I partiti e la raccolta del 2×1000 nel 2022 Mappe del potere

I partiti e la raccolta del 2×1000 nel 2022 Mappe del potere

Sono passati ormai 8 anni da quando è entrato in funzione il 2xmille come forma di finanziamento pubblico ai partiti. Un arco di tempo sufficiente per apprezzane l’evoluzione sia in termini complessivi sia rispetto alle singole forze politiche che vi fanno ricorso.

 

Da quando nel 2013 il governo Letta ha abolito i rimborsi elettorali, il 2×1000 è rimasta quasi l’unica forma di finanziamento pubblico ai partiti, almeno formalmente.

In effetti esistono altri tipi di altri finanziamenti pubblici alla politica. Come abbiamo avuto modo di raccontare in passato negli anni si è ridotto quello verso i partiti, mentre quello verso i gruppi parlamentari è rimasto stabile.

Si tratta in questo caso di risorse molto ingenti che tuttavia, almeno formalmente, dovrebbe essere destinato all’attività istituzionale dei gruppi e non a quella più generale dei partiti, come le spese per le attività politiche, la comunicazione elettorale, la formazione.

Questo tipo di funzioni, in base al sistema di finanziamento entrato in vigore quasi 10 anni fa (Dl 149/2013), dovrebbe essere finanziato attraverso donazioni private e il 2×1000. Uno strumento tramite il quale sono i contribuenti a decidere se vogliono destinare una parte del loro Irpef a un partito. A differenza di quanto accadeva con i rimborsi elettorali.

Con la dichiarazione dei redditi, i contribuenti possono decidere di destinare una quota della loro irpef (lo 0,2%) a un partito anziché allo stato. Vai a “Che cos’è il 2×1000 ai partiti”

Questa forma di finanziamento pubblico è gradualmente cresciuta negli anni sia in termini di numero di contribuenti che hanno destinato il proprio 2×1000 a un partito, sia in termini di risorse complessive raggiunte.

20,4 milioni € le risorse complessivamente raccolte con il 2X1000 nel 2022 in base alla dichiarazione dei redditi 2021.

Tra il 2015 e il 2022 infatti il numero di contribuenti che ha fatto questo tipo di scelta è cresciuto del 22,7%, mentre l’ammontare complessivo è aumentato del 39,45%.

I partiti più scelti nel 2022

Nel 2022, come peraltro in tutti gli anni precedenti, la forza politica che ha ricevuto più risorse dal 2×1000 è il Partito democratico (Pd) con 476mila contribuenti che hanno destinato al partito complessivamente 7,3 milioni di euro. Un importo considerevole che corrisponde al 36% delle risorse complessive.

Al secondo posto Fratelli d’Italia (FdI) con 234mila sottoscrizioni per un totale di 3,1 milioni di euro e a seguire la Lega, quasi 138mila scelte per 1,6 milioni di euro. In quest’ultimo caso però si stanno sommando i risultati ottenuti da due partiti formalmente diversi: Lega per Salvini premier (99mila scelte e 1,2 milioni di euro) e Lega Nord per l’indipendenza della Padania (38mila scelte per 441mila euro).

Una quota considerevole di scelte e di contributi sono stati poi raccolti da diversi partiti di centrosinistra, nonostante si trattasse (almeno nel 2022) di formazioni politiche relativamente piccole. Parliamo dei Verdi (76mila scelte e 837mila euro), di Sinistra italiana (72mila scelte e 833mila euro), Articolo 1 (67mila scelte e 895mila euro), Italia viva (53mila scelte e 973mila euro) e Azione (49mila scelte e 1256mila euro).

Le scelte dei contribuenti e le risorse ai partiti

Come abbiamo avuto modo di vedere i dati del 2×1000 ci informano da un lato sul numero di contribuenti che hanno deciso di destinare una quota del proprio Irpef a un partito, e dall’altro sulle risorse che da queste scelte sono derivate.

La proporzione tra importi ricevuti e numero di scelte effettuate dai contribuenti tuttavia non è uguale tra i diversi partiti. Questo perché le risorse che ciascuno destina effettivamente a un partito dipendono dall’ammontare del relativo Irpef.

In media il valore del 2×1000 destinato ai partiti vale 14,2 € per contribuente. Un dato in crescita rispetto agli scorsi anni. Nel 2015 infatti questo importo medio era pari a 11,2 €.

Il partito che ha ricevuto più fondi in rapporto al numero di contribuenti che l’hanno scelto è Azione.

Ma questa cifra cambia considerevolmente anche quando si analizzano forze politiche diverse. Il partito ad avere il rapporto più alto tra numero di scelte e risorse ottenute è Azione con ben 25,6 € per contribuente. A seguire il Sudtiroler Volkspartei (19,5 €), Italia Viva (18,5 €) e Forza Italia (17,2 €). Importi medi un po’ più bassi invece per Pd (15,4 €), FdI (13,4 €) e Lega (12 € considerando complessivamente i due partiti).

Il 2×1000 negli anni

Come anticipato, alcune cose sono cambiate da quando è entrato in funzione il finanziamento pubblico tramite 2×1000. Intanto sono aumentate le risorse complessive che, avendo superato i 20 milioni di euro, iniziano ad avvicinarsi al tetto di 25,1 milioni stabilito dalla legge (Dl 149/2013, articolo 12 comma 4). Un limite che potrebbe dunque essere raggiunto già il prossimo anno se non verrà modificata la norma. Questo sia a causa della tendenza alla crescita rilevata nel periodo precedente, sia perché il 2023 dovrebbe essere il primo anno in cui anche il Movimento 5 stelle parteciperà alla raccolta del 2×1000.

Altre novità hanno riguardato la nascita o il venir meno di alcune formazioni politiche abilitate alla raccolta del 2×1000. Fino allo scorso anno ad esempio Rifondazione comunista era una delle formazioni che raccoglieva più opzioni. Nel 2022 però è stata esclusa, a causa delle particolari regole previste per rientrare nel registro nazionale dei partiti politici.

Al contrario quest’anno per la prima volta Italexit ha raccolto questo tipo di finanziamento (44mila scelte e 460mila euro). Sia Azione che Italia Viva invece risultano iscritte al registro a partire dal 2020.

Discorso a parte per la Lega che, come anticipato, a partire dal 2018 raccoglie il 2×1000 sia attraverso il vecchio partito (Lega nord per l’indipendenza della Padania) sia attraverso quello creato dal segretario Matteo Salvini (Lega per Salvini premier).

Nel primo anno in cui entrambi questi soggetti sono risultati iscritti al registro dei partiti la Lega nord ha effettivamente visto un calo considerevole delle risorse derivanti dal 2×1000. Una riduzione che peraltro è proseguita negli anni successivi. Ancora oggi comunque il vecchio carroccio raccoglie non pochi contributi (38mila scelte e 442mila euro).

Tra 2018 e 2019 invece la Lega per Salvini premier ha visto crescere gli importi ottenuti con questo metodo di finanziamento. A partire dal 2020 però queste risorse sono iniziate a calare, mentre in contemporanea aumentavano quelle ricevute da un altro partito di destra, Fratelli d’Italia.

Negli ultimi anni infatti il partito della presidente del consiglio Giorgia Meloni ha visto crescere i fondi del 2×1000 da 570mila euro a oltre 3,1 milioni.

81,81% l’aumento delle risorse ottenute attraverso il 2×1000 da Fratelli d’Italia tra 2015 e 2022.

La distribuzione geografica del 2×1000

Otre ai dati a livello nazionale il ministero dell’economia rilascia anche alcune informazioni su base regionale. In questo caso però l’unico dato fornito è quello sul numero di contribuenti che hanno fatto la scelta e non sull’ammontare ottenuto.

Un dato comunque molto interessante che ci racconta del rapporto tra singoli territori e forze politiche. Per evitare distorsioni relative alla diversa popolosità delle regioni italiane, conviene però guardare il dato in rapporto al numero di contribuenti totali presenti in ciascuna regione.

Emerge innanzitutto che nel 2022 in Italia circa 3,5 contribuenti su 100 hanno deciso di destinare il 2×1000 a un partito. Una valore che tuttavia cambia molto a seconda dei territori. Nelle regioni del nord infatti si tratta di circa 4,3 contribuenti su 100. In quelle del centro Italia di 3,7 mentre nel mezzogiorno di 2.

Ma questa distribuzione varia significativamente anche a seconda del partito considerato.

Le regioni in cui è più frequente che un contribuente decida di destinare il proprio 2×1000 al Partito democratico sono l’Emilia-Romagna (2 contribuenti su 100) e la Toscana (1,7).

Per Fratelli d’Italia invece si tratta del Friuli-Venezia Giulia (0,96 contribuenti su 100) e del Lazio (0,89 contribuenti su 100). Proporzionalmente poi FdI non va male anche nelle regioni del mezzogiorno, da cui arriva il 21,7% dei suoi contributi, contro il 16,5% del Pd e il 5,4% della Lega (o meglio delle Leghe).

Non stupisce infine che i dati migliori la Lega li raccolga al nord. In particolare in Veneto (0,86 contribuenti su 100) e Lombardia (0,71 contribuenti su 100). Nelle regioni del mezzogiorno invece solo 0,06 elettori su 100 hanno devoluto il proprio 2×1000 alla Lega. Un dato che da un certo punto di vista è facilmente spiegabile, ma che è interessante confrontare con il 2019, quando in queste stesse regioni i contribuenti che avevano optato per la Lega sono stati 0,24 su 100.

Ovviamente questa marcata distribuzione geografica emerge ancora più chiaramente se invece che considerare complessivamente la Lega si valorizza la differenza tra Lega Salvini premier e Lega nord.

Particolarmente interessante è osservare a questo proposito che, se complessivamente Lega Salvini premier continua a essere di gran lunga preminente in termini di 2×1000 rispetto alla Lega nord, in Veneto quest’anno, per la prima volta, è accaduto il contrario. Infatti nella regione amministrata da Luca Zaia (Lega), nel 2022 sono stati 15.862 gli elettori che hanno scelto di dare un contributo alla Lega nord. Contro i 15.411 che hanno optato per la Lega Salvini premier.

Foto: Scott Graham (Unsplash)

 
I partiti e la raccolta del 2×1000 nel 2022 Mappe del potereultima modifica: 2023-01-31T19:42:43+01:00da vitegabry
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