Archivi giornalieri: 30 marzo 2015

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Novità e approfondimenti

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Crescita economica Imprese, crisi e investimenti: il Rapporto MET 2015Stato dell’arte delle imprese italiane nel Rapporto MET 2015: strategie anti crisi, innovazione, investimenti e politiche di intervento future. »
Excel Analisi dati contabili con Excel: struttura e subtotaliControllo di gestione e analisi dei dati contabili, per individuare criticità che possano compromettere l’andamento economico o finanziario dell’azienda: come farlo con un foglio di calcolo. »

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Beato Amedeo IX di Savoia

 

Beato Amedeo IX di Savoia

Nome: Beato Amedeo IX di Savoia
Titolo: Duca, Terziario francescano
Ricorrenza: 30 marzo

Sotto i gradini dell’altar maggiore della bellissima cattedrale romanica di Vercelli, dedicata a Sant’Eusebio, si trova la sepoltura del Beato Amedeo IX, terzo Duca di Savoia, morto nel 1472.A scegIiere, per l’eterno riposo, quell’insolito luogo, francamente modesto per un potente della terra, era stato il Duca stesso, prima di morire consunto da una lunga malattia, appena trentasettenne.
Come sovrano Amedeo poté forse apparire un debole. Alla causa della guerra, preferì sempre quella della pace. E più che di questioni politiche. si occupò e si preoccupò del bene dei propri sudditi, specialmente dei più bisognosi, curando ammalati, sfamando affamati, costruendo ospizi, oltre a chiese e a conventi.
Per ragioni di convenienza dinastica gli era stata data in sposa Jolanda, figlia del Re di Francia Carlo VII. Quel matrimonio di convenienza avrebbe potuto costituire un grosso e pericoloso salto nel buio, ma la principessa francese fu invece la degna compagna del Duca savoiardo, del quale condivise la sensibilità morale e la profondità spirituale, assecondandolo nei suoi disegni e desideri, che erano più quelli di un religioso che non di un sovrano.
Fu semmai Jolanda che si dimostrò carattere più forte del suo, prendendo saggiamente in mano le redini, se non del governo, almeno di certe responsabilità pubbliche del Duca, il quale preferì lasciar fare alla consorte.
Sapeva del resto che la mano di Jolanda era delicata e sensibile, anche se più forte della sua. O forse avvertiva che il suo passaggio nel mondo sarebbe stato breve, e già si preparava, diciamo così, a scomparire dalle scene della vita.
Fece molte volte, a piedi, il pellegrinaggio da Torino a Chambéry, per venerarvi la Santa Sindone. Con particolare attenzione si dedicò alla educazione dei figli, che volle spiritualmente formati e saggiamente inquadrati in una consapevole visione religiosa della vita.
Quando la salute del Duca cedette, Amedeo si trasferì, dalla Savoia a Vercelli, dove il clima era più dolce e temperato. La sua fine fu lenta, ma inarrestabile. Consapevole della morte imminente, Amedeo trovava parole adatte a consolare e a consigliare chiunque mal sembrava adattarsi al destino, o meglio ai voleri della Provvidenza.
Prima di spirare, un lunedì di Pasqua, nel 1472, raccomandò ai figli la pace, l’amore per i poveri, la protezione per i deboli, la difesa della religione. Alla moglie disse semplicemente: « Vi lascio questi orfani ». E non furono soltanto gli orfani a piangere il Duca appena trentasettenne, passato sulla terra come il romantico principe di una mesta fiaba.