Archivi giornalieri: 13 gennaio 2023

Aumentano i fondi per la detenzione dei migranti Migranti

Aumentano i fondi per la detenzione dei migranti Migranti

Le previsioni finanziarie del 2023 evidenziano un aumento della spesa per i centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Si tratta di una scelta politica: investire nella detenzione piuttosto che nell’inclusione e regolarizzazione.

 

Nella legge di bilancio 2023 sono aumentati i fondi dedicati all’ampliamento della rete nazionale di centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Parliamo di un incremento di oltre 5 milioni di euro per il 2023, rispetto alle previsioni fatte dalla legge di bilancio del 2022.

I Cpr sono strutture detentive nelle quali vengono reclusi i cittadini stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno valido, in attesa di essere rimpatriati. Ma vista l’inefficace politica dei rimpatri (che riguarda meno della metà dei detenuti), le persone che si trovano al loro interno spesso finiscono in un limbo che dura anche molti mesi. Oltre a trattenerli, il sistema non offre ai migranti stessi nessuna opportunità di inserimento e ha inoltre notevoli costi di gestione. Investire sui Cpr costituisce quindi una scelta politica infruttuosa, oltre che orientata all’esclusione.

I Cpr nel nuovo bilancio finanziario

La legge di bilancio del 2023, pubblicata in gazzetta ufficiale il 29 dicembre 2022, ha introdotto nuovi investimenti per ampliare la rete nazionale di centri di permanenza per il rimpatrio.

Al fine di assicurare la più efficace esecuzione dei decreti di espulsione dello straniero, il Ministero dell’interno è autorizzato ad ampliare la rete dei centri di permanenza per i rimpatri.

L’aumento è previsto specificamente per il capitolo 7351 (“spese di straordinaria manutenzione, costruzione, acquisizione, miglioramenti e adattamenti di immobili”), piano gestionale 2 (“spese per la costruzione, l’acquisizione, il completamento, l’adeguamento e la ristrutturazione di immobili e infrastrutture destinati a centri di identificazione ed espulsione, di accoglienza per gli stranieri irregolari e richiedenti asilo; spese relative ad acquisto di attrezzature per i centri o ad essi funzionali e per compiti di studio e tipizzazione”).

+5,39 milioni € i fondi per l’ampliamento della rete di Cpr previsti per il 2023.

GRAFICO
DA SAPERE

I dati si riferiscono alla legge di bilancio 2022 (l. 234/2021), alla legge di bilancio 2023 (l. 197/2022) e alle rispettive previsioni di spesa in conto competenza per gli anni 2023 e 2024 relativamente al capitolo di spesa 7351 (spese di straordinaria manutenzione, costruzione, acquisizione, miglioramenti e adattamenti di immobili), piano gestionale 2 (spese per la costruzione, l’acquisizione, il completamento, l’adeguamento e la ristrutturazione di immobili e infrastrutture destinati a centri di identificazione ed espulsione, di accoglienza per gli stranieri irregolari e richiedenti asilo; spese relative ad acquisto di attrezzature per i centri o ad essi funzionali e per compiti di studio e tipizzazione). I centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sono le strutture in cui i migranti vengono trattenuti in condizioni detentive, al fine di essere rimpatriati.

FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’economia
(consultati: lunedì 9 Gennaio 2023)

 

L’aumento risulta particolarmente evidente per l’anno 2024 (+14,39 milioni di euro, ovvero 46,18 milioni al posto dei 31,79 della previsione 2022). Nel caso del 2023 invece parliamo, come accennato, di 5,39 milioni di euro di differenza. Si va dai 26,79 milioni delle previsioni 2022 ai 32,18 di quelle 2023. In totale, si tratta un incremento di 19,79 milioni per questi due anni, rispetto alle cifre stabilite l’anno scorso. Che inoltre già costituivano un aumento rispetto alle previsioni precedenti.

La detenzione amministrativa dei migranti

I centri di permanenza per il rimpatrio non sono strutture di accoglienza, bensì strutture detentive in cui i migranti vengono trattenuti dopo aver ricevuto un ordine di espulsione. Detenuti senza aver di fatto commesso alcun crimine e senza prospettive dopo la propria liberazione.

Una strategia che non ha vantaggi per i migranti stessi, che non sono così indirizzati verso alcun percorso di regolarizzazione, ma nemmeno per la società nel suo complesso.

L’impostazione securitaria delle strutture di fatto condanna le persone trattenute a vivere in una condizione di permanente ozio forzato, senza possibilità formative, ricreative né di incontri con realtà della società civile organizzata, la quale, ove anche disponibile a organizzare iniziative, si vede regolarmente rifiutare le richieste di accesso alle strutture.

Oltre alla loro configurazione che, come denuncia il garante, non è rispettosa della dignità umana, i Cpr sono pensati come centri di permanenza temporanea, in linea teorica di breve durata, e quindi non dispongono dei percorsi educativi e ricreativi delle altre strutture detentive. D’altro canto, non hanno come finalità l’inclusione dei detenuti, i quali, una volta usciti, sono comunque “irregolari”. Se non vengono rimpatriati, sono esposti all’illegalità e alla criminalità.

Inoltre, come evidenzia il report Buchi neri della coalizione italiana libertà e diritti civili (Cild), si tratta anche di strutture che hanno elevati costi di gestione. Parliamo di 44 milioni di euro per il periodo 2018-2021, come abbiamo raccontato in un recente approfondimento.

4.489 le persone transitate nei Cpr tra gennaio e novembre del 2021.

Ovvero un centinaio in più rispetto all’anno scorso, quando sono state 4.387, secondo i dati del garante nazionale dei diritti delle persone private. Nell’ultimo quinquennio, soltanto nel 2019 la cifra è stata più alta: 6.172.

Palazzo San Gervasio (Potenza) e Gradisca d’Isonzo (Gorizia) sono i centri che registrano il numero più elevato di transiti (rispettivamente 781 e 702).

Teoricamente, stando alla normativa vigente, uno straniero dovrebbe essere trattenuto soltanto per il tempo strettamente necessario. Di fatto però in moltissimi casi la detenzione amministrativa all’interno di queste strutture si prolunga nel tempo.

Nel complesso, appena la metà di queste persone sono state effettivamente rimpatriate. Una cifra largamente variabile da centro a centro: va dal 18% del Cpr di Torino all’88% di quello di Caltanissetta.

Negli anni la percentuale si è sempre mantenuta a un livello molto basso. Secondo i dati raccolti dal garante nazionale, la quota più elevata si è raggiunta nel 2017 (prima di quell’anno esisteva un altro tipo di strutture: il Cie), quando è stato rimpatriato il 58,6% dei migranti presenti nei centri di detenzione amministrativa. Anche nel 2020 la cifra si è attestata sul 52,9%. In tutti gli altri anni, tuttavia, non ha raggiunto il 50%. La quota più bassa in questo senso si è raggiunta nel 2018: 43,2%.

Foto: Ye Jinghan – licenza

 

Menu sezioneFiscalità regionale e locale

Disciplina del tributo

L’addizionale regionale all’IRPEF è stata istituita dell’art. 50 del D.Lgs. n. 446 del 1998, il quale dispone che la stessa è determinata applicando l’aliquota, fissata dalla Regione e dalla Provincia autonoma in cui il contribuente ha la residenza, al reddito complessivo determinato ai fini dell’IRPEF, al netto degli oneri deducibili riconosciuti ai fini di tale imposta. L’addizionale regionale è dovuta se per lo stesso anno l’IRPEF,  al netto delle detrazioni per essa riconosciute e del credito di imposta per gli utili distribuiti da società ed enti e per i redditi prodotti all’estero, risulta dovuta.

Sono esclusi dal campo di applicazione dell’addizionale regionale le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano il regime forfettario previsto dall’art. 1, commi da 54 a 89 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190.

L’aliquota di base dell’addizionale dall’anno 2012 è pari all’1,23 %.

Ciascuna Regione e Provincia autonoma, con propria legge da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale non oltre il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui l’addizionale si riferisce, può maggiorare l’aliquota di base entro i limiti fissati dalla legge statale.
La disciplina dell’addizionale regionale all’IRPEF è stata integrata dall’art. 6 del D.Lgs. n. 68 del 2011 – recante disposizioni sul federalismo fiscale provinciale e regionale – che detta norma valide solo per le Regioni ordinarie le quali possono aumentare o diminuire l’aliquota base.

La maggiorazione a decorrere dal 2015 non può essere superiore a 2,1 punti percentuali.

La norma in esame dispone poi che:

  • la maggiorazione oltre i 0,5 punti percentuali non trova applicazione sui redditi ricadenti nel primo scaglione dei redditi IRPEF;
  • nel caso in cui la regione decida di non adottare un’unica aliquota ma una pluralità di aliquote differenziate tra loro, queste devono essere articolate esclusivamente in relazione ai medesimi scaglioni di reddito stabiliti per l’IRPEF, nonché diversificate e crescenti in relazione a ciascuno di essi.La nuova articolazione degli scaglioni di reddito stabiliti per l’IRPEF conseguente alla riformulazione dell’art. 11, comma 1 del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 ad opera dall’art. 1, comma 2, lettera a) della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha prodotto effetti anche ai fini del calcolo del tributo regionale. Le Regioni e le Province autonome hanno, infatti, dovuto adeguare la disciplina del tributo regionale applicabile dall’anno di imposta 2022 prevedendo quattro scaglioni di reddito anziché i cinque scaglioni stabiliti dalla normativa vigente fino al 31 dicembre 2021 attraverso un’apposita legge da pubblicare entro il 31 marzo 2022;
  • le regioni possono disporre detrazioni di imposta in favore della famiglia maggiorando quelle previste ai fini IRPEF, e possono altresì adottare misure di sostegno economico diretto, a favore dei soggetti IRPEF, che, a causa del livello di reddito e della relativa imposta, non possono fruire di detta detrazione. Le regioni possono inoltre disporre, detrazioni dall’addizionale stessa in luogo dell’erogazione di sussidi, voucher, buoni servizio e altre misure di sostegno sociale previste dalla legislazione regionale. Tali facoltà non possono essere esercitate dalle regioni impegnate nei piani di rientro dal deficit sanitario alle quali è stata applicata la misura prevista per mancato rispetto del piano stesso;
  • restano fermi gli automatismi fiscali previsti dalla vigente legislazione nel settore sanitario nei casi di squilibrio economico, nonché le disposizioni in materia di applicazione di incrementi delle aliquote fiscali per le regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari;
  • resta fermo il limite della maggiorazione di 0,5 punti percentuali ove la regione abbia disposto la riduzione dell’IRAP.

Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano, invece, possono maggiorare l’aliquota di base dell’addizionale  – pari all’1,23 % – fino a 0,5 punti percentuali, in quanto per tali autonomie speciali continuano ad applicarsi le disposizioni dell’art. 50 del D.Lgs. n. 446 del 1997.
Detta maggiorazione, a decorrere dall’anno 2014 può arrivare fino ad un massimo di 1 punto percentuale esclusivamente al fine di consentire la predisposizione delle misure di copertura finanziaria degli oneri derivanti dal rimborso delle anticipazioni di liquidità previste dall’art. 3-ter del D.L. n. 35 del 2013.

L’addizionale regionale è versata, in unica soluzione e con le modalità e nei termini previsti per il versamento delle ritenute e del saldo dell’IRPEF, alla regione in cui il contribuente ha il domicilio fiscale alla data del 1° gennaio dell’anno cui si riferisce l’addizionale stessa.

L’addizionale regionale all’IRPEF è un “tributo proprio derivato”, vale a dire un tributo istituito e regolato dalla legge dello Stato, il cui gettito è attribuito alle regioni che devono, pertanto, esercitare la propria autonomia impositiva entro i limiti stabiliti dalla legge statale.

Il gettito dell’addizionale regionale all’IRPEF concorre, nella misura e nelle forme stabilite dalla legge, al finanziamento del Servizio sanitario nazionale.

Nel caso in cui le Regioni sottoposte ai Piani di rientro dai deficit sanitari, in sede di verifica annuale, non raggiungano gli obiettivi previsti trova applicazione l’incremento automatico nella misura fissa di 0,30 punti percentuali rispetto al livello delle aliquote vigenti, come stabilito dall’art. 2, comma 86, della legge 23 dicembre 2009, n. 191.

12GEN2023

Fondo Professioni: presentazione dei piani formativi su quattro Avvisi

Il Consiglio di Amministrazione di Fondoprofessioni ha deliberato la pubblicazione di sei Avvisi, destinati al finanziamento della formazione dei dipendenti degli Studi/Aziende.

15DIC2022

CCNL: Protocollo Straordinario Confcommercio

Nell’ambito del percorso negoziale per il rinnovo del CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi, è stato sottoscritto, in data 12 dicembre 2022, un Protocollo Straordinario di Settore tra Confcommercio-Imprese per l’Italia e le OO.SS. di categoria Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs.

14DIC2022

Cooperative: firmato un Protocollo straordinario

Le società cooperative della grande distribuzione e le organizzazioni sindacali di settore, nelle more del rinnovo del CCNL per il quale sono in corso trattative, hanno sottoscritto, in data 12 dicembre 2022, un accordo con il quale viene riconosciuta una “una tantum” di 350 euro in due tranche, parametrata sul quarto livello, e, a partire dal mese di marzo 2023, una somma mensile di 30 euro quale anticipo dei futuri aumenti contrattuali.

25NOV2022

CIFA: accreditamento delle piattaforme per una formazione tracciabile

Cifa e Confsal insieme con Fonarcom propongono l’accreditamento delle piattaforme per una formazione tracciabile.

18NOV2022

ARAN: Comparto Funzioni locali – sottoscritto il CCNL definitivo

Il 16 novembre 2022 l’Aran e i sindacati hanno sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il triennio 2019-2021, relativo ai circa 430.000 dipendenti del Comparto delle Funzioni locali.

08NOV2022

Fonarcom: Nasce DGTales, la Community di Fonarcom dedicata al Digital Learning

Fonarcom informa della nascita di DGTales, la Community dedicata al Digital Learning.

07NOV2022

ARAN: sottoscritto il testo del CCNL del Comparto Sanità 2019-2021

In data 2 novembre 2022 l’Aran e le parti sindacali hanno definitivamente sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al personale del Comparto Sanità per il triennio 2019/2021.

26SET2022

CIFA Italia: corso di Contrattazione collettiva aziendale di qualità

CIFA Italia, in un comunicato stampa del 26 settembre 2022, informa l’avvio di un corso di Contrattazione collettiva aziendale di qualità per i nuovi modelli organizzativi.

09SET2022

CIFA: FederItaly entra nel sistema associativo CIFA Italia

CIFA Italia, in un comunicato stampa dell’8 settembre 2022, informa che FederItaly, federazione di imprese per la Tutela e Promozione del Made in Italy, entra nel sistema associativo CIFA Italia. 

05SET2022

ENPACL: dichiarazione obbligatoria 2022

L’ENPACL (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro) informa che a partire da giovedì 1° settembre è disponibile nell’area riservata dei ‘Servizi ENPACL on line’ la procedura per rendere la dichiarazione obbligatoria del volume d’affari IVA e del reddito professionale prodotti nell’anno 2021.

25AGO2022

ARAN: il CCNQ per la definizione della composizione delle aree di contrattazione collettiva nazionale

L’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) comunica di aver sottoscritto, in data 10 agosto 2022, il CCNQ per la definizione della composizione delle aree di contrattazione collettiva nazionale di cui all’art. 7 del CCNQ 3 agosto 2021.

13AGO2022

CIFA: Programmi elettorali – l’appello ai partiti

Il presidente di CIFA Italia, Andrea Cafà, ha pubblicato, in data 12 agosto 2022, un comunicato stampa con il quale fa un appello ai partiti politici: “Si presti grande attenzione ai titolari di partita Iva ai professionisti e alle micro e piccole imprese”.

11LUG2022

EBIPRO: Studi professionali – rimborso delle spese sostenute per il trasporto pubblico

EBIPROinforma che in via sperimentale e nei limiti delle risorse stanziate, al fine di incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico, rimborsa ai dipendenti di datori di lavoro in regola con i versamenti alla bilateralità (C.A.DI.PROF/E.BI.PRO.) e con un’anzianità contributiva di almeno 6 mesi al momento della richiesta, parte delle spese sostenute a titolo personale per l’utilizzo in abbonamento del trasporto pubblico nel tragitto casa-lavoro e viceversa.

11LUG2022

Fonarcom: La FaD non è misura emergenziale ma un ulteriore ambiente formativo

Il presidente di Fonarcom, Andrea Cafà, presenta la costituzione di una Community che, a settembre, accoglierà i professionisti della formazione.

07LUG2022

FONDO EST: GDPR 2016/679 – nuova procedura censimento utenze

Il Fondo EST (Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dei settori terziario, turismo servizi e settori affini) ha pubblicato la circolare n. 3 del 4 novembre 2021, con la quale comunica che dal 4 luglio 2022 è richiesto, alle aziende, ai consulenti e ai centri servizi che accederanno alla piattaforma, di accreditarsi nominalmente, così come previsto dalla vigente normativa.

30GIU2022

ENPACL: erogazione automatica del bonus 200 euro ai pensionati

L’ENPACL (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro) informa che, con riferimento alla indennità di 200 euro, di cui all’articolo 32 del decreto-legge n. 50/2022, definite le istruttorie, provvederà d’ufficio, entro il mese di luglio 2022, alla liquidazione dell’importo spettante agli aventi diritto, senza necessità per gli stessi di produrre apposita domanda.

28GIU2022

CCNL: firmato il rinnovo del contratto collettivo Federcasse

Federcasse e le Segreterie Nazionali delle organizzazioni sindacali del Credito Cooperativo – Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Ugl Credito – hanno sottoscritto, in data 11 giugno 2022, l’accordo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i circa 36 mila dipendenti appartenenti alle Aree Professionali e Quadri Direttivi del sistema del Credito Cooperativo italiano, scaduto il 31 dicembre 2019.

27GIU2022

FESTIVAL DEL LAVORO: debutta il nuovo CCNL per gli Studi professionali

E’ stato presentato al Festival del Lavoro, dello scorso giugno 2022, il nuovo Ccnl per gli studi professionali. 

23GIU2022

CIFA-Confsal: salario minimo – condivisibile la posizione del ministro Orlando

Cifa e Confsal, in un comunicato stampa emesso a latere di un evento organizzato da Fonarcom e da Cifa Italia al Festival del Lavoro 2022, hanno condiviso la posizione del ministro Orlando in materia di salario minimo.

21GIU2022

CCNL Chimico Farmaceutico: intesa sul rinnovo – triennio 2022-2025

In data 13 giugno 2022 è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore chimico farmaceutico tra le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e quelle aziendali di Federchimica e Farmindustria.

14GIU2022

CCNL: Metalmeccanica Confapi – adeguamento dei minimi retributivi

In adempimento a quanto stabilito nell’Accordo di rinnovo del Ccnl Metalmeccanica – Confapi, del 26 maggio 2021, è stato sottoscritto, in data 9 giugno 2022, tra Unionmeccanica, Confapi e Fim-CISL, Fiom-CGIL e Uilm-UIL, l’accordo in materia di adeguamento dei minimi contrattuali, indennità di trasferta e indennità di reperibilità.

30MAG2022

CIFA: alta formazione e patti territoriali

Il presidente dell’associazione di imprese CIFA Italia, Andrea Cafà, in un comunicato stampa del 30 maggio 2022, in tema di Alta formazione delle imprese, afferma come i Patti territoriali debbano essere la leva per costruire un efficace “ecosistema della formazione permanente”.

23MAG2022

Fondo Cometa: aumenta il contributo aziendale per gli under 35

Ne avevamo parlato in un numero precedente di CometaNews. E ora è quasi giunto il momento. Dal 1° giugno2022, per i lavoratori under 35 neoiscritti a Cometa scatta l’innalzamento del contributo a carico del datore di lavoro dal 2% al 2,2%.

18MAG2022

Poste Italiane: Premio di Risultato 2021 e Welfare aziendale

Poste Italiane ha ufficializzato i dati relativi alla rendicontazione degli obiettivi relativi al Premio di Risultato dell’anno 2021, tutti pienamente raggiunti, con conseguente erogazione dei relativi importi, nella percentuale del 100%, in busta paga del prossimo mese di giugno.

16MAG2022

CIFA: maggiore sinergia pubblico-privato per sviluppo Sud Italia

Il presidente dell’associazione di imprese CIFA Italia, Andrea Cafà, in un comunicato stampa del 16 maggio 2022, apprezza l’intervento del ministro per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna al Forum Verso Sud.

11MAG2022

San.Arti: fruizione gratuitamente di tutti i 4 Pacchetti prevenzione

San.Arti comunica che fino al 30 giugno 2022 i dipendenti iscritti possono usufruire gratuitamente di tutti i 4 Pacchetti prevenzione, anziché uno solo a scelta tra quelli proposti, si tratta di:…

11MAG2022

ARAN: CCNL del personale del comparto funzioni centrali – 2019-2021

E’ stato firmato, nella giornata del 9 maggio 2022, dall’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e le Organizzazioni e Confederazioni sindacali rappresentative del Comparto Funzioni Centrali, il nuovo CCNL per il personale del comparto funzioni centrali per il triennio 2019-2021.

10MAG2022

CIFA: La flessibilità garantisce stabilità e crescita occupazionale

Il presidente dell’associazione di imprese CIFA Italia, Andrea Cafà, in un comunicato stampa del 10 maggio 2022, puntualizza alcuni concetti in merito all’atavico dibattito della flessibilità nei rapporti di lavoro.

02MAG2022

Sanilog: scadenze al 16 maggio 2022

Sanilog ha pubblicato la circolare n. 4 del 19 aprile 2022, con la quale ricorda che entro e non oltre il 16 maggio 2022 le aziende dovranno versare: …

20APR2022

ASSOLAVORO: accordo per il sostegno dei soggetti sottoposti a protezione internazionale e temporanea

Assolavoro e i sindacati di categoria Nidil Cgil, Felsa Cisl, UilTemp hanno sottoscritto un accordo volto a promuovere una serie di azioni finalizzate ad agevolare l’accoglienza, l’inclusione e l’inserimento socio-lavorativo dei titolari di protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria), protezione temporanea e protezione speciale.

il manifesto

Schlein: «Il mio Pd sarà credibile nella difesa dei più deboli»

INTERVISTA. La candidata: se vinco sarà chiaro chi rappresentiamo. Il neoliberismo va contrastato. Con Bonaccini siamo molto diversi su linea politica e idea di partito: io voglio aprire a chi sta fuori. Franceschini? La nostra è una proposta di rottura dei vecchi schemi. I 5S? Serve collaborazione, non competizione. A partire dal lavoro: sì al salario minimo e alla riduzione dell’orario a parità di salario, stop ai contratti a termine
 
 
 
 
 
 

Nuovo!

Elly Schlein. Mai come in questo momento il Pd appare in crisi. Che partito serve per l’Italia del 2023?

Serve un Pd che torni credibile agli occhi delle fasce più fragili e povere della società. Per farlo occorre una visione chiara sul futuro del paese, e un nuovo gruppo dirigente che abbia la credibilità per portarla avanti. Questa visione è già presente nella società, ha già coinvolto le nuove generazioni, mentre la politica è ancora in ritardo. Si basa tre nodi fondamentali: contrasto delle diseguaglianze, battaglia contro la precarietà e lo sfruttamento del lavoro e cura del pianeta. Le forze progressiste, non sono in Italia, non sono state finora in grado di anticipare le grandi trasformazioni che spaventano la società: climatica, tecnologica e demografica. Se non le guidiamo con politiche redistributive, queste trasformazioni avvengono lo stesso, ma le pagano sempre gli stessi: i più fragili. Io vorrei un Pd che si reimmerge nelle fratture della società.

Esempi concreti?

Il tema della casa, che è stato troppo sottovalutato. Servono più case popolari e più sostegno all’affitto, su cui questo governo ha già fatto gravi passi indietro. E poi investimenti di efficientamento energetico sul patrimonio edilizio, per abbassare bollette ed emissioni. In Emilia Romagna l’abbiamo fatto. Non ci sono compartimenti stagni tra queste battaglie, comprese quelle sul lavoro: il governo colpisce i più poveri abolendo il reddito di cittadinanza, aumenta la precarietà coi voucher, pensa di estendere i contratti a termine. Vivono in un altro paese. Cosa significa parlare di “persone occupabili” in alcune aree del sud? Che vuol dire insistere sulla natalità se non si vede che la precarietà e i bassi salari rendono difficile fare figli e spingono i ragazzi ad emigrare?

Da un mese lei gira per l’Italia. Cosa ha visto nel popolo del Pd e del centrosinistra?

Già nella campagna elettorale estiva avevo notato che sui temi che ho citato c’è molta consapevolezza. Anche per questo ho deciso di buttarmi e dare il mio contribuito. La stupirò: vedo un clima di entusiasmo, anche in un momento difficile. C’è una grande voglia di ritrovare una casa, passione e motivazione. Da nord a sud è come si ci fosse un ricongiungimento familiare tra i militanti che vogliono essere ascoltati, tante persone che, come me, si erano allontanate e che stanno tornando. E anche persone che si affacciano per la prima alla vita di un partito. Il mio compito è unire questi mondi.

Un congresso è anche rapporto con gruppi dirigenti, correnti, un risiko.

Per me è più naturale un dialogo con la base che con i gruppi dirigenti. Parliamo una lingua nuova che non tutti capiscono. Ma mi fa molto piacere ricevere il supporto di amministratori, parlamentari, dirigenti che vogliono unirsi a una sfida che non è solo di visione, ma anche di metodo. I problemi del Pd non solo stati solo di linea politica, e questo non si può più tacere: va cambiato il metodo di selezione delle classi dirigenti, ad esempio con le primarie per i parlamentari che superino la cooptazione delle correnti. Bisogna aprire un varco per donne e giovani, che si sono scontrati con dinamiche di gestione del potere respingenti. Vorrei ribaltare questo schema: è una scommessa, ma se ne sente il bisogno.

Dario Franceschini, uno dei big storici del Pd, sostiene lei. Dice che bisogna cambiare tutto. Che effetto le fa?

La nostra è una proposta di rottura dei vecchi schemi, e mi fa piacere che ne capiscano l’esigenza anche persone che hanno un percorso diverso dal mio. Vogliamo sanare le ferite, cambiare tutto nel nome di una visione più chiara e di un metodo diverso. Serve una forte discontinuità.

Uno dei temi rimossi dalla vita del Pd è il conflitto sociale. Nadia Urbinati e altri hanno provato a portare questo tema, insieme alla critica al neoliberismo, nel dibattito sul nuovo manifesto dei valori. Sono stati tacciati di estremismo.

L’errore è stato pensare che quel conflitto si fosse esaurito. La storia di questi anni dimostra che dobbiamo scegliere chi rappresentare: se vuoi essere tutto il suo contrario alla fine non rappresenti più nessuno. In tutta Europa le forze progressiste discutono di come superare un modello di sviluppo neoliberista insostenibile che alimenta le diseguaglianze e distrugge il pianeta. Su questo vorrei una discussione franca, che ammetta gli errori e le contraddizioni del nostro passato.

Nel suo partito non tutti condividono la critica al neoliberismo.

Se qualcuno pensa che in questi 15 anni sia andato tutto bene lo dica. Stiamo toccando i livelli di povertà più alti dal 2005, il lavoro è frammentato e impoverito, il pianeta rischia di diventare inabitabile. Qualcuno pensa che sia un approccio troppo radicale? Non lo pensa larga parte del mondo scientifico, dei giovani, della Chiesa. È la realtà che ci impone di cambiare il modello di sviluppo.

Come?

Via i contratti pirata, limitare quelli a termine come in Spagna, salario minimo a 9,50 euro l’ora. Scrivere le nuove tutele del lavoro digitale, come chiede anche la commissione europea. Ed è maturo anche il tempo di riflettere sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. La politica ha il dovere di redistribuire i vantaggi dell’innovazione tecnologica, lo stanno sperimentando, in Spagna, Belgio, Regno Unito. E poi stop alle trivelle, basta con le fonti fossili. Serve una legge per lo stop al con sumo di suolo, sostegno alle imprese green.

Su molti di questi temi c’è una forte competizione col M5S. Il Pd con lei potrebbe fermare l’opa di Conte?

Le elezioni le abbiamo perse tutti. Dal giorno dopo auspico una convergenza in Parlamento su alcuni temi come il salario minimo. Bisogna unire gli sforzi, altro che competizione. Non farlo sarebbe irresponsabile.

Se lei vince il Pd guarderà più ai 5 stelle? Calenda e Renzi vorrebbero allearsi con Bonaccini, non con lei.

La priorità è ridarci un’identità comprensibile e credibile. Poi vediamo chi ci sta. Io auspico la costruzione di un fronte largo, ma non mi stupiscono le parole di Renzi contro di me: sono uscita dal Pd in rottura con le scelte scellerate che ha fatto il suo governo. Questo non ha impedito di fare alleanze locali, dove c’era chiarezza di programmi, come a Bologna, dove il dato generazionale ci ha molto aiutato a superare le pregiudiziali politiche.

A livello nazionale resta un muro tra lei e il terzo polo?

Il Jobs Act resta un grave errore, e io intendo andare nella strada opposta. Con Zingaretti e poi con Letta i dem hanno già fatto passi avanti, che si sono visti nel programma elettorale: hanno consentito a quelli come me di tornare a dialogare. Ma le fratture con il i mondi del lavoro, della scuola e del terzo settore sono state molto pesanti. Anche sul tema dell’immigrazione. Il mio Pd non firmerebbe mai i memorandum con la Libia e abolirebbe una legge come la Bossi-Fini, che in vent’anni ha fallito su tutta la linea creando solo irregolarità e ricattabilità dei più deboli.

Lei cosa propone sull’immigrazione?

Al Parlamento Ue avevamo ottenuto una maggioranza sulla revisione del trattato di Dublino per una distribuzione più equa dei richiedenti asilo. Sono stati i paesi alleati con Meloni a farlo saltare. Questa destra se la prende coi deboli, costringe le navi delle ong a lunghi viaggi per approdare in porti lontani, una cosa disumana e illegale, ma con i forti come Orban tiene la testa bassa.

Lei parla di richiedenti asilo. Ma sui migranti economici che proposte ha?

Chi chiede protezione internazionale ha il diritto che la sua richiesta sia esaminata in Europa, non in Libia. Per i migranti economici serve un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, basta con le sanatorie ex post. Bisogna sapere chi arriva e dare il tempo per trovare il lavoro: ci sono molti settori in cerca di forza lavoro. E basta con la guerra alle ong che stanno sopperendo alla mancanza di una missione di ricerca e soccorso istituzionale, una Mare Nostrum europea.

Vuole dirci in cosa si differenzia da Bonaccini?

Sulla linea politica siamo molto diversi. Lui lo sa e per questo nel 2020 mi chiese una mano per impedire la vittoria delle destre in Emilia-Romagna. Abbiamo dimostrato di saper governare insieme e comporre queste diversità. Ma siamo distanti anche sul modello di partito che abbiamo in testa.

Si riferisce al lungo braccio di ferro sulle primarie online?

Sono contenta che si sia trovato un accordo. E che si sia aperto alla possibilità di votare anche online per allargare la partecipazione. Io credo che questo faccia parte di un’idea di partito che ha l’assillo di coinvolgere i più deboli che si sono rifugiati nell’astensione. –

Sant’ Ilario di Poitiers

 

Sant’ Ilario di Poitiers


Nome: Sant’ Ilario di Poitiers
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Nascita: 310 circa, Poitiers, Francia
Morte: 368, Poitiers, Francia
Ricorrenza: 13 gennaio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria facoltativa
Nacque Ilario a Poitiers, in seno al paganesimo, da una delle più illustri famiglie di Francia. Ecco come avvenne la sua conversione. Si pose un giorno a leggere la Sacra Bibbia, e giunto alle parole: « Ego sum qui sum: Io sono Colui che sono », ne fu fortemente impressionato. Continuò a leggere e illuminato sulla onnipotenza di Dio, piegò la mente ad adorarlo come suo Creatore e Signore. Essendo così disposto, ricevette il santo Battesimo. Modellò allora la sua vita secondo le massime del Vangelo, ed era così zelante nello spingere anche gli altri alla pratica delle virtù, che si sarebbe detto un sacerdote. Il popolo di Poitiers tanto lo ammirava, che unanimemente lo elesse proprio vescovo, nonostante tutte le sue rimostranze. Dopo la elezione, egli non si considerò più che come uomo di Dio, e predicava con zelo instancabile, muovendo i peccatori alla conversione.

Egli era pieno di riverenza per la verità, ed era pronto a tutto quando si trattava di prenderne la difesa. Avendo l’imperatore Costanzo radunato a Milano un concilio per la condanna di S. Atanasio, S. Ilario gli scrisse un libro in cui cercò di convincerlo a lasciar liberi i Cattolici di esercitare la religione cristiana coi loro vescovi, e per far meglio conoscere l’orrore in cui egli aveva l’eresia, si separò dalla comunione dei vescovi occidentali che avevano abbracciato l’Arianesimo. Costanzo lo fece esiliare in Frigia, ma i suoi fedeli non si staccarono da lui, ed egli continuò a governarli per mezzo dei sacerdoti. Nell’esilio il santo Vescovo non si lamentò mai dei nemici, anzi impiegò il tempo a scrivere varie opere dotte, tra le quali il Trattato della Trinità, in cui difende la consustanzialità del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo così bene da essere chiamato il Dottore della Trinità; dimostrando che la Chiesa è una, fa vedere come tutti gli eretici siano fuori di lei. Spiega inoltre come l’Arianesimo non sia la vera dottrina, perchè non fu rivelata a S. Pietro. Altra sua opera è il libro sui Sinodi, per spiegare i termini di cui si servivano gli Ariani, dimostrandone le contraddizioni.

Intanto si radunò in Seleucia un concilio di eretici per annullare i canoni di quello di Nicea. S. Ilario vi fu invitato, ed egli vi si recò per difendere la vera fede, ma poi udendo le orribile bestemmie che si dicevano contro la divinità di Gesù Cristo, si ritirò a Costantinopoli, chiedendo di tenere in pubblico delle conferenze con l’eretico Saturnino. Gli Ariani se ne intimorirono. e tacciandolo di imbroglione e perturbatore della pace, lo fecero rimandare a Poitiers, dove fu accolto colla più grande allegrezza. Riunì allora un concilio nelle Gallie, vi condannò gli atti del concilio di Rimini, e scomunicò Saturnino. Questo concilio portò i più benefici effetti: cessarono gli scandali, e la fede fu riconosciuta in tutta la sua purezza. Morì l’anno 368. Negli scritti che ci ha lasciati, vi si trova uno stile nobile, fiorito, sublime, ma più che tutto, un vero spirito di pietà; egli non ebbe altro fine che di far conoscere il nome santo di Dio, ed infuocare i cuori della sacra fiamma del suo amore.

PRATICA. L’esempio di questo grande Dottore ci stimoli a confessar la verità senz’alcun rispetto umano.

PREGHIERA. O Signore, che al popolo tuo desti per ministro di eterna salvezza il beato Ilario, deh! fa’ che come l’abbiamo avuto dottore sulla terra, così meritiamo di averlo intercessore in cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Poitiers, in Frància, il natale di sant’Ilario, Vescovo e Confessore, il quale, per aver difeso strenuamente la fede cattolica, fu relegato per quattro anni nella Frigia, e, fra gli altri miracoli, vi risuscitò un morto. Il Sommo Pontefice Pio nono lo dichiarò e confermò Dottore della Chiesa universale.