Archivi giornalieri: 30 gennaio 2023

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

morti bianche osservatorio nazionale

Iniziamo il 16esimo anno di monitoraggio con l’Osservatorio, volevo chiudere ma tantissimi italiani mi hanno manifestato la loro stima e pregato di continuare questo lavoro. l’Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro è stato visitato da oltre 3 milioni di italiani, quasi due milioni in questo blog e gli altri nel blog precedente, tante anche le visite dall’estero, è l’unico Osservatorio che monitora con lavoro volontario i morti sul lavoro in Italia e in Europa e Stati Uniti

Andamento nei 15 anni di monitoraggio. In questi 15 anni sono morti quasi 20000 morti complessivi, 9800 sui luoghi di lavoro, tutti registrati, chi parla di cali mente agli italiani, rispetto al 2021 si registra sui luoghi di lavoro un aumento dell’8% se si contano tutti i morti e non solo gli assicurati INAIL

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia Aperto il 1° gennaio 2008, chiuderà il 31 dicembre 2022 Il sito http://cadutisullavoro.blogspot.it Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 15 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro, indipendentemente dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto, perché in nero o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio, sono morti complessivamente oltre 18.500 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro. ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 29.000 Situazione in Italia e nelle Regioni/province al 31 dicembre 2022 Sono morti complessivamente 1499 lavoratori, 757 di questi sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere (sono stati 692 nell’intero 2021 i morti sui luoghi di lavoro, esclusi i morti per covid e ovviamente i morti sulle strade e in itinere). Questo dato comprende anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni), che ricordiamo non fa nessun monitoraggio, ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati, non ne fanno parte i morti in nero e gli agricoltori schiacciati dal trattore; spesso si tratta di anziani in pensione, ma non solo, alcuni hanno un doppio lavoro perché i terreni di famiglia non li sfamano e che non risultano da nessuna parte. INAIL nei primi dieci mesi dell’anno ha ricevuto 909 denunce di morti sul lavoro tra i suoi assicurati, in questo dato sono ricompresi anche i morti sulle strade e in itinere. In tutto sono 167 gli agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022, 107 gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno. Assieme all’edilizia l’edilizia in queste tre categorie si supera la metà dei morti sui luoghi di lavoro. I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 95 e rappresentano il 14% sul totale, se si escludono gli agricoltori schiacciati dal trattore quasi tutti italiani, molti lavoravano in nero. Altrettanti sono morti sulle strade: come non ricordare i 5 operai pakistani che all’alba da Torino andavano a lavorare in Lombardia, oppure i tre operai foggiani che tornava dal Molise? Spesso queste morti “in nero” hanno dinamiche terribili. Alcuni lavoravano in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha ammesso che erano loro dipendenti; capita spesso e succede per non avere gravi problemi e responsabilità penali, non essendo in regola. La percentuale di stranieri aumenterà progressivamente nei prossimi anni a causa della denatalità italiana: la loro conoscenza dei diritti/doveri e delle normative sulla Sicurezza diventerà determinante per porre argine a queste tragedie. Decessi sui luoghi di lavoro nelle Regioni e nelle province italiane Di seguito i morti sui luoghi di lavoro nelle Regioni e Province. In questi dati non sono contati i morti per covid, i morti in itinere e sulle strade, se non autotrasportatori, i morti sulle autostrade, in mare e all’estero. Bisogna tenere presente che i morti in itinere e sulle strade ogni anno sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui di seguito, ma noi preferiamo tenerli separati perché richiedono altri interventi, che sono differenti da quelli delle morti sui luoghi di lavoro. INAIL conteggia questi dati tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e le caratteristiche del fenomeno. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022 senza i morti sulle strade e in itinere e autostrade. 672 complessivi a carico delle Regioni, gli altri 83 morti sono per incidenti di autotrasportatori in autostrada, alcuni di questi morti in mare, al largo LOMBARDIA 107 Milano (21), Bergamo (12), Brescia (29), Como (7), Cremona (6), Lecco (8), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (4), Pavia (6) Sondrio (3), Varese (3) VENETO 65 Venezia (10), Belluno (4), Padova‎ (8), Rovigo (3), Treviso (10), Verona (13), Vicenza (17) CAMPANIA 59 Napoli (13), Avellino (5), Benevento (3), Caserta (20), Salerno (18) PIEMONTE 54 Torino (25), Alessandria (9), Asti (2), Biella (2), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (2) Vercelli (3) LAZIO 49 Roma (22), Viterbo (6) Frosinone (12) Latina (3) Rieti (6) SICILIA 46 Palermo (9), Agrigento (4), Caltanissetta (7), Catania (9), Enna (1), Messina (7), Ragusa (3), Siracusa (), Trapani‎ (6) EMILIA ROMAGNA 46 Bologna (5), Rimini (3) Ferrara (4) Forlì Cesena (9) Modena (7) Parma (1) Ravenna (4) Reggio Emilia (8) Piacenza (5) CALABRIA 31 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (6) Vibo Valentia (3) MARCHE 34 Ancona (14), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (4) TRENTINO ALTO ADIGE 32 Trento (22) Bolzano (10) PUGLIA 32 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (12), Lecce (8) Taranto (7) TOSCANA 30 Firenze (6), Arezzo (7), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (3, Pisa‎ (3), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 25 Cagliari (4) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (1), Nuoro (4), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (9).Sulcis iglesiente () ABRUZZO 18 L’Aquila (1), Chieti (8), Pescara (6) Teramo (3) UMBRIA 10 Perugia (9) Terni (1) LIGURIA 12 Genova (3), Imperia (3) La Spezia (3), Savona (3) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1 Trieste () Udine (5) Gorizia (1) BASILICATA 9 Potenza (5) Matera (4) VALLE D’AOSTA 3 (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia () Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor Infortuni mortali pervenuti a INAIL nei primi 11 mesi compresi i morti sulle strade e initinere1006 Infortuni mortali monitorati dall’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro 709 sui luoghi di lavoro 1380 con i morti sulle strade e in itinere

Grazie amici dell’Osservatorio, grazie a voi che lo avete sostenuto in tutti questi anni, l’inserimento del nome non comporta nessun impegno, ma è solo un ringraziamento per la vicinanza: Maria Luisa Capogreco cugina di Salvatore Caruso morto schiacciato dal trattore, aveva 26 anni, Maurizio Portaluri, Emidio Mazzoni, Giorgio Langella, Luciano Pomona, Stefano Cecchi, Marcello Maddalena Ernoni, Nicolino Camboni, Luigi D’Apoli, Piera Pirovano, Primo Acireale, Anna Battistetti, sorella di Mattia morto sul lavoro a 23 anni), Vincenzo Conte, Gianluca Tedesco Maesto Salvatore Morra, Guido Bianchini, Gino Candreva, Stefano farina, Domenico Nese, Enzo Perfetto, Aldo Dell’Accio, Giangrande, Vita Andrisani, Carla Landini, Luc Thibault, Marianna Viscardi madre di Lisa Picozzi morta sul lavoro nel 2010, Marco Pisolo Florio. Lala Quinti, figlia di Leonardo Quinti morto sul lavoro, Rita Somma, Stefano Magia, Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni, morto sul lavoro, Giusi Caggianese sorella di Antonio morto sul lavoro, • Claudio Balzanelli, Eleonora Vitale, Pierpaolo Pedevilla, Lorenzo Bianzani, Roberto Marega, Giampiero Arpaia, Massimiliano Quirico, Stefano Diba, Maurizio Patelli, Giampaolo Ferradini, Moni Loca, Valeria Zacchini, Laura Lostia, Enrico Cardinali, Armando Zenorini, Beppe Reburdo, Luciano La Placa, Nicoletta Terrassan, Nicola Durso, Lucietta Bellomo, Marisa Venturi, Massimo Masetti, Franca Francia, Elisabetta Selmi, Giorgio Archetti, Monica Coin , Franco Decoroso, Antonino Ughettini, Loris Morotti, Morotti Loris, Marco Lazzaroni Elsa Boetti, Claudio Berardi, Rosa Conti, Danila Ila Guidi, Alberto Scatizzi, Corrado Gianluca Morelli, Licio Dettori, Michele Pattoia, Luisa Atti, Barbara Santonocito, Salvatore Morra, Savio Galvani, Stelio Piccinelli, Marcello Atlarep, Rosetta Torrella, Katiuscia Marchetti, Sandra Bonaldi, Enzo Bianchini, Tiziano Venti, Mila Gherardi, Mafalda Caccamo, Fabio Trivellone, Carla Paci, Olga Bertaina, Francesco Vitale, Sandino Sociale, Nicoletta Dati, Bruno Alampi e Adelina Finzi, Carla Landini, Viler Zappaterra, Luca Falcetta, Valentino Minarelli, Dimer Marchi, Norma Bertullacelli, Luca Battaglia, Gino De Simone, Andrea Zanotti,Primo Acireale, Franco Iorio, Giovanni Pedranghelu, Rosa Poloni, Jonny Blaze, Carla Persi, Ettore Ariotti, Ciro Di Cristo, Samuela Guglielmi, Raffaella Ranieri, Anna Sbarrai, Mauro Mozzani, • , Rino Giangrande, Claudio Zanolo, Vanni Delucia, Fabio Maiorca, Margherita Gozzi, Laura Sobanska, Ferruccio Prato, Carlo Amabile, Stefano Montecchia Aldo Dell’Accio, Leonello Tronti, Annalisa Gardin, Carlo Loiodice, Claudio Moroni, Claudio Balzanelli, Eleonora Vitale, Pierpaolo Pedevilla, Lorenzo Bianzani, Roberto Marega, Giampiero Arpaia,, Massimiliano Quirico, Maurizio Patelli, Giampaolo Ferradini, Moni Loca, Valeria Zacchini, Laura Lostia, Enrico Cardinali, Armando Zenorini, Beppe Reburdo, Luciano La Placa, Nicoletta Terrassan, Nicola Durso, Dino Tibaldi, Mirella Santi, Lucietta Bellomo, Marisa Venturi, Massimo Masetti, Franca Francia, Elisabetta Selmi, Giorgio Archetti, Monica Coin, Franco Decoroso Antonino Ughettini, Loris Morotti, Marco Lazzaroni, Lanfranco Turci, Elsa Boetti, Claudio Berardi, Rosa Conti, Danila Ila Guidi, Alberto Scatizzi, Corrado Gianluca Morelli, Licio Dettori, Michele Pattoia, Luisa Atti, Barbara Santonocito o Salvatore Morra, Stelio Piccinelli, Marcello Atlarep, Rosetta Torrella, Sandra Bonaldi Franco Decoroso Antonino Ughettini, Loris Morotti Marco Lazzaroni Lanfranco Turci Elsa Boetti, Claudio Berardi Rosa Conti, Danila Ila Guidi, Alberto Scatizzi, Corrado Gianluca Morelli, Licio Dettori, Michele Pattoia, Luisa Atti, Barbara Santonocito, Salvatore Morra, Savio Galvani, Stelio Piccinelli Marcello Atlarep, Katiuscia Marchetti, Sandra Bonaldi, Gianni Devani, Gaia Neri, Oronzo Pedio, Giuseppe Davì, Bonacchi Raffaele, Francesca Scapin, Cinzia Abramo, Antonella Favali, Patrizia Guernelli Serafino Salerno, Francesco Sani, Franco Decoroso, Antonino Ughettini, Loris Morotti, Marco Lazzaroni, Lanfranco Turci, Elsa Boetti, Claudio Berardi Rosa Conti Danila Ila Guidi, Alberto Scatizzi, Corrado Gianluca Morelli Licio Dettori, Michele Pattoia, Luisa Atti, Barbara Santonocito, Savio Galvani, Marcello Atlarep, Rosetta Torrella, Katiuscia Marchetti, Sandra Bonaldi, Donata Barella, Fulvio Flammini Costanza Nocco, Iole Barbieri, Cristina Ravaioli Guido Alighieri, Giovanni Puggioni, Anna Maria Romeo, Flavio Franceschini, Domenico Nese, Gabriella Poma, Ciro Rinaldi, Luigi Romano, Barbara Ciucarilli, Bruno Canu, Nicolino Combani, Franco Decoroso Antonino Ughettini Loris Morotti Marco Lazzaroni Elsa Boetti Claudio Berardi Rosa Conti Danila Ila Guidi Alberto Scatizzi Corrado Gianluca Morelli Licio Dettori Michele Pattoia Luisa Atti Barbara Santonocito Savio Galvani Marcello Atlarep Rosetta Torrella Katiuscia Marchetti Sandra Bonaldi Donata Barella Fulvio Flammini Costanza Nocco Iole Barbieri Cristina Ravaioli Guido Alighieri Giovanni Puggioni, Anna Maria Romeo, Flavio Franceschini, Domenico Nese, Gabriella Poma, Ciro Rinaldi, Federica Remondino, Alessandro Balzano, Giorgio Guerra, Agnese Leofreddi, Ermes Dall’ Era, Rosita Silvestri, Asdrubale Pandolfini Patrizia Di Campli Alberto Ramari, Oscar Pellegrini, Marco Pier Giulio Magnani, Luca Stocchi, Pasquale Rizzo, Elena Gaetti, Ciro Aiello, Guido Provenzali, Vincenzo Santovito, Ida Orlando, Fernando Masci, Roberta Tagliavini, Michele Ravagnolo, Davide Pedriali, Claudio Petrelli, Giovanni Salierno, Livio Trentin, Michela Parmeggiani, Giovanni de Rose, Gian Carlo Lancini, Andrea Puccio, Valerio Borghetti, Elena Marchino, Antonello Angelini, Salvatore D’Amato, Vincenzo Barbato Stella Colombo, Enzo Bianchini Tiziano Venti, Mila Gherardi, Mafalda Caccamo, Fabio Trivellone, Carla Paci, Olga Bertaina, Francesco Vitale, Sandino Sociale, Nicoletta Dati, Adelina Finzi, Carla Landini, Viler Zappaterra, Luca Falcetta, Valentino Minarelli, Dimer Marchi, Norma Bertullacelli, Luca Battaglia, Gino De Simone

 Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

  • Siti di Carlo Soricelli

Casa Museo Carlo Soricelli a Casa Trogoni di Granag

Il rifiutismo

http://pitturapranica.blogspot.it/

Alcune poesie

https://soricellifioriscolpiti.blogspot.com/

 RAI2 TG2 INSIEME – Carlo Soricelli nella trasmissione di Marzia Roncacci

La fabbrica 2007 pochi giorni dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino. Il cuore rimasto in Fabbrica anche adesso che ho raggiunto la pensione Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano- Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica e tutte le fabbriche d’Italia- La classe operaia non è più centrale-il paradiso è diventato inferno di fiamme di fuoco e d’olio bruciato- di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane- Operai sfruttati come non è successo mai Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica e tutte le fabbriche d’Italia -Anche il nostro bravo Presidente urla instancabile le morti sul lavoro ma anche le sue sono urla impotenti- Addio Compagni di fatica, di sogni e d’ideali Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d’allora l’arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell’equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall’84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta l’artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d’ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l’intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l’esistenza ad un’unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E’ presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E’ l’ideatore e curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E’ il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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sabato 28 gennaio 2023

ieri in provincia di Caserta è morto un edile di 70 anni. terribile. Guardate il grafico e l’età dei morti sul lavoro nel 2022

morti per fascia di età sui luoghi di lavoro fino a 20 anni 14 dai 21 a 30 38 dai 31 a 40 59 dai 41 ai 50 90 51 ai 60 141 dai 61 ai 79 121 Ultrasettantenni 117 580 Di 157 non conosciamo l’età ma si può ricavare

Posted by Carlo Soricelli at 08:29 Nessun commento:  

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venerdì 27 gennaio 2023

Ma non è possibile anche questa mattina sono morti cinque giovani per incidenti sul lavoro a Roma

Non è possibile, da qualche anno siamo tornati agli anni 90 quando da genitore stavo sveglio tutta la notte fino a quando non sentivo le chiavi che aprivano il portone condominale e di casa. Una strage delle stesse proporzioni; occorre subito rinforzare i controlli e fare una campagna informativa sui pericoli che corrono; c’è solo uno che decide di vita e di morte per tutti, ed è solo dovuto all’alta velocità. occorre mettere controlli severi e imporre il limite di velocità da mezzanotte all’alba nei giorni prefestivi, massima velocità di 50km orari. Erano i primi annio novanta quando feci queste due opere “al sabato sera andiamo a ballare” e “Anch’io amo la velocità”Non si può tornare a quei tempi. No, non si può fate qualcosa. La prima si trova al Museo Zavattini da quando la esposi

Posted by Carlo Soricelli at 14:00 3 commenti:  

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giovedì 26 gennaio 2023

Mattia morto sul lavoro a soli 23 anni. Oggi inizia il processo contro chi ha mandato a sbaraglio questo povero giovane. Mattia manda proprio questa mattina un segnale alla mamma Monica e alla sorella Anna che ogni giorno posta farfalle, io ho fatto solo da tramite come artista

: questa mattina nel vialetto della scuola dove porto mio nipote Edoardo, per terra, ho trovato un elastico perso da una bambina, nell’elastico c’è proprio una farlalla dorata con un cuore in mezzo: il cuore di Monica la mamma e della sorella Anna. Coraggio Monica e Anna vostro figlio vi appoggia e vi dice da lassù che vi ama e che vi è vicino. Molto spesso ricevo messaggi di questo tipo, io faccio solo da tramite. Con Anna Battistetti e Monica Michelin

Posted by Carlo Soricelli at 09:26 Nessun commento:  

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mercoledì 25 gennaio 2023

I morti sul lavoro in Piemonte nel 2022, E’ la quarta regione per numero di morti sui luoghi di lavoro nel 2022, questi dati e grafici saranno mandati, come già fatto con i Presidenti delle Regioni Fontana della Lombardia, Zaia del Veneto e De Luca Campania

Morti nelle province italiane sui luoghi di lavoro Piemonte esclusi i morti sulle strade e in itinere che creano solo confusione e alteranola percezione del fenomeno Torino 27 Alessandria 9 Asti 2 Biella 2 cuneo 8 Novara 1 Verbania Cusio Ossola 2 Vercelli 3 totali sui luoghi di lavoro 54 Con i morti sulle strade e in itinere 118 sui luoghi di lavoro nel 2008 38

Posted by Carlo Soricelli at 11:39 Nessun commento:  

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lunedì 23 gennaio 2023

E’ nato il Coordinamento Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro. Io ho aderito, non ha nessun connotazione politica, ma serve rilanciare il lavoro “SICURO” in tutti gli aspetti, l’adesione comporta solo la vicinanza e sensibilità al mondo del lavoro e alle sue problematiche. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro, tanti lavoratori e lavoratrici hanno già aderito

Per un Comitato Permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro Garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro dovrebbe essere una priorità di ognuno. Purtroppo così non è. Da troppo tempo assistiamo a una crescente carenza anche delle più elementari norme che possano garantire a lavoratrici e lavoratori di non infortunarsi, ammalarsi, morire mentre lavorano. Nonostante notizie ufficiali narrano di un calo, quest’anno assistiamo a una notevole crescita dei morti per infortunio nei luoghi di lavoro, tanto che il 2022 si configura come l’anno peggiore degli ultimi 15 anni. L’apparente incongruenza è, probabilmente, riconducibile ai dati che vengono trattati. Se, per esempio, INAIL conteggia solo gli infortuni denunciati relativi ai propri assicurati, l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro (cadutisullavoro.blogspot.com) tiene conto di tutti gli infortuni mortali, anche di chi non è assicurato INAIL. Per questo riteniamo che i dati diffusi dall’Osservatorio forniscano uno scenario più realistico di quanto accade. La realtà è che la mancanza di salute e sicurezza sul lavoro non è un’emergenza ma un problema strutturale del modello di sviluppo odierno al quale non ci si può rassegnare. Noi riteniamo che garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sia una questione assolutamente prioritaria che si deve affrontare e risolvere in maniera decisa. Siamo convinti che non basti aumentare il numero degli ispettori o agire solo sulla formazione. Fare questo è certamente necessario ma non sufficiente. È nostra convinzione che si debba agire per cancellare la piaga della precarietà, garantire la rappresentanza a tutti i lavoratori, diminuire il tempo di lavoro, ottenere retribuzioni che permettano di vivere serenamente, cambiare radicalmente le leggi che regolano appalti e subappalti, istituire il reato di “omicidio sul lavoro”. Siamo altrettanto convinti che sia necessario che lo Stato investa il necessario nella ricerca e in quella innovazione tecnologica che devono assicurare a chi lavora di farlo in condizioni di massima sicurezza e in ambienti salubri. In assenza di una risposta istituzionale è necessario agire come cittadini coscienti, certi che la soluzione debba essere ricercata da chi il problema lo vive ogni giorno sulla propria pelle. Per questo intendiamo costituire un “Comitato permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro”, aperto a “chi ci sta”, che promuova una mobilitazione unitaria che inizi con una raccolta di firme per richiedere l’inserimento del reato di Omicidio sul Lavoro nel Codice Penale. Questo è il primo passo di un progetto complessivo che si ripropone di cambiare le condizioni di lavoro che chi lavora è costretto a subire e che sono chiaramente insufficienti. Gennaio 2023 Per adesioni inviare una mail a: persalutesicurezzasullavoro@gmail.com OPPURE COMPILARE IL MODULO SU QUESTO SITO PRIMI FIRMATARI: Lino Canta (lavoratore TFA ex-Firema – Caserta) Carmelo Leuzzo (lavoratore Iveco – Brescia) Daniele De Marco (lavoratore Electrolux – Pordenone) Alessandro Belardinelli (lavoratore Whirpool – direttivo FIOM – Fabriano) Luca Pasini (O.S.S. – Bologna) Amel Sehili (Dottoressa in psicologia – Bologna) Luca De Rosa (lavoratore SADAS – Napoli) Teresa La Neve (figlia di Angelo, lavoratore Marlane deceduto per tumore – Roma) Edvige Xompero (ex O.S.S. RSA – Vicenza) Roberto Di Martino (medico psichiatra ASL – Caserta) Paola Melchiori (docente scuola media superiore – Padova) Daniele Mazzasette (agricoltore) Carlo Soricelli Iadanza (artista – curatore dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro – Bologna) Pierpaolo Capovilla (cantautore, musicista, attore – Venezia) Mauro Alboresi (segr. nazionale PCI) Aldo De Biase (pres. ANMIL – Caserta) Mario Mazzocchi (pres. Associazione di Promozione Sociale Nessuno Resti Indietro – Bologna) Tommaso Pascarella (dipendente FedEx ex-TNT – segr. generale FILT-CGIL prov. Caserta) Renzo Pietribiasi (coord. Nazionale USB pensionati e sociale – Vicenza) Dino Canta (esecutivo nazionale Fim Cisl) Silvano Chierotti (sindacalista – Genova) Piero “Osvaldo” Bossi (Associazione Concetto Marchesi – Gallarate) Danilo Della Valle (analista politico) Giovanni Coviello (direttore vipiu.it – Vicenza) Angelo Vitale (corrispondente campano del giornale L’Identità) ADESIONI : Guido Comazio – (Impiegato, RSA Fisac Cgil Unicredit). Fabrizio Pedone – (Impiegato settore Turismo Filcams C.G.I.L). Marilena Raponi – (Roma – Casalinga) Gaetano Cirone (Impiegato) Dario Marini – (Segretario Regionale PCI Veneto) Mauro De Felice – (Operatore Grigliata presso America Graffiti Responsabile dipartimento lavoro Fgci) Anis Konduri – (Lavoratore, Firenze – laurea in Giurisprudenza) Luigi D’Apoli – (docente formatore per la salute e sicurezza) Marcello Ernoni – (un RLSSA industria ceramica Civita Castellana Viterbo) Giovanni Cartolano – (operaio comune di Fucecchio, FP-CGIL e componente della RSU) Chiara Baldacci – (laureata operatrice in un call center La Spezia) Silvia Pintus – (libera professione, La Spezia) Matteo Bellegoni – (Impiegato commerciale, Segretario regionale PCI Liguria). Alessandro Vittadello – (Partita IVA individuale Padova) Sandro Scardigli – (Empoli) Dott. Damiano Guerra – (consulente aziendale in materia Verbania, Novara, Vercelli, Biella, Varese) Giorgio Langella (resp. dip. Lavoro PCI – Vicenza) Luciana Endrigo – (pensionata – Cordenons Pordenone) Patrizia Pusiol – (impiegata – Cordenons Pordenone) Daniele De Piero – (rappresentante – Cordenons Pordenone) Maria Carla Baroni – (resp. nazionale Salute e sanità PCI) Valerio Beccegato – (PCI Padova) Elisa De Felice – (educatrice in un centro per minori della Fondazione Caritas Firenze) Grazia Boldrini – (casalinga) Fabio Cesarei Luca Marangoni – (operaio Treviso) Liliana Frascati – (PCI Padova) Marialuisa Ballarini – (pensionata Verona) Patrizia Foglia – (ex insegnante Liceo Gallarate) Fabio Bernasconi – (operatore farmaceutica Milano) Luciano Pomona – (Comitato Regionale PCI Emilia Romagna) Paolo Viglianti – Nicola Ratano – Walter Tucci – (giurista costituzionalista) Michele Tripodi – (Sindaco di Polistena) Umberto Vigna – (pensionato – Direttivo SPI CGIL Verona Est) Marco Dezaiacomo – (architetto – Bologna) Gianni Scapellato – (Ex Direttore di Aeroporto a Malpensa e Rimini, Ex Docente Logistica Trasporto Aereo, Docente Trasporto Aereo in SUPSI Lugano Giovanni Lippolis – (pensionato TFA ex Firema Trasporti – CE) Giovanni Sciorio – Mirco Zuppiroli – (Imprenditore) Teresa Casaletti – (Lavoratrice in nero) Roberto Vecchione – (Avellino) Maura Iannaccone – (Avellino) Francesco Fusco – (docente precario scuola superiore in Mestre) Mirco Longato – (operaio, Quarto d’Altino – VE) Crescenzo Perillo – (delegato Fiom TFA ex firema di Mugnano Napoli) Umberto Ciarone – (lavoratore TFA ex firema di Capua -CE) Crescenzo Perillo – (delegato Fiom TFA ex firema di Mugnano – Napoli) Mimmo Pascarella – (dip. Lavoro PCI – Caserta) Gennaro Iovino – (marittimo – Caserta) Lisa Balisciano – (Impiegata Comunale Segretaria Federazione PCI Pisa) Arianna Brunori – (studentessa Liceale) Susanna Rovai – (consigliere comunale a Cerreto Guidi per PCI, casalinga) Nuccio Marotta – (Architetto Certaldo – FI) Corso Sottili – (Artigiano) Daniele Gasperi – (PCI Federazione Grosseto) Annamaria Zisa – (docente scuola primaria) Erica Raffaelli – (operaia presso Dolce e Gabbana Iscritta alla CGIL) Roberto Fusco – (Docente precario) Giuseppe Scavo – (studente, Empoli) Perla Giagnoni – (pedagogista, SPI-CGIL) Ivana Pappano – (Assistente Amministrativo scuola superiore di secondo grado Veneto) Spinelli Vladimiro – (Cerreto Guidi Operaio-magazziniere – Filctem-Cgil) Patrizio Andreoli – (Segreteria Nazionale PCI) Marco Pompeo – (Pensionato) Massimo Mezzenzana – (Certaldo ATA scuola) Maurizio Farina – (barista di Marcianise – CE) Biagio Punziano – (Lavoratore TFA ex firema – direttivo Fiom – Bacoli NA) Maurizio Biena – (operatore servizi fiduciari – Brescia) Mauro Covili – (Educatore professionale Ausl Bo) Luca Angelo Rodilosso – (funzionario sindacale Uiltucs – Rlst – Cantautore “Santorosso”) Giuseppe Davì – (Comitato Federale Pci Bologna – Comitato Regionale Pci Emilia-Romagna) Luca Bosio – (Delegato fpcgil Polizia penitenziaria Membro del direttivo FPCGIL di Treviso) Giuseppe Pitarresi – (pensionato, direttivo ANPI Varese, Segretario della Federazione provinciale PCI di Varese) Roberto Carrera – (pizzaiolo) Dott. Giovanni Puggioni – (PCI – federazione Forlì-Cesena) Donato Ianaro – (USB pensionati Veneto) Enzo Pescatori – Paolo Zara – (pensionato Lamporecchio PT) Stefano Friani – (Impiegato – Cecina LI) Giorgetta Petri – (pensionata – Lamporecchio PT) Sabrina Ciaffarata’ – (impiegata – Grosseto GR) Romani Frullini – (pensionato – Lamporecchio PT) Antonio Canta – (lavoratore Ministero dell’Interno – Isernia) Maria Rosaria Canta – (lavoratrice Softlab – Garzano Caserta) Maria Giuseppina De Luca – figlia di un perseguitato politico antifascista – CE) Luciano Affò – (insegnante scuola primaria) Roberto Comandè – (PCI Veneto – Treviso) Alessandra D’Amico –(FGCI Puglia) Lorenzo Bianzani – (operaio-responsabile magazzino) Marcello Ernoni – (operaio ceramista RSU/RLSSA – Civita Castellana VT) Roberto Latini – (custode, iscritto CGIL) Federico Drago – (Responsabile di progetto nella comunicazione digitale) Antonio De Caro – (Disoccupato) Sandro Martelli Sergio Staderini – (Pensionato) Francesco E. Barbara Chierici – (impiegata – Firenze) Cresti Carlo (Pensionato) Pierangelo De Felice – (Infermiere Asl Toscana Centro) Vincenzo Scavo – (Medico) Gennaro Iovino – (Pensionato, ex-marittimo) Lorenzo Bianzani – (Leno – BS Operaio-responsabile magazzino) Claudia Terranova – (Brescia – Operaia Metalmeccanica) Damiano Guerra – (Ornavasso – VB Consulente Sicurezza) Claudio – (Leno – BS Inoccupato) Marta – (Leno – BS Inoccupata)

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sabato 21 gennaio 2023

giornata tragica anche quella di ieri con tre morti sui luoghi di lavoro, ma altri due morti sulle strade e in itinere. Il povero Massimo Piazza morto a Roma (nella foto) aveva solo 23 anni, gli altri due sono stranieri

Massimo si era appena affacciato alla vita, che ha perso ieri a solo 23 anni, travolto a Roma da da lastre di cemento che stavano scaricando. Le altre due vittime di Brescia, capitale della Cultura e dei morti sul lavoro nel 2022 è stata la provincia con più morti sui luoghi di lavoro, ben 29, a questi occorre anche aggiungere i morti sulle strade e in itinere, una strage in questa provincia anche nel 2023, con già 4 morti sui luoghi di lavoro.In italia in questi primi giorni del 2023 si sono superati abbondantement i 50 morti complessivi, e confrontando lo stesso periodo del 2021, registriamo un aumento spaventoso del 43%. ma la nostra classe dirigente è impegnata a fare tavoli, con chi ha poi le reposnsabilità di queste tragedie, che si potrebbero dimezzare in poco tempo, se chiamassero a parlarne chi ne ha le competenze, come questo osservatorio.

Posted by Carlo Soricelli at 08:46 Nessun commento:  

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martedì 17 gennaio 2023

Ecco chi sono gli otto lavoratori morti sul lavoro ieri, basta leggere il post e chi vuole diventare amico dell’Osservatorio e non lo è già metta solo un OK. Tanti gli amici che mi danno una mano in questo lavoro di monitoraggio segnalandomi i morti

Oggi li pubblico tutti, sfioriamo in questo momento già i 50 morti complessivi dall’inizio dell’anno. I miei report e grafici sulle morti sul lavoro dell’intero 2022 li sto mandando a tutti, ma nessuno come al solito, si degna di rispondere e di chiedermi un confronto, ma quello delle morti è un “tesoro” loro, io metto in discussione il loro racconto minimalista. Ma nel 2022 ci sono stati 1499 lavoratori morti per infortuni complessivi 757 di questi sui luoghi di lavoro Mario Vergine di 68 anni cade dal tetto della porcilaia della sua azienda agricola, era salito sul tetto del capannone per fare opera di manutenzione. Andrey Perpuscynii (nella foto) era moldavo, aveva solo 31 anni è stato travolto da un carico di materiale pietroso che un camion stava scaricando, la sua bambina di 5 anni era appena giunta dalla Moldavia per stare con il suo papà. Roberto Raspati era un uomo delle pulizie, è morto a 56 anni cadendo dal secondo piano di uno stabile in provincia di Perugia mentre puliva i vetri Orazio Ingegneri era un autotrasportatore di soli 46 anni, tamponato in un incidente a catena sull’A4 era sceso dal camion per controllare il carico e quello che era successo, è stato investito da un altro camion che stava arrivando. Felice Viganò è morto dopo 4 giorni di agonia dopo essere stato travolto dall’albero che tagliava aveva 76 anni E’ stato centrato da un’auto mentre andava in bicicletta sulla ex statale 573 in provincia di Bergamo: la caduta gli è fatale, uomo 49enne perde la vita mentre torna dal lavoro lascia tre figli CASTELFRANCO DI SOTTO (firenze). Coulibaly Moussa aveva solo 27 anni, è morto poco prima delle 7 di lunedì 16 in viale dell’Industria mentre andava al lavoro con il suo scooter: è finito contro un autocarro al momento di affrontare una rotatoria. Coulibaly morto sul colpo. L’incidente è avvenuto mentre la vittima stava andando al lavoro, in un’azienda di Fucecchio E’ il malore che l’ha ucciso o l’incidente?. Troppi sono quelli che muoiono per “malori” spesso classificati come tali, mentre in realtà muoiono a causa di incidenti. In questo caso la tragedia nella mattinata di oggi a San Giorio di Susa. Qui, un autotrasportatore torinese di 58 anni è morto alla guida del proprio camion delle consegne mentre viaggiava lungo la Statale 24 da Bussoleno verso Torino. L’uomo è deceduto a causa di un malore, forse un infarto. Spesso non do come oggi informazioni sui morti sul lavoro per gli avvoltoi che volteggiano anche su queste tragedie, C’è chi copia e le spaccia come se fossero frutto del laro lavoro, chi lo fa per avere un titolo di giornale che parli di lui e di quanto è bravo, chi li copia e poi se li va a vendere alla aziende spacciandolo per un loro lavoro, chi si spaccia per professore universitario che vuole fare una ricerca, poi una volto avuto il “malloppo” sparisce e non si fa più sentire. Chi ha enormi possibilità economiche per fare seriamente questo lavoro, non lo fa ma viene sempre a vedere cosa scrivo. Insomma un mondo di profittatori incredibile anche in queste tragedie

Posted by Carlo Soricelli at 10:10 2 commenti:  

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Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp

morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica

anche adesso che ho raggiunto la pensione

Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano

Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica

e tutte le fabbriche d’Italia

La classe operaia non è più centrale

e il paradiso è diventato inferno

di fiamme di fuoco e d’olio bruciato

di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane

Operai sfruttati come non è successo mai

Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica

e tutte le fabbriche d’Italia

Anche il nostro bravo Presidente

urla instancabile le morti sul lavoro

ma anche le sue sono urla impotenti

Addio Compagni di fatica, di sogni e d’ideali

Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

Via delle Storie video su Carlo Soricelli curatore Osservatorio

https://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html?wt_mc%3D2.app.fb.raiplay_vod_Playlist24_Via%20Delle%20Storie.%20Carlo%20Soricelli%2C%20l%27artista%20delle%20morti%20infinite%20sul%20lavoro.%26wt&fbclid=IwAR3WaKXyawaQePgbPeMQvYaBIeXGbI7SpKny2Wy262fgVCU8LwwKJQp7Tgs

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Carlo SoricelliSono pittore e scultore da 50 anni, Ho creato la pittura pranicia http://pitturapranicia.blogspot.it e il Rifiutismo http://rifiutismo.blogspot.itVisualizza il mio profilo completo

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Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro

Iniziamo il 16esimo anno di monitoraggio con l’Osservatorio, volevo chiudere ma tantissimi italiani mi hanno manifestato la loro stima e pregato di continuare questo lavoro. l’Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro è stato visitato da oltre 3 milioni di italiani, quasi due milioni in questo blog e gli altri nel blog precedente, tante anche le visite dall’estero, è l’unico Osservatorio che monitora con lavoro volontario i morti sul lavoro in Italia e in Europa e Stati Uniti

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La morte accompagna tutti i giorni i lavoratori che vanno a lavorare in vecchi capannoni

luglio 2012 a futura memoria se un evento come questo si tornerà a verificare.

LA MORTE ACCOMPAGNA TUTTI I GIORNI OPERAI E IMPIEGATI QUANDO ENTRANO NELLE VECCHIE FABBRICHE CHE NON RISPETTANO LE NORMATIVE ANTISISMICHE DEL 2005

Dopo il terremoto in Emilia risulta evidente che milioni di lavoratori rischiano di rimanere uccisi sotto capannoni obsoleti costruiti prima delle normative antisismiche del 2005. Fabbriche che possono venire giù come castelli di sabbia in caso di nuovi terremoti. Si sta facendo qualcosa per mettere in sicurezza questi luoghi di lavoro? E lo Stato che misure sta mettendo in campo per farli rendere conformi? Io credo che tutto stia finendo nel dimenticatoio. Se forti scosse capiteranno durante il giorno e non di notte come nel terremoto in Emilia, ci sarà una strage di lavoratori che sotto i tetti di quelle fabbriche ci lavorano

INTERVISTA DI UNA RADIO TEDESCA ALL’OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA, ASCOLTATE L’INTERVISTA. RINGRAZIO LE CINTINAIA DI CITTADINI TEDESCHI CHE OGNI SETTIMANA VISITANO IL SITO DELL’OSSERVATORIO

http://www.rdl.de/images/stories/audio_mp3/20131206-zuwenigkon-20456.mp3

INTERVISTA IN ITALIANO

https://www.rdl.de/index.php?option=com_content&view=article&id=22991:piuprecariatomenocontrollipiumortisullavorol039osservatorioindipendentedibolognasuimortidiprato&catid=236&Itemid=201

Più precariato, meno controlli, più morti sul lavoro: Osservatorio indipendente di Bologna sui morti di Prato

Freitag, den 06. Dezember 2013 um 08:00 Uhr RDL-täglich Morgenradio – MoRa

Il 1 dicembre sette lavoratori e lavoratrici cinesi morivano in un incendio in un capannone a Prato. La tragedia fa crescere il numero di morti sul lavoro, che vengono contanti dalOsservatorio indipendente die Bologna morti sul lavoro. Radio Dreyeckland Freiburg chiesto a Carlo Soricelli cosa dovrebbe cambiare e quali sono i fattori che aumentano il rischio di morire sul lavoro: essere straniero è un fattore, essere precario un’ altro…

m 1. Dezember verbrannten in einer Textilfabrik im toskanischen Prato 7 chinesische Arbeiter_innen, weitere wurden verletzt (RDL berichtete). Das im norditalienischen Bologna ansässigeOsservatorio Indipendente morti sul lavoro, die Unabhängige Beobachtungsstelle Tote bei der Arbeit, zählt seit 2008 die Fälle und veröffentlicht Zahlen und Informationen auf ihrem Blog. Es wurde aus Anlass eines Brandes mit ebenfalls 7 Toten in einem italienischen Thyssen Krupp-Werk gegründet. Wir haben mit Carlo Soricelli gesprochen, der beim Osservatorio mitarbeitet.

L’Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide? 

Il cuore in Fabbrica



Una poesia in memoria dei sette lavoratori della ThyssenKrupp morti così tragicamente

Il cuore rimasto in Fabbrica

anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d’Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d’olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d’Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d’ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

I lavoratori hanno bisogno soprattutto che si torni a parlare del lavoro come valore primario della Società, di superare l’emarginazione culturale a cui sono stati sottoposti in questi anni. E’ mia opinione che molti degli infortuni mortali sul lavoro siano dovuti all’oblio culturale a cui è stato sottoposto il mondo del lavoro. Tutta la nostra società malata di consumismo fine a se stesso ha bisogno dei sogni, delle idealità e delle utopie di chi lavora. I lavoratori morti non sono solo numeri per un bilancio statistico di fine anno, ma persone in carne e ossa, con identità, famiglie, vite importanti, uniche e irrepitibili. Vite spezzate, a volte dalla fatalità, ma più spesso dalla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione

StorieVere Rai 1 Terremoto in Emilia Romagna

VIDEO DI RAINEWS 24 DI GIORGIO SANTELLI: MORTI SUL LAVORO 2010, OSSERVATORIO DI BOLOGNA

Lettori fissi

I LAVORATORI ITALIANI NON SONO DI FERRO COME I ROBOT E SOTTO LE MACERIE DEI CAPANNONI MUOIONO

OCCORRE URGENTEMENTE METTERE IN SICUREZZA TUTTI I CAPANNONI COSTRUITI IN ITALIA NEGLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO E NON SOLO. giugno 2012

Le scosse di terremoto del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia hanno evidenziato che molti capannoni costruiti nelle zone investite dal sisma sono crollati come castelli di sabbia, e che a morire sono stati soprattutto lavoratori che in quei capannoni ci lavoravano (17 su 24). E se ciò si è verificato in una regione tra le più ricche e civili d’Europa, temiamo che tale problema ci sia in tutto il paese. Mobilitiamoci fin da ora per far mettere in sicurezza tutte le fabbriche costruite in Italia nel secolo scorso, anche perchè occorre tener presente che l’Italia è uno dei paesi al mondo con la più alta sismicità. Non si può correre il rischio di far morire sotto le macerie i lavoratori nel caso di nuovi terremoti, la messa in sicurezza di questi capannoni avrà dei costi, ma la vita di chi lavora è più importante.

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SACRARIO VIRTUALE CADUTI SUL LAVORO

Morti ed infortuni sul lavoro in Italia

Morti ed infortuni sul lavoro in Italia

Ancora oggi il fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro, le c.d. morti bianche, accompagna tragicamente lo sviluppo di molti Paesi europei, compresa l’Italia. Per molti anni, la mancata prevenzione nel settore della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e gli effetti da essa derivanti, cioè morti, malattie e infortuni, sono andati di pari passo con la crescita economica e industriale europea. Per tale ragione, agli elevati livelli di benessere e qualità della vita raggiunti dai cittadini dell’Unione Europea, continua a contrapporsi il perpetrarsi nel tempo del fenomeno delle morti bianche.

I costi per rendere sicuro il luogo di lavoro, per molti politici e imprenditori, hanno rappresentato per molti decenni un freno all’incremento della crescita economica e dell’occupazione. Eppure, le morti ed infortuni sul lavoro di certo producono costi che incidono sui bilanci dei sistemi nazionali sanitari e di previdenza.

Negli ultimi anni la creazione di ambienti di lavoro più salubri e sicuri ha rappresentato maggiormente, nell’immaginario collettivo, un’opportunità per rendere il luogo di lavoro più produttivo, il dipendente più felice, l’azienda più attrattiva nei confronti del mercato del lavoro. Molto ancora deve essere fatto per sensibilizzare la popolazione in toto riguardo queste potenzialità, ma sono stati compiuti molti passi se si pensa alla situazione di partenza del secondo dopoguerra.

La difficoltà nel misurare e confrontare il fenomeno

Oltre alle questioni di carattere culturale, una delle maggiori problematiche riguardanti le piaga delle morti e degli infortuni sul lavoro – in Italia e non – è quella relativa alla misurazione del fenomeno:

  • quando si confrontano i dati tra Paesi, i tassi di incidenza sono difficili da interpretare. Di fatto, la probabilità di andare in contro ad un infortunio (fatale o non) è correlata all’attività lavorativa che il lavoratore svolge e il peso delle diverse attività economiche varia da un Paese all’altro a seconda della struttura di ciascuna economia.
  • un numero più alto di infortuni accertati sul lavoro – fatali e non – non indica per forza peggiori condizioni di sicurezza; può indicare, anzi, una maggiore propensione alla denuncia di taluni accadimenti e dunque paradossalmente una migliore tutela del lavoratore.
  • tra i vari infortunati, ammalati e morti sul lavoro, vi è una parte di lavoratori a nero difficile da stimare. Quest’ultimi, non godendo di certe tutele, sfuggono a ogni statistica.

Morti bianche in Europa

In Europa nel 2019, secondo l’EUROSTAT, sono stati accertati 3.408 morti sul lavoro (76 in più rispetto all’anno precedente). EUROSTAT considera solo i morti in occasione di lavoro e non i caduti “fuori dall’azienda” (ad es.: in itinere). Di seguito una panoramica sui morti sul lavoro ogni 100.000 occupati e in senso assoluto in Unione Europea nel 2019.

 

Come si può evincere dal grafico, l’Italia si colloca al di sopra della media UE27 (2,2) per numero dei deceduti sul lavoro sul totale degli occupati, con 2,6 morti ogni 100.000 occupati. Tra i Paesi più simili all’Italia per caratteristiche del mercato del lavoro, la Francia (4,8) e la Spagna (3,3) hanno registrato un dato più alto, la Germania (1,1) un dato più basso.

Tassi di incidenza particolarmente bassi, come già accennato, possono riflettere una situazione di sotto-denuncia degli eventi; parimenti, sistemi di riconoscimento consolidati e una legislazione sensibile all’argomento possono spesso spiegare gli alti indicatori di alcuni Paesi.

Anche se i dati non pongono il Bel Paese tra i peggiori della classe, indica un evidente divario tra l’Italia e i Paesi più virtuosi. La morte sul luogo di lavoro non è di certo una delle principali cause di morte in Italia, ma riguarda in larga misura un fenomeno evitabilespesso connesso ad una scarsa cultura della prevenzione e della sicurezza.

Infortuni non fatali sul lavoro in Europa

Sul lato degli infortuni non fatali, in tutta Europa, nel 2019, ben 3,1 milioni di casi hanno comportato almeno quattro giorni di assenza sul lavoro. Il dato è stabile rispetto all’anno precedente.

I due terzi degli infortuni non fatali hanno riguardato uomini. I fattori che influenzano questa statistica sono vari: il tasso di occupazione di uomini e donne, i diversi tipi di lavoro che uomini e donne svolgono e la quantità di tempo trascorso al lavoro. Per esempio, ci sono molti più incidenti nei settori minerario, manifatturiero o delle costruzioni, che tendono ad essere dominati dagli uomini. Inoltre, gli uomini tendono a lavorare a tempo pieno, mentre è più probabile che le donne lavorino in modalità part-time.

Di seguito una panoramica degli infortunati sul lavoro ogni 100.000 occupati e in termini assoluti nel 2019 nei Paesi dell’Unione Europea.

 

L’Italia, con 1.238 infortuni ogni 100.000 occupati, ha registrato un tasso migliore della media in Unione Europea (1.603).

Settori più intaccati dal fenomeno in Europa

Nel 2019, più di un quinto (22,2%) di tutti gli incidenti mortali sul lavoro nell’UE è avvenuto all’interno del settore delle costruzioni, mentre il settore dei trasporti e del magazzinaggio (15%) ha avuto la quota successiva più alta; il settore manifatturiero (14,8%) e l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca (12,5%).

Gli infortuni non mortali erano relativamente comuni all’interno del settore manifatturiero (18,7% del totale nell’UE nel 2019), del commercio all’ingrosso e al dettaglio (12,3%), delle costruzioni (11,8%) e della salute umana e delle attività di lavoro sociale (11%). Tra il 2010 e il 2019, in tutta l’UE, il numero di incidenti non mortali per 100.000 persone occupate è diminuito del 10,9% in tutte le attività.

Nell’UE, ci sono stati due tipi di lesioni particolarmente comuni nel 2019, ovvero ferite e lesioni superficiali (28,9% del totale) e lussazioni, distorsioni e stiramenti (26,2%), seguiti da altri due tipi relativamente comuni, ovvero commozione cerebrale e lesioni interne (18,8%) e fratture ossee (10,6%).

La situazione dell’Italia

Facendo un focus sulla realtà italiana, le denunce per infortunio dal 2016 al 2020 pervenute all’INAIL sono circa 630.000 in media all’anno; il 15% riguarda infortuni in itinere e l’85% infortuni sui luoghi di lavoro. Della totalità di denunce, dal 2016 al 2020, circa lo 0,2% è stata di infortunio con esito mortale. Le denunce di infortunio si registrano in particolar modo nell’industria metalmeccanica, nell’edilizia e nel settore dei trasporti e magazzini.

I dati INAIL sulle denunce del 2020 registrano, rispetto all’anno precedente, un calo in termini di infortuni non fatali (-11,4%) e un aumento di quelli fatali (+27,6%). Il dato è stato impattato fortemente dalla pandemia da Covid-19. Di seguito due serie storiche sulle denunce di infortuni non fatali e mortali pervenute all’INAIL dal 1951 al 2020. Dal 2008 al 2020 sono disponibili anche i dati riferibili agli accertamenti.

 
 

Fino al 2000 in Italia si è assistito ad un forte decremento sia degli infortuni, sia dei morti sul lavoro. Negli ultimi 20 anni i dati risultano piuttosto stazionari.

In media, dal 2016 al 2020, sono stati riconosciuti dall’INAIL 735 decessi sul luogo di lavoro a fronte di 1.274 denunce annuali. Il 57% delle denunce di infortunio mortale pervenute all’INAIL viene effettivamente “accertato” come decesso sul luogo di lavoro dall’ente previdenziale. Per quanto riguarda le denunce di infortuni non fatali, dal 2016 al 2020, annualmentesu circa 630.000 denunce, ne sono state accertate circa 413.500, ovvero il 66%.

Come è facilmente intuibile, le stime dell’INAIL riguardo gli infortuni e i morti sul lavoro risultano più basse rispetto a quelle elaborate da altri istituti.

Identificare il reale numero dei morti sul lavoro

L’Osservatorio Indipendente di Bologna sui caduti del lavoro ritiene che un alto numero di morti sul lavoro sfugga alle statistiche sul fenomeno, comprese le sue. Tale osservatorio include nei propri dati i lavoratori in nero, le morti non denunciate e una porzione di infortuni letali non accertati dall’INAIL. Secondo l’Osservatorio indipendente bolognese, il 2021 si sarebbe concluso con 1.404 lavoratori morti sul lavoro, di cui 695 sui luoghi di lavoro, 709 in itinere; un dato doppio rispetto a quello medio dell’INAIL.

Le categorie con più morti sul lavoro sono:

  • Agricoltura (30% di tutti i morti sui luoghi di lavoro), di cui il 75% sono stati schiacciati dal trattore e l’età varia dai 14 agli 88 anni;
  • Edilizia (15% dei morti), dove le morti sono provocate soprattutto da cadute dall’alto. In questa categoria sono moltissimi i morti tra i lavoratori in nero in questa categoria, soprattutto nelle regioni del Sud, ma non solo.
  • Autotrasporto (11% dei morti), in cui sono inseriti tutti i lavoratori che guidano un mezzo sulle strade e autostrade.

La Lombardia (con 78 morti), Campania (70), Toscana (55), Emilia Romagna e Piemonte (53) e Veneto (51) sono le regioni che hanno registrato più caduti sul lavoro nel 2021.

TAKE AWAY

► Al 2019, l’Italia risulta sopra la media UE per numero di morti sul lavoro sul totale degli occupati. Per infortuni sul luogo di lavoro, al di sotto. In entrambi i casi risulta lontana dai Paesi più virtuosi, localizzati per lo più nel Nord Europa.
► Dal 2016 al 2020, l’INAIL ha contato mediamente 630.000 denunce per infortunio sul lavoro, di cui 1.274 mortali; ha respinto il 43% delle denunce di infortunio con esito mortale e il 33% di quelle non fatali.
► Il numero reale di morti potrebbe essere il doppio rispetto a quello accertato dall’INAIL. Ciò si verifica perché l’INAIL non include nelle sue statistiche le morti non denunciate, i lavoratori in nero e, come detto, “accerta” solo una parte delle denunce.

Fonti:

– EUROSTAT – Accidents at work statistics – Gennaio 2022
– Osservatorio Indipendente di Bologna sui morti per lavoro – Marzo 2022
– INAIL – Relazione annuale 2020 – Luglio 2021
– Treccani – Morti bianche – 2008

 

Sul fondo complementare sappiamo ancora meno che sul Pnrr #OpenPNRR

Sul fondo complementare sappiamo ancora meno che sul Pnrr #OpenPNRR

Le risorse nazionali stanziate a integrazione del Pnrr ammontano a 30 miliardi. Un fondo che finanzia investimenti importanti, la cui attuazione però non è puntuale né trasparente.

 

Abbiamo ribadito in diverse occasioni le difficoltà di monitorare l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Sia rispetto all’avanzamento delle scadenze e delle misure in agenda, sia in merito alla realizzazione dei progetti cioè – in estrema sintesi – le infrastrutture e gli interventi concreti finanziati dal piano.

Il Pnc è ancora più difficile da monitorare del Pnrr.

Per quanto il monitoraggio del Pnrr sia complicato, tuttavia, lo è ancora di più quello del piano nazionale complementare (Pnc). Cioè l’agenda finanziata dal fondo complementare, istituito dal decreto legge 59/2021 con un duplice scopo. Da un lato mettere a disposizione ulteriori risorse per alcune misure del Pnrr – così da facilitarne la realizzazione – e dall’altro finanziare nuovi interventi.

30,6 miliardi € le risorse del fondo complementare.

Anche questa seconda agenda prevede dunque delle misure, che hanno rispettive risorse, enti titolari e scadenze. Trattandosi di soldi dello stato però, gli interventi previsti dal cronoprogramma del Pnc non vengono verificati dall’Unione europea, come accade invece per le scadenze Ue. Con la grave conseguenza, purtroppo, di un impegno ancora minore da parte del governo a essere puntuale e trasparente sulla loro attuazione.

Gli interventi più rilevanti

Sono 30 le misure a cui sono destinate risorse del fondo complementare. Di queste, 8 sono incluse nel Pnrr e 22 nel Pnc. Tra gli investimenti economici previsti dal piano complementare, che non comprende nessuna riforma normativa, sono inclusi quelli per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma. Oltre a interventi in materia di energiainfrastrutture ed edificiviabilità e mezzi di trasporto e molto altro.

La somma di tutte le scadenze incluse nelle misure finanziate dal fondo complementare – quindi sia quelle del Pnrr a cui contribuisce in parte, sia quelle proprie del Pnc – ammonta a un totale di 298 adempimenti da conseguire entro il 2026.

163 su 298 le scadenze del fondo complementare che monitoriamo su OpenPNRR.

Purtroppo, come vedremo, è molto difficile se non impossibile trovare informazioni puntuali e aggiornate sullo stato di avanzamento del Pnc. Per questo motivo abbiamo scelto di limitare il monitoraggio alle scadenze più importanti. Gli adempimenti cioè che segnano dai passaggi strategici nell’implementazione delle misure finanziate. Per il periodo di attuazione del piano dal suo inizio fino a oggi, si tratta in particolare di 23 milestone nel 2021 e 54 nel 2022.

Trasparenza, informazione, monitoraggio e valutazione del PNRR

Il tuo accesso personalizzato al Piano nazionale di ripresa e resilienza

Accedi e monitora

 

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Cosa è stato fatto fin qui, in base al nostro monitoraggio

Osservando nel dettaglio quanto è stato raggiunto in questo biennio, appare subito evidente una scarsa attenzione al rispetto del cronoprogramma previsto per le scadenze associate al fondo complementare. Una tendenza che può essere spiegata, almeno in parte, dal fatto che questi adempimenti non sono oggetto di verifica da parte della commissione europea. Di conseguenza raggiungerli o meno nei tempi non inficia l’invio delle rate da Bruxelles.

GRAFICO
DA SAPERE

Sono state considerate le 77 scadenze oggetto di monitoraggio, rispetto alle 139 totali previste dal fondo complementare per il 2021 e 2022. La T indica il trimestre entro il quale devono essere completate le scadenze. L’attuazione del Pnrr e del Pnc ha inizio dal terzo trimestre (luglio-settembre) 2021.

FONTE: elaborazione e dati OpenPNRR
(ultimo aggiornamento: lunedì 23 Gennaio 2023)

 

Gli interventi completati nei tempi stabiliti sono 46 in tutto, sui 77 previsti. A questi seguono le 22 scadenze in ritardo, cioè quelle che a oggi risultano ancora non conseguite. È interessante notare che tra queste, sono incluse tutti gli adempimenti monitorati (16) che andavano raggiunte tra settembre e dicembre scorsi (T4 2022). Infine, sono 9 gli interventi completati in ritardo, cioè conseguiti ma con tempi più lunghi di quelli previsti.

Le organizzazioni maggiormente coinvolte

Come abbiamo anticipato, la struttura del Pnc ricalca quella del Pnrr anche per quanto riguarda la titolarità dei numerosi interventi, ognuno assegnato a un’organizzazione titolare.

Come per il Pnrr, anche per il fondo complementare il ministero delle infrastrutture è centrale nella realizzazione degli interventi. È infatti titolare di 97 scadenze, delle 163 monitorate. Seguono il commissario per la ricostruzione sisma (13) e il ministero delle imprese e del made in Italy (12).

Fatta eccezione per il ministero dell’università e per quello della cultura – entrambi titolari di sole 4 scadenze – tutti gli altri enti sono in ritardo nell’attuazione del cronoprogramma. E per quanto anche sul Pnrr abbiamo evidenziato simili problematiche, nel caso del fondo complementare la situazione è più irregolare, da un lato, e la ricerca di informazioni più difficile, dall’altro.

Sul primo fronte basti pensare che un decreto del ministero dell’economia dell’1 agosto scorso ha previsto lo slittamento di tutte le scadenze Pnc dal terzo al quarto trimestre 2022.

Una decisione che suggerisce le difficoltà degli enti titolari a tenere il passo con gli impegni presi sul fondo complementare. E quanto questa sia una preoccupazione secondaria per il governo. Possiamo infatti pensare che la priorità sia innanzitutto cercare di rispettare il cronoprogramma del Pnrr senza registrare ritardi. Per non rischiare di ricevere un rifiuto da parte della commissione europea, all’invio di nuovi fondi.

Tuttavia, è doveroso sottolineare che il fondo complementare ammonta comunque a 30 miliardi di euro di risorse nazionali e ha lo scopo di finanziare interventi fondamentali per questo paese. Oltre che complementari e necessari alla realizzazione efficace del piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’assenza di informazioni e l’impossibilità di un monitoraggio

Per quanto riguarda il secondo fronte a cui abbiamo accennato prima, possiamo dire che la ricerca di informazioni sull’attuazione del fondo complementare non solo è più difficile di quella del Pnrr, ma quasi impossibile. Una situazione grave, considerando che si tratta di risorse nazionali per le quali è forse ancor più necessario sapere come e quanto vengono spese. Anche per prevenire rischi di sprechi, corruzione e cattiva gestione.

È fondamentale poter monitorare come vengono investiti soldi dello stato.

Tuttavia, la piattaforma Italia domani non condivide nessuna informazione aggiornata sullo stato di avanzamento del fondo complementare. Come abbiamo ribadito più volte, anche per milestone e target del Pnrr le informazioni sono scarse. Ogni 3 mesi però vengono pubblicate (anche se a posteriori) informazioni sulla loro attuazione e documenti rilevanti. Per il Pnc neanche questo.

Inoltre, quasi nessun ente titolare condivide aggiornamenti sul fondo complementare. Uno dei pochi esempi positivi su questo fronte è il ministero della salute con la sua piattaforma di monitoraggio sia del Pnrr che del Pnc. Anche il sito ad hoc del commissario straordinario per la ricostruzione sisma è utile per monitorare gli investimenti del fondo in questo ambito. Per il resto, va segnalato che il ministero delle infrastrutture durante il governo Draghi pubblicava ciclicamente delle relazioni sull’avanzamento di entrambe le agende. Ma considerando che l’ultima risale al 30 settembre 2022 non sembra, almeno per ora, che l’attuale guida del dicastero intenda portare avanti questa buona pratica.

L’unica fonte attendibile e comprensiva di tutti gli interventi del fondo complementare sono le relazioni trimestrali della ragioneria generale dello stato. Tuttavia si tratta di aggiornamenti che per tempistiche non permettono un monitoraggio puntuale. Oltre al fatto che, anche in questo caso, l’ultima relazione risale al 30 settembre scorso. Siamo ancora in attesa dell’aggiornamento relativo all’ultimo trimestre del 2022.

L’impossibilità di un monitoraggio sull’avanzamento delle scadenze preclude di conseguenza anche l’accesso a dati e informazioni su avvisi pubblici, bandi e progetti correlati. Un aspetto che, come per il Pnrr, andando avanti già nel 2023 verso la fase di inizio dei lavori e di concretizzazione degli interventi, sarà sempre più rischioso.

Il nostro osservatorio sul Pnrr

Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

Foto: palazzo Chigi – Licenza

 

Compensi per prestazioni occasionali: oneri di pagamento

Compensi per prestazioni occasionali: oneri di pagamento

Il lavoro occasionale può essere svolto tramite due modalità: Libretto Famiglia e Contratto di prestazione occasionale. L’INPS, tramite procedure informatiche, si occupa della gestione delle operazioni relative alle comunicazioni di questi rapporti di lavoro e dei pagamenti dei compensi.

Con il messaggio 27 gennaio 2023, n. 410, l’Istituto ricorda le modalità attraverso le quali possono essere erogati i compensi per i prestatori di lavoro occasionale.

L’INPS, inoltre, rende noto che gli oneri di pagamento del bonifico bancario domiciliato a carico del prestatore, trattenuti sul compenso, sono stati aggiornati all’importo di 3,84 euro. Rimangono di 1,75 euro gli oneri di pagamento per le altre modalità indicate nel messaggio.

Mercato del lavoro in Italia: dati e analisi gennaio 2022

Mercato del lavoro in Italia: dati e analisi gennaio 2022

Tutti i dettagli dell’ultimo report utile sul mercato del lavoro in Italia. Sulla base dei dati del 2021 è già possibile fare le proiezioni per il 2022

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Pubblicata l’analisi del mercato del lavoro in Italia (gennaio 2022), redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro, ANPAL e Banca d’Italia.

 

Dai dati del 2021 emerge, principalmente, il proseguire del recupero dell’occupazione dipendente, la crescita le assunzioni a tempo indeterminato e il rialzo del settore delle costruzioni.

Vediamo insieme quali sono i dati del mercato del lavoro in Italia, la loro evoluzione nel corso del 2021 e le proiezioni per il 2022.

 
 

RECUPERA L’OCCUPAZIONE DIPENDENTE

L’analisi del mercato del lavoro in Italia all’inizio del 2021 pubblicata da BankItalia, ANPAL e il Ministero del Lavoro dimostra che l’andamento delle posizioni di lavoro alle dipendenze si è rafforzato. Da giugno il numero di contratti attivati è tornato sui livelli prevalenti prima dello scoppio della pandemia.

Negli ultimi mesi dell’anno, ha quasi raggiunto il sentiero di crescita che si sarebbe registrato se l’evoluzione della domanda di lavoro si fosse mantenuta, anche durante l’emergenza sanitaria, sugli stessi ritmi del periodo 2018 2019. Nel complesso del 2020-21 sono stati infatti attivati, al netto delle cessazioni, circa 560.000 nuovi posti di lavoro alle dipendenze, rispetto ai 605.000 del biennio precedente.

La dinamica beneficia tuttavia del basso numero di cessazioni, ancora contenuto dal ricorso diffuso agli strumenti emergenziali d’integrazione salariale, di cui è previsto il graduale superamento nel 2022.

 
Attivazioni nette - grafico
Fonte: elaborazioni su dati delle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; cfr. Nota Metodologica. (1) I saldi mensili sono destagionalizzati con procedura Tramo-SEATS; il trend lineare è calcolato sulla base dell’andamento delle posizioni lavorative, al netto dei fattori stagionali, registrato nel biennio 2018-19
 

CRESCONO LE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO: IL TREND 2022

Alla fine dell’anno, secondo le analisi, nel mercato del lavoro in Italia si è rafforzata la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. Nell’anno 2021 concluso la creazione di posti di lavoro è stata sostenuta soprattutto dai contratti a tempo determinato (365.000 su circa 597.000 posti di lavoro). Agli andamenti complessivi del 2022 contribuirà pure la capacità del sistema produttivo di preservare tali posizioni, molte delle quali sono giunte a scadenza il 31 dicembre del 2021.

Anche il saldo delle posizioni permanenti è cresciuto, seppur a ritmi più moderati.

Nel primo semestre, a fronte della debolezza delle attivazioni, il miglioramento è stato determinato esclusivamente dal numero contenuto di cessazioni. Nella seconda parte dell’anno, invece, alla dinamica dell’occupazione di tipo stabile ha contribuito anche la ripresa delle assunzioni e delle trasformazioni. In autunno hanno superato i livelli pre-pandemici. Da luglio l’incremento delle dimissioni ha sospinto il numero delle cessazioni.

 
Andamento assunzioni tempo indeterminato
Fonte: elaborazioni su dati delle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; cfr. Nota Metodologica. (1) La voce altro include i casi di decesso del lavoratore, di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e altri eventi non riconducibili alla volontà esclusiva del dipendente o del datore di lavoro. Valori stimati per gli ultimi sette giorni di dicembre.
HBAgency

I LICENZIAMENTI: I DATI DEL MERCATO DEL LAVORO PER L’INIZIO 2022

I licenziamenti, secondo il report del mercato del lavoro in Italia sono rimasti su livelli mediamente modesti. Parliamo di 27.000 contratti cessati ogni mese con questa causale nella media del 2021, circa il 40% in meno rispetto al 2019. Gli incrementi registrati nei mesi immediatamente successivi alla rimozione dei vari blocchi (ovvero il 30 giugno per l’industria, a eccezione del comparto tessile e dell’abbigliamento e il 31 ottobre per tutti gli altri comparti) appaiono avere natura temporanea e verosimilmente riflettono esuberi già previsti nei mesi precedenti.

Andamento licenziamenti
Fonte: elaborazioni su dati delle Comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; cfr. Nota Metodologica. (1) Dati destagionalizzati con procedura Tramo-SEATS. Valori stimati per gli ultimi sette giorni di dicembre. – (2) Il tasso di licenziamento è calcolato come il rapporto tra il numero di cessazioni promosse dal datore di lavoro e la stima degli occupati alle dipendenze elaborata a partire dai dati sui dipendenti del settore privato dell’INPS.
 

I SETTORI IN CRESCITA

Stando al report di gennaio 2022 sul mercato del lavoro pubblicato dal Ministero del Lavoro, BankItalia e ANPAL il settore delle costruzioni continua a crescere. Invece, per il turismo il recupero è ancora incompleto. Nell’industria la marcata accelerazione delle costruzioni ha compensato il rallentamento della manifattura che, pur non registrando significative perdite occupazionali, non è ancora tornata sullo stesso sentiero di crescita che aveva, in media, nei due anni prima della pandemia. Nonostante la ripresa nei mesi primaverili ed estivi, rimangono ampi i margini di recupero nel turismo, che era significativamente cresciuto prima dell’emergenza sanitaria.

DIVARIO DI GENERE NEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

La ripresa del 2021 nel mercato del lavoro in Italia ha favorito l’occupazione maschile, tornata sul sentiero di crescita del 2018 2019. Rimangono ancora ampi i margini di recupero per quella femminile il cui andamento mostrava segnali di relativa debolezza già prima dell’emergenza sanitaria. Le lavoratrici continuano, inoltre a essere penalizzate da una minore domanda di lavoro di tipo permanente. Nonostante rappresentino circa il 42% della forza lavoro, incidono solo per un terzo sul saldo delle posizioni a tempo indeterminato. Per curiosità vi invitiamo a leggere l’approfondimento dedicato alla nuova legge sulla parità salariale.

 

LA SPINTA ALL’OCCUPAZIONE DEL CENTRO NORD

Nelle Regioni centro-settentrionali l’occupazione alle dipendenze non ha ancora completamente recuperato gli andamenti, sostenuti, del 2018 2019. La ripresa si è tuttavia rafforzata nella seconda metà dell’anno quando è cresciuta la domanda di lavoro stabile. Il Mezzogiorno ha risentito in misura più limitata dell’emergenza sanitaria. Nella media del periodo 2020 2021, il Sud e le Isole hanno registrato tassi di crescita superiori a quelli, molto contenuti, del biennio precedente. Il miglioramento riflette però esclusivamente il calo delle cessazioni determinato dalle misure governative (blocco dei licenziamenti, estensione degli strumenti d’integrazione salariale), che hanno prolungato la durata effettiva dei contratti, generalmente inferiore in queste aree. Le assunzioni a tempo indeterminato continuano a crescere più lentamente rispetto al Centro Nord.

LA DISPONIBILITÀ AL LAVORO, IL TREND 2022

In Italia, dal punto di vista amministrativo, la condizione di disoccupato è attestata dalla Dichiarazione d’Immediata Disponibilità al lavoro (DID). Il documento, che può essere rilasciato online o in presenza presso uno dei Centri per l’Impiego (CPI), è necessario per accedere ai servizi pubblici di reinserimento nel mercato del lavoro offerti dai CPI o ad alcune prestazioni di sostegno al reddito, come le indennità di disoccupazione (NASpIDIS-COLL) e di recente il Reddito di Cittadinanza (RdC). L’uscita, temporanea o definitiva, dalla condizione di disoccupazione amministrativa coincide con la sospensione o la revoca della DID, che avviene in caso di nuovo impiego di durata rispettivamente inferiore o almeno pari a sei mesi. Stando all’analisi di BankItalia, ANPAL e il Ministero del Lavoro, nel 2021, tra il 1° gennaio e il 30 novembre 2021 il numero di disoccupati amministrativi si è ridotto di circa 356.000 unità. Un trend che dovrebbe essere confermato nel 2022. Vi erano state solo una riduzione di -57.000 nel 2019 e -37.000 nel 2020. L’entità del calo riflette in parte il riassorbimento di lavoratori precedentemente usciti dal mercato del lavoro. Ma, soprattutto riflette il minore numero di persone che sono entrate nello stato di disoccupazione per la prima volta.

 

ANALISI MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA, LE FONTI

Le fonti dell’analisi del mercato del lavoro 2022 sono le comunicazioni obbligatorie al 31 dicembre 2021. Inoltre, anche le dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro al 30 novembre 2021. La nota dà infatti conto anche dei dati sulla disponibilità al lavoro. Poi si considerano gli andamenti delle Did rilasciate nel corso del 2021. Per maggiori informazioni, potete consultare la nota (Pdf 943 Kb) redatta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dalla Banca d’Italia e dall’ANPAL.

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Oltre 1000 morti sul lavoro nel 2022, una tragedia senza fine: ecco i settori più colpiti

Oltre 1000 morti sul lavoro nel 2022, una tragedia senza fine: ecco i settori più colpiti

morti sul lavoro

“Superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working). Nel periodo gennaio-novembre 2021 invece i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022).

Lo scorso anno, invece, costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017). Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni. Questo a conferma del fatto che passata l’emergenza Covid, rimane quindi ancora tragicamente purtroppo quella dell’insicurezza sul lavoro. E l’unica arma per contrastarla è la prevenzione attraverso la formazione e l’aggiornamento di tutte le figure coinvolte nell’organizzazione aziendale: dal datore di lavoro ai dirigenti, fino ai preposti e ovviamente ai lavoratori”.

 
lavoro sicurezza regione lazio
 

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, non ha dubbi: la più recente e dettagliata indagine realizzata dagli esperti del proprio team continua a descrivere una situazione più che allarmante.

 

“Auspichiamo che i nostri studi e approfondimenti possano rappresentare uno strumento efficace sul fronte della prevenzione degli infortuni sul lavoro – prosegue Mauro Rossato – L’obiettivo della diffusione di questi dati, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage”.

 

I numeri degli incidenti sul lavoro, del resto, non possono far altro che portare ad una triste riflessione. Le denunce totali di infortuni sono cresciute del 29,8% rispetto al 2021, arrivando a quota 652.002; con il settore della Sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (80.256 denunce); seguono: Attività Manifatturiere (70.483) e Trasporti (51.583). Importante in questi dati anche la lettura sull’evoluzione delle denunce totali di infortunio per Covid: a fine ottobre 2021 erano 36.821, mentre a fine ottobre 2022 sono diventate 107.602. Praticamente sono triplicate, dimostrando che il virus è divenuto molto meno mortale ma è ancora largamente presente nei luoghi di lavoro.

 

Oltre i numeri però ciò che conta per l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre è il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. Si tratta dell’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi undici mesi dell’anno è di 32 decessi ogni milione di occupati. Questo indice, un vero e proprio “indicatore di rischio di morte sul lavoro”, consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

 

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio Vega definisce mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.

A finire in zona rossa alla fine dei primi undici mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 32 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Campania e Calabria. In zona arancione: Puglia, Umbria, Marche, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Friuli-Venezia Giulia.

(In allegato e sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

INFORTUNI MORTALI E STRANIERI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, cioè oltre il 18,3% del totale. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 58,5 morti ogni milione di occupati, contro 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022

Sempre in cima alla graduatoria con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è -inevitabilmente a livello statistico – la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (115) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in “zona gialla”.

Seguono: Veneto (68), Campania (65), Lazio (62), Piemonte (59), Emilia Romagna (53), Toscana (51), Puglia (48), Sicilia (47), Trentino-Alto Adige (29), Marche (23), Calabria (21), Liguria (16), Sardegna e Abruzzo (15), Umbria (14), Basilicata (10), Valle D’Aosta (6), Molise (3) e Friuli-Venezia Giulia (2).

Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

Nei primi undici mesi del 2022 il settore Costruzioni fa registrare nuovamente il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 124. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio (104) e Attività manifatturiere (91).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (273 su un totale di 722). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 92,2 infortuni mortali ogni milione di occupati.

L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 16,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 23,7 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre del 2022 sono 54 su 722. In 59, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, 57 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 sono il lunedì e martedì i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali (più precisamente il 17,9% del totale degli infortuni mortali in occasione di lavoro), seguito dal venerdì (17,6%).

Le denunce di infortunio sono in aumento (+ 29,8% rispetto a novembre 2021). A fine novembre 2021 erano infatti 502.458 mentre a fine novembre del 2022 sono 652.002. E ad essere triplicate (ultimi dati ottobre 2022) sono le denunce di infortunio per Covid: passate dalle 36.821 di fine ottobre 2021 alle 107.602 di fine ottobre 2022. Anche decurtando gli infortuni per Covid dai dati appena visti risulta un aumento delle denunce di infortuni del +19% nel 2022 rispetto al 2021.

Sono più di 80 mila gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Oltre 70 mila quelli nelle Attività manifatturiere e superano i 51 mila nei Trasporti.

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi undici mesi del 2022 sono state 268.565, quelle dei colleghi uomini 383.437.

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA NUOVA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO VEGA ENGINEERING DI MESTRE, PER FOTOGRAFARE, IL LIVELLO DI SICUREZZA DEI LAVORATORI.

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering

 

 
 
 
 
 
 
 
 

Morti sul lavoro 2022 in Italia

 

 
 
 
 
 
 
 
 

MORTI SUL LAVORO NEL PRIMO SEMESTRE 2022 AUMENTATI DEL 164%.

QUESTA L’ENNESIMA TRISTE PROIEZIONE DELL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING

I DATI UFFICIALI DEL 2022 PARLANO DI UN DECREMENTO COMPLESSIVO DEL  14 %. MA LA FLESSIONE È DOVUTA ALLE NUMEROSE MORTI PER COVID DELLO SCORSO ANNO (367 SU UN TOTALE DI 538), CHE QUEST’ANNO SONO QUASI ASSENTI (11 SU 463).  I DECESSI “NON COVID” DUNQUE SONO PASSATI DA 171 A 452, NUMERI GIA’ VISTI NEGLI ANNI PRE-PANDEMIA.

A CRESCERE SEMPRE DRAMMATICAMENTE SONO LE DENUNCE DI INFORTUNIO: + 43,3% RISPETTO AL 2021.

SANITA’, ATTIVITA’ MANIFATTURIERE E TRASPORTI I SETTORI PIÙ COLPITI

ECCO LA MAPPATURA DELL’EMERGENZA DELL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING: PER CAPIRE DOVE NEL PRIMO SEMESTRE DELL’ANNO I LAVORATORI HANNO RISCHIATO MAGGIORMENTE LA PROPRIA VITA.

SUL PODIO DELL’INSICUREZZA: VALLE D’AOSTA, TRENTINO ALTO ADIGE, CALABRIA E MOLISE.

IN ZONA ROSSA: VALLE D’AOSTA, TRENTINO ALTO ADIGE, CALABRIA E MOLISE.

IN ZONA ARANCIONE: PUGLIA, TOSCANA, SICILIA, VENETO, EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE, MARCHE, UMBRIA.

IN ZONA GIALLA: LOMBARDIA, LAZIO, CAMPANIA E ABRUZZZO.

IN ZONA BIANCA: SARDEGNA, BASILICATA, LIGURIA E FRIULI VENEZIA GIULIA.

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO VEGA ENGINEERING DI MESTRE, PER FOTOGRAFARE, ALLA STREGUA DELLA PANDEMIA, L’EMERGENZA MORTI SUL LAVORO IN ITALIA.

IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2022.

DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA.

“Anche a chiusura del primo semestre del 2022 il decremento della mortalità complessivo rispetto al 2021 (-14 %), risulta essere fortemente “contaminato” dalla quasi totale assenza dei decessi per Covid nel 2022 rispetto al 2021: lo scorso anno infatti, nel primo semestre, gli infortuni mortali per Covid erano 367 su 538. Quest’anno sono solo 11 su 463. Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono passati dai 171 del 2021 ai 452 del 2022, con un eclatante e drammatico incremento del 164%. I numeri degli infortuni mortali sul lavoro tornano quindi ai dati già visti negli anni prima della pandemia, come se nulla fosse cambiato. Sono 463 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese nei primi sei mesi del 2022, con una media angosciante di 77 morti sul lavoro ogni 30 giorni. In netto aumento, inoltre, le denunce di infortunio, che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso aumentano del 43,3%.”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre non ha dubbi: la tragedia delle morti sul lavoro nel nostro Paese non conosce la parola “fine”. Anzi la situazione quest’anno è addirittura peggiorata rispetto al 2021. A fronte di un’apparente diminuzione, il numero di infortuni mortali sul lavoro, ripulito dalle morti per Covid, cresce addirittura del 164% rispetto all’anno precedente.

“Una recrudescenza dell’emergenza che si legge bene nelle denunce totali di infortunio – sottolinea Mauro Rossato – considerando tutti gli infortuni, mortali e non, l’incremento continua ad essere del 43,3% rispetto al 2021, arrivando a quota 382.288. E in questo totale, le denunce “non Covid” aumentano del 41 % passano da 213.853 a 301.294. Nel 2022 aumentano anche le denunce “Covid”, da 52.951 a 80.994. E i settori della Sanità, Attività Manifatturiere e dei Trasporti rimangono sempre in cima alla graduatoria”.

Accanto ai numeri poi c’è il calcolo del rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, analizza infatti l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi sei mesi dell’anno è di 15,2 decessi ogni milione di occupati. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio mestrino elabora mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.

A finire in zona rossa alla fine del primo semestre del 2022, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 15,2 ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Calabria e Molise.

In zona arancione: Puglia, Toscana, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche e Umbria.

In zona gialla: Lombardia, Lazio, Campania e Abruzzo.

In zona bianca: Sardegna, Basilicata, Liguria e Friuli Venezia Giulia.

(In allegato e sul sito www.vegaengineering.com sono disponibili i grafici e i dati).

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2022

A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è ancora la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (52).

Seguono: Veneto (33), Emilia Romagna (31), Lazio (30), Toscana (29), Piemonte (28), Campania (24), Puglia e Sicilia (22), Trentino Alto Adige (19), Calabria (12), Marche (11), Abruzzo (7), Umbria (6), Sardegna (5), Liguria e Molise (3), Valle D’Aosta e Basilicata (2), Friuli Venezia Giulia (1).

Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

Anche nei primi sei mesi del 2022 il settore Trasporti e Magazzinaggio fa registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 50.

Seguono: Costruzioni (49) e Attività manifatturiere (36).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (125 su un totale di 342). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 46,8 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 8,2), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 9,9 infortuni mortali ogni milione di occupati.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2022 sono 29 su 342. In 26, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 57.

Il martedì si conferma anche nei primi sei mesi 2022 come il giorno della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.

Le denunce di infortunio totali sono in aumento (+ 43,3% rispetto a giugno 2021). A fine giugno 2021 erano 266.804 mentre a fine giugno sono 2022 sono 382.288. Di questi sono 80.994 quelli legati al contagio da Covid.  Nel 2021 erano 52.951.

Più di 52 mila poi sono gli infortuni occorsi nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Oltre 37 mila quelli nelle Attività manifatturiere e 33.289 mila nei Trasporti.

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi sei mesi  del 2022 sono state 165.055, quelle dei colleghi uomini 217.233

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA NUOVA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO VEGA ENGINEERING DI MESTRE, PER FOTOGRAFARE, IL LIVELLO DI SICUREZZA DEI LAVORATORI.

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

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