Ricongiunzioni onerose: Per l’Inca, bene ha fatto la Fornero ad ammettere l’errore, ma urgono soluzioni a breve
Meno chiaro appare l’esempio cui si è aggrappata la Fornero per giustificare la richiesta del pagamento prevista dalla legge n.122/2010, approvata prima del suo insediamento, dal precedente governo Berlusconi e confermata dall’attuale esecutivo. Secondo il Ministro ottenere con la ricongiunzione 15 mila euro mensili di pensione è un privilegio e come tale deve essere congruamente ripagato.
Peccato che nella trappola delle ricongiunzioni onerose siano finite soprattutto prestazioni ben al di sotto di questa soglia. Dipendenti che hanno pagato i loro contributi verso Inps e Inpdap in egual misura ai quali si chiedono esborsi anche di oltre 200 mila euro, a fronte di pensioni che non supereranno i 2000 euro mensili.
E che dire dei tanti insegnanti che hanno presentato domanda di pensione, con valenza irreversibile, pochi mesi prima dell’entrata in vigore della legge, ai quali si è chiesto ugualmente di pagare e che già lo stanno facendo?
A tal proposito, la Fornero, che dice di aver rivolto alcune domande all’Inps, ma di non avere avuto alcuna risposta., davanti ai microfoni di Report si è impegnata a verificare tempestivamente la posizione degli sfortunati.
L’Inca è lieta di apprenderlo, ma resta il fatto che mancano pochi mesi prima della scadenza elettorale. L’augurio è che si prendano in considerazione le proposte più volte avanzate dall’Inca e da alcuni parlamentari per risolvere in via amministrativa ingiustizie che hanno il sapore di una vera e propria vendetta contro donne e uomini che hanno lavorato versando contributi in diverse gestioni previdenziali.
Ciò consentirebbe di far risparmiare all’Inps l’esposizione ad azioni legali, per le quali la percentuale di soccombenza rischia di essere molto alta.