Archivi giornalieri: 21 maggio 2014

Permessi di soggiorno

Decreto rinnovo permessi di soggiorno alla Corte di Giustizia: il Tar dà ragione a Cgil e Inca.

Sarà la Corte di Giustizia Europea a decidere se il contributo previsto in Italia per il rilascio del permesso di soggiorno sia legittimo alla luce dei principi fissati in sede comunitaria. L’ha deciso il Tar del Lazio, nell’ambito di un ricorso proposto dalla Cgil e dal suo patronato Inca.  Il  giudizio sul decreto resta sospeso, quindi, in attesa della decisione della Corte di Giustizia.

“E’ un risultato importante – commenta Morena Piccinini, presidente Inca – che si aggiunge alle altre sentenze favorevoli in materia di immigrazione, promosse da noi. Questo non fa che confermare la fondatezza delle contestazioni, sulla base delle quali abbiamo chiesto l’intervento della giustizia per ristabilire un principio di uguaglianza e di dignità nelle politiche rivolte ai tanti stranieri che, nonostante la crisi, intendono stabilirsi nel nostro paese”.

Nel ricorso al Tar, Cgil e Inca chiedevano l’annullamento del decreto ministeriale con il quale è stata adottata la nuova normativa sui contributi per il rilascio dei permessi di soggiorno, fissando oneri contributivi tra gli 80 e i 200 euro, e istituendo un “Fondo rimpatri” nel quale far confluire la metà del gettito conseguito e i contributi eventualmente disposti dall’Unione europea, stabilendo che la quota residua fosse assegnata al ministero dell’Interno per gli oneri connessi alle attività istruttorie inerenti al rilascio e al rinnovo dei permessi.

Il sindacato di Corso d’Italia e il suo patronato hanno contestato la legittimità del decreto per violazione dei principi di eguaglianza e di ragionevolezza, di capacità contributiva, di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa.

La distribuzione delle risorse derivanti dalla imposizione del pagamento di maggiori oneri per coloro che richiedono il permesso di soggiorno sarebbe, secondo Cgil e Inca, del tutto irragionevole giacché il pagamento diverrebbe strumento per finanziare le attività connesse al meccanismo dell’immigrazione irregolare.

Il Tar, preliminarmente ricordando come “ciascuno Stato membro – si legge nell’ordinanza – è legittimato a subordinare il rilascio dei permessi di soggiorno alla riscossione di contributi, il cui importo non deve creare un ostacolo al conseguimento dello status di soggiornante di lungo periodo” e che “il potere discrezionale di cui dispone lo Stato membro per determinare l’importo non è illimitato e non consente, quindi, di stabilire il pagamento di contributi eccessivi…”.

Per i giudici, essendo, quindi,  “di dominio pubblico che, in Italia, il costo per il rilascio di una carta d’identità ammonta attualmente, a circa 10 euro” e tenuto conto “che l’importo più basso fissato dal decreto per i permessi di soggiorno è di 80 euro”, ne deriva che l’onere economico richiesto agli immigrati è pari a circa 8 volte il costo del rilascio della carta d’identità. Per il Tar, questo appare confliggente con i principi di livello comunitario e soprattutto non sembra coerente con il principio di proporzionalità”.

Vittime sul lavoro

Inca Bari – Risarcimento vittime Ansaldo di Gioia del Colle

Dopo la Fibronit (90 morti) e la Bridgestone (200 morti) di Bari, è adesso la volta dell’Ansaldo nel cui stabilimento di Gioia del Colle  alcuni operai hanno contratto malattie come il mesotelioma pleurico  e l’adenocarcinoma, che ne hanno causato il decesso. Sette sono i casi, ritenuti sospetti,  di ex operai deceduti nell’arco di un ventennio, alcuni dei quali sono seguiti dalla consulenza legale dell’Inca di Bari.

Le malattie contratte dai lavoratori sono direttamente connesse con la presenza di polveri di amianto nell’ambiente di lavoro, ma sono dovute anche a presunte violazioni delle norme sulla prevenzione. Al vaglio della Procura di Bari, dunque, il presunto nesso di causalità tra esposizione all’amianto e insorgenza del tumore ai polmoni. Le fibre di amianto, infatti, potrebbero essere state inalate dagli operai anche molti anni prima della contrazione delle patologie.

Dalla relazione dei consulenti nominati dalla Procura, intanto,  è emerso che lo stabilimento, dopo l’approvazione della legge 257/92, che aveva messo al bando l’amianto, non avrebbe adottato tutte le prescrizioni per evitare che gli operai venissero a contatto con le polveri e le fibre killer.

Morti sul lavoro

Pm Mantova chiede quasi 80 anni per morti ex Montedison

Quasi 80 anni  di reclusione. E’ la pena richiesta oggi dal p.m. per 11 dei 12 ex manager del petrolchimico di Mantova ex Montedison per la morte di 72 operai avvenuta tra il 1970 e il 1989 a causa di malattie contratte durante il lavoro.

Il p.m. ha fatto le sue richieste alla centesima udienza del processo, dopo un’arringa durata più di cinque ore. Per gli undici imputati, tutti direttori dello stabilimento tra il 1970 e il 1989, il p.m. ha chiesto condanne per 79 anni e 4 mesi per omicidio colposo  con l’aggravante  della omissione e rimozione delle cautele per la sicurezza dei lavoratori. Le pene, per ognuno, variano dai 9 anni ai 5 anni e 5 mesi. Chiesta l’assoluzione soltanto per uno degli imputati. Il processo proseguirà nei prossimi giorni con le arringhe dei legali delle parti civili. La sentenza è prevista per settembre.

10 domande a… Francesco Casula

 domande a… Francesco Casula

Ha complessivamente scritto circa mille articoli su riviste, periodici e quotidiani sardi e italiani; ha scritto e pubblicato numerosissimi saggi e novelle; sono sue le undici monografie in lingua sarda per la collana “Omines e feminas de gabbale”.

Francesco Casula nasce a Ollolai (NU). Dopo gli studi medi-superiori fatti dai Gesuiti, -frequenta il Liceo Sociale di Torino, dove studiò Cesare Pavese – a Roma nel 1970 si laurea in Storia e Filosofia. È stato docente di Storia, Filosofia e Italiano negli Istituti Superiori. È giornalista pubblicista dal 1989. Attualmente è Direttore Responsabile e redattore di “Liberatzione sarda“, periodico bilingue e “Madiapolis” periodico degli studenti universitari di Cagliari. Negli anni passati è stato direttore responsabile de “Il Solco” il prestigioso giornale del PSD’AZ e di Emilio Lussu e del periodico bilingue della Confederazione sindacale sarda “Tempus de Sardinnia“. Ha complessivamente scritto circa mille articoli su riviste, periodici e quotidiani sardi e italiani; ha scritto e pubblicato numerosissimi saggi e novelle; sono sue le undici monografie in lingua sarda per la collana “Omines e feminas de gabbale”; ha composto numerose prefazioni a saggi e romanzi legati alla Sardegna. Ha scritto “Letteratura e civiltà della Sardegna”: un’opera antologica che raccoglie le opere di scrittori e poeti bilingui, scrittori e poeti in lingua italiana, scrittori e poeti in lingua sarda. Inoltre è stato consulente-esperto in materia di Lingua e Storia della Sardegna, dell’Assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, spettacolo e sport della Regione autonoma della Sardegna.

Eletto dal Consiglio Regionale della Sardegna, nel Gennaio 2000, è stato membro dell’Osservatorio Regionale della Lingua e della Cultura sarda, istituito per la gestione della Legge regionale 26/97 su “ Promozione e valorizzazione della cultura e della Lingua della Sardegna”. Tiene spesso conferenze, in qualità di relatore presenta libri, saggi e romanzi.

Noi di FocuSardegna l’abbiamo incontrato per una piacevole intervista.

1) Dal punto di vista professionale si dedica soprattutto alla diffusione e valorizzazione della cultura, della storia e della lingua sarda. Domanda a bruciapelo: si può essere sardi senza conoscere il sardo?

La lingua sarda, essendo la più forte ed essenziale componente del patrimonio ricchissimo di tradizioni e di memorie popolari, sta a fondamento – per usare l’espressione dell’archeologo Giovanni Lilliu – dell’Identità della Sardegna e del diritto ad esistere dei Sardi, come nazionalità e come popolo, che affonda le sue radici nel senso profondo della sua storia, atipica e dissonante rispetto alla coeva storia e cultura mediterranea ed europea.
Se questo è vero, certo che si può essere Sardi anche senza conoscere la lingua, ma Sardi dimezzati, sradicati, deprivati di un intero universo di suoni e di saperi. Dunque senza storia, senza memoria, senza identità. Persino quasi afasici. Soprattutto i giovani. Qualche studioso sostiene infatti la tesi dei giovani sardi oggi “semiparlanti”: non conoscono più la lingua sarda e parlano (e scrivono) un italiano frammentario, disorganizzato, improprio, gergale; la cui parola dice di sé solo le accezioni selezionate dal Piccolo Palazzi: senza metafore, senza natura,senza storia, senza vita. Che sarebbero tutte incorporate proprio nella lingua materna (nadìa). Quella lingua cioè che è soprattutto valore simbolico di autocoscienza storica e di forza unificante, il segno più evidente dell’appartenenza e delle radici che dominatori di ogni risma e zenia hanno cercato di recidere.

2) Chi sono i nemici della lingua sarda?

Gli apparati e le articolazioni dello Stato. I Partiti politici e i grandi Sindacati italiani. Ma soprattutto la Scuola italiana in Sardegna. Che fin dall’Unità d’Italia – per non risalire ancora più indietro – ha sempre espunto dai programmi qualunque elemento “locale”, in primis la lingua sarda. Tesa com’era a un processo e progetto di omogeneizzazione culturale e linguistica. Tale concezione la ritroviamo pari pari nelle Leggi sull’istruzione elementare obbligatoria nell’Italia post unitaria.. I cui programmi scolastici sono impostati secondo una logica rigidamente nazional-statale o statalista che di si voglia e italo centrica e sono finalizzati a creare una coscienza “ unitaria “, uno spirito “nazionale“, capace di superare i limiti – così si pensava – di una realtà politico-sociale estremamente composita sul piano storico, linguistico e culturale. Questo paradigma fu enfatizzato nel periodo fascista, con l’operazione della “nazionalizzazione” dell’intera storia italiana. L’idiosincrasia – uso volutamente un termine eufemistico – nei confronti di tutto ciò che è Sardo, e in modo particolare della lingua, continuerà comunque anche nel dopoguerra. Nel 1955,nei programmi elementari elaborati dalla Commissione Medici si introduce l’esplicito divieto per i maestri di rivolgersi agli scolari in “dialetto”. E in tempi a noi più vicini, con una nota riservata del Ministero – regnante Malfatti – del 13-2-1976 si sollecitano Presidi e Direttori Didattici a “ controllare eventuali attività didattiche- culturali riguardanti l’introduzione della lingua sarda nelle scuole”. Una precedente nota riservata dello stesso anno del 23-1 della Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva addirittura invitato i capi d’Istituto a “ schedare “ gli insegnanti. E non si tratta di “pregiudizi“ presenti solo negli apparati statali e ministeriali romani: il segretario provinciale di un Partito politico, allora ferocemente centralistico, sia pure di un “centralismo democratico“, invitava, con una circolare spedita a tutte le sezioni, di non aderire, anzi di boicottare la raccolta di firme per la Proposta di legge di iniziativa popolare sul Bilinguismo perché “ separatista “ e attentatrice all’Unità della Nazione! 
Oggi qualcosa inizia a cambiare: anche a livello giuridico e istituzionale. Per esempio con l’approvazione della Legge regionale n. 26 del 15 Ottobre 1997 su Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna, della Legge nazionale n. 482 del 15- Dicembre1999 sulle Minoranze linguistiche e della a Carta Europea per le Lingue Regionali e Minoritarie. Ma siamo ancora agli inizi.

3) La “Lingua sarda comuna” è sempre sotto processo, accusata di essere una lingua artificiale. Cosa ne pensa?

A questa domanda risponderò in sardo e argomentando diffusamente. Deo penso chi chie cheret su “Bilinguismu perfetu”, est a nàrrere sa parificatzione giurìdica e pràtica de su Sardu cun s’Italianu non podet èssere contra a unu istandard, comente est sa LSC. Ca, sena istandard, non bi podet èssere peruna ufitzializatzione e sena ufitzializatzione sa limba sarda est destinada a si nche mòrrere o a èssere cunfinada in carchi furrungone, in carchi festa de bidda pro cantare batorinas e noitolas. O impreada pro nàrrere brullas, carchi paristòria o, si nono, paràulas malas, e frastimos. Deo so cumbintu chi oe, subra de s’istandardizatzione, pro lu nàrrere a sa latina: ”non est discutendum”. Ca ischimus bene chi sena s’unificatzione de s’iscritura, peruna limba si podet imparare in sas iscolas, si podet impreare in sos ufìtzios, in sos giornales, in sas televisiones, in sas retes informàticas, in sa publicidade, in sa toponomastica. Sena ufitzializatzione, pro nàrrere, in sos litzeos o in sas Universidades sardas, “cale Sardu” imparamus? E in sos giornales e in sas televisiones, chi allegant a totu sos Sardos, ite impreamus? Calincunu narat: faghimus duos istandard: unu pro su logudoresu e unu pro su campidanesu. Ite machine e tontesa est custu? Semus giai male unidos e cherimus galu ateras divisiones? E, in prus,: pro ite duos e non tres, bator, deghe, 365, cantas sunt sas biddas sardas e su “dialetto” issoro? E in ue agabbat su campidanesu e in ue cumintzat su logudoresu? E esistit unu campidanesu e unu logudoresu o bi nd’at medas? Sa LSC no andat bene? La curregimus, la megioramus, la irrichimus: ma dae issa depimus mòere. Ca est s’istandard chi tenimus, a pustis de trinta annos de brias e de cuntierras subra de custa chistione.
E sos “dialetos locales”? Chi sunt una richesa manna, non b’at perìgulu chi si nche mòrgiant? Est a s’imbesse: cun una limba ”istandardizada”, una Limba chi siat una “cobertura” pro totus, est prus fatzile chi sigant a campare; sena limba istandart si nche morint peri issos. Sa LSC est artifuitziale? Deo pesso chi nono.

4) Lei è membro della Giuria di vari Premi letterari prestigiosi: il più longevo fra tutti, quello di Ozieri, istituito nel lontano 1956, il premio letterario e di poesia bilingue “Antonio Gramsci” di Ales; premio di poesia sarda di Iglesias; premio letterario di poesia sarda di Uta e nel 2006 è stato Presidente della Giuria del Premio di poesia di Escalaplano. Quali sono gli ingredienti che danno valore a un componimento letterario?

A mio parere un componimento letterario deve basarsi sul vissuto storico, (personale e collettivo). Senza ignorare – sia ben inteso – la fictio presente in ogni discorso letterario. Voglio dire che un componimento letterario (sia poetico che in prosa) pur non staccato dall’attrito della storia e pur nutrendosi di dati personali, pur intridendosi delle esperienze di vita dell’Autore e dunque esprimendo la storia dell’anima (s’istoria de s’anima) non deve però limitarsi a rappresentarle e per così dire a filmarle, le esperienze: ma deve velarle e fasciarle. Travestendole allegoricamente e assegnando loro i segni di una condizione umana più universale, trasformando sentimenti ed emozioni in una occasione di epifania rispetto alla pura realtà, scarnificando e ottundendo la condizione storica precisa ed evaporando la dimensione temporale e spaziale. Ma non basta: occorre personale valentia letterario-poetica ma anche un lungo tirocinio tecnico- stilistico e di esercitazione scrittoria in cui ha sottoporre la composizione a un processo di affinamento e di alleggerimento, per così dire a un duro sforzo ascensionale. E nel contempo occorre che l’Autore “governi” la parola e, dunque la lingua: intesa non come flatus vocis, pura forma, orpello o decorazione, musica o immagine ridondante, semplice prodotto estetico o luccicore sontuoso. Le parole sono infatti conchiglie: che sembrano vuote ma dentro ci puoi sentire il mare. E con le parole devono far ressa nel circuito compositivo – specie in quello poetico – silenzi e pause, cromatismi, ossimori e sinestesie, contrazioni sintattiche, brachilogie, metafore e di immagini, suoni e i ritmi, onomatopee e assonanze.

5) I dati statistici e i sondaggi denunciano un disamore generalizzato verso la lettura. In particolare, la fascia più consistente di non lettori è costituita da ragazzi tra i 6 e i 17 anni. Lei ha insegnato Italiano e Storia negli Istituti superiori. Quali sono, a suo parere, le cause di questo divorzio ragazzi-lettura? Ci sono responsabilità della scuola?

Le cause sono plurime ma la responsabilità maggiore la attribuisco alla scuola e ai docenti. Questi infatti – o la maggioranza di essi – mentre pretendono (giustamente) che si studi un capitolo di storia o un Autore (magari con dati e date) sulla cui conoscenza viene attribuita una valutazione e un voto, non vi è la stessa “pretesa” in merito alla lettura di un romanzo, di una commedia, di un saggio. La lettura è considerata un optional…lasciata alla libera scelta dello studente. Occorre cambiare rotta (io in 40 anni di insegnamento l’ho sempre fatto!): la lettura di romanzi e opere letterarie in genere, (accompagnata da schede riassuntive, valutazioni, giudizi personali dello studente) deve organicamente far parte essenziale (e obbligatoria) della didattica. Occorre educare i giovani alla lettura:facendoli leggere! E’ anche l’unico metodo per imparare la lingua!

6) Durante il suo periodo cagliaritano, ha conosciuto lo scrittore Salvatore Cambosu. Che opinione si è fatto di lui? Può abbozzarne un breve ritratto e regalarci una qualche inedita chicca?

La mia conoscenza è stata molto fugace: ero molto giovane e ricordo solo che frequentava soprattutto Cicitu Masala, il nostro più grande poeta etnico che poi avrei conosciuto bene dopo il mio trasferimento definitivo a Cagliari a metà degli anni 70. Cambosu si presentava in modo dimesso e modesto, spesso era silenzioso. Masala lo stimava molto: apprezzava soprattutto il suo capolavoro Miele Amaro, per il tono ora saggistico ora lirico, fabulatorio e persino onirico. Io apprezzerò l’opera di Cambosu solo molto dopo quegli anni, quando la leggerò e la studierò a fondo per poter inserire l’intellettuale di Orotelli nella mia “Letteratura e civiltà della Sardegna” (2 volumi, Edizioni Grafica del Parteolla, Dolianoca 2011/2013). Nel secondo volume gli ho dedicato ben 10 pagine in cui sostengo che Miele Amaro“può essere definito come un almanacco, un’antologia, un catalogo generale dell’identità sarda, della sua storia e della sua civiltà, che Cambosu ora come etnologo e antropologo, ora come demologo e storico, ma soprattutto come narratore e poeta, racconta dall’interno, dal sottosuolo, facendosi portavoce del popolo. O, se vogliamo possiamo considerarlo un romanzo antropologico sulla Sardegna, sospesa allora fra arcaicità e modernizzazione, tradizione e innovazione, difesa e valorizzazione dell’identità e apertura all’innovazione. Il romanzo propone comunque una sardità non mitizzante ma ancorata alla realtà”.

7) La sua prima esperienza politica, dopo gli anni del ’68 che ha vissuto a Roma, risale al 1972 quando si candida alle elezioni politiche a soli 26 anni. Quali sono le maggiori differenze socio-culturali che nota tra la Sardegna di oggi e quelle di quegli anni?

E’ cambiato tutto. Quando nel ’69 iniziai a insegnare c’era nella scuola come nella società un clima effervescente: di partecipazione, di protagonismo sociale, di progetti e speranze. Di cambiamento. Persino di “rivoluzione”. Volevamo cambiare il mondo. Abbiamo trovato un muro di gomma. Invalicabile. Da parte dei Partiti, ad iniziare dal PCI di allora. Da parte delle Istituzioni: ad iniziare dalla Regione sarda. Insensibili alle proposte e alle richieste che provenivano dal basso. Molti protagonisti di quella fase – intellettuali soprattutto – non potendo cambiare lo stato delle cose, hanno cambiato se stessi. “Adeguandosi”. Rientrando nell’alveo del potere e dei piccoli e grandi privilegi della/delle casta/caste politico partitiche/sindacali/istituzionali/professionali. Un’intera generazione di giovanotti ormai sdraiata nei salotti del potere un tempo criticato, contestato e aborrito, a rigirare fra le dita cartacce o scartoffie e/o a mistificare storia e storie elucubrando l’ideologia del pentimento. Assistiamo così a un pauroso “riflusso”. Alla delega. Al ritiro nel privato. La crisi di oggi è anche un risultato di quel “deporre le armi” da parte di molti, troppi, che avrebbero invece dovuto dare “l’assalto al cielo”: come programmaticamente recitava un famoso apoftegma del Movimento studentesco del ’68.

8) Nel suo libro “Uomini e Donne di Sardegna – Le controstorie” sono presenti 15 monografie di personaggi sardi illustri, “de gabbale”, che hanno rappresentato magistramente la nostra terra: da Amsicora a Giommaria Angioy, da Sigismondo Arquer a Montanaru, dalla Deledda a Gramsci, da Lilliu a Grazia Dore. Se dovesse rinascere, in quale di queste figure vorrebbe reincarnarsi e perchè?

Non ho alcun dubbio: in Sigismondo Arquer. Intellettuale e scrittore di livello europeo e plurilingue (conosceva il latino, l’italiano, il castigliano, il catalano e il sardo). Orgogliosamente Sardo: dopo essere stato arrestato, durante il processo a Toledo (Spagna) rispondendo alla deposizione di un compagno di carcere che riportava voci sulla presunta provenienza dei suoi dalla Germania affermava con forza: sono sardo, nato in Sardegna, nella città di Cagliari, dove abitano i miei genitori. Mio padre è aragonese di origine (de naciòn Aragonés) e mia madre è sarda. 
Conosce la lingua sarda e in Sardo ci ha lasciato il Patre noster (Babu nostru). Trascorrerà quasi un quarto della sua esistenza nelle carceri di Toledo fra torture indicibili. Nato a Cagliari nel 1930 sarà incarcerato dall’Inquisizione nel 1562 e morirà il 4 Giugno del 1571 a Toledo, dopo sette anni e otto mesi di detenzione. Durante il terribile “auto da fé” (l’espressione deriva dal portoghese e significa atto della fede), ossia la proclamazione pubblica della sentenza, lo si metterà alla sbarra prima che venisse addossato al palo, ed i carnefici vedendo che non solo non si pentiva ma che anzi esaltava il suo martirio, lo trafiggeranno con le lance e lo getteranno poi nel rogo degli eretici. 
La colpa? Essere eretico. Ovvero aver difeso in modo intransigente fino all’ultimo respiro la libertà di coscienza e di pensiero. Il suo reato più grande? Aver scritto che ““Sacerdotes indoctissimi sunt, ut rarus inter eos, sicut et apud monachos, inveniatur, qui latinam intelligat linguam. Habent suas concunbinas, maioremque dant operam procreandis filiis quam legendis libris » (I Sacerdoti sono ignorantissimi al punto che è raro trovarne fra essi, come tra i monaci, uno che conosca il latino. Vivono con le loro concubine e di danno con più impegno a mettere al mondo figli che a dedicarsi alla lettura). Dimenticato e interrato dalla cultura italiana. Una cultura codina e bigotta. Tutta prona nei confronti della Controriforma. Subalterna al clericalismo, per non dire, all’oscurantismo. 
Ma la colpa maggiore è dei Sardi: in primis dell’Università e della Scuola. Sardi auto colonizzati, che hanno dimenticato un grande, sfortunato e tragico intellettuale ed eroico martire sardo: uno degli uomini de gabale (di valore) che ci ha fatto conoscere fin dal 1500 in tutta l’Europa. Ricordo infatti che la sua Sardiniae brevis historia et descriptio (in assoluto la prima storia della Sardegna) – cui era allegata una carta dell’isola e una veduta di Cagliari (Tabula corographica insulae ac metropolis illustrata) – , verrà inserita nella Cosmografia scritta da Sebastian Münster, famosissimo geografo e cartografo tedesco..

9) La studio della civiltà nuragica nelle scuole – regionali e nazionali – è praticamente assente. In relazione alla recente ri-scoperta dei Giganti di Monte Prama non pensa sia opportuno rivalutare i programmi scolastici delle scuole dell’obbligo per informare al meglio i nuovi studenti? Come, secondo lei si potrebbe fare lo stesso passaggio a livello nazionale?

La Biblioteca del Quotidiano Repubblica, nel 2005 ha pubblicato e diffuso a migliaia di copie un volume di 800 pagine sulla preistoria nel quale nuraghi e Sardegna non vengono citati, neppure per errore. Un’occasione mancata per la cultura italiana che pur pretende, – e con quale spocchia- di dominare sull’Isola. Per contro, uno dei redattori più influenti del quotidiano romano, Sergio Frau, da tempo sostiene, producendo una grande messe di indizi e di prove, che al tempo dei nuraghi la Sardegna altro non era se non Atlantide. La tesi, se verificata fino in fondo, sconvolgerebbe la storia del Mediterraneo così come la conosciamo; anche per questo è avversata con veemenza da accademici, sovrintendenti, geologi e antropologi (soprattutto sardi), poco disposti a mettere in discussione se stessi e le certezze su cui hanno fondato carriere e fortune. E’ la stessa veemenza usata nel passato contro il dilettante scopritore di Troia, anch’essa come Atlantide considerata un semplice “mito”. Se il Quotidiano “La Repubblica” ha compiuto un semplice peccato di omissione, qualcuno ha fatto di peggio: certo Gustavo Jourdan, uomo d‘affari francese, deluso per non essere riuscito dopo un anno di soggiorno in Sardegna, a coltivare gli asfodeli per ottenerne alcool, in “l’Ile de Sardaigne” (1861) parla della Sardegna rimasta ribelle alla legge del progresso, terra di barbarie in seno alla civiltà che non ha assimilato dai suoi dominatori altro che i loro vizi. L’inglese Donald Harden, archeologo, filologo e storiografo di fama, dopo aver visitato molte contrade della Sardegna, agli inizi del Novecento, tra gli anni ’20 e ‘30, espresse giudizi poco lusinghieri sulla tradizionale cultura del popolo sardo che lo aveva ospitato e in una sua opera “The Fhoenician” parlerà della Sardegna come regione sempre retrograda. Ma tant’è: accecati dall’eurocentrismo, evidentemente costoro dimenticano che quella nuragica è stata la più grande civiltà della storia di tutto il mediterraneo centro-occidentale del secondo millennio avanti Cristo. Con migliaia di nuraghi (8.000 secondo le fonti ufficiali: l’Istituto geografico militare, che però li censisce secondo modalità militari e non archeologiche; 20.000 secondo Sergio Salvi e 25–30.000 secondo altre fonti non ufficiali) costruzioni megalitiche tronco-coniche dalle volte ogivali con scale elicoidali; pozzi sacri, betili mammellari, terrazze pensili, androni ad arco acuto, innumerevoli dolmens e menhir, migliaia di statuette e di navicelle di bronzo. Con un’economia dell’abbondanza: di carne, pesce, frutti naturali. Che produce oro, argento, rame, formaggi, sale, stoffe, vini. Ma anche la musica delle launeddas. Quella Sardegna, (per Omero la Scherìa, la terra dei Feaci, abitanti di un’Isola su tutte felice), posta a Occidente nel mezzo del Mediterraneo, aperta al mondo, che combatte, alleata con i Popoli del mare contro i potenti eserciti dei Faraoni e dei re di Atti che tiranneggiano e opprimono i popoli. La Sardegna, l’Isola sacra in fondo al mare di Esiodo, l’Isola dalle vene d’argento (Argyròflebs) di Platone poi Ichnusa Sandalia ecc. oltre che Isola “felice” è infatti Isola libera, indipendente e senza stato. Organizzata in una confederazione di comunità nuragiche mentre altrove dominano monarchi e faraoni, tiranni e oligarchi. E dunque schiavitù. Non a caso le comunità nuragiche costruiscono nuraghi, monumenti alla libertà, all’egualitarismo e all’autonomia; mentre centinaia di migliaia di schiavi, sotto il controllo e la frusta delle guardie, sono costretti a erigere decine di piramidi, vere e proprie tombe di cadaveri di faraoni divinizzati. Questa storia occorre iniziarla a insegnarla nelle scuole sarde: ma non solo. Bisogna varcare il mare. Soprattutto di fronte a scoperte come quelle dei Giganti di Monte ‘e Prama. Prima o poi infatti gli archeologi come gli storici e gli storici dell’arte in primis, dovranno decidersi a riscrivere la storia dell’arte, iniziando a mettere in discussione il primato della Grecia nella statuaria del Mediterraneo: dai “Giganti” emerge infatti con chiarezza e nettezza che non alla Grecia ma alla Sardegna spetta l’inaugurazione e il primato della grande statuaria. E bel 400 anni prima della Grecia!

10) Che consiglio darebbe a un giovane che vuole impegnarsi nella promozione della cultura e della lingua sarda?

Primo consiglio: studiare molto per conoscere la cultura sarda. E la lingua, parlandola e scrivendola. Per quanto poi attiene alla storia sarda si tratta non solo di studiarla ma di “riscriverla”. Nei testi scolastici o, in genere, nella storia “ufficiale” quella sarda è stata falsificata e compressa quando non abrasa, cancellata, manipolata. “La storia – scrive Francesco Masala – di necessità è storia dei vincitori, i vinti non hanno storia…gli storici insomma scrivono la storia con la complicità degli archivi (sos papiros) lasciati dai vincitori: i vinti non possono lasciare mai nulla negli archivi”.
Ebbene i “vinti ma non convinti” – anche questa espressione è di Masala – devono riscrivere la storia sarda. Dal loro punto di vista. Anche utilizzando sos papiros, ma non per celebrare Cesare bensì per seppellirlo.

 

Proroga Tasi,

Proroga Tasi, la polemica non si placa: insorge il Codacons

 

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 Notizie di diritto 

il 21/05/2014

 
Tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
Alla fine la proroga della Tasi è arrivata, ma non per tutti: il pagamento della prima rata è stata spostata da giugno a settembre ma solo per quei comuni che entro il 23 maggio non avranno ancora deciso quale aliquota applicare, mentre per tutti gli altri si pagherà alla scadenza attuale del 16 giugno. Uno slittamento quindi di tre mesi, ma non è escluso che lo slittamento possa arrivare fino ad ottobre.
Così come si moltiplicano le voci di un possibile slittamento (per i Caf, non per il pagamento) per il modello 730. Una certezza rimane: l’Imu ancora si paga sulla seconda casa, 

sulle prime case di lusso e su tutti gli altri immobili entro il 16 giugno, anche in assenza di delibera perché valgono le vecchie aliquote.
In attesa del decreto-legge recante le nuove disposizioni sul versamento della Tasi – il cui varo potrebbe arrivare in settimana, forse giovedì – le incertezze sono ancora molte. A cominciare dalla data del rinvio. Non è un caso, infatti, che già il Ministero dell’economia, nel suo comunicato, indichi solo il mese di settembre ma non il giorno del versamento. Secondo alcune indiscrezioni di fonti ben informate, i dubbi sulla data da indicare non sarebbero stati sciolti fino all’ultimo e non è ancora definitivamenteescluso che lo slittamento del pagamento Tasi possaalla fine slittare ancora ad ottobre.
Al momento solo il 10% dei comuni ha deliberato sulle aliquote e messo quindi i cittadini in grado di pagare (>elenco dei comuni italiani in cui si pagherà la TASI il 16 di giugno 2014). Ma contro la soluzione tecnica individuata dal governo ci sono già le prime iniziative: il Comune di Varese che chiederà alla Consulta dipronunciarsi sulla costituzionalità dell’intera tassa. E i consumatori del Codacons che ritengono la scelta dello slittamento sia stata presa “senza alcun valido motivo che giustifichi questa differenza, dato che i comuni hanno avuto tutto il tempo necessario per deliberare le aliquote”.
E, al di là delle moltissime dichiarazioni politiche in vista dell’appuntamento delle europee il prossimo week-end, gli operatori appaiono decisamente preoccupati: “l’applicazione della Tasi, oltre a rappresentare un consistente incremento di tassazione che le imprese stremate da una crisi che sembra non finire mai avranno difficoltà a sostenere – dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – rappresenta in termine di adempimenti un vero e proprio groviglio che poteva e doveva essere evitato”. Una scelta ‘insufficiente’ secondo Rete Imprese. Mentre la Cisl chiede di rimettere mano al sistema di imposizione sulla casa, “recuperando una maggiore equità e progressività nella tassazione”.
Così mentre il presidente dell’Anci, Piero Fassino, parlava di “soluzione più ragionevole”, sono comunque molti i primi cittadini che dovranno far slittare il pagamento con probabili problemi di ‘cassa’. Ma il ‘nodo’, quello al quale si riferisce anche Sangalli di Confcommercio, è poi anche nell’attuazione: ad esempio secondo la Uil su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in 12 di queste si pagherà più dell’Imu pagata nel 2012. E ancora: alla fine – sempre secondo la Uil – si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse della Tasi e si rischia di avere oltre 75mila combinazioni differenti di detrazioni per l’imposta. Insomma “un ginepraio”.
Ma ora l’attenzione è sullo slittamento: per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ad esempio “un simile provvedimento viola la Costituzione, che all’articolo 3 sancisce l’assoluta uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”. Il Codacons sta dunque studiando le possibili azioni legali da intraprendere contro “una misura ingiusta che crea disparità di trattamento tra i cittadini, per causa imputabili unicamente alla pubblica amministrazione”. Interpellato sull’argomento però il costituzionalista Massimo Siclari, si mostra possibilista: “ad una prima analisi non ravviso una violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Si tratta di una scelta dettata unicamente da motivi organizzativi e legata ai ritardi di alcuni comuni. Mi sembra che siamo di fronte più a una diseguaglianza di diritto che a una diseguaglianza di fatto”. In attesa dunque del decreto del Tesoro che sancisca lo slittamento una certezza resta per tutti: l’Imu sulle altre case si paga a giugno. Poi a luglio (o a ottobre) la Tasi.

Lavoro e fisco

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE21/05/2014

GIURISPRUDENZA

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE

SENTENZA

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE ROMA – Sentenza 08 maggio 2014, n. 2890FISCALE

Tributi – IVA – Accertamenti e controlli – Operazione permutativa – Autonoma imposizione – Sussiste

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE ROMA – Sentenza 12 maggio 2014, n. 2957FISCALE

Tributi – Registro – Imposte di registro, ipotecaria e catastale – Debiti ereditari – Solidarietà – Non sussiste

CORTE DI CASSAZIONE

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 20 maggio 2014, n. 11000FISCALE

Tributi – IRPEF – Tassazione separata – Liquidazione automatica – Limiti

ORDINANZA

CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 20 maggio 2014, n. 11004FISCALE

Tributi – Registro – Rimborso d’imposta – Mancata impugnazione dell’avviso di liquidazione – Non sussiste

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 02 aprile 2014, n. 7598FISCALE

Tributi – Imposte di fabbricazione – Olii vegetali e minerali – Avviso di pagamento ex art. 14 del d.lgs. n. 504 del 1995 – Termine dilatorio di cui all’art. 12, comma 7, legge n. 212 del 2000 – Applicabilità – Esclusione – Fondamento

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 aprile 2014, n. 8757LAVORO

Lavoro – Trasferimento d’azienda – Entità dotata di propria autonomia organizzativa ed economica preesistente al negozio – Mera esternalizzazione

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 aprile 2014, n. 8803LAVORO

Lavoro – Dipendenti MIUR – Indennità di vacanza contrattuale prevista da norme collettive – Rinnovo contrattuale con effetti economici retroattivi sin dalla scadenza del precedente contratto – Spettanza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 maggio 2014, n. 20504FISCALE

Tributi – Reati fiscali – Dichiarazione infedele finalizzata all’evasione fiscale – Sequestro preventivo per equivalente – Competenza territoriale del giudice – Sede effettiva – Rilevanza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 20 maggio 2014, n. 11024LAVORO, FISCALE

Professionisti – Avvocato e magistrato – Procedimento disciplinare – Censura – Incarico – Causa contro vecchi assistiti

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 20 maggio 2014, n. 11029LAVORO, FISCALE

Professionisti – Notaio – Sanzioni disciplinari – Sospensione – Numero fatture – Numero atti – Prova della sede succursale del professionista

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 20 maggio 2014, n. 11079LAVORO, FISCALE

Professioni liberali – Avvocato e magistrato – Cancellazione dall’albo – Notificazione direttamente all’assistito

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 20 maggio 2014, n. 20638FISCALE

Tributi – Reati fiscali – IVA – Omesso versamento – Mancata notifica dell’avviso di accertamento – Irrilevanza

LEGISLAZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE

PROVVEDIMENTO

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 20 maggio 2014, n. 69100/2014FISCALE

Approvazione di n. 205 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore, relativi alle attività economiche nel settore delle manifatture, dei servizi, delle attività professionali e del commercio, da utilizzare per il periodo di imposta 2013

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI – Decreto ministeriale 20 settembre 2013LAVORO, FISCALE

Disposizioni in materia di corsi di qualificazione iniziale e formazione periodica per il conseguimento della carta di qualificazione del conducente, delle relative procedure d’esame e di soggetti erogatori dei corsi

MINISTERO LAVORO – Decreto ministeriale 04 febbraio 2014LAVORO

Variazione della misura addizionale Fondo vittime amianto, a decorrere dall’anno 2013

LEGGE

LEGGE 16 maggio 2014, n. 79LAVORO, FISCALE

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale

PRASSI

AGENZIA DELLE DOGANE

NOTA

AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 19 maggio 2014FISCALE

Trattamento fiscale da applicare agli oli e grassi animali e vegetali impiegati nella cogenerazione e nella produzione di sola energia elettrica tramite motori a combustione interna.

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 20 maggio 2014, n. 53/EFISCALE

Indicazione analitica delle modalità di pagamento del corrispettivo nel caso di pagamenti rinviati ad un momento successivo rispetto al perfezionamento degli atti di cessione immobiliare – articolo 35, comma 22, del DL 4 luglio 2006, n. 223

AUTORITA’ VIGILANZA LAVORI PUBBLICI

COMUNICATO

AUTORITA’ VIGILANZA LAVORI PUBBLICI – Comunicato 13 maggio 2014LAVORO, FISCALE

Indicazioni sulle comunicazioni di cui all’articolo 74, comma 6, del D.P.R. n. 207/2010, recante: «Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”».

INAIL

NOTA

INAIL – Nota 05 maggio 2014LAVORO

Contratto di lavoro part-time verticale ciclico – prestazioni economiche.

INPS

CIRCOLARE

INPS – Circolare 20 maggio 2014, n. 64LAVORO

Ricongiunzione dei periodi assicurativi ai fini previdenziali per i liberi professionisti ai sensi della legge 5.3.90 n.45. Rateizzazione oneri di ricongiunzione relativi alle domande presentate nel 2014

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 20 maggio 2014, n. 4778LAVORO, FISCALE

Eventi atmosferici verificatisi nella Regione Veneto tra il 30 gennaio e il 18 febbraio 2014. Gestione domande di sospensione in agricoltura.

INPS – Messaggio 20 maggio 2014, n. 4786LAVORO

Pagamento attraverso RID bancario dei contributi da riscatto, ricongiunzione e rendite vitalizie – Rimessione nei termini per il versamento delle rate di onere per quei soggetti a cui è stata revocata d’ufficio la delega RID inizialmente rilasciata senza sottoscrizione della clausola dell’importo fisso predeterminato.

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

RISOLUZIONE

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Risoluzione 19 marzo 2014, n. 45577FISCALE

Quesito: D. lgs. 26 marzo 2010, n. 59 e s.m.i. Articolo 71, comma 6, lettera c).

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Risoluzione 26 marzo 2014, n. 49463LAVORO, FISCALE

Decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 e s.m.i. – Articolo 71, comma 6, lettera b) – Quesito in materia di requisiti professionali per il commercio al dettaglio di prodotti del settore merceologico alimentare e per la somministrazione di alimenti e bevande – Socio lavoratore presso ditta operante nel campo dell’organizzazione sagre ed eventi di piazza con preparazione e somministrazione di alimenti e bevande

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE21/05/2014

GIURISPRUDENZA

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 aprile 2014, n. 8757COOPERATIVE, EDILIZIA

Lavoro – Trasferimento d’azienda – Entità dotata di propria autonomia organizzativa ed economica preesistente al negozio – Mera esternalizzazione

LEGISLAZIONE

DECRETO MINISTERIALE

MINISTERO LAVORO – Decreto ministeriale 04 febbraio 2014COOPERATIVE, EDILIZIA

Variazione della misura addizionale Fondo vittime amianto, a decorrere dall’anno 2013

LEGGE

LEGGE 16 maggio 2014, n. 79COOPERATIVE, EDILIZIA

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 36, recante disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, nonché di impiego di medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale

PRASSI

AUTORITA’ VIGILANZA LAVORI PUBBLICI

COMUNICATO

AUTORITA’ VIGILANZA LAVORI PUBBLICI – Comunicato 13 maggio 2014EDILIZIA

Indicazioni sulle comunicazioni di cui all’articolo 74, comma 6, del D.P.R. n. 207/2010, recante: «Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”».

INAIL

NOTA

INAIL – Nota 05 maggio 2014COOPERATIVE, EDILIZIA

Contratto di lavoro part-time verticale ciclico – prestazioni economiche.

G.U.

 
Gazzetta Ufficiale

Elenco delle Gazzette Ufficiali pubblicate negliultimi 30 giorni:

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Notizie
20/05/2014  STUPEFACENTI( L. 16 maggio 2014, n. 79 )Leggi la notizia19/05/2014  JOBS ACT( L. 16 maggio 2014, n. 78 )Leggi la notizia07/05/2014  TAV – TORINO-LIONE( L. 23 aprile 2014, n.71 )Leggi la notizia05/05/2014  SALVA – ROMA( L. 2 maggio 2014, n. 68)