Welfare

Welfare: donne assistono malati famiglia, senza indennità

Sono soprattutto le donne a occuparsi di persone delle famiglie malate e non autosufficienti. La percentuale è pari al 70% del totale. La maggior parte delle donne (chiamate caregivers) ha tra i 41 ed i 60 anni (51%) e il 78% tra i 40 e i 70 anni. Emerge da una ricerca realizzata dallo Spi-Cgil Piemonte in collaborazione con l’Ires-Cgil, con 500 questionari distribuiti a famiglie nelle quali è presente un individuo non autosufficiente.

Per le donne l’assistenza è quotidiana nell’81% dei casi (rispetto al 65% negli uomini). Il 34,4% delle donne (rispetto
al 18,8% uomini) se ne occupa più di 70 ore a settimana mentre nella fascia di meno di 20 ore si colloca il 54,6% degli uomini e il 34,4% delle donne. In comune tutti e tutte le caregivers hanno un problema finanziario: molte donne assistite (il 25%) ha una pensione inferiore a 600 euro (rispetto all’8,8% degli uomini) ed il 37% (rispetto al 35,1%) tra 600 e 1.000 euro.

“La richiesta di sostegno con servizi a domicilio – commenta la Cgil – è pressante e lo diventerà sempre di più. E’ importante anche che si creino dei momenti di socialità soprattutto per le caregivers, spesso più giovani, utilizzando anche mezzi informatici e gruppi di auto-aiuto”. Nell’Ue sono diverse le soluzioni per i caregivers familiari, dai credit retribuiti del Belgio a paesi come Bulgaria o Repubblica Ceca che pagano il costo del lavoro per gli occupati/e, o la Germania che paga i contributi. In Danimarca lo Stato paga le caregivers 2.566 euro al mese dalla fiscalità generale, per un massimo di sei mesi. Ci sono poi paesi come la Spagna o l’Italia dove i permessi sono pochi e poco retribuiti, o la Finlandia, dove l’indennità è l’equivalente di un sussidio di disoccupazione.

Welfareultima modifica: 2014-05-28T18:23:22+02:00da vitegabry
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