Archivi giornalieri: 29 maggio 2014

Rassegna stampa del 29/05/2014

Rassegna stampa del 29/05/2014

Sanità

Sanità: Cgil, bene la nuova legge sugli Opg (Ospedali Psichiatrici Giudiziari)

”Positivo il giudizio sulla nuova legge per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari, approvata in via definitiva dalla Camera dopo il voto del Senato”, secondo Vera Lamonica della Cgil Nazionale, per la quale ”è un risultato ottenuto anche grazie alla mobilitazione e alle iniziative del comitato StopOpg, che vede tra i promotori Cgil e Fp Cgil nazionali”.

”La nuova legge – afferma in una nota la sindacalista – ha migliorato in modo significativo l’attuale normativa, pur non risolvendo tutte le criticità. In particolare resta da modificare il codice penale eliminando il ”trattamento speciale” per le persone malate di mente che commettono reato, ultimo baluardo della logica manicomiale”.

Secondo Lamonica, inoltre, ”ora si apre una nuova fase per applicare le nuove norme nello spirito della ”legge 180”. Perciò i programmi delle regioni ora possono e devono spostare attenzione e investimenti dalle Rems, i cosiddetti mini Opg, ai percorsi di cura e riabilitazione individuali, necessari per evitare l’internamento e che, potenziando i servizi socio-sanitari territoriali, servono a tutti i cittadini. La vicenda degli Opg – conclude – richiama la drammatica condizione delle carceri italiane e la necessità di interventi risolutivi, anche per garantire il diritto alla tutela della salute e alle cure delle persone detenute”.

Pensioni

Importante controllo Covip su Fondi previdenza complementare

”La Covip deve continuare a svolgere la sua funzione di controllo e monitoraggio sulla previdenza complementare. Le risorse accantonate con la previdenza privata hanno ormai assunto un livello rilevante, anche se l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei industrialmente avanzati”.

Lo afferma in una nota il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano. ”Non bisogna mai dimenticare che le risorse versate a questi fondi appartengono ai lavoratori e che la loro finalità è quella di aggiungere alla pensione pubblica un assegno complementare -continua Damiano-. Evitiamo di scostarci da questo obiettivo primario, che è stato pensato soprattutto per le giovani generazioni con la finalità di poter disporre di una pensione complessivamente dignitosa. Il Governo dovrebbe promuovere una grande campagna di adesione soprattutto tra i giovani e, contemporaneamente, rendere obbligatorio il versamento della quota di previdenza privata spettante alle aziende, stimolando in questo modo l’adesione dei lavoratori, che va comunque tenuta facoltativa”.

”L’utilizzo anticipato di una quota di queste risorse risparmiate dai lavoratori è già oggi possibile in alcuni casi: ad esempio per l’acquisto della prima casa o per particolari spese mediche. Queste norme possono essere rese maggiormente elastiche tenuto conto dell’attuale momento di crisi e delle necessità delle famiglie”, conclude Damiano.

AdnKronos

Maternità

Maternità e paternità: legislazioni e prassi nel mondo

In un nuovo rapporto titolato Maternity and Paternity at Work: Law and practice across the world (Maternità e paternità nel lavoro: legislazioni e prassi nel mondo) –, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro giunge alla conclusione che, nel mondo, la tutela della maternità è insufficiente per il 71,6% delle donne, principalmente in Asia e Africa.

Il rapporto fa un’analisi comparata delle legislazioni nazionali in 185 paesi e territori con le norme dell’ILO più recenti. Per quanto riguarda il congedo maternità, nessun paese dal 1994 ne ha ridotto la durata, e si osserva una evoluzione progressiva verso un congedo che abbia una durata minima di 14 settimane (come previsto dalle convenzioni OIL). Nel 2011, la Cina ha esteso il congedo di maternità da 90 a 98 giorni, mentre il Cile ha prolungato la durata del congedo di maternità dopo la nascita del bambino da 18 a 30 settimane. Il Salvador ha aumentato la compensazione del reddito garantito dal 75 al 100 per cento durante le 12 settimane di congedo di maternità per le madri registrate al servizio nazionale di sicurezza sociale.

Circa le indennità, su 185 paesi e territori, solo 3 non prevedono l’obbligo di versare un’indennità durante il congedo di maternità. A oggi, più di 100 paesi prevedono il pagamento di un’indennità all’interno dei loro sistemi di sicurezza sociale: il che ridurre il contributo dei datori di lavoro.

Su 167 paesi esaminati, 78 prevedono norme per il congedo di paternità, spesso retribuito, che indica una chiara tendenza ad una maggiore partecipazione dei padri alla nascita di un figlio. Le disposizioni di congedo parentale a favore dei padri sono più ricorrenti nei paesi industrializzati, Africa, Europa Orientale e Asia Centrale. Il congedo di paternità è retribuito in 70 paesi su 78 dove è previsto.

Sulla protezione contro la discriminazione, solo 20 paesi su 165 non vietano esplicitamente la discriminazione durante la gravidanza e il congedo di maternità. Contro ogni aspettativa, in alcuni paesi (tra cui la Germania, l’Australia, la Francia, la Norvegia, la Polonia e la Slovacchia ), la crisi economica globale – con l’accesso ai servizi per la prima infanzia, attraverso incentivi fiscali oppure aumentando la durata, l’estensione e il livello delle prestazioni di maternità e di congedo parentale – ha finito con rafforzare il sostegno alle famiglie. Tuttavia, nel quadro delle misure di consolidamento fiscale, alcuni paesi (come l’Estonia e la Lituania) hanno ridotto la durata del congedo di maternità e di paternità o hanno ridotto le prestazioni, anche se solo temporaneamente. In altri paesi (come la Grecia, la Lettonia e la Romania) la riduzione del salario minimo o l’indebolimento del sistema di contrattazione collettiva causati dall’introduzione di nuove leggi seguite alle misure di austerità, hanno portato ad una riduzione del livello delle prestazioni di maternità. In Croazia, Italia e Portogallo viene riportato l’utilizzo delle “dimissioni in bianco”, ovvero lettere di dimissioni non datate che le lavoratrici sono costrette a firmare al momento dell’assunzione. Queste vengono poi utilizzate in caso di gravidanza delle lavoratrici, in casi di malattie prolungate o responsabilità familiari di varia natura.

Per approfondimenti si rinvia a:
http://www.ilo.org/global/publications/ilo-bookstore/order-online/books/WCMS_242615/lang–en/index.htm

ISTAT

Istat: Cgil, su lavoro indica direzione da seguire

”Sul tema lavoro il rapporto Istat indica la traccia che il governo dovrebbe seguire, al contrario di quanto fatto ad oggi con il recente decreto lavoro. Un provvedimento che rischia di aggravare la situazione aumentando la precarietà e la breve durata dei contratti a termine, con i rinnovi illimitati e l’alto numero di proroghe senza causali”. E’ quanto afferma la Cgil in una nota.

 ”I problemi evidenziati, infatti, – prosegue – ricalcano esattamente le priorità indicate dalla Cgil nel corso degli ultimi mesi: crescita della precarizzazione dei rapporti di lavoro negli ultimi 5 anni per l’incertezza dovuta alla crisi; difficoltà di collocazione dei lavoratori over 50 e delle lavoratrici madri; ripresa dell’emigrazione giovanile in particolare qualificata; crescita dei lavoratori poveri, in particolare donne”. Per questo la Cgil ribadisce che ”occorre una riforma universale degli ammortizzatori sociali, la sperimentazione di un contratto a tutele progressive che cancelli quasi tutte le 46 tipologie atipiche di lavoro esistenti, un cambiamento profondo della riforma Fornero sulle pensioni e una norma vera che contrasti le dimissioni in bianco”.

Inoltre, aggiunge la nota, ”il dato sulle competenze come strumento per rafforzare il rapporto di lavoro e ad inserirsi nel mercato, indica che la formazione è un settore strategico su cui investire”.

La Cgil ha lanciato a riguardo ”una proposta di riforma della formazione professionale, dei servizi pubblici per il lavoro e degli ammortizzatori, si possono dare risposte in tempi brevi su tutti e tre questi temi senza cancellare diritti ma al contrario estendendoli a precari e soggetti fragili. Ci vuole disponibilità al dialogo e una volontà politica che sia orientata dal principio di ”fare presto” ma soprattutto di ”fare il meglio”. A partire dalla garanzia giovani e dalla riforma degli ammortizzatori, c’è bisogno del lavoro di tutti, governo, regioni e parti sociali, per dare risposte ad emergenze non rinviabili e che facciano fare uno scatto in avanti al paese, senza che nessuno venga lasciato solo”, conclude la nota.

istat

Istat: Cgil, servono lavoro per donne e maggiori servizi

“Lavoro per le donne e maggiori servizi per rilanciare il Paese”. Questa la strada indicata dall’Istat nel rapporto annuale per la responsabile politiche di genere della Cgil Nazionale, Loredana Taddei, secondo la quale i dati dell’istituto di statistica “fotografano l’aumento delle donne costrette a lasciare il lavoro in occasione della nascita dei figli, il minimo storico per le nascite, il peggioramento della situazione di conciliazione dei tempi di vita delle donne, l’aumento della quota di occupate con figli piccoli che lamentano le difficoltà di conciliazione e, infine, la riduzione della spesa sociale nei comuni”.

Per la dirigente sindacale “sono tutte facce della stessa medaglia, a ulteriore dimostrazione che l’Italia è uno dei Paesi europei che incoraggiano meno la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e che così facendo spreca una grossa fetta del capitale umano disponibile, oltre a ridurre l’orizzonte temporale dei progetti di vita delle donne, alle prese con potenti vincoli riguardo le scelte di maternità”.

Secondo Taddei “è urgente un cambiamento di rotta: questi dati dovrebbero indurre il governo a fare in modo che le politiche di investimento e valorizzazione del capitale umano (servizi, strumenti di conciliazione tra famiglia e lavoro) siano prioritarie. Non solo per un fatto di equità e giustizia, ma perché aumentare l’occupazione femminile gioverebbe all’economia, secondo l’Ocse infatti il reddito pro capite aumenterebbe per tutti di un punto percentuale l’anno”, conclude.

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Newsletter del 29/05/2014

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SENTENZE

NOTE A SENTENZE

COMMENTI ED OPINIONI

San Massimino di Treviri

San Massimino di Treviri


San Massimino di Treviri

Nome: San Massimino di Treviri
Titolo: Vescovo
Ricorrenza: 29 maggio

Citato nel Martirologio geronimiano alla data del 29 maggio, il vescovo di Treviri è ricordato anche da Gregorio di Tours, che descrive alcuni miracoli avvenuti presso la sua tomba. 

La prima biografia di Massimino è caratterizzata da amplificazioni di scarsa attendibilità storica (tra cui si ricorda la falsa notizia della deposizione di Eufrate di Colonia ad opera di Massimino nel corso di un sinodo del 346), e dall’utilizzo di noti topoi agiografici, quale, ad esempio, l’episodio dell’orso costretto a sostituire la bestia da soma divorata da quest’ultimo. Tale testo è stato redatto fra il 750 e il 760 da un anonimo monaco di Treviri, con la finalità di avvantaggiare la sua diocesi nei confronti di quella coloniese.

Intorno all’839, su richiesta del monaco Valdone di S. Massimino di Treviri, Lupo di Ferrières compose un nuovo testo agiografico, che non è se non una rielaborazione stilistica della precedente biografia. A queste due biografie vanno aggiunti una raccolta di miracoli compilata da Sigeardo, monaco di S. Massimino, verso il 962, e un Carmen edito dal Kraus nel secolo scorso. Secondo gli agiografi Massimino sarebbe stato originario dell’Aquitania, da dove si trasferì a Treviri, divenendo ben presto presbitero sotto la guida del vescovo Agrizio, al quale successe tra il 320 e il 330: Treviri era allora capitale dell’Impero d’Occidente. Nonostante l’atteggiamento favorevole di Costantino nei confronti della reazione antinicena, Massimino si schierò apertamente in difesa dell’ortodossia e accolse presso di sé il patriarca di Alessandria Atanasio, allontanato dalla sua sede dall’imperatore per volere del partito filoariano, e il patriarca costantinopolitano Paolo, scacciato per motivi analoghi. Alla morte di Costantino (337) Massimino riuscì ad esercitare un positivo influsso sul giovane figlio di lui, Costante, che, divenuto imperatore d’Occidente, parteggiò per la causa nicena. Dalle ulteriori, ma scarne testimonianze ci è noto che Massimino, pochi anni prima della sua morte, presumibilmente avvenuta intorno al 346, fu, unitamente a papa Giulio I e al vescovo di Cordova Orosio, tra i promotori del Concilio di Sardica (343). 

Massimino viene generalmente raffigurato come un vescovo recante il libro e il pastorale spesso accompagnato dall’orso.