Per i diritti di tutte!

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Assembla donne della Flai Cgil

Nell’intervenire alla Terza assemblea delle donne della Flai Cgil, Morena Piccinini, presidente dell’Inca, ha sottolineato che “la pensione per le donne è proprio come l’illustrazione della guida Inca- Flai, un frutto posto sempre più in alto che ognuna di noi farà sempre più fatica a raggiungere non solo perché si è allontanata nel tempo l’età pensionabile, ma perché quella cosiddetta riforma voluta dal governo Monti-Fornero contiene tante cattiverie, tante iniquità, tante ingiustizie tali da trasformare il raggiungimento del diritto a pensione, una corsa ad ostacoli   a cui dobbiamo aggiungere una maggiore precarietà delle condizioni di lavoro soprattutto per le donne”.

“Per questi motivi – ha ribadito Piccinini – , per la Cgil la questione delle pensioni non è chiusa. E’ stato applicato un metodo fra i più rigidi in Europa,  sono stati allungati i requisiti per andare in pensione con un accanimento persecutorio nei confronti delle categorie più esposte, quelle dei giovani e delle donne e l’unica flessibilità consentita è la scelta di andare in pensione fra i 67 e i 70 anni di età”.

“E il settore agricolo – ha proseguito il presidente dell’Inca – è il più penalizzato, ad esempio è stata  imposta l’elevazione del requisito contributivo minimo (da 15 a 20 anni) non tenendo conto della specificità del settore caratterizzato da lavoro stagionale e discontinuo, così come l’esclusione della contribuzione figurativa  per il raggiungimento del requisito dei 20 anni, significa estromettere le donne che hanno fatto figli, che si sono dedicate al lavoro di cura, etc.”.

“Ma anche le modifiche sul voucher esteso a tutte le tipologie di impresa e a tutti i lavoratori, comporterà  un passaggio – secondo Piccinini -, per buona parte dei lavoratori agricoli,  ad un’area di precarietà estrema visto che  non sono contemplati né i diritti previdenziali, né le tutele contrattuali” e dunque questo significa far fuori i diritti delle donne, aumentando l’ingiustizia sociale e creando sempre più disparità di genere”.

“Il decreto di dicembre è stato la tomba delle pensioni, quello sulle liberalizzazioni ha fatto soltanto un dispetto alle commesse di tutta Italia e null’altro, la riforma del mercato del lavoro rischia di tradursi in un’accelerazione della disoccupazione – ha detto Susanna Camusso, segretaria generale Cgil -. Sulla questione degli esodati si scherza col fuoco, mentre sull’articolo 18 si è tentato uno sfregio insopportabile, su cui occorre ancora vigilare, soprattutto riguardo i prossimi passaggi parlamentari. Il governo, insomma, continua a dimostrare di non conoscere cosa è il lavoro, né di volerlo conoscere”.

“Un paese – ha concluso Camusso – deve avere un’idea, un obiettivo, altrimenti è solo un insieme di persone che difficilmente trova una sintesi. E questo non c’è: siamo divisi tra chi non ce la fa e chi invece non avverte il problema perché, in questa confusione, guadagna per sé alle spalle degli altri. Serve un progetto della produzione e del lavoro, serve ridurre le disuguaglianze e rafforzare il welfare, serve soprattutto dire alle imprese di cambiare, a quelle imprese che in tutti questi anni hanno fatto profitti e dato ben poco, portando il paese alla condizione di oggi, un’Italia senza qualità e senza innovazione”.

Per i diritti di tutte!ultima modifica: 2012-04-24T13:01:14+02:00da vitegabry
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