Archivi giornalieri: 6 giugno 2013

Notizie dal Ministero del lavoro

 

Primo piano
 
 
Il Ministro Enrico Giovannini
 

Presentazione 6° Rapporto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza 
L’impegno del Ministro Giovannini: serve un nuovo sistema di monitoraggio permanente delle politiche sociali e la ricostituzione dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza


 

Lavoratori ‘Salvaguardati’ – Terza procedura 
Emanata la circolare n. 19 del 5 giugno 2013, attuativa del Decreto interministeriale del 22 aprile 2013. Contiene le istruzioni operative per le Direzioni territoriali del lavoro ed è corredata dalla modulistica ed in particolare dal modello di ISTANZA che dovrà essere presentata dal lavoratore.


 
Notizie
 
 

06/06/2013

Sostegno all’occupazione delle persone svantaggiate 
Registrato dalla Corte dei Conti il Decreto Ministeriale del 20 marzo 2013

05/05/2013

Linee programmatiche in materia di politiche sociali 
Audizione del Ministro Giovannini alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica

04/06/2013

Elenco dei soggetti autorizzati ad effettuare lavori sotto tensione 
Pubblicato il Decreto Dirigenziale del 30 maggio 2013

31/05/2013

Progetti sperimentali finanziati dal Fondo Nazionale per il volontariato 
Graduatoria progetti sperimentali presentati dalle organizzazioni di volontariato ammessi a contributo per l’anno 2012

Logo OECD 2013

30/05/2013

Visita del Ministro Enrico Giovannini a Bruxelles e Parigi 
Al centro dei colloqui il tema della lotta alla disoccupazione

30/05/2013

Interpello 
On line le risposte a nuovi quesiti

29/05/2013

Lavoratori ‘salvaguardati’ 
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il terzo decreto che interessa 10.130 lavoratori

28/05/2013

Apprendistato: disciplina generale e regime contributivo 
Disponibile la Circolare INAIL n. 27 del 24 maggio 2013

27/05/2013

Lavoratori autonomi volontari del corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico 
Disponibile il Decreto per le indennità 2013

22/05/2013

Rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e altre misure urgenti 
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge n. 54 del 21 maggio 2013

22/05/2013

Mercato del lavoro e occupazione 
Incontro del Ministro Enrico Giovannini con i rappresentanti delle Parti Sociali

21/05/2013

ASpI e mini ASpI per i soci lavoratori delle cooperative 
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto per le aliquote 2013

Logo Forum PA 2013

21/05/2013

Forum PA 2013 
Il Ministero partecipa con lo stand ‘La Casa del Welfare’

20/05/2013

Interventi a sostegno dell’occupazione 
Incentivi per i datori di lavoro

15/05/2013

Cinque per mille anno 2008 e 2009 
Pubblicato l’elenco delle disposizioni di pagamento trasmesse agli uffici competenti per l’accreditamento delle posizioni non andate a buon fine

15/05/2013

Nota flash n. 1 – maggio 2013 
Indicatori congiunturali sul mercato del lavoro ed economici nazionali ed internazionali

15/05/2013

Linee programmatiche del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 
Audizione del Ministro Giovannini alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica

15/05/2013

Cinque per mille 
Pubblicato l’elenco degli ammessi e degli esclusi per l’anno finanziario 2011

13/05/2013

Cinque per mille 
Pubblicato l’elenco dei rendiconti conformi alle linee guida per la rendicontazione

09/05/2013

Associazioni di promozione sociale – Contributi ai sensi della Legge 438/1998 
Disponibili i Decreti Direttoriali di ripartizione e impegno del contributo – Annualità 2012

09/05/2013

Consulenti del lavoro 
Ufficiali i parametri per la liquidazione dei compensi

08/05/2013

Lavoratori ‘salvaguardati’ 
Disponibili sul sito dell’INPS i dati relativi al primo decreto

08/05/2013

Portale INPS 
Sospesi i servizi on line nel fine settimana

08/05/2013

Ammortizzatori sociali in deroga, lavoratori esodati e rilancio del mercato del lavoro 
Il Ministro Giovannini risponde alle interrogazioni a risposta immediata alla Camera dei Deputati

07/05/2013

Nuova social card 
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Interministeriale del 10 gennaio 2013

 
Campagne di Comunicazione
 
 
Logo Campagna di prevenzione sulle malattie professionali04/06/2012 Campagna informativa di prevenzione sulle malattie professionali 
La salute nei luoghi di lavoro è importante. Tuteliamola

Canne al vento di Grazia Deledda – Capitolo sedicesimo

Capitolo sedicesimo

download.jpg  Fu Noemi ad aprire. Efix se la vide apparire davanti, sullo sfondo glauco del cortile, alta alta, sottile, col viso bianco: Lia fanciulla, Lia risorta.
  Lo guardò bene, prima di lasciarlo entrare, come si guarda uno sconosciuto, poi disse solo: «oh, oh, sei tu?» ma bastò quest’espressione di sorpresa diffidente e un po’ ironica, per aumentare l’umiliazione e il turbamento di lui.
  «Ebbene, sono tornato, donna Noemi mia», disse entrando e seguendola attraverso il cortile. «Il vagabondo è tornato. E donna Ester come sta? Mi permette di farle una visita?»
  Ecco, nella penombra glauca le cose stavano immobili al loro posto; il balcone, su, nero sul fondo grigio del muro, il pozzo coi fiori rossi, la corda sulla scala.
  In cucina c’era luce, ma non la luce fiammante della casa di Grixenda: un lumino funebre sopra la panca antica, in mezzo a una grande ombra.
  No, nulla era mutato: tutto era morto ancora. Ed Efix pensò con dolore:
  «Non dev’esser vero che donna Noemi ha acconsentito».
  Istintivamente cercò di attaccare la bisaccia al piuolo, ma il piuolo non c’era: nessuno lo aveva più rimesso ed egli tenne con sé la bisaccia come un ospite che deve presto ripartire.
  Donna Ester leggeva tranquilla seduta su uno sgabellino davanti alla panca antica, ma d’improvviso il gatto posato sulla sua ombra accanto al lume e che seguiva con gli occhi i movimenti delle mani di lei, le saltò in grembo come volesse nascondersi e di là balzò sotto la panca: ella sollevò la testa, vide lo sconosciuto e cominciò a fissarlo con gli occhi scintillanti e il libro che le tremava fra le mani.
  «Ebbene, sì, sono io, padrona mia! Sono tornato. Il vagabondo è tornato. Che ne dice, donna Ester? Come va la salute?»
  «Efix! Efix! Efix!», ella balbettava.
  «Proprio Efix! Ha male agli occhi, donna Ester, che tiene gli occhiali?»
  «Tu, Efix! Siedi. Sì, ho avuto male agli occhi dal troppo piangere.»
  Ma Noemi li guardava tutti e due coi suoi occhi cattivi e pareva divertirsi alla scena.
  «Sì, Ester! Hai gli occhiali perché oramai sei vecchia.»
  «Siedi», invitò anche lei, battendo la mano sulla panca, ed Efix sedette accanto alla vecchia padrona tutta tremante di sorpresa. Sulle prime non seppero cosa dirsi: egli stringeva a sé la bisaccia e chinava la testa vergognoso; ella si levò gli occhiali, li chiuse fra le pagine del libro, parve volesse appoggiarsi al fianco del servo.
  Finalmente volsero tutti e due il viso a guardarsi ed ella scosse la testa con un cenno di rimprovero.
  «Bravo! Gira gira sei tornato! Ma perché mai una riga, un saluto? Eppure gente d’America ne è venuta!»
  Efix aprì la bocca per rispondere, ma vide Noemi che rideva come se sapesse anche lei la verità, e tacque ancora più umiliato.
  «E sei andato via così, Efix! Come se ti avessimo offeso, senza dire una parola, Efix! E pensa, pensa, io dicevo sempre a me stessa: perché Efix ha fatto così? Si può finalmente sapere il perché?»
  «Cose del mondo! S’invecchia, si rimbambisce», egli rispose con un gesto vago. «Adesso son qui… Non parliamone più.»
  «E adesso, che cosa conti di fare? Tornerai da Predu? O, come dice la gente, è vero che sei diventato ricco? Ma perché non metti giù quella bisaccia? Almeno un boccone lo prenderai, qui.»
  «Devo andare, donna Ester mia… Ero venuto solo per salutarla.»
  «Tu starai qui fino a domani», disse Noemi, e con un gesto quasi felino gli tolse la bisaccia e la mise più in là sulla panca.
  Si guardarono: ed egli comprese che avevano da parlarsi, loro due, da riallacciare un discorso interrotto.
  «Efix, senti, tu almeno ci racconterai le tue vicende, poiché non hai mai scritto. Quante cose avrai da dire, adesso: oh, Efix, Efix, chi avrebbe mai creduto che da vecchio te ne andavi in giro per il mondo!»
  «Meglio tardi che mai, donna Ester mia! Ma da contare c’è poco.»
  «Racconta quel poco…»
  «Bene, sì, le dirò…»
  Noemi apparecchiava, silenziosa: ecco lo stesso canestro annerito dal tempo, levigato dall’uso; ecco lo stesso pane e lo stesso companatico. Efix mangiava e raccontava, con parole incerte, velate di menzogna timida; ma quando ebbe gettato le briciole e il fondo del bicchiere sul pavimento – poiché la terra vuole sempre la sua piccola parte del nutrimento dell’uomo – si drizzò un po’ sulla schiena e i suoi occhi si circondarono di rughe raggianti.
  «Dunque, in viaggio eravamo tutti poveri diavoli: si andava, si andava, senza sapere dove si andava a finire, ma sempre con la speranza del guadagno. Si andava, in fila, come i condannati…»
  «Ma non eravate in mare?»
  «In mare, sì, cosa dico? E in mare in burrasca, anche. Mi sono tante volte bagnato. Fame non se ne pativa, no; eppoi, chi aveva fame? Io no: sentivo qualche volta come una mano che mi abbrancava lo stomaco e pareva volesse estirparmelo: allora mangiavo e mi acquetavo. Arrivati là si cominciò a lavorare. »
  «Che lavoro era?»
  «Oh un lavoro facile, per questo; così… si levava la terra da un posto e si metteva nell’altro…»
  «Ma è vero che si fa un canale perché ci passi il mare? Ma l’acqua non segue, dentro il canale?»
  «Si, veniva dentro il canale; ma ci son le macchine per tenerla indietro. Son come delle pompe… io non le so descrivere, insomma!»
  Noemi ascoltava, zitta, lisciando la schiena al gatto che le ronfava in grembo con voluttà. Ascoltava, ma col pensiero lontano.
  «Eravate proprio in campagna? Dicono che là è tutto caro. Rammenti quello che raccontavano gli emigranti, laggiù al Rimedio? Eppoi, dicono, è un paese dove non ci si diverte.»
  «Oh, per questo ci si diverte! Chi ha voglia di divertirsi, s’intende! Chi suona, chi balla, chi prega, chi si ubriaca: e poi tutti se ne vanno…»
  «Se ne vanno? E dove?»
  «Volevo dire… alle loro baracche, a riposarsi.»
  «E che lingua parlano?»
  «Lingua? Di tutte le parti. Io parlavo sardo, coi miei compagni…»
  «Ah, tu avevi dei compagni sardi?»
  «Avevo dei compagni sardi. Uno vecchio e uno giovane. Mi pare di averli ancora ai fianchi, salvo il rispetto alle loro signorie.»
  Gli occhi di Noemi scintillarono di malizia.
  «Spero che noi siamo più pulite!», disse, stringendogli il braccio.
  «Sì, un vecchio e un giovane. Litigavano sempre: erano cattivi, invidiosi, gelosi, ma in fondo erano anche buoni. L’uomo è fatto così: buono e cattivo: eppoi si è sempre disgraziati. Anche i ricchi, spesso son disgraziati. Ah, ecco!»
  Ecco, la stretta della mano di Noemi gli ricordava la stretta di Giacinto, là nel cortiletto di Nuoro, e il segreto che impediva alla donna di accettare la domanda di don Predu.
  «Don Predu, verbigrazia», disse quasi involontariamente; indi aggiunse guardando la padrona giovane, «non è forse ricco e disgraziato?»
  Ma la padrona rideva di nuovo ed egli contro sua volontà s’irritò.
  «Che c’è da ridere? Ebbene, non è forse disgraziato, don Predu? Finché lei, donna Noemi mia, non avrà pieta di lui… Eppure egli è buono.»
  Allora donna Ester si alzò, appoggiando la mano alla spalliera della panca e stette a guardarli severa.
  «Ma che buono», disse Noemi, senza più ridere. «E’ vecchio, adesso, e non può più beffarsi del prossimo: ecco tutto! Non parliamo di lui.»
  «Parliamone invece», disse donna Ester con forza. «Efix, spiegami le tue parole.»
  «Che cosa devo spiegarle, donna Ester mia? Che don Predu vuole sposare donna Noemi?»
  «Ah, tu pure lo sai? Come lo sai?»
  «Sono stato io il primo paraninfo.»
  «Il primo e l’ultimo», gridò Noemi buttando via il gatto come un gomitolo. «Basta; non voglio se ne parli più.»
  Ma Efix si ribellava.
  «Ma perché io non gli ho mai portato la risposta, donna Noemi mia! Come potevo portargliela? Non osavo, e sono fuggito per questo.»
  Donna Ester tornò a sedersi accanto a lui, ed egli la sentì tremare tutta.
  «Ah, Efix», mormorava. «Egli aveva l’idea fin d’allora e tu non dicevi nulla? E tu sei fuggito? Ma perché? In verità mia, mi pare tutto un sogno. Io non ho saputo mai nulla: solo la gente veniva a dirmelo, solo gli estranei. E tu, sorella mia, e tu… e tu…»
  «Che dovevo dirti, Ester? Ha forse mai fatto la sua domanda, lui? Quando s’è mai spiegato? Manda regali, viene qualche volta, si mette a sedere, chiacchiera con te e a me quasi non rivolge la parola. L’ho mai cacciato via, io?»
  «Tu non lo cacci via ma fai peggio ancora. Tu ridi, quando egli viene; tu ti burli di lui.»
  «E’ giusto! Quel che si semina si raccoglie.»
  «Noemi, perché parli così? Sembri diventata matta, da qualche tempo in qua! Tu non ragioni più. Perché dici che egli si burla di te se ti ha mandato a dire che ti vuol bene?»
  «Egli me lo mandò a dire con un servo!»
  Donna Ester guardò Efix, ma Efix taceva, a testa bassa, come usava un tempo quando le sue padrone questionavano. Aspettava, d’altronde, certo che Noemi nonostante il suo disprezzo doveva tornare a lui per riprendere il discorso fra loro due soli.
  «Efix, la senti come parla? Eppure io ti dico che non sei stato tu solo a dirglielo. Anche Giacinto…»
  Ma questo nome fece come un vuoto pauroso attorno; ed Efix vide Noemi balzare convulsa; livida di collera e d’odio.
  «Ester!», disse con voce aspra. «Tu avevi giurato di non pronunziare più il suo nome.»
  E uscì, come soffocasse d’ira.

download.jpg  «Sì», mormorò donna Ester, curvandosi all’orecchio di Efix. «Ella lo odia al punto che m’ha fatto giurare di non nominarlo più. Quando venne ultimamente per dirci che sposa Grixenda e per consigliare Noemi ad accettare Predu, ella lo cacciò via terribile come l’hai veduta adesso. Ed egli andò via piangendo. Ma dimmi, dimmi, Efix», proseguì accorata, «non è una gran cattiva sorte la nostra? Giacinto che ci rovina e sposa quella pezzente, e Noemi che rifiuta invece la buona fortuna. Ma perché questo, Efix, dimmi, tu che hai girato il mondo: è da per tutto così? Perché la sorte ci stronca così, come canne?»
  «Sì», egli disse allora, «siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché! Siamo canne, e la sorte è il vento.»
  «Sì, va bene: ma perché questa sorte?»
  «E il vento, perché? Dio solo lo sa.»
  «Sia fatta allora la sua volonta», ella disse chinando la testa sul petto: e vedendola così piegata, così vecchia e triste, Efix si sentì quasi un forte. E per confortarla pensò di ripeterle uno dei tanti racconti del cieco.
  «Del resto è che non si è mai contenti. Lei sa la storia della Regina di Saba? Era bella e aveva un regno lontano, con tanti giardini di fichi e di melagrani e un palazzo tutto d’oro. Ebbene, sentì raccontare che il Re Salomone era più ricco di lei e perdette il sonno. L’invidia la rodeva; tanto che volle mettersi in viaggio, sebbene dovesse attraversare metà della terra, per andare a vedere…»
  Donna Ester si curvò un po’ dall’altro lato e prese il libro in mezzo al quale aveva chiuso gli occhiali.
  «Queste storie sono qui: è la Sacra Bibbia.»
  Efix guardò umiliato il libro e non continuò.
  Rimasto solo si sdraiò sulla stuoia, ma nonostante la grande stanchezza non poté addormentarsi: aveva l’impressione che i ciechi fossero coricati li accanto e che intorno e fuori nelle tenebre si stendesse un paese ignoto. Le sue padrone però stavano lì sulla panca, e lo guardavano, donna Ester vecchia e quasi supplichevole, donna Noemi ridente ma più terribile di quando era austera. E, cosa strana, non sentiva più soggezione di donna Ester, non aveva più paura di donna Noemi; era davvero come il servo affrancatosi diventato ricco davanti ai suoi padroni, poveri.
  «Io posso aiutarle, posso aiutarle ancora, anche se esse non lo vogliono… Domani…»
  Aspettava con ansia il domani: ecco perché non poteva dormire. Domani parlerà con Noemi; riprenderanno il discorso interrotto tanti mesi prima; ed egli forse potrà portare la buona risposta a don Predu.
  Allora cominciò a pregare, piano piano, poi sempre più forte, finché gli parve di mettersi a cantare come facevano i pellegrini su alla Madonna del Miracolo.
  Domani… Tutto andrà bene, domani; tutto sarà concluso, tutto sarà chiaro. Gli sembrava di capire finalmente perchè Dio lo aveva spinto ad abbandonare la casa delle sue padrone e ad andarsene vagabondo: era per dar tempo a Giacinto di scender nella sua coscienza e a Noemi di guarire dal suo male.
  «Se io davo subito la risposta a don Predu tutto era finito», pensava con un senso di sollievo; e sognava addormentandosi. Ecco un vago chiarore illumina la pianura intorno; è un anello bianco sopra un gran cerchio nero. E’ l’alba. I ciechi si alzano, intrecciano le loro dita, si curvano davanti a lui e lo costringono a sedere sulle loro mani ed a mettere le sue braccia intorno al loro collo: così lo sollevano, lo portano su, via, lontano, cantando, come fanno i bambini nei loro giochi.
  Egli rideva: non era stato mai così felice. Ma in fondo, nella cucina scura, donna Ester e donna Noemi non si movevano dalla panca; ed ecco egli sentiva soggezione dell’una e paura dell’altra. Allora chiuse gli occhi e finse d’esser cieco anche lui. E andavano così tutti e tre, di qua e di là, su un terreno molle, cantando le laudi sacre dello Spirito Santo. Ma una mano afferrò per il di dietro il suo cappotto e fermò il gruppo. Egli si buttò giù, sussultando, aprì gli occhi e vide donna Noemi davanti a lui, col lume in mano.
  «Dormivi già, Efix? Abbi pazienza; ma Ester mi disse che te ne saresti andato domani mattina presto e son tornata giù.»
  Egli balzò a sedere sulla stuoia, ai piedi di lei ritta, ferma, grande col lume in mano. Un cerchio d’ombra con un anello di luce intorno, come egli aveva sognato, li circondava.
  «E poi io volevo parlarti da solo, Efix. Ester non capisce certe cose. E tu hai fatto male a chiacchierare con lei: anche tu non capisci.»
  Egli taceva. Capiva, sì, ma doveva tacere e fingere come uno schiavo.
  «Tu non capisci e perciò parli troppo, Efix! Se tu quel giorno avessi riferito solo l’ambasciata, senza darmi dei consigli, sarebbe stato meglio. Invece abbiamo detto molte cose inutili; adesso voglio sapere solamente se è vero che tu, proprio, non hai riferito nulla a Predu del nostro discorso.»
  «Nulla, donna Noemi mia!»
  «Un’altra cosa ti voglio domandare, Efix; ma mi devi rispondere il vero. Tu…», esitò un momento, poi alzò la voce, «tu hai parlato di questo fatto con Giacinto? Dimmi il vero.»
  «No», mentì egli con voce ferma: «le giuro, io non ne ho parlato».
  «Tu allora credi che sia stato Predu a dirglielo?»
  «Io credo così, donna Noemi mia.»
  «Un’altra cosa. Dimmi, perché sei andato via?»
  «Non lo so; pensavo appunto a questo, addormentandomi. Pensavo fosse stato il Signore a farmi andar via. Avevo paura e vergogna di presentarmi a don Predu con quella risposta. Sì, donna Noemi, perché don Predu mi aveva preso al suo servizio solo per questo, io lo capisco: egli voleva bene a lei e voleva che fossi io l’intermediano. Allora, quando lei disse di no, di no, sono scappato…»
  Noemi si mise a ridere: ma un riso lieve, ben diverso dal cattivo riso di prima. Era compassione per Efix, compassione per don Predu, ma anche soddisfazione e dolcezza: mai, mai Efix l’aveva sentita ridere così. Eppure egli ricordava quel riso, quel volto curvo su lui, quell’ombra e quella luce tremula intorno: e il cuore gli batteva, gli batteva, da spezzarsi.
  Lia com’era nella notte della fuga gli stava davanti.
  «Un’altra cosa ancora e poi basta. Senti, tu credi Giacinto sposi davvero Grixenda?»
  «Sì, è una cosa certa.»
  «Quando si sposano?»
  «Prima di Natale.»
  Ella abbassò il lume, come per vedere bene il viso di Lui: e così illuminò bene il suo. Com’era pallida, e come il suo viso era giovane e vecchio nello stesso tempo!
  L’orgoglio, la passione, il desiderio di spezzare la sua vecchia vita miserabile, e coi frantumi ricostruirsene un’altra, nuova e forte, le ardevano negli occhi.
  «Sentimi, Efix», disse ritraendo il lume, «ebbene, tu dirai a Predu che lo voglio. Ma che dobbiamo sposarci subito, prima di quei due.»

 


[Indice][Capitolo quindicesimo][Capitolo diciassettesimo]

Occupazione giovanile

Occupazione giovanile: il 14 giugno vertice Italia, Francia, Germania e Spagna

Nel quadro dell’impegno del governo italiano per la definizione di una politica europea in favore dell’occupazione, specialmente di quella giovanile,  il 14 giugno si incontreranno a Roma i ministri dell’Economia e del Lavoro di Italia, Francia, Germania e Spagna.

Tale appuntamento, il primo di questo tipo, vuole essere l’occasione per uno scambio di opinioni e per un coordinamento in vista dei prossimi impegni internazionali.  Il confronto tra i ministri economici e del lavoro dei quattro principali paesi dell’Eurozona, proposto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini nel corso degli incontri tenuti a Parigi la scorsa settimana, nasce dal riconoscimento che un rapido miglioramento del mercato del lavoro è condizione indispensabile per rilanciare la crescita dell’economia europea. Di conseguenza, anche in vista delle decisioni che assumerà il prossimo Consiglio europeo, i ministri discuteranno di come rafforzare il coordinamento tra politiche finanziarie e del lavoro, a livello nazionale e di Unione europea, per realizzare al meglio la lotta alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile. 

Pari opportunità

Pari opportunità: “piano di inclusione” delle donne nella vita economica e sociale

Josefa Idem, ministra per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, riferendo ieri pomeriggio in Commissione Affari Costituzionali e Lavoro sulle sue ”Linee programmatiche in materia di Pari opportunità”, ha annunciato un “piano di inclusione delle donne nella vita economica e sociale del Paese”. Il ministro ha inoltre sottolineato la necessità di avviare un piano di sostegno per le attività imprenditoriali femminili, che potrà contare su un fondo di 10 milioni di euro.

La ministra – riferisce una nota – ha sottolineato come la carenza di asili nido, ”spazi ragazzi”, servizi di assistenza domiciliare per bambini ed anziani, rappresenti “una delle principali cause dell’alto tasso di disoccupazione femminile”. “Il Piano di inclusione – ha spiegato la Ministra alla Commissione – nel confronto con il mondo dell”associazionismo, il mondo accademico e tutti i soggetti interessati, potrà definire, ad esempio, politiche e individuare strumenti per il rafforzamento dei meccanismi di elasticità dell’orario di lavoro e per lo sviluppo di progetti di telelavoro, nonché definire politiche attive per lo sviluppo di un’adeguata offerta di nidi e ludoteche aziendali e di altri servizi di supporto alla genitorialità ed alla cura degli anziani”.

In linea con l’obiettivo dell’innalzamento del tasso di occupazione, tra le priorità della strategia ”Europa 2020” promossa dalla Commissione europea, la Ministra ha espresso la necessità di avviare un piano di sostegno per le attività imprenditoriali femminili. “Sarà importante – ha spiegato la titolare della Delega per le Pari opportunità – un utilizzo strategico dei fondi comunitari ed un’implementazione della convenzione del 14 marzo scorso con la quale, nell’ambito del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese del Ministero per lo Sviluppo Economico, è stata costituita la sezione speciale ”Presidenza del Consiglio dei Ministri – Pari opportunità”. In questa Sezione speciale sono confluiti 20 milioni di euro, 10 dei quali destinati, da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità, all”agevolazione delle imprese femminili. In particolare saranno avviate iniziative a sostegno del microcredito rivolto alle donne”.      

Per promuovere l’occupazione delle donne – secondo la ministra Idem – strategico anche il monitoraggio sull’applicazione della legge n. 120 del 12 luglio 2011, relativa all'”equilibrio di genere negli organi di amministrazione”. “L’applicazione delle quote di genere nei boards – ha spiegato la Ministra Idem – condurrà ad un rinnovamento profondo delle società pubbliche, permettendo a migliaia di donne di accedere a luoghi decisionali finora quasi completamente appannaggio di uomini”.

Nelle ”Linee programmatiche” largo spazio anche alle iniziative dedicate al contrasto della ”violenza di genere”. La Ministra ha annunciato la prossima stesura di un disegno di legge sulla violenza contro le donne, ispirato alla cosiddetta “Convenzione di Istanbul”, e il rafforzamento dei ”Centri antiviolenza”.

Tra gli impegni anche la difesa dei diritti dei disabili  e il contrasto della ”tratta degli esseri umani”, delle mutilazioni genitali femminili, della pratica dei ”matrimoni forzati” e dello sfruttamento sessuale dei minori.

Pensioni

Pensioni: Consulta, prelievo su quelle d’oro viola la Costituzione …..

E’ incostituzionale il prelievo sulle pensioni d’oro, sopra i 90mila euro, previsto dalla manovra firmata dall’ultimo governo Berlusconi. La Consulta ha ritenuto fondate le questioni sollevate dalla Corte dei conti. La norma censurata disponeva che, dal primo agosto 2011 fino al 31 dicembre 2014, i trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi superassero 90mila euro lordi annui, fossero assoggettati a un contributo di perequazione del 5% della parte eccedente l’importo fino a 150mila euro; pari al 10% per la parte eccedente 150mila euro; e al 15% per la parte eccedente 200mila euro. La Consulta ha giudicato questa norma in contrasto con gli articoli 3 e 53 della Costituzione, rispettivamente sul principio di uguaglianza e sul sistema tributario.