Sanità

Cgil – Sanità H24, meno ospedale e più territorio

E’ indispensabile aprire una “contrattazione sociale” che metta al centro le esigenze dei cittadino nella necessaria riorganizzazione del sistema di cure primarie e di medicina del territorio. Ne è convinta la Cgil, che ieri ha presentato le sue linee programmatiche per la Contrattazione Sociale su: “Sanità – assistenza H24: e le nuove convenzioni per la medicina del territorio”.

Convenzioni che si ripercuotono, profondamente, su tutta la sanità e sull’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale: cioè sul diritto alla tutela della salute dei cittadini. “La riforma del sistema di cure territoriali non è dunque prerogativa dei soli addetti ai lavori – si legge nel documento della Cgil – ma riguarda tutti. Ecco perché, oltre al previsto ruolo delle parti interessate (organizzazioni sindacali di categoria), è indispensabile esercitare, una ‘contrattazione sociale’ confederale che metta al centro le esigenze dei cittadini”. La Cgil intende così associare, all’iniziativa per fermare tagli e ticket, una contrattazione e una mobilitazione per la riqualificazione del nostro sistema sanitario.

Esiste un’emergenza sociale che non può più essere ignorata – scrive la Cgil – milioni di italiani rinunciano alle cure per motivi economici, a causa del continuo aumento dei ticket. Mentre i tagli lineari al finanziamento del SSN (30 miliardi cumulati nel periodo 2011- 2015), mettono in discussione la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria per i cittadini, le condizioni di lavoro e persino i livelli di occupazione.

La riforma del sistema delle cure primarie per l’Assistenza Distrettuale h24 è cruciale per questa riqualificazione del SSN – e necessaria, secondo il sindacato, anche per un governo appropriato della spesa. Una tale “riforma”, tra l’altro, è fattibile, secondo la Cgil, a costi certamente più contenuti che in altri ambiti del welfare e può avere un forte impatto occupazionale: sia per creare nuovi posti di lavoro, che per salvare livelli occupazionali in servizi dell’assistenza socio sanitaria in crisi, grazie alla loro riconversione.

Secondo la proposta della Cgil i centri h24 vanno collocati nei distretti sanitari e in sedi pubbliche (Case della salute, poliambulatori, piccoli ospedali da riconvertire, ecc.). Devono essere aperti h 24 per 7 giorni su 7 con almeno un medico (di MG) ed un infermiere sempre presenti nel centro. Mentre sono da escludere ipotesi di privatizzazione o appalto delle cure primarie, o di parti di esse, in qualunque forma, come ad esempio è successo per i Creg della Lombardia.

Oltre a realizzare una migliore assistenza, con questo tipo di sanità, secondo la Cgil, si potrebbero anche abbattere i costi. Anche se inizialmente – precisa il sindacato – sono necessari “alcuni investimenti, differenziati in base alla attuale distribuzione di servizi e strutture nelle diverse realtà regionali”.

Sanitàultima modifica: 2013-06-27T18:19:22+02:00da vitegabry
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