LA LIBERAZIONE
del 25 aprile 2012
SUL 25 APRILE
MENO POLEMICA
E PIÙ MEMORIA
di FRANCESCO CASULA
Un 25 aprile zeppo
ancora di polemiche.
Si dirà: per
responsabilità anche
di chi vuole riproporre
una ricorrenza datata, roba vecchia,
in quanto il Fascismo è morto e
servirebbe solo all’antifascismo per
vivere di rendita, parassitariamente.
Si dirà ancora che occorre
finalmente una “pacificazione ” fra i
due fronti opposti e che su tutti i
morti, della Resistenza come della
Repubblica sociale italiana di Salò,
occorre riversare la nostra pietas.
Certo: è morto il fascismo storico.
Ma pensiamo veramente che siano
morte e sepolte le coordinate
ideologiche, culturali e persino
economiche e sociali che hanno
fatto nascere, alimentato e fatto
crescere e vivere il fascismo?
Pensiamo sul serio che la cultura –
o meglio l’incultura – della guerra e
della violenza, del sopruso, della
sopraffazione e dell’intolleranza,
dell’ipocrisia e del perbenismo, del
servilismo e dell’informazione
addomesticata e velinara, sia morta
per sempre? Certo per tutti i morti
di quella vicenda tragica non
possiamo che nutrire tutta intera la
nostra pietas: ma per favore senza
metter sullo stesso piano oppressi e
oppressori; chi si batteva per la
libertà e chi invece ce la voleva
togliere ed eliminare. Tener viva la
memoria e la verità significa
ricordare infatti a chi lo dimentica e
a chi non l’ha mai saputo che la
Repubblica sociale, fu uno stato
fondato sulla tortura, sulla
persecuzione razziale e politica,
sulla distruzione fisica degli
avversari, sulla delazione: né
settanta né cento anni bastano a
cancellare tutto questo. E chi ancora
inneggia a quello stato fantoccio dei
nazisti non ha diritto di
cittadinanza in un mondo libero.
Come non hanno diritto di
cittadinanza quei cialtroni e falsari
che autoaccreditatisi storici,
vorrebbero persino cancellare e
azzerare l’olocausto e i lager,
negandone addirittura l’esistenza.
Evidentemente Primo Levi, nei suoi
deliri onirici si è inventato
Auschwitz e tutti gli storici hanno
fantasticato su ben 900 campi di
sterminio e di concentramento
disseminati soprattutto in Germania
e nell’Europa orientale ma anche in
Italia (Fossoli, Bolzano, Trieste,
Borgo San Dalmazzo). Che si
continui dunque nella celebrazione
del 25 aprile come Festa della
Liberazione ma soprattutto come
momento e occasione di studio, di
discussione sul nostro passato che
non possiamo né rimuovere, né
recidere né dimenticare.