Archivi giornalieri: 11 gennaio 2023

Assegno unico universale 2023

ASSEGNO UNICO UNIVERSALE 2023

16 Dicembre 2022

 

assegno unico universale 2023L’Assegno Unico Universale è una misura economica mensile destinata alle famiglie con figli a carico, che ha sostituito il bonus mamma o premio alla nascita, il bonus bebè o assegno di natalità, gli assegni famigliari, l’assegno al nucleo famigliare con almeno tre figli minori erogato dal comune e le detrazioni fiscali per i figli fino ai 21 anni. 

Inoltre, devono essere sempre comunicate per tempo tutte le variazioni che possono intercorrere all’interno del proprio nucleo famigliare. 

Per coloro i quali invece non hanno mai presentato la domanda, possono presentarla in qualsiasi momento ma l’erogazione della prestazione partirà dal mese successivo alla presentazione stessa. 

Per continuare a percepire l’Assegno Unico Universale dovrà essere rinnovato il modello ISEE per l’anno 2023 

Infatti a decorrere dal 1 marzo 2023, per coloro che, nel corso del periodo gennaio 2022 – febbraio 2023, hanno presentato una domanda di Assegno Unico, e la stessa domanda non sia stata respinta, revocata, decaduta o oggetto di rinuncia da parte del richiedente, l’Inps continuerà ad erogare d’ufficio tale misura senza la necessità di presentare una nuova domanda a condizione che i requisiti rimangano soddisfatti.

Coloro i quali invece hanno presentato una domanda ma devono comunicare delle variazioni oppure la loro domanda è stata revocata, decaduta respinta o è stata oggetto di rinuncia da parte del richiedente, dovranno presentare una nuova domanda all’Inps entro il 30 giugno 2023 per beneficiare della prestazione dal 1 marzo 2023.

Restiamo in attesa di aggiornamenti da parte dell’ente previdenziale.

Il Caf Acli è a disposizione per il rinnovo del modello ISEE, trova la sede a te più vicina su www.cafacli.it  

NOVITÀ LEGGE DI BILANCIO (in aggiornamento) 

Assegno Unico Universale: aumenti in arrivo a gennaio 2023 

Dal primo gennaio 2023, se la Legge di Bilancio non subirà ulteriori modifiche, l’Assegno Unico Universale per i figli sarà maggiorato del 50% per i nuclei famigliari contenenti figli fino al primo anno di vita (indipendentemente dal reddito familiare).  

Per i nuclei famigliari numerosi, dai tre figli in su, l’aumento è esteso a tutti i figli fino ai tre anni di età, a condizione che il reddito ISEE non superi i 40.000 euro. 

Per tutti gli altri aventi diritto all’Assegno Unico Universale potrebbe invece esserci un aumento dell’importo con una correzione in base all’inflazione che potrebbe persino superare il 7,3%. 

Inoltre verrà resa stabile la maggiorazione prevista per i figli disabili maggiorenni fino ai 21 anni di età; precedentemente introdotta solo per l’anno 2022. 

L’importo minimo aumenterà dunque di 25 euro, passando da 50 euro a 75 euro, mentre quello massimo dovrebbe attestarsi a 262,5 euro, con un aumento netto di 87,5 euro per i nuclei famigliari di cui sopra trattato.  

 Ecco di seguito lo schema delle simulazioni: 

  • fino a 15mila euro: aumento di 87 euro al mese (+1.050 euro l’anno); 
  • fino a 20mila euro: aumento di 75 euro al mese (+900 euro l’anno); 
  • fino a 25mila euro: aumento di 62,5 euro al mese (+750 euro l’anno); 
  • fino a 30mila euro: aumento di 50 euro al mese (+600 euro l’anno); 
  • fino a 35mila euro: aumento di 37,5 al mese (+450 l’anno); 
  • fino a 40mila euro e oltre: aumento di 25 euro al mese (+300 euro l’anno). 

Katia Marazzina 

Osservatorio Assegno unico: i dati fino a novembre 2022

Osservatorio Assegno unico: i dati fino a novembre 2022

È stato pubblicato l’Osservatorio statistico sull’Assegno unico e universale, con i dati relativi alle domande presentate all’Istituto dai cittadini, dai patronati e tramite Contact center nel periodo gennaio-novembre 2022 e ai pagamenti relativi al periodo marzo-novembre 2022.

L’Osservatorio fornisce le informazioni statistiche sui beneficiari della misura e sui relativi valori economici. Si compone di due sezioni, con i dati relativi all’Assegno unico erogato ai soggetti non titolari di Reddito di Cittadinanza e i dati riferiti alle integrazioni per i percettori di RdC, ai quali l’importo effettivo erogato viene determinato sottraendo dall’importo teorico spettante la quota di RdC relativa ai figli che fanno parte del nucleo familiare.

Nei primi undici mesi del 2022 sono pervenute 6.134.827 domande di Assegno unico, riferite a 9.366.580 figli.

Con riferimento a novembre, il 45,6% dei figli raggiunti dalla misura si concentra al Nord, e per essi si osservano importi medi più modesti avendo livelli di ISEE più elevato, mentre al Sud vi è una minore consistenza di beneficiari (34%) con importi mensili mediamente più alti in relazione a livelli di ISEE mediamente più bassi in queste aree. Il valore minimo dell’importo si registra nella provincia autonoma di Bolzano, dove per ciascun figlio si ha un importo mensile pari a 134 euro, e il valore massimo, pari a 167 euro per ciascun figlio, si registra in Calabria.

Nel caso di percettori di RdC, analizzando il numero di nuclei e i corrispondenti figli per i quali in ciascun mese del periodo marzo-novembre sono state calcolate le integrazioni dovute al riconoscimento dell’Assegno unico, la spesa effettiva complessiva risulta di 534 milioni di euro, erogati mediamente a 357.474 nuclei al mese, con riferimento a 588.406 figli.

L’integrazione media per nucleo risulta pari a 166 euro al mese, mentre l’importo per ciascun figlio, sempre calcolato come media dei primi nove mesi di vigenza della misura, è risultato di 101 euro.

Santo Bambino di Praga

 

Santo Bambino di Praga


Nome: Santo Bambino di Praga
Titolo: Statuetta lignea
Ricorrenza: 11 gennaio
Tipologia: Commemorazione
Nella chiesa Santa Maria della Vittoria a Praga è venerata la statua del Gesù Bambino di Praga, una splendida statuetta di legno ricoperta di cera. Secondo la leggenda è stata realizzata da un autore sconosciuto su richiesta di un frate a cui apparve Gesù in sembianze da bambino.

La duchessa spagnola Maria Manrique de Lara se ne appropriò, o forse le fu donata per le nozze; in seguito sua figlia la regalò al monastero dei Carmelitani scalzi che si trovava appunto presso la chiesa di Maria Vergine Vittoriosa. Qui rimase fino al 1631, anno in cui i Sassoni attaccarono Praga e saccheggiarono il convento, danneggiando la statuetta e gettandola tra le rovine.

Fu ritrovata solo 5 anni dopo da padre Cirillo della Madre di Dio, del convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monaco di Baviera. Grazie a lui la statuetta fu riparata e tornò ad essere venerata; a essa sono attribuiti diversi fenomeni miracolosi, tra cui la salvezza della città in occasione di un altro assedio.

Una famiglia del posto, i Martinic, devota al Santo Bambino, promosse, nel 1651, il pellegrinaggio della statuetta nelle chiese della città, e nel 1665 il vescovo ausiliare fece apporre sulla sua testa una corona d’oro voluta dal devoto nobile Bernardo Ignazio di Martinic. Avvenimento che ancora oggi viene ricordato l’ultima domenica di maggio.

Posta nell’altare laterale di mezzo, la statua, grazie alla devozione dei fedeli, iniziò presto ad essere circondata da ex voto di ringraziamento per le grazie ricevute; ciò ha contribuito alla sua rinomanza in vari Paesi.

La statua del Gesù Bambino di Praga è alta solo 45 centimetri circa, ha due corone, ovvero quella originale del 1767 e una che risale al 1810, e diversi vestitini. Quasi cento, alcuni risalenti al 1700, di diversi tessuti e colori che vengono cambiati nell’arco dell’anno.

Tra i miracoli attribuiti alla statuetta ve ne sono anche di recenti, come quello di Tamara, una bimba brasiliana che per camminare doveva utilizzare dei sostegni. I suoi genitori recitarono una novena al Santo Bambino di Praga e al sesto giorno Tamara riuscì a camminare da sola. Il miracolo era avvenuto, e per ringraziare il Gesù Bambino i genitori volarono, nel 1995, fino a Praga.

Anche una donna indiana paralizzata, dopo una visione del Santo Bambino di Praga, recitò una novena e piano piano, dopo poche settimane, guarì e poté rialzarsi. Nel 1994, all’età di 71 anni, con i risparmi di una vita andò a ringraziare l’artefice della sua guarigione, fino a Praga.

SUPPLICA

O Bambino Gesù, io ricorro a Voi, e Vi prego che per l’intercessione della vostra Santa Madre, vogliate assistermi in questa mia necessità (si può esporla), perché credo fermamente che la vostra Divinità mi può soccorrere.

Spero con tanta fiducia di ottenere la vostra santa grazia. Vi amo con tutto il mio cuore e con tutte le forze dell’anima mia; mi pento sinceramente dei miei peccati, e Vi supplico, o buon Gesù, a darmi la forza di trionfarne.

Propongo di non più offendervi, e a Voi mi offro disposto a tutto soffrire, anziché darvi il minimo disgusto.

D’ora innanzi voglio servirvi con ogni fedeltà, e, per amor vostro, o Divin Bambino, io amerò il mio prossimo come me stesso. Pargoletto onnipotente, Signore Gesù, io di nuovo Ve ne scongiuro, assistetemi in questa circostanza…. (si può esporla).

Fatemi la grazia di possedervi eternamente con Maria e Giuseppe, e di adorarvi con gli Angeli santi nella Corte del Cielo. Così sia.

L’ uccisione del vicere’ Camarasa

L’uccisione del viceré Camarasa.

di Francesco Casula

Durante la loro esistenza (dal 1355 al 1718/20) vi furono tentativi ricorrenti degli Stamenti di rivendicare e di assumere più ampi poteri. Come in tutta Europa del resto, i Parlamenti lottavano contro i re/principi che invece tentavano di instaurare il loro potere assoluto.
L’episodio di maggiore frizione e conflitto fra il Parlamento sardo e il sovrano spagnolo avvenne nel 1655, quando gli Stamenti posero al sovrano una condizione secca: noi approviamo il donativo quando e se voi approvate le nostre richieste.
Fino ad allora il Parlamento che si riuniva ogni dieci anni, aveva posto il problema delle richieste ma slegate dall’approvazione del donativo. Ora invece è intransigente: senza l’accoglimento di ben 25 richieste, il donativo non verrà approvato.
Protagonisti di quel Parlamento sono l’arcivescovo di Cagliari (che era anche capo della Chiesa sarda) e soprattutto il marchese di Laconi don Agustin de Castelvì, «prima voce» dello stamento militare, che viene inviato a Madrid per spiegare (e convincere) il re in relazione alle richieste del Parlamento.Contrariamente all’uso dell’invio di un rappresentante per ogni stamento, don Agustin fu mandato lui solo a capo della delegazione, a riprova della fiducia che l’intero Parlamento, finalmente unito, salvo un gruppo nettamente minoritario, riponeva in lui.
Rimarrà per un anno a Madrid: resistendo a ricatti, minacce e lusinghe. Tentò anche forti mediazioni, riducendo le richieste da 25 a 5: una di queste non era altro che l’habeas corpus, cioè il principio secondo il quale nessuno può essere imprigionato senza il mandato di un giudice e sulla base di un reato definito; l’altra, molto più rilevante ai fini economici e sociali delle classi privilegiate che il Marchese di Laconi , rappresentava, era quella della riserva ai residenti in Sardegna di tutte le cariche, civili, religiose e militari.
Il Governo di Madrid, naturalmente, respinse le richieste, non solo per una questione di merito ma di principio: non poteva accettare la tesi dello scambio (donativo per approvazione richieste) perché in qualche modo avrebbe significato mettere in una situazione di parità il regno di Sardegna con quello di Spagna.
Di più: al suo ritorno in Sardegna agli inizi del 1668 il viceré Emanuel Gomez de los Cobos marchese di Camarasa, destituì il marchese di Laconi e il 24 maggio sciolse il Parlamento stesso. Circa un mese dopo, nella notte fra il 20 e il 21 giugno il marchese di Laconi fu ucciso. Il delitto, fu fatto ricadere sulla corte viceregia. E comunque un mese dopo fu assassinato anche il viceré Camarasa. Furono accusati la moglie e il suo amante, Salvatore Aymeric, cadetto dei conti di Villamar.
Uno scontro fra il viceré, il suo autoritarismo e il parlamento? E in particolare con il Marchese di Laconi, invero un po’ ribelle e bandolero ma caduto per la difesa degli interessi dei naturales sardi, di tutti indistintamente? Addirittura «redemptor y restaurador de la Patria»? «Padre del Pueblo» o «amparador de los pobres», espressioni che risultano da alcuni documenti dei giorni seguenti il delitto? Questo è il don Agustín che si vuole accreditare presso l’opinione pubblica. In realtà si tratta di un conflitto fra gli interessi delle classi privilegiate sarde e il Governo di Madrid che non vuole rinunciare minimamente al centralismo del suo potere e del suo dominio.
In altre parole, comunque: ”Non è certo possibile ricondurre questi episodi a un consapevole progetto di affermazione autonomistica e ‘nazionale’ dell’isola nei confronti della Spagna, ma essi sono comunque il segno di una monarchia non più vincente sul teatro politico e militare europeo in piena decadenza economica e civile, e che non ha più argomenti sufficienti per far accettare senza reazione le sue pretese centralistiche. E non può più offrire alle aspirazioni di affermazione delle élites, e forse dell’intera società sarda, un orizzonte di adeguato appagamento”* .
*A. Brigaglia A.Mastino G.G. Ortu, Storia della Sardegna 3, Editori Laterza, Roma-Bari 2002, pagina 31.