugno 1027 a 120 anni. La festa odierna ricorda la traslazione delle sue reliquie nella chiesa di Fabriano.

PRATICA. Imitare S. Romualdo in questo suo bel consiglio: «Presto a letto e presto fuor di letto».

PREGHIERA. Dela! Signore, ci renda accetti l’intercessione del beato abate Romualdo, affinché quel che non possiamo coi nostri meriti, lo conseguiamo per il suo patrocinio.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Romualdo, anacoreta e padre dei monaci Camaldolesi, che, originario di Ravenna, desideroso di abbracciare la vita e la disciplina eremitica, girò l’Italia per molti anni, costruendo piccoli monasteri e promovendo ovunque assiduamente tra i monaci la vita evangelica, finché nel monastero di Val di Castro nelle Marche mise felicemente fine alle sue fatiche.

MARTIROLOGIO ROMANO VECCHIO

7 FEBBRAIO. San Romualdo Abate, Padre dei Monaci Camaldolesi, il cui giorno natalizio è commemorato il diciannove Giugno, ma la sua festa si celebra particolarmente in questo giorno per la traslazione del suo corpo.

19 GIUGNO. Nel monastero di Val di Castro, nel Picèno, il natale di san Romuàldo Ravennàte, Anacoreta e Padre dei Monaci Camaldolési, il quale ristabilì la disciplina eremitica, che in Italia era quasi estinta, e mirabilmente la propagò. La sua festa si celebra il sette Febbraio, giorno nel quale le sue sacre reliquie furono trasportate a Fabriàno.