Stress

Stress da lavoro, problema europeo

E’ iniziata in parallelo con quella per le elezioni del Parlamento europeo, ma durerà molto più a lungo. È la campagna, biennale (2014- 2015), lanciata il 7 aprile a Bruxelles dall’Agenzia di Bilbao per la prevenzione dello stress correlato al lavoro. Il problema è esteso e preoccupante. L’ultimo sondaggio d’opinione paneuropeo dell’Eu-Osha ha rivelato che il 51 per cento dei lavoratori riferisce che lo stress è presente nel proprio luogo di lavoro e 4 lavoratori su 10 pensano che non venga gestito adeguatamente nella loro impresa. Lo slogan della campagna – “Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato” – rammenta correttamente che anche lo stress, come ogni problema di prevenzione, può essere risolto attraverso una vera collaborazione tra azienda e lavoratori.

Le statistiche parlano chiaro: lo stress è il problema di salute più frequente legato all’attività lavorativa in Europa dopo i disturbi muscolo-scheletrici. Circa la metà dei lavoratori considera lo stress lavorocorrelato un fenomeno comune nella propria azienda e, del resto, il 50-60 per cento di tutte le giornate lavorative perse è riconducibile allo specifico problema. Il citato sondaggio mette in luce le cause più comuni dello stress e tra queste ha evidenziato la riorganizzazione del lavoro (per il 72 per cento degli addetti), le ore lavorate o il carico di lavoro eccessivo (per il 66) e il fatto di essere oggetto di comportamenti inaccettabili, come mobbing o molestie (per il 59 per cento).

In base ai dati Eurostat, nell’arco degli ultimi 9 anni, il 28 per cento dei lavoratori europei ha riferito di essere esposto a rischi psicosociali che hanno compromesso il loro benessere mentale. I rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato generano costi significativi sia per le aziende, sia per le economie nazionali. In generale, i lavoratori tendono ad assentarsi per periodi consistenti quando soffrono di stress e di altri problemi di natura psicologica e a volte vanno al lavoro pur non essendo in grado di svolgere le mansioni in modo efficace (fenomeno noto come “presenzialismo”).

Ciò porta a una riduzione della produttività, con conseguente diminuzione della redditività dell’impresa, che è stimata essere di 136 miliardi di euro, compreso l’assenteismo per malattia. I vantaggi economici sono invece evidenti: la prevenzione e la gestione dei rischi psicosociali sono attività importanti, che favoriscono la presenza di una forza lavoro sana e produttiva, la riduzione dei tassi di assenteismo e di quelli di incidenti e infortuni e un più stretto legame dei lavoratori con l’azienda. Ne consegue il miglioramento complessivo dei risultati aziendali.

L’Eu-Osha mette a disposizione un’ampia serie di analisi, indicazioni e strumenti per affrontare con successo lo stress, tra cui una pratica guida elettronica, disponibile in 30 versioni nazionali, che offre informazioni sulla gestione dello stress lavoro correlato e i rischi psicosociali. La guida è rivolta in modo particolare ai dipendenti di micro e piccole imprese e presenta facili spiegazioni dello stress e dei rischi psicosociali, delle loro cause e conseguenze; illustra come individuare i problemi sin dai primi momenti in cui si manifestano; comprende esempi pratici su come prevenire e gestire questi rischi nell’azienda; riporta prove sia della fattibilità, sia della remuneratività di gestirli.

La guida potrebbe essere uno stimolo in più per le piccole imprese nostrane a effettuare una gestione sistematica ed efficace dei rischi psicosociali, utilizzando gli strumenti pratici disponibili a livello nazionale (ricordiamo che in Italia abbiamo dal dicembre 2010, le Linee guida della Commissione consultiva).

rassegna.it

Stressultima modifica: 2014-06-04T18:51:30+02:00da vitegabry
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