Archivi giornalieri: 9 giugno 2014

ILO

Ilo, estendere protezione sociale, combattere lavoro minorile

“Estendiamo la protezione sociale: combattiamo il lavoro minorile”. Questo lo slogan scelto dall’Ilo per la ”Giornata mondiale contro il lavoro minorile” che si celebrerà in tutto il mondo giovedì 12 giugno. “Sono 168 milioni i bambini -segnala l’Ilo- ancora costretti a lavorare, di cui 85 milioni impiegati in lavori estremamente pericolosi. La situazione è migliorata negli ultimi anni: dal 2008 al 2012 i minori che lavorano sono diminuiti di quasi un quarto (da 215 a 178 milioni) e il numero di bambini e ragazzi impiegati in mansioni pericolose si è dimezzato (da 171 a 85 milioni). Ma questo ovviamente non è sufficiente”.

“L’obiettivo, fissato dalla comunità internazionale, di eliminare -avverte- entro il 2016 le peggiori forme di lavoro minorile non sarà raggiunto. A maggior ragione, gli Stati devono intensificare gli sforzi e mettere in campo tutte le misure possibili per conseguirlo nel più breve tempo possibile”.

“I sistemi di protezione sociale, accanto a interventi di controllo e tutela, sono strumenti -avverte l’Ilo- di primaria importanza nella lotta allo sfruttamento dei minori. I bambini sono costretti a lavorare laddove le famiglie non sono in grado di provvedere al proprio fabbisogno. La perdita del lavoro di un genitore, una grave malattia o un infortunio sul lavoro, una catastrofe naturale (siccità, alluvione, cattivo raccolto) costringono la famiglia a spingere i minori ad abbandonare la scuola per mettersi a lavorare per contribuire al sostentamento familiare”.

Secondo l’Ilo, “questo non accadrebbe se gli Stati avessero previsto solidi sistemi di protezione sociale capaci di garantire un reddito minimo alle famiglie e l’accesso ai servizi primari quali sanità e istruzione”.

L’Ilo, pertanto, chiede a tutti i governi mondiali di “impegnarsi a introdurre, migliorare e estendere la protezione sociale, in linea con la raccomandazione dell’Ilo numero 202 sui sistemi di protezione sociale di base”.

L’Ilo chiede anche “di adottare sistemi nazionali di sicurezza sociale adatti ai bisogni dei bambini e che contribuiscano al contrasto del lavoro minorile e di mettere in campo sistemi di protezione sociale dedicati ai minori particolarmente vulnerabili”.

Lavoro

Lavoro: una guida per tutelare persone sessualmente discriminate

Negli ultimi dieci anni il 13% delle persone gay e lesbiche ha visto respinta la propria candidatura a un colloquio di lavoro a causa del proprio orientamento sessuale, una percentuale che sale vertiginosamente al 45% per le persone transessuali. Più di un quarto dei lavoratori lgbt (26,6%) decide di tenere celato il proprio orientamento sessuale, temendo un peggioramento della propria condizione lavorativa o addirittura un licenziamento. Per tutelare queste persone arriva ora una guida.

A progettare il manuale “Rights at work. I diritti delle persone lgbt nel luogo di lavoro” sono stati Arcigay e il Mit (Movimento Identita transessuale), con il sostegno dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio) e nell’ambito delle azioni promosse nell’asse Lavoro della Strategia nazionale contro le discriminazioni.

“Diritti al lavoro – si legge nella prefazione della guida – è uno slogan ma e anche un auspicio: quello che i lavoratori lgbt possano godere di pieni diritti nel loro luogo di lavoro e non subire più alcuna discriminazione in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere”. La lettura dei dati relativi al fenomeno delle discriminazioni, aggiungono, “ci consegna l’idea di un mercato del lavoro che ancora non riesce a includere e anzi a valorizzare le differenze di cui i lavoratori possono essere portatori”.

La guida e la prima del suo genere realizzata in Italia: è un vademecum pensato per i lavoratori e le lavoratrici omosessuali e trans, per riconoscere le discriminazioni, distinguerle dalle molestie e dal mobbing e sapere cosa fare e a chi rivolgersi in ciascuno di questi casi. La guida inoltre fa il punto sugli strumenti legislativi ed è corredata da un’appendice di Faq, che danno indicazioni sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici lgbt in caso di cambio di sesso, di congedi parentali o permessi per l’accudimento dei figli nelle famiglie omogenitoriali, di tutela dei dati sensibili e di assenza prolungata per terapie Hiv, di permessi per l’assistenza del partner, di reversibilità dei fondi di previdenza in caso di decesso del o della partner.

ansa

Lavoro

Lavoro: quasi 7 milioni a casa, ma vorrebbero lavorare

Tutte persone, quindi, che si ritrovano a casa, a spasso, anche se preferirebbero, magari di gran lunga, lavorare. Si tratta di un ”esercito” sempre più esteso, cresciuto solo nell’ultimo anno, tra i primi tre mesi del 2013 e lo stesso periodo del 2014, di ben 440 mila unità (+6,9%), alimentato sia dai disoccupati, coloro che
effettivamente sono a caccia di un impiego, sia da quegli inattivi che si sono chiamati fuori dal mercato del lavoro pur
mantenendo intatto il desiderio di un impiego. Un fenomeno su cui pesa lo scoraggiamento. Il vero boom si è registrato dalla fine del secondo trimestre del 2013, quando ai 3,07 milioni di
disoccupati si sommavano 2,99 milioni di persone che non cercavano ma erano disponibili a lavorare, oppure cercavano un occupazione ma non erano subito disponibili, per un totale di 6,06 milioni di persone, circa 800.000 in meno rispetto alla fine del primo trimestre 2014.

Ma la crisi ha “colpito anche il lavoro nero. Ne è convinta la Cgia di Mestre che stima che i posti di lavoro irregolari persi tra il 2007 e il 2012 ammontino a oltre 106.000 unità ….

ISTAT

Istat: crescono famiglie unipersonali e donne sul mercato del lavoro

A distanza di dieci anni, crescono le famiglie unipersonali, i nuclei familiari monogenitore, le coppie senza figli e quelle non coniugate; è in declino la famiglia mononucleare classica. Inoltre, aumentano le famiglie con almeno uno straniero residente, soprattutto unipersonali. E’ la sintesi dei dati sulla famiglia contenuti nel 15° censimento Istat sulla popolazione, relativo al 2011 rispetto al 2001.

Per quel che riguarda il fronte del lavoro, le regioni del Sud confermano una quota di occupati sotto la media nazionale mentre aumenta in tutta Italia la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Si rafforza la presenza di occupati in età matura e cresce la quota di occupati con titoli di studio alti. 

Nel decennio compreso fra i due Censimenti Istat della popolazione del 2001 e del 2011, il numero di famiglie è cresciuto del 12,8% passando da 21.810.676 a 24.611.766. Sono le famiglie senza nuclei, ovvero quelle in cui i componenti non formano alcuna relazione di coppia o di tipo genitore-figlio, a registrare l’incremento maggiore (da 5.981.882 a 8.319.826, +39,1%) soprattutto per il sensibile aumento delle famiglie unipersonali che passano da 5.427.621 a 7.667.305 (41,3% in più rispetto al 2001).    

Complessivamente, rispetto al 2001, calano le coppie con figli e crescono le coppie senza figli e le famiglie monogenitore. La famiglia nucleare classica, costituita da coppie con figli senza altre persone, si attesta al 32,8% per un totale di circa 8 milioni. Tra le famiglie con un solo nucleo, quelle costituite da coppie senza figli ammontano a 4.968.683 (4.529.788 nel 2001).

Le famiglie con almeno uno straniero ammontano a 1.828.338, pari al 7,4% delle famiglie. Circa il 60% di esse è rappresentato da famiglie con un solo nucleo, gran parte delle quali vive senza altre persone residenti. Oltre un terzo del totale è composto da famiglie senza nuclei, che sono in grande maggioranza famiglie unipersonali. Il 3,9% sono famiglie con più nuclei. Rispetto al censimento del 2001 si registra un incremento pari al 171,9% delle famiglie con almeno uno straniero residente; i valori relativi più elevati si rilevano per le famiglie unipersonali soprattutto in coabitazione e per le famiglie monogenitore.

Tra la popolazione residente di 15 anni e più, le forze di lavoro si attestano al 50,8% (48,6% al Censimento 2001), gli inattivi al 49,2% (51,4% nel 2001). Gli occupati, che nel 2001 rappresentavano il 42,9% della popolazione (20.993.732 unità), nel 2011, dai dati censuari risultano essere il 45,0% (23.017.840 unità).

Resta pressoché invariata la quota di persone in cerca di occupazione.

La percentuale di occupati, nell’intervallo censuario 2001-2011, aumenta di oltre due punti percentuali, passando dal 42,9% al 45,0%.

Se nel 2001 la componente femminile rappresentava il 38,8% degli occupati (8.151.761), nel 2011 sale al 41,8%. La maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro è confermata dalla variazione intercorsa tra il 2001 e il 2011 che è stata per gli uomini pari a +4,3% (554.574 unità) mentre per le donne è pari a +18,0% (1.469.534). Il confronto intercensuario evidenzia un rafforzamento della presenza di persone di età matura tra gli occupati.

La fascia 35-44 anni presenta la maggiore percentuale di occupati (rispettivamente 30,0% e 30,4%). Ma all’aumento di oltre due milioni di occupati concorrono maggiormente le classi 45-54 (+1.504.808 unità pari ad un incremento del 30,4%) e 55-64 anni (1.086.010 in più, pari a +57,5%). A questo risultato si contrappone la contrazione di occupati nelle fasce più giovani di 15-24 (-367.096 unità, -22%) e 25-34 (-1.077.631, -18,4%) frutto sia del calo delle nascite negli anni precedenti sia degli effetti della crisi che ha colpito particolarmente i giovani.

La distribuzione per il grado di istruzione più elevato conseguito indica la tendenza alla crescita dei titoli di studio più alti tra gli occupati. Rispetto al 2001, si osserva una minore incidenza di occupati con grado di istruzione fino alla licenza di scuola media e al contempo una incidenza più marcata dei livelli di istruzione più elevati, con i possessori di titoli universitari che passano dal 12,7% al 18,8% del totale. 

UE

Ue – Nuovo piano per aumentare sicurezza sul lavoro

Consolidare le strategie nazionali dei Paesi Ue in materia di salute e sicurezza sul lavoro, coordinando le diverse politiche. Fornire un sostegno alle piccole e microimprese per aiutarle ad applicare meglio le norme. Migliorare l’applicazione da parte degli Stati dell’Unione europea, con la valutazione dell’efficienza degli ispettorati del lavoro nazionali.

Questi alcuni degli obiettivi del nuovo quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020 presentato dalla Commissione europea per ridurre il numero di incidenti sul lavoro nell’Unione europea: più di 3 milioni ogni anno, 4 mila dei quali mortali.

Gli altri obiettivi del nuovo quadro sono la semplificazione della legislazione esistente, se necessario, per eliminare gli oneri amministrativi inutili, preservando un livello elevato di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori. Inoltre si punta ad affrontare l’invecchiamento della forza lavoro europea e migliorare la prevenzione delle malattie professionali per affrontare i rischi nuovi e quelli attuali relativi a nanomateriali, tecnologie verdi e biotecnologie.

Fra gli altri obiettivi ci sono il miglioramento della raccolta dei dati statistici per ottenere migliori elementi di prova e sviluppare strumenti di monitoraggio e il rafforzamento del coordinamento con le organizzazioni internazionali come l’Organizzazione internazionale del lavoro e l’Organizzazione mondiale della sanità per contribuire a ridurre il numero di incidenti sul lavoro e di malattie professionali e di migliorare le condizioni di lavoro in tutto il mondo.

CGIL

Cgil, rimettere al centro agenda divario Sud con il resto del Paese

E’ necessario rimettere al centro dell’agenda nazionale il divario tra il Sud e il resto del Paese”. Così la Cgil commenta le stime dell’Istat relative al 2013 sulla caduta del Pil per aree territoriali, secondo le quali a fronte di un calo nazionale dell’1,9%, il Sud ha fatto registrare una riduzione del Pil del 4%, doppia rispetto al dato complessivo.

Per il sindacato di Corso d’Italia, ”Fondi strutturali, politica energetica e piano di tutela ambientale sono le tre priorità, insieme alla qualità dei servizi pubblici, sulle quali chiedere al governo e alle regioni non l’ennesimo piano generico, ma un intervento in cui si affianchino investimenti e occupazione”.

Secondo la Cgil ”alla luce del prossimo semestre europeo rischiamo un punto di non ritorno: i dati dell’Istat sulla caduta del Pil e le denunce della Svimez sulla desertificazione industriale, rendono chiaro che molte regioni del Mezzogiorno sono tra le più povere e in sofferenza sociale d”Europa”. ”Ci vuole un’accelerazione non solo nella spesa dei fondi strutturali, ma anche nell’individuazione di macro progetti interregionali che guardino alla crescita e all’integrazione del Sud Italia con il resto del Paese e dell’Europa” conclude la Cgil.

Disabili

Tar accoglie ricorso disabile, bloccato concorso magistrati

Le date del concorso discriminano uno dei partecipanti, un disabile. Per questo il Tar del Lazio ha deciso di sospendere la prova per 20.787 candidati che i prossimi 25, 26 e 27 giugno avrebbero dovuto concorrere per 365 posti da magistrato. La notizia, pubblicata dal Corriere della Sera, cita una sentenza della prima sezione quater del Tribunale Amministrativo che ha accolto il ricorso del disabile, impossibilitato a partecipare al concorso per tre giorni consecutivi. 

Affetto da una grave disfunzione renale, infatti, il giovane candidato, un 34enne abruzzese, è costretto a giorni alterni a
sottoporsi a dialisi in un ospedale emiliano e quindi non potrebbe sostenere gli esami in quelle date. Per questo ha deciso di presentare ricorso e chiedere di poter svolgere il concorso in date diverse. L’Avvocatura dello Stato, per conto del Ministero di Giustizia, ha respinto questa soluzione in quanto si sarebbe rischiato di invalidare la prova dato che il suo testo sarebbe potuto essere identificato o avrebbe potuto ottenere i titoli delle prove con anticipo.

La sentenza ordina al ministero della Giustizia di “individuare una diversa articolazione temporale delle prove secondo le esigenze rappresentate dal ricorrente”, per esempio fissando le tre prove scritte a giorni alterni. Ora già da domani il ministero dovrà decidere se adeguarsi alle disposizioni del Tar o presentare ricorso al consiglio di Stato.

Sant’ Efrem

Sant’ Efrem


Sant' Efrem

Nome: Sant’ Efrem
Titolo: Diacono e dottore della Chiesa
Ricorrenza: 09 giugno

Efrem nacque a Nisibi in Mesopotamia circa l’anno 306 sotto l’imperatore Costantino. Era figlio di pagani, ma studiò con ardore la dottrina cristiana. 

Contrariato e perseguitato dal padre, che era sacerdote degli idoli, fu costretto a lasciare la casa paterna e a ritirarsi presso il santo vescovo Giacobbe. Contava allora circa 15 anni e, dopo tre anni di preparazione, ricevette il Santo Battesimo.

Il pronto ingegno, e soprattutto la vita esemplare che conduceva, lo resero particolarmente caro al Vescovo che se ne servi in importanti affari e lo ebbe sempre vicino nei suoi viaggi. 

Aperta una scuola di Sacra Scrittura a Nisibi, ne tenne la cattedra per vari anni. In questo tempo la città fu più volte assediata da Sapore II, re dei Persiani, ed Efrem divenne l’eroe della resistenza. Morto il vescovo Giacobbe (338), suo protettore, egli lasciò la scuola, ma continuò per lunghi anni nell’insegnamento ed ebbe allievi santi ed illustri. 

Nel 362 si recò in pellegrinaggio alla città di Edessa e quivi prese stabile dimora. Ben presto gli fu nota la santa vita che alcuni monaci conducevano su di un monte e subito egli si porto Ira 1010 per sempre più perfezionarsi nella virtù. 

Di natura collerico, seppe così bene frenare la passione da essere conosciuto come l’uomo più calmo. Meditava sovente sul giudizio di Dio e lo spaventava il pensiero del rendiconto finale. Dice S. Gregorio che non si potevano leggere i suoi discorsi sopra il giudizio finale senza sentirsi commuovere dalla descrizione che egli faceva di quel giorno terribile. 

La vita cenobitica non gli impedì di uscire spesso tra il popolo a predicare il vangelo e a combattere le molte eresie che pullulavano da ogni parte. Per questo compose molti inni, dove smascherò il falso e inculcò il vero; questi suoi inni egli li diffuse tra il popolo che li cantava in chiesa. 

Fu semplice diacono, ma il bene che fece è immenso, e noi lo vediamo ovunque consolatore e pacificatore, specialmente durante l’invasione degli Unni e nella carestia. Il Signore lo chiamava alla pace dei Beati pieno di meriti nel giugno dell’anno 373 sotto Valente. 

Il santo dottore lasciò innumerevoli scritti; parte in prosa: I commentari biblici e il metodo esegetico, e parte in poesia: La poesia siriaca (Omelie e discorsi poetici) e gli Inni di genere lirico. Scrisse pure molto bene intorno alla Verginità e santità di Maria SS. 

Nel 1920 il Pontefice Benedetto XV con l’enciclica « Principi Apostolorum » dichiarava S. Efrem dottore della Chiesa. 

PRATICA. Il pensiero del giudizio di Dio ci sia sempre davanti nelle nostre azioni. 

PREGHIERA. Dio, che hai voluto illustrare la tua Chiesa con la meravigliosa erudizione e coi luminosi esempi della vita del beato Efrem tuo confessore e dottore, ti supplichiamo umilmente che, per sua intercessione, tu la difenda dalle insidie dell’errore