Archivio mensile:giugno 2013

Ocse

Ocse: Italia poco istruita, solo il 15% ha una laurea

L’Italia è un paese poco istruito, ha una laurea solo il 15% della popolazione tra i 25 e 64 anni. E’ quanto emerge dal rapporto Ocse “Education at Glance”, diffuso oggi (25 giugno). Il nostro paese è molto sotto la media Ocse, che si attesta al 32%.

“Sebbene i tassi di ingresso agli studi superiori siano aumentati all’inizio del 2000 – si legge nel rapporto – dati più recenti mostrano che parte dell’aumento era solo temporaneo”. I ragazzi che dichiaravano l’intenzione di fare l’università nel 2000 erano infatti saliti al 39%, per poi arrivare al 50% nel 2002 e al 56% nel 2006. Poi l’inversione di tendenza: nel 2011 erano il 48% contro la media Ocse del 60%.

L’Italia – spiega la ricerca – detiene anche un altro primato: quello dei professori più “vecchi”. “Nel 2001 il 47,6% degli insegnanti elementari erano sopra i 50 anni. Una percentuale che sale al 61% nella scuola secondaria e al 62,5% in quella superiore. Attempati ma anche tra i peggio pagati dell’area. Il salario d’ingresso per i professori italiani si attesta sui 29.418 dollari annui contro i 31.348 di tutta l’area”.

Nella nostra penisola, infine, la spesa media per studente è ferma da 15 anni. Così l’indagine: “E’ l’unico paese dell’area Ocse che dal 1995 non ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria”, cresciuta di appena lo 0,5% in termini reali su 15 anni, contro una media che supera il 60%. 

Tortura

Oggi, 26 giugno giornata contro la tortura

Per la giornata mondiale contro la tortura, appuntamento alle 18 nella capitale a piazza Farnese. Un’occasione importante per sostenere la campagna della Fp Cgil: “3leggi per la giustizia e i diritti”, ovvero su tortura, carcere e droghe

“La giornata mondiale contro la tortura è un’occasione importante per dare un ulteriore impulso alla raccolta di firme a sostegno delle tre proposte di legge di iniziativa popolare. La mancanza di una legge sulla tortura è forse una delle peggiori falle del nostro sistema e ha causato violazioni dei diritti umani inconciliabili con la democrazia. É giunta l’ora di porre rimedio a questa vergogna”. Con queste parole Salvatore Chiaramonte, segretario nazionale della Fp Cgil, rinnova la partecipazione attiva alla campagna “3leggi per la giustizia e i diritti” da parte della propria federazione, che rappresenta tra gli altri i lavoratori del settore giudiziario e penitenziario.

I promotori della campagna, tra questi la Cgil Nazionale e l’Associazione Antigone, terranno oggi 26 giugno, a partire dalle ore 18, un’iniziativa in Piazza Farnese a Roma, a cui parteciperanno esponenti del mondo dello spettacolo e della società civile come Ilaria Cucchi, Daniele Vicari e Paolo Calabresi.

“Da una parte c’è la necessità di ricondurre il sistema alla sua funzione originaria, che non è certamente la cura delle tossicodipendenze e del disagio, né la repressione, ma il reinserimento dei detenuti. Dall’altra – conclude Chiaramonte – è necessario inserire nel nostro sistema istituti che tutelino le persone oltre a garantire loro una pena equa e condizioni di vita umane”.

Sicurezza sul lavoro

Cgil, Cisl, Uil denunciano peggioramenti per la sicurezza sul lavoro

Con il cosiddetto decreto del fare, si sono introdotte gravi modifiche che intervengono su disposizioni fondamentali in materia di prevenzione, in particolare in quei settori e contesti lavorativi a più alta esposizione ai rischi e già caratterizzati da un numero rilevante di infortuni gravi, mortali e di malattie professionali”. Lo sostengono in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil Fabrizio Solari, Luigi Sbarra e Paolo Carcassi.

I tre sindacalisti sono molto critici e netti. “Confermando la pratica invalsa nel confondere interventi di semplificazione burocratica con alleggerimento delle tutele in materia di prevenzione, il Governo dimostra di non conoscere adeguatamente la materia della salute e sicurezza sul lavoro  e di aver agito in ossequio a logiche che non pongono la riduzione degli eventi infortunistici e tecnopatici a priorità di intervento, come la garanzia di  un’idonea organizzazione del lavoro”.

“Per evitare – si legge sempre nella nota – che quanto disposto nel decreto giunga, a fine agosto, a confermarsi, decretando la definitiva approvazione delle modifiche, puntuale e determinata sarà l’azione che unitariamente verrà intrapresa attraverso ogni canale istituzionale e sindacale (a partire dalle commissioni parlamentari) al fine di interrompere l’iter legislativo. Contiamo, inoltre, di svolgere un’azione puntuale di merito all’interno dei lavori della Commissione consultiva permanente, nel nostro ruolo di componenti ufficiali, vista la funzione determinante attribuita nell’articolato del decreto a tale organismo a composizione tripartita”. 

Pacchetto lavoro

Lavoro – Presentato il pacchetto lavoro da 1,5miliardi di euro

Il pacchetto sul lavoro vale 1,5 miliardi di euro coperti con la riprogrammazione dei fondi Ue e fondi nazionali. Lo ha detto il premier Enrico Letta nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che si è tenuto oggi. “E’ una scelta molto importante, prevede un aiuto ai giovani e guarda all’inclusione sociale. Abbiamo voluto dare un segnale netto ad una della categorie più svantaggiate. Ora ci attende una battaglia europea a favore dei giovani”.

“Abbiamo voluto aiutare le assunzione a tempo indeterminato con una decontribuzione- ha continuato Letta – che non compromette il futuro pensionistico dei giovani”. ”Complessivamente, le decisioni assunte andranno ad aiutare l’assunzione in 18 mesi di 200 mila giovani italiani”.  Il provvedimento avrà ”un’intensità maggiore nel Centrosud ma riguarda anche il Nord”, ha spiegato. Misure, quelle varate oggi, che potranno dare ”un colpo duro alla grandissima piaga rappresentata dalla disoccupazione giovanile”.

Il pacchetto lavoro – ha proseguito Letta prevede anche  incentivi per quegli imprenditori che assumono lavoratori disoccupati in Aspi. L’incentivo alle imprese sarà finanziato con la quota parte dell’Aspi non utilizzato dal lavoratore assunto a tempo indeterminato.

Nasce anche la carta per l’inclusione sociale. E’ un intervento, ha spiegato ancora Letta, dedicato alla lotta contro la povertà estrema, sperimentale, da estendere a tutte le regioni del Mezzogiorno. Sarà infine collegata ad un provvedimento già in Parlamento l’intervento specifico a favore dell’assunzione di disabili, dopo che i governi precedenti hanno tagliato tutti i fondi per l’occupazione dei disabili.

Il segretario generale della Cgil, Camusso a margine di una tavola rotonda organizzata dalla Camera del Lavoro di Firenze ha sottolineato che  ”E’ positivo che il provvedimento degli incentivi si rivolga ad assunzioni a tempo indeterminato, a trasformazioni di contratti precari in contratti a tempo indeterminato, quindi questo è sicuramente un segnale positivo”. 
”Come sempre, poi – ha aggiunto Camusso, – un decreto bisogna leggerlo per capirne esattamente gli elementi, quindi non siamo in grado di andare oltre a questa prima valutazione. Possiamo comunque confermare che il senso vero di una svolta per condurre il Paese fuori da questa crisi può venire solo se c’è un intervento significativo di redistribuzione dei redditi, che non è l’oggetto di questo decreto”.
Più in generale, secondo la leader della Cgil, ”bisogna guardare all’abbassamento delle tasse dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, bisogna fare provvedimenti sugli investimenti e la creazione di occupazione, e non continuare ad alleggerire il carico fiscale di chi invece ha molte proprietà e molte rendite”.

P.a.

P.a., la pensione può attendere ..

I dipendenti pubblici a domanda possono prestare in servizio fino ai 70 anni d’età per migliorare la pensione. L’amministrazione, infatti, non deve e non può collocare a riposo i lavoratori che abbiamo raggiunto i limiti di età per la permanenza in servizio fissato a 65 anni. Lo ha stabilito il Tar Lazio nella sentenza n. 2446/13, ribaltando l’indirizzo interpretativo della riforma Fornero sulle pensioni per il settore pubblico e annullando la circolare n. 2/2012 dell’allora ministro p.a. F.Patroni Griffi. Secondo la circolare infatti la riforma Fornero stabilendo che la vecchia disciplina continua a valere per i soggetti che maturano i requisiti di pensione entro il 31.12.2011aveva tratto un vincolo per le p.a.: l’obbligo di collocare a riposo a partire dal 2012, al compimento dei 65 anni (limite ordinamentale), i dipendenti che nel 2011 erano in possesso della massima anzianità contributiva (40 anni) o della quota (96) o comunque dei requisiti per una pensione.

Il collocamento a riposo nella p.a. è dunque obbligatorio nella sola ipotesi in cui il dipendente abbia maturato i requisiti sia per la pensione di vecchiaia che per quella di anzianità. In altre ipotesi, è facoltà del lavoratore avvalersi dei nuovi requisiti.

da ItaliaOggi

Cassazione

Cassazione – Rischio perdita assegno disoccupazione se si aspetta l’esito su causa licenziamento

E’ quanto emerge dalla sentenza di Cassazione n. 15770/13. Rischia infatti di perdere l’assegno di disoccupazione chi non presenta la domanda all’Inps subito dopo il licenziamento per giusta causa ma aspetta che si definisca il giudizio contro il datore di lavoro: il termine per accampare il diritto all’indennità scatta a partire dalla data di cessazione del rapporto di lavoro e il relativo decorso è rilevabile d’ufficio.

E’ stato così bocciato il ricorso della lavoratrice che prima di farsi viva con l’Inps ha atteso addirittura il passaggio in giudicato della sentenza sfavorevole che confermava la legittimità del licenziamento irrogatole.

Invalidità civile

Tempi troppo lunghi per il riconoscimento dell’invalidità civile

Il cittadino italiano che fa domanda per l’invalidità si scontra con un percorso labirintico e ostile. Ci impiega circa un anno, in media, per ottenere il riconoscimento e i relativi benefici economici. Ben 365 giorni contro i 120 stabiliti dalla legge. Nel 2012 solo per essere convocati alla prima visita sono passati in media 8 mesi con un peggioramento rispetto ai 6 del 2011, mentre per ricevere il verbale ce ne sono voluti 11 rispetto ai 9 del 2011. E’ quanto emerge dal I Rapporto nazionale sull’invalidità civile e la burocrazia, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, che nel maggio 2011 ha lanciato la campagna ”Sono un V.i.P. – Very invalid People”.

Il labirinto, con tutti i disagi che ne conseguono, è affrontato “da persone clinicamente e psicologicamente fragili”, che non di rado lottano per la sopravvivenza: il 39% di chi si è rivolto a Cittadinanzattiva ha una patologia oncologica, si legge nel Rapporto, il 26,8% una malattia cronica e neurologica degenerativa, il 12,2% una patologia legata all’anzianità”. Quasi il 30% dei cittadini, in secondo luogo, considera inadeguata la valutazione della propria condizione clinica da parte della commissione medico-legale: o per la mancata concessione o revoca dell”assegno di accompagnamento (48,5%), o per una inadeguata percentuale di riconoscimento dell’invalidità”/handicap (42,4%), o ancora perché vien loro riconosciuta una pensione di invalidità rivedibile (9,1%).

Come conseguenza di questa ”inadeguatezza”, dalle segnalazioni dei cittadini emerge un maggiore ricorso alle vie giudiziarie, avverso i verbali di invalidità civile. Una tendenza che rappresenta una evidente disfunzione del sistema, nonché una beffa per il cittadino che deve sostenere ulteriori costi e attendere ulteriore tempo per ottenere ciò che gli spetta.

Secondo Cittadinanzattiva è quindi necessario lavorare su alcuni punti: “semplificare l’iter burocratico per richiedere l’invalidità”; rivedere le ”linee guida operative” del 2010, già bocciate dal Parlamento, con cui l’Inps rivede al ribasso i criteri di riconoscimento dell’accompagnamento; approvare il ddl 538: il diritto va legato al reddito del richiedente, non del nucleo familiare; concludere l’indagine conoscitiva avviata nel 2012 sulle procedure di accertamento delle minorazioni civili da parte dell’Inps; ripristinare la possibilità di impugnazione giudizio di primo grado.

Un altro aspetto rilevato nel rapporto è il costo per la lotta ai falsi invalidi (triplicati rispetto all’anno precedente), ma con scarsi risultati visto che su circa 2.800.000 invalidi civili sono appena 1.047 quelli accertati dalla Guardia di finanza come falsi invalidi, cioè solo lo 0,04%……

E’ aumentata quindi anche la spesa per i compensi medici convenzionati Inps che è passata da 10,7 milioni del 2010 ai 34,3 milioni del 2011. Viene sottolineato anche come a fronte dell’aumento della spesa per le visite di controllo vi è una diminuzione del numero degli stessi medici Inps all’interno delle Commissioni Asl (dal 46% del 2010 al 37,7% del 2011). La risposta a questa contraddizione va ricercata nel fatto che l’Inps ha deciso di utilizzare tali figure prevalentemente nei piani di verifica straordinaria, cioè nella lotta contro i falsi invalidi, anziché nell’attività ordinaria dell’Istituto. La scarsa presenza del medico Inps nelle commissioni mediche Asl spiega quindi il perché dei ritardi e i troppo lunghi tempi di iter di riconoscimento dell’invalidità civile.

Il governo ha però intenzione di intervenire. Maria Cecilia Guerra, vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenendo all’iniziativa, ha assicurato di voler “ripartire con un tavolo istituzionale. Il primo passo – ha spiegato – è capire di chi sono le responsabilità di questi ritardi perché una volta localizzato il problema esiste la possibilità di superarlo. Per quanto riguarda le visite straordinarie, ad esempio, non si devono sovrapporre a quelle già previste per ridurre la spesa. Spero che in tempi brevi si possano raggiungere dei risultati”. 

Dall’osservatorio privilegiato dell’Inca, – secondo Franca Gasparri del Presidenza del patronato della Cgil – a cui si sono rivolte oltre 380.000 persone per avviare le pratiche per il riconoscimento delle prestazioni di invalidità e disabilità, possiamo affermare che  le nuove procedure, rivelatesi rigide e farraginose, anziché combattere il fenomeno dei falsi invalidi hanno contribuito a creare pesanti disagi ai veri disabili rallentando e in alcuni casi negando il loro diritto alle prestazioni assistenziali. Occorrerebbe – secondo Gasparri – cambiare la prescrizione breve, ossia la possibilità di ricorrere entro 6 mesi o mettere in grado il cittadino di accedere al contenzioso extragiudiziale per ottenere l’assegno ordinario. Così come va cambiato l’atteggiamento dell’Inps che, opponendo la legge Bossi-Fini, nega il diritto agli immigrati con soggiorni di breve durata, ma comunque riconosciuti destinatari delle prestazioni di invalidità civile, da sentenze della Corte Costituzionale emanate in ottemperanza dell’art. 14 C.E. sui diritti umani.
Così come dall’osservatorio Inca emerge come l’Inps statistichi come cause positive per l’Istituto le sentenze, cui il giudice, in genere per carenza di documentazione sanitaria, che si disperde nei diversi rivoli delle visite, sposta anche di pochi mesi, la decorrenza del diritto. Inoltre  – ha concluso Gasparri – l’attuale sistema di riconoscimento dell’invalidità e dell’handicap, che prevede diversi step decisionali, non permette di garantire una reale evidenza clinica oggettiva che dovrebbe, secondo il nostro Patronato, guidare l’operato dei sanitari dell’Istituto.

La critica del linguista Roberto Bolognesi alla didattica nelle scuole sarde

A SCUOLA PIU’ LIMBA

E MENO DISPERSIONE

 

di Francesco Casula

 

La fine dell’anno scolastico ci consegna una scuola sarda “afflitta” da una serie di primati non proprio invidiabili, peraltro certificati impietosamente – da anni oramai – dall’INVALSI. Ad iniziare dalla dispersione scolastica che, anziché calare, sale. A documentarlo, questa volta è il Rapporto Cronos 2013 secondo cui a partire dal 2007, in Sardegna la percentuale di abbandoni scolastici è cresciuta dal 21,8 al 25,1%, mentre in Italia si assesta sul 17,6%. Su questo fenomeno preoccupante interviene il professor Roberto Bolognesi, sardo di Villamassargia ma da decenni in Olanda. Attualmente è associato come ricercatore all´Università di Amsterdam e a quella di Groninga come docente di linguistica italiana. È autore del libro The Phonology of Campidanian Sardinian e di diversi articoli di fonologia e di linguistica sarda: fra l’altro è uno degli artefici e sostenitori de sa Limba sarda comuna (LSC). Argomenta Bolognesi :” Non so bene quali siano stati gli interventi, ma so con certezza che una cosa non è stata fatta: un’indagine mirata a stabilire il rapporto tra la dispersione scolastica e la lingua effettivamente usata dai giovani sardi. Una simile ricerca non esiste per la Sardegna e, a quanto mi risulta, non esiste per tutto il territorio dello stato italiano. Mi sembra altrettanto chiaro che deve esistere una discrepanza tra la lingua usata dai giovani sardi e la lingua che la scuola si aspetta da loro. Oggi il problema viene liquidato con una leggerezza che sconfina nella colpa, dicendo che tutti i giovani Sardi sono italofoni. Eppure a nessuno dei linguisti che operano in Sardegna, a nessuna delle università della Sardegna, a nessuno dei politici sardi – inclusi quelli democratici, sovranisti e indipendentisti – è venuto in mente di accertare quale sia effettivamente la situazione linguistica dei giovani Sardi e di cercare di comprendere quale sia il rapporto tra questa lingua e il fallimento scolastico. … I politici e gli intellettuali sardi continuano a rifiutarsi di prendere atto del fatto che la questione linguistica in Sardegna è tutt’altro che risolta. Evidentemente non hanno ancora superato il trauma della loro italianizzazione forzata”. Difficile non convenire. Per decenni l’impegno politico-sindacale è stato finalizzato esclusivamente alla risoluzione dei problemi strutturali (aule, laboratori, palestre) o a quello dei trasporti. O a quello del personale e degli organici. Si è invece trascurato del tutto una questione cruciale: la catastrofica situazione della didattica. E dunque dei contenuti e dei metodi di una scuola che risulta semplice e piatta succursale della scuola italiana. Nereide Rudas studia da anni il malessere psicologico dei Sardi: ancora non ha messo in conto gli effetti della repressione che la scuola italiana esercita sulla lingua materna. In Friuli  questa repressione non c’è più: sarà un caso che la dispersione scolastica in quella regione è così bassa? Di qui l’urgenza che la lingua sarda entri organicamente nei curricula scolastici, delle scuole di ogni ordine e grado: anche come strumento per iniziare a risolvere i problemi dello svantaggio culturale, e della stessa dispersione e mortalità scolastica come della precaria alfabetizzazione di gran parte della popolazione, evidente e diffusa a livello di scolarità di base ma anche superiore. Specie a livello comunicativo e lessicale. Che oggi risulta essere, in modo particolare nei giovani e negli stessi studenti, povero, banale, improprio,gergale.

 

Pubblicato su Sardegna Quotidiano del 26-6-2013

Corso di Lingua sarda a Villacidro

 

 

Mercoledì 26 giugno a Villacidro (ore 16-19, presso la Mediateca comunale, a fianco del Consiglio Provinciale)  terrò la prima lezione del Corso di formazione di lingua sarda.

Il corso che terrò in Lingua sarda, rivolto ai dipendenti della pubblica amministrazione, è però aperto alla partecipazione di tutti i cittadini che ne fanno richiesta.

Tutor del Corso sarà Annalisa  Caboni che leggerà le seguenti poesie in sardo-campidanese .

 

Ottone Bacaredda. Nasce a Cagliari nel 1849 e vi muore nel 1921. Deputato al Parlamento e per molti anni sindaco di Cagliari, la sua produzione sardo-campidanese doveva essere molto vasta ma a noi è rimasta solo qualche sonetto. Personaggio da leggenda – si ricordano ancora is tempus de Bacaredda – a lui si attribuisce l’apoftegma candu non poteis pappai pezza pappai pisci, Ma ecco il sonetto chi ci interessa maggiormente, in cui il reazionario Bacaredda, pur senza fiele e senza cattiveria mette alla berlina una grottesca sommossa rivoluzionaria del popolo cagliaritano arrosciu de suffriri,.

 

SA RIVOLUZIONI

De terraprenu a sa Prazza ’e su trigu 26

est tottu sa zittadi avvolotara;

s’intendit un’ammuinu, unu murigu,

unu buddiri de genti sfainara.

 

Si bint’is faccis grogas che sa gêra

ghettant is ogus ciccidas che fogu,

bessit a pillu un’arrogu ’e bandera:

de boxis malas si prenit su logu.

 

Zerriant chi no’ est manera ’e si spiliri

chi non c’est caridari e religioni,

chi troppu seus arroscius de suffriri

e chin ci bollit sa rivoluzzioni!

 

E giai d’ognunu tocca de gorteddu

già si pigat de sanguini s’arrancu…

Heus a biri s’arruina de Casteddu

puit’hanti cresciu sa sparedda a francu.

 

 

Gaetano Canelles. Nato a Cagliari l’11 gennaio 1876 e ivi morto il 2 aprile 1942, Canelles discendeva da una delle più antiche famiglie del patriziato isolano, già appartenente a una casata catalana passata in Sardegna sin dai tempi della conquista dell’Infante Alfonso.

 

SU  MAIOLU

Sa lliaga prus manna de Casteddu

po chini no ddu scit est su majolu

chi de bidda ’n ddi benit solu-solu

po faî fortuna, ancora piccioccheddu

 

Bogau su callu e postu su cappeddu

istudiendi a moda de bestiolu

in sa vida senz’atturu consolu

de mixinas o leîs pigat s’aneddu!

 

Sa schina pinnighendi innoi o innia

allompit a zittari, o prus a susu:

tottu in Casteddu porit capitai!

 
Poniddi guantus, gruxis, oreria!

faiddu deputau, mancai de prusu;

ma de majolu non ddi bessit mai!

 

 

SU «SURCU»

Su «Surcu» dogna dì senz’ ’e arreposu

abbaulat a is carcangius de Cocco-Ortu,

scriendi, cu istili verenosu,

chi prim’ ’e s’ora dd’iat a bolli mortu!

 

Ddi narat chi è malignu, chi è gelosu

chi no tenit ingegnu e fueddu sciortu;

chi è stettiu a sa Sardigna perniciosu,

ch’ in dogn’affari hat tentu sempri tortu:

 

’ta lastima de tinta e de paperi!

perdius senza speranzia de fortuna!

’ta lastima ’e talentu spendiu mali!

 

Su «Surcu» a chini in conca portat sali

Ddi movit su corpus che sa pruna

E Coccu…s’in ddi strexit su paneri!

 

Teresa Mundula Crespellani. Sposata con l’avvocato Luigi Crespellani, già sindaco di Cagliari e presidente della regione sarda, sorella di Mercede Mundula, la poetessa cagliaritana più conosciuta in Italia nella prima metà del Novecento

 

SA FAMIGLIA DISGRAZIARA

Sa genti fiat passilla e ripassilla

piccioccus, piccioccas, babbu e filla

in Via Roma, cun su veru gosu

de si pigai su soli e s’arriposu.

 

Fem’appoggiau, stesiau de sa genti

in su spuntoni de sa Rinascenti

cun d’unu amigu chi no hemu prus biu

leggiu  che tiaulu, basciu che pipiu.

 

Passant duas piccioccas arriendi

a facci ’e cuaddu chi parit mussiendi

«’Ta leggias cussas duas,’ta disgraziadas,

cun cussas buccas spropositadas!».

 

       «Funt duas fillas mias», m’hat nau s’amigu

comenti fessi stetiu tirau a figu.

«Ma no, no nau de cussas, niente affattu!

Seu nendi de is chi sunt avatu!».

 

«Cussas puru funt fillas mias

is prus piticas de totus is pipias».

e deu chirchendi su scorriu de arrangiai:

«Ma no cumprendis chi ’ollu nai

Cussas ateras prus artas, cun cappeddu,

a garbu de ciuliru a terrazzeddu!».

 

«E funt fillas mias cussas puru!».

No ci fiat scampu, femu palas a muru!

Non podemu pensai mancu in garronis

a unu collegiu de martiniconis.

 

 

Antonio Vincenzo Ignazio Cogotti. Nasce a Villacidro il 27 gennaio 1868, si laurea a Cagliari in Giurisprudenza, esercita l’avvocatura al suo paese natale – dove fu anche sindaco – e muore nel 1946. Di questo poeta, le cui poesie rappresentano schizzi d’ambiente, di interni e di personaggi popolari, veloci e graffianti, sui quali si distende talora un velo di melanconia si conoscono complessivamente una dozzina di composizioni tra edite e inedite.

 

IS PICCIOCCUS DE CROVI

Sunt in quattru o cincu, tot’impari

assoziaus po fai ’na picchettara;

unu hiat bolli andai a s’or’e mari,

s’atru hiat a bolli fai sa zipulara;

 

ma in su mentris chi staint cumbinendi,

eccu unu bellu prat’e culingionis,

beni indorau de bagna e f umiendi,

chi ponit finit a tott’is chistionis.

 

Is piccioccus ddu ’ngiriant, e dognunu

preparat tres arrialis po pagai,

poi si sezzint e pappant in comunu.

 

Ma unu mischinu, ha perdiu sa bursitta

E tristu chi non podit picchettai

Castiat su prattu e lingi sa frochitta.

 

SU BITTESU

Unu bittesu pagu scrupolosu

in contus de fora e de presoni

tenia sigura e firma convinzioni

chi su furai fia casi doverosu.

 

Immoi chi a mannu teni pagu ’e fai,

a studiai s’è postu sa dottrina

po binci s’ignoranzia suprafina

e is prinzipius zivilis imparai.

 

Non boliar’essi s’urtimu de is tontus.

Intendendi chi fra is cumandamentus

ci fia cussu a sa fura d’essi attentus

spantau ha nau: «Ndi chircanta de contus!».

 

 

UNU FASTIGGIU

Passa e arrepassa in d’unu propriu logu,

mischinu, deu non mi canzamu mai,   

e cun sa facci arrubia che su f ogu,

castiamu a susu senza mi firmai.

 

Issa, intanti, cumprendiu hiat giai su giogu,

e sezzia in curridoriu a ricamai,

mi castiara, maligna, a suttiogu

e mi lassà sighiri a passillai.

 

Ma candu, f inalmenti, a unu lantioni

m’accozzu e, facc’e tontu, in su momentu

de ddi scriri ddi fazzu s’azioni,

 

issa ’nci f uliat agu e canavacci,

si ’ndi pesat a lestru che su bentu,

e mi ’nci serra sa ventana in facci.

 

 

Bernardu de LinasPseudonimo di Luigi Cadoni, nasce a Villacidro  nel 1884: nipote  di Ignazio Cogotti e parente di Giuseppe Dessì, muore giovanissimo a 33 anni nel 1917.

 

SU STUDIANTI

 

Dogna mamma bramat tenni unu pipiu

in su cursu tecnicu o in su ginnasiali

po chi cun su tempus ddu biat istruiu

cun tanti de laurea o predi o generali.

 

Però candu in zucca portat pagu sali

su bravu studianti fattu bagadiu

s’impiegu non benit e su capitali

intanti nci hat perdiu su babbu pentiu.

 

Aici sa famiglia s’atturat in dolu

prangendi su fillu chi crediat abili

mentras chi fiat tontu che unu bestiolu.

 

                E su studiadeddu senza occupazioni

po no fai un’accabu troppu miserabili

s’arruolat sergenti o guardia de presoni.

 

 

 

Luigino Cocco. Singolare poeta casteddaiu, noto Giginu, nato nel 1910 e morto nel 1997. Poeta e edicolante per decenni in Piazza Martiri a Cagliari, un osservatorio privilegiato e fisso, da cui guarda e riguarda il suo piccolo mondo, avvolgendolo della sua sottile malignità, o, all’opposto, di una melanconica pietà, con una prevalenza sempre però del sorriso sulla tristezzae spesso persino con una intonazione e una vis comica esilarante.

 

S’AMPUDDA

Gomai Cicitta, ha liggiu su giornali?

Ddu sci’ chi seu ancora a bucc’oberta

po su spantu? Dda liggia sa scoberta

de sa fecundazioni artifiziali?

Gomai Cicitta mia, cust’è su mundu!

Figu ’n pruini, succi de xipudda

amesturau e postu ’n d’un’ampudda,

genera’ su pipiu brunu, biundu

o a su colori ch’è istetiu ordinau

de cudda genti malafortunara

senz’ ’e fillus, tant’annus coiara:

mellus chi sa Scienzia ci hapa pensau!

È po candu a sa Luna eus a andai.

Si è berus chi non c’est anima bia,

ndi serbi’ de ampuddas, gomai mia,

si est unu mundu ’nter’ ’e fecundai!

Si gomai’ ntendi’ su prexi ’e Luxia,

sa mulleri de Arreiga Tuvura!

Ha’ nau: « Ah! Deu bollu ’na creatura!

Ita m’importa si no è de brenti mia?».

Cuddas riccas chi ddu podinti ispendi,

biadas!, non si privanta de nudda!

Po no ispremi, comporant un’ampudda

e is poberas tenint axiu spremendi!

Si ancora nci campaus calincun’annu,

Deus m’had a perdonai po su sciolloriu,

heus a intendi: «Fill’ ’e laboratoriu!

Bruttu fill’ ’e ’n’ ampudda a zugu mannu!».

Sa Scienzia, su progressu, una scoberta

in su mundu fainti bella figura;

ma custa, ch’è aici bella de natura,

no è mellus chi dda lessinti coberta?

Notizie dal ministero del lavoro

 

 
 

21/06/2013

Incentivi all’uscita anticipata dei lavoratori con maggiore anzianità 
Emanata la circolare della Direzione generale per le Politiche attive e passive del lavoro

20/06/2013

Linee d’indirizzo per l’affidamento familiare 
Al via la prima giornata di informazione-formazione alla presenza del Vice Ministro Guerra

20/06/2013

EPSCO – Riunione del Consiglio Occupazione, politica sociale, salute e consumatori 
Il Ministro Giovannini interviene sul rafforzamento processi di riforma in atto in materia di lavoro e di occupazione giovanile

19/06/2013

Comunicazione della chiamata del lavoro intermittente 
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Interministeriale del 27 marzo 2013

18/06/2013

Costo orario medio del lavoro per i dipendenti di imprese di pulizia, disinfestazione e multiservizi 
Disponibile il Decreto Ministeriale del 10 giugno 2013

18/06/2013

Voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting e contributo per asili nido 
Inps:pubblicato il bando per l’assegnazione dei benefici

17/06/2013

102^ Sessione della Conferenza internazionale del Lavoro di Ginevra 
Il Ministro Giovannini ha partecipato con un intervento in Assemblea plenaria

14/06/2013

Interpello 
On line le risposte a nuovi quesiti

14/06/2013

Strategia nazionale di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali 
Pubblicate le proposte della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro

12/06/2013

Cinque per mille 
Pubblicata la sezione dedicata alle FAQ (domande più frequenti)

12/06/2013

Incremento del Fondo per le non autosufficienze, procedura di valutazione dei rischi nelle piccole imprese, sostegno all’occupazione e lavoratori esodati 
Il Ministro Enrico Giovannini risponde alle interrogazioni a risposta immediata alla Camera dei Deputati

11/06/2013

Occupazione giovanile 
Il 14 giugno a Roma vertice Italia, Francia, Germania, Spagna

10/06/2013

ASpI e mini-ASpI 
Possibilità di erogazione in unica soluzione

Ministero del lavoro e delle Poloitiche Sociali

10/06/2013

Incentivi per il lavoro in favore di donne e giovani under 29 
Sono oltre 24 mila i contratti attivati al 31 marzo grazie alla Legge 214/211 ‘Salva Italia’

07/06/2013

Codice di comportamento dei dipendenti pubblici 
Pubblicato il Decreto del Presidente della Repubblica

06/06/2013

Finanziamento della Cassa Integrazione in Deroga 
Firmati i decreti che stanziano complessivamente 780 milioni per il sostegno al reddito dei lavoratori di aziende in crisi

06/06/2013

Sostegno all’occupazione delle persone svantaggiate 
Registrato dalla Corte dei Conti il Decreto Ministeriale del 20 marzo 2013

06/06/2013

Rapporto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza 
Interviene alla Conferenza stampa di presentazione il Ministro Enrico Giovannini

05/06/2013

Linee programmatiche in materia di politiche sociali 
Audizione del Ministro Giovannini alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica