Archivi giornalieri: 16 giugno 2014

Esperto Pensioni

L’INPS ha pubblicato:

– la Circolare n. 76 del 11 giugno 2014 con allegate le tabelle dell’ANF (Assegno per il Nucleo Familiare) valide per il periodo da luglio 2014 a giugno 2015;

 

– la Circolare n. 73 del 5 giugno 2014 in materia di rateizzazione e di nuovi termini di pagamento dei TFS e dei TFR per i dipendenti pubblici come disposto dall’articolo 1, commi 484 e 485 della legge 27 dicembre 2013, n. 147;

 

– il Messaggio n. 5280 del 11 giugno 2014 con il quale sono indicate le tipologie di contribuzione utile per la non riduzione dell’importo della pensione anticipata ai sensi di quanto dispone l’articolo 24, comma 10 ultimi due periodi, del DL n. 201 del 2011 (riforma Monti-Fornero). In merito a questo messaggio riporto di seguito una nota dell’On. Marialuisa Gnecchi.

Va letto con particolare attenzione il messaggio che riguarda la famigerata penalizzazione per le pensioni di anzianità prima dei 62 anni, vengono precisati i periodi di prestazione effettiva di lavoro, la circolare è utile perché mette insieme tutte le norme e anche le correzioni che abbiamo già conquistato, ma insufficienti !

Le giornate di sciopero non sono prestazione effettiva e quindi comportano la penalizzazione, il congedo matrimoniale pure ecc….va segnalato inoltre che attualmente chi lavora negli enti locali e nello stato rimane in servizio in attesa della definizione da parte degli uffici del personale del “numero delle giornate o mesi da recuperare” ovviamente le amministrazioni sono in grande difficoltà, se Marianna Madia vuole favorire le uscite per pensionamento, questa è la prima norma da abrogare, gli oneri quantificati dall’INPS e accettati dalla ragioneria, nella nostra proposta sulle salvaguardie, sono molto bassi, va assolutamente inserita questa abrogazione già nel DL sulla P.A.

La penalizzazione per le giornate di sciopero mi sembra anticostituzionale, che non venga segnalato dagli uffici è incredibile, per quanto riguarda il settore privato è impossibile l’individuazione delle giornate di sciopero perché non vengono segnalate né nel pagamento dei contributi da parte delle aziende, né sugli O1M consegnati al lavoratore, il concetto INPS è la settimana contributiva, quindi queste non potranno essere rilevate, tutte le altre assenza in cui è l’INPS che paga (compreso il congedo matrimoniale, perché solo una quota è a carico del datore di lavoro) questo è possibile, ma le aziende private non è detto che permettano al lavoratore di fare un periodo idoneo al recupero delle giornate “di non prestazione effettiva di lavoro”, mentre nel pubblico impiego questo sta accadendo, peraltro questo comporta, in particolare per le donne, periodi di 6 mesi aggiuntivi per una assenza facoltativa per maternità, 1 anno per 2 ecc…tenendo conto che il personale della P.A. è in maggioranza “donna”, da un lato si cerca di far entrare giovani facendo uscire gli anziani e dall’altro si sta creando almeno 1 anno a testa in più per non incorrere nelle penalizzazioni.

Vorrei che riuscissimo veramente a correggere immediatamente almeno questa assurdità.

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Vi sarà nota la decisione di CGIL-CISL-UIL di aprire una vertenza su previdenza e fisco. Nei primi 20 giorni del prossimo mese di settembre si terranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro e tra i pensionati sulla base della Bozza di piattaforma rivendicativa predisposta dalle tre Confederazioni. A conclusione delle assemblee territoriali gli esecutivi unitari di CGIL CISL UIL vareranno la piattaforma definitiva.

Ciascuno, partecipando alle assemblee, può dare il proprio contributo per il completamento della piattaforma rivendicativa sulla base della quale sarà aperto il confronto con il Governo, con il Parlamento e con i Partiti politici.

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE16/06/2014

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 13 giugno 2014, n. 3028LAVORO

Diniego rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 26 maggio 2014, n. 2676LAVORO

Istituzione dell’elenco dei revisori dei conti degli enti locali

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 maggio 2014, n. 9688LAVORO

Previdenza – Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali – Tabella delle malattie professionali dell’industria – Criteri di applicazione

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 maggio 2014, n. 9873LAVORO

Previdenza – Lavoratori autonomi – Attività alberghiera gestita da società in accomandita semplice – Socio accomandante e familiare collaboratore nell’impresa – Obblighi contributivi – Abitualità e prevalenza – Limiti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 12 giugno 2014, n. 24905FISCALE

Bancarotta – Bancarotta fraudolenta patrimoniale – Distrazione di somme ottenute tramite truffa – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 giugno 2014, n. 13588FISCALE

Tributi – Statuto del contribuente – Termine dilatorio di sessanta giorni per l’accertamento – Non sussiste in caso di controlli a tavolino

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 giugno 2014, n. 13465FISCALE

Tributi – Benefici fiscali – Contributo integrativo versato dal commercialista – Deducibilità – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 giugno 2014, n. 13467FISCALE

Controllo e liquidazione in base alle dichiarazioni – Documenti allegati alla dichiarazione – Redditi esenti – Procedura automatizata

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 giugno 2014, n. 13468FISCALE

Processo – Impugnazione tardiva – Nullità della notifica dell’atto – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 giugno 2014, n. 13473FISCALE

Tributi – Reddito d’impresa – Intestazione fittizia di conto bancario – Fattispecie

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 giugno 2014, n. 13475FISCALE

Tributi – Elusione – Transfer pricing – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 13 maggio 2014, n. 10366LAVORO

Lavoro subordinato – Orario di lavoro – Lavoro straordinario prestato da un autotrasportatore – Accertamento – Dischi cronotachigrafi – Valore probatorio

LEGISLAZIONE

AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

DELIBERA

AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO – Delibera 28 maggio 2014LAVORO, FISCALE

Modalità di contribuzione agli oneri di funzionamento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, per l’anno 2014

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO FINANZE – Decreto 30 maggio 2014LAVORO, FISCALE

Tasso di interesse sui mutui della Cassa depositi e prestiti, ai sensi della legge 18 dicembre 1986, n. 891, recante disposizioni per l’acquisto da parte dei lavoratori della prima casa di abitazione

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE – Decreto ministeriale 27 maggio 2014LAVORO, FISCALE

Dichiarazione dell’esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatisi nella regione Veneto

PRASSI

CIPE/CIPI

DELIBERA

CIPE – Delibera 08 novembre 2013 , n. 72FISCALE

Integrazione alla delibera n. 1/2013, recante direttiva in materia di attuazione delle misure di compensazione fiscale previste dall’articolo 18, della legge n. 183/2011

MINISTERO FINANZE SECIT

COMUNICATO

MINISTERO FINANZE – Comunicato 14 giugno 2014LAVORO, FISCALE

Proroga al 7 luglio per i versamenti delle dichiarazioni fiscali. Interessati tutti i contribuenti con studi di settore

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE16/06/2014

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 13 giugno 2014, n. 3028EDILIZIA

Diniego rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato

CORTE DI CASSAZIONE

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 06 maggio 2014, n. 9688COOPERATIVE, EDILIZIA

Previdenza – Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali – Tabella delle malattie professionali dell’industria – Criteri di applicazione

Sant’ Aureliano di Arles

 

Sant’ Aureliano di Arles


Sant' Aureliano di Arles

Nome: Sant’ Aureliano di Arles
Titolo: Vescovo
Ricorrenza: 16 giugno

Figura di qualche peso nell’intreccio fra Chiesa e politica del regno merovingio a metà del VI sec. Nato nel 523 da Patrizio Sacerdote, vescovo di Lione e notabile alla corte di Childeberto I, fu nominato vescovo di Arles il 22 maggio 545, e consacrato il 23 agosto 546. 

Ottenne, grazie all’intercessione del re, la nomina a vicario pontificio per le Gallie, con l’incarico di controllo sulle iniziative dei vescovi sottoposti e sulle relazioni fra i franchi e l’impero orientale. Nel 550 (29 aprile) una lettera di papa Vigilie, risponde a una sua richiesta di chiarimento sulla posizione della Chiesa riguardo alla questione dei Tre Capitoli: il pontefice lo rassicura, dichiarando di volersi attenere alle decisioni dei suoi predecessori e dei concili, condannando invece chi si oppone alla teologia calcedonese di Cirillo. Lo prega poi di far intervenire Childeberto presso Totila, re dei Goti, che aveva occupato Roma, affinché non si ingerisca nelle questioni della Chiesa e non le rechi turbamento. 

Proprio sul terreno dei rapporti con l’autorità, Aureliano scrive una lettera a re Teodeberto I, fra 546 e 548 (il breve periodo di dominio dell’Austrasia su Arles), in cui lo elogia per le sue virtù e lo esorta a seguire i principi della morale cristiana: a christiano principe inxstimabilis ratio Deo reddenda est. Secondo Heinzelmann, questa lettera si colloca nella tradizione cristiana degli specula principum, opere di ammonimento e istruzioni dedicate ai sovrani cristiani da esponenti della cultura ecclesiastica. 

L’altro scritto di Aureliano a noi pervenuto è la sua doppia Regula ad monachos e Regula ad virgines, composta nel 545 circa, ed esemplata su quella di san Cesario di Arles, con integrazioni e variazioni soprattutto sul regime alimentare e sulla salmodia. 

La sua attività pastorale è illustrata dalla partecipazione al concilio imperiale di Childeberto I a Orléans nel 549 e dalla fondazione, insieme a Childeberto e alla regina Ultrogota, del monastero femminile di S. Maria e di quello maschile di S. Pietro, per il quale ottenne anche il privilegio pontificio. Per questi due istituti aveva redatto le regole monastiche. 

Non ci restano biografie di Aureliano, ma gli epitafi suo e di suo padre, il cui ritrovamento, durante i lavori per la traslazione, e il cui testo sono documentati in un verbale giudiziario del 1308: l’incipit è Orbis celsa gravi versantur culmina Iapsu (CE 2100; ICL 11412). Morì il 16 giugno 551, ed è sepolto a St-Nizier di Lione. Compare nel Martirologio Romano.

Previdenza

La previdenza in regime internazionale

Le convenzioni bilaterali. I regolamenti europei

Nella collana Omnibus dell’Inca Cgil, è stata pubblicata la guida sulla previdenza in regime internazionale, realizzata da Rossella Misci. La pubblicazione affronta il vasto e ancora poco esplorato mondo della previdenza in regime internazionale, analizzando la condizione giuridica dei lavoratori migranti che si trovano ad essere soggetti, nel corso della loro vita, ad una pluralità di ordinamenti nazionali e sovranazionali, molto complessi e spesso difficili da conoscere ed interpretare.

Il lavoro si articola in una prima parte dedicata alle convenzioni bilaterali stipulate dall’Italia con altri Paesi, in una seconda parte relativa ai regolamenti comunitari di sicurezza sociale nella loro più recente redazione, e in una terza parte che tratta la misura delle prestazioni pensionistiche, intese sia come calcolo sia come benefici ad esse correlati.

La Guida non si limita ad esaminare le varie convenzioni bilaterali singolarmente prese, ma si è preferito evidenziare rispetto ad alcuni istituti – quali ad esempio il campo di applicazione, la totalizzazione die periodi assicurativi, le prestazioni pensionistiche – le caratteristiche simili e le differenze sostanziali che devono essere conosciute per poter garantire un’effettiva tutela dei diritti.

La Guida può essere acquistata rivolgendosi alla casa editrice Ediesse, Via dei Frentani 4, Roma – tel 06/44870283.

Indennizzi

Indennizzi per la cessazione dell’attività commerciale

La legge 147/2013 (cosiddetta legge di stabilità) ha riaperto i termini per la concessione dell’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale ai soggetti in possesso dei requisiti richiesti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2016 (domanda da presentare entro il 31.1.2017).

Gli indennizzi già concessi, in pagamento al 31.12.2011, vengono prorogati fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia, a condizione che nel mese di compimento dell’età pensionabile risulti perfezionato anche il requisito contributivo per il trattamento pensionistico di vecchiaia.

Le sedi dell’Inca, dislocate su tutto il territorio nazionale, sono a disposizione per fornire utili e più dettagliate informazioni sull’argomento.

Crisi

Crisi, l’addio all’Italia degli over 50: “Nel 2013 quasi 100 mila espatriati”

“Da quando è iniziata la crisi economica la mia agenzia immobiliare aveva perdite fino al novanta per cento del fatturato. Dal 2009 in poi le banche hanno chiuso i rubinetti e ai miei clienti non sono più stati concessi prestiti. Così ho deciso di lasciare l’Italia anche perché, un domani, non vorrò vedere le mie figlie laureate e a spasso perché non ci sono prospettive”. A parlare è Armando Sacco, un agente immobiliare operativo da 22 anni su Roma che da qualche mese è a Toronto, dove è stato costretto ad andare per continuare a lavorare. E’ soltanto uno dei tantissimi cinquantenni che hanno dovuto lasciare l’Italia per emigrare all’estero con la loro valigia di speranze, sempre più pesante.

Secondo il “Rapporto italiani nel mondo 2013” dell’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), il 25 per cento di chi emigra ha tra 35 e 49 anni, ed il 19,1 per cento ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni. In totale, va ricordato, gli italiani nel mondo (Aire 2014) sono quattro milioni e ottocentoventottomila, e da quando è iniziata la crisi economica internazionale (2009) la cifra è aumentata di oltre seicentomila persone; dal dato del 2013 a quello del 2014 c’è stato un incremento di centosettantamila unità.

Secondo il ministero dell’Interno, che può contare sulle informazioni in arrivo direttamente dagli uffici anagrafe dei Comuni italiani, dal 2009 a fine 2013 gli italiani cinquantenni andati all’estero (esattamente, i compresi tra i 50 e i 59 anni) sono 362mila, e ogni anno c’è stato un incremento compreso tra sessantamila e settantottomila persone, fino ad arrivare al 2013 quando gli espatri sono stati 94mila.

“Come molte persone della mia età che conosco, a 54 anni ho dovuto lasciare l’Italia, dove da 28 anni facevo un lavoro autonomo, per andare a Perth – spiega Paolo Bellachioma, autotrasportatore emigrato in Australia -. Negli ultimi due o tre anni capitava sempre più spesso che a fine mese non si incassasse, anche da aziende importanti. Quindi mi ritrovavo a dover pagare 10-12 mila euro di carburante e a non riuscire neanche a rientrare delle spese. Restando in Italia avrei rischiato di mangiarmi il lavoro di una vita. È stato così che ho deciso di partire per un Paese del quale non conosco neanche la lingua”.

Il trend per gli over 50 è confermato anche dalla Farnesina, poiché in media negli ultimi cinque anni si è registrato un aumento di oltre 100mila italiani l’anno che emigrano. Ma il dato è sottovalutato e incompleto, come spiega il dottor Giovanni De Vita, funzionario del ministero degli Esteri. “Queste sono le persone che si iscrivono all’Aire, ma in realtà a lasciare il nostro Paese sono molte di più e una stima completa è difficile da fare, sia perché a volte c’è un ritardo nella trasmissione dei dati, sia perché alcuni si fermano in un Paese per un periodo limitato e quindi non si iscrivono all’Aire. Sarebbe come voler essere sicuri del numero dei clandestini presenti in Italia, non si sa”.

Il problema è che manca il lavoro non solo per giovani, ma anche per i padri e le madri di famiglia. Secondo Andrea Malpassi, coordinatore Area estero dell’Inca Cgil Nazionale, “chi emigra oggi non è soltanto il giovane ma sempre più una persona adulta, intorno ai 50 anni e spesso con famiglia e figli, che ha perso il posto di lavoro in Italia ed è costretta cercarlo fuori dai confini nazionali. Si tratta di uomini e donne che partono senza conoscere la lingua, le leggi, gli usi e costumi, ma sono alla ricerca, talvolta disperata, di un impiego. Spesso, però, anche all’estero, devono accettare contratti atipici che in pratica li rendono precari, mi riferisco all’escamotage della partita iva o del lavoro fintamente autonomo ed ai contratti a progetto che in realtà sostituiscono il lavoro vero. Insomma, il precariato si sta diffondendo a macchia d’olio in Europa e nel resto del mondo”.

“Sono sempre stato costretto a emigrare in cerca di lavoro, fin da giovane quando ero andato in Germania per trovare un’occupazione. Poi, messo via un gruzzoletto, sono ritornato in Italia, dove ho moglie e due figli, e con quei soldi ero riuscito a comprare casa – racconta Antonio Morelli -. L’anno scorso a 58 anni ho perso il posto di lavoro, trovarlo alla mia età è impossibile. Così da un paio di settimane sono ritornato in Germania dove almeno ho un lavoro per la stagione estiva. Tornare in Italia? Solo avessi un lavoro che mi permettesse di arrivare alla pensione“.

Quarantenni e cinquantenni sono i più colpiti dalla crisi. “La ripresa dell’emigrazione ai nostri giorni è causata di sicuro dalla crisi economica ma soprattutto dalla crisi del sistema Italia”, osserva il professor Alfonso Gambacurta, docente di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma ed esperto di emigrazione italiana – Chi va all’estero è sia il giovane che rientra nella categoria della ‘emigrazione desiderata’ – cioè che vuole lasciare un Paese che lo ha deluso -, sia i quarantenni e cinquantenni, che partono per cercar lavoro e che sono i più colpiti dalla crisi. Questo è un tipo di emigrazione in particolar modo pesante. Perché partire a cinquant’anni comporta problemi e criticità molto più aspre rispetto a quelle che può incontrare un giovane”. Ritornando al dato complessivo dell’Aire, conclude Gambacurta, “se si considera anche l’emigrazione interna, credo che il valore vada raddoppiato”.

di Francesco Maria Borrelli

da “Il fatto quotidiano” 

Ilva

Ilva: dal 17 giugno, formazione Inail per 1.500 lavoratori

Inizieranno il 17 giugno prossimo e interesseranno complessivamente 1500 lavoratori i corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro organizzati dall’Inail di Taranto nell’ambito del protocollo d’intesa sulla sicurezza siglato nel novembre scorso. Si inizierà con l’Ilva e in seguito i corsi coinvolgeranno anche gli operai dell’Eni.

L’attività formativa è destinata non solo ai dipendenti diretti, ma anche alle ditte dell’appalto. ”Gli interventi formativi – ha spiegato il direttore dell’Inail di Taranto – si muoveranno su due direttrici fondamentali: una è quella relativa all’analisi dei rischi specifici, da quello cancerogeno a quello chimico, a quello legato anche ai luoghi confinati, e un altro riguarderà le attrezzature, che sono i mezzi di sollevamento, le macchine e
gli apparecchi a pressione. Per questo metteremo a disposizione dieci ingegneri delle nostre consulenze”.

La Sovrintendenza medica regionale si soffermerà ”sui rischi cancerogeni – ha concluso l’Inail – che attengono le lavorazioni all’interno dell’Ilva. Vogliamo evitare che si verifichino gli incidenti e per questo è necessario un passaggio di natura culturale che passa attraverso la formazione delle persone e la specifica individuazione dei rischi”.

Morti sul lavoro

Quasi 200 morti sul lavoro nel primo quadrimestre 2014

Sono 196 le morti sul lavoro registrate nel primo quadrimestre 2014, con una tragica media di quasi 50 vittime al mese, più dieci alla settimana. Un bilancio drammatico quello elaborato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail, che spinge gli esperti ingegneri dell’Osservatorio veneto a lanciare un ulteriore appello al Governo affinché “la sicurezza nei luoghi di lavoro, i percorsi formativi dei lavoratori e la prevenzione entrino a far parte di un progetto concreto volto a ridurre la mortalità, per cancellare i bollettini delle vite spezzate e le tragedie vissute dai familiari delle vittime”.

E nella mappatura del dramma ad emergere sono Lombardia (26 decessi sul lavoro), Emilia Romagna (22), Piemonte (18), Sicilia (17), Veneto e Puglia (15), Toscana e Campania (13). Seguite da: Marche e Lazio (9); Sardegna e Friuli Venezia Giulia (6); Basilicata e Trentino Alto Adige (5); Calabria, Liguria e Umbria (4), Abruzzo (2), Molise (1). Mentre nessun decesso è stato rilevato dall’Inail in Valle D’Aosta.

Una mappatura del dramma in termini ‘‘assoluti’’ che cambia però quando si osserva l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa. E il risultato peggiore stando alle elaborazioni degli ingegneri dell’Osservatorio arriva dalla Basilicata (27,8) – contro una media nazionale di 8,7 – seguita dalle Marche (14,4), dalla Puglia (13), dalla Sicilia (12,9), da Friuli Venezia Giulia (12), dall’Emilia Romagna (11,4).

Il 12,2 per cento degli incidenti si è verificato nel settore delle attività manifatturiere, il 10,7 per cento nelle costruzioni, il 9,2 per cento nel settore dei trasporti e magazzinaggi, il 7,1 per cento nel commercio all’ingrosso e al dettaglio. Guardando alle classifiche provinciali è Milano a riportare il dato peggiore di tutto il Paese con 8 morti bianche in ambiente di lavoro ordinario, seguita da Torino e Bari (7), da Roma e Bologna (6), da Messina, Reggio Emilia, Bolzano, Cuneo e Napoli (5).

Mentre l’incidenza più alta della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa a livello provinciale viene registrata ad Enna (70,4), seguita da Fermo (55,7), da Ogliastra (54,8), da Isernia (36,4), Medio Campidano (35,3), Rieti (35,1) e Matera (31,9). Le donne che hanno perso la vita sul lavoro nei primi 4 mesi del 2014 sono state 15 (7,7 per cento del totale).

Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 28 pari al 14,3 per cento del totale. Quarantenni e cinquantenni, invece,  i lavoratori più coinvolti dal dramma.