Sfide per la prevenzione del rischio chimico

NEWS

Tumori ed esposizione lavorativa

Organizzato da ISTAS si è tenuto dal 10 al 12 marzo u.s. a Siviglia il VI Forum
“Sfide per la prevenzione del rischio chimico”, una sessione del Forum è stata dedicata al
rischio cancerogeno con il confronto fra diverse esperienze nazionali ed in questa sessione sono stati presentati i dati della indagine GISCOP condotta nelle strutture ospedaliere francesi.
L’Istituto di vigilanza sanitaria (InVS) nel 2008 ha pubblicato uno studio retrospettivo che ha rilevato come fra il 1980 ed il 2005 si è passati da 150.000 a 320.000 nuovi casi di tumore all’anno con un aumento (meno significativo) delle morti che sono passate da 125.000 a 145.000 con un netto aumento dei casi che si potrebbe
definire “cronici”.

La mortalità per tumore presenta forti diseguaglianze sociali, uno studio realizzato
dall’Insee (Istituto Nazionale di statistica e di studi economici) nel 1984 dimostrava come
tale mortalità fosse 4 volte superiore fra i lavoratori manuali che tra i dirigenti ed i
professionisti. Un più recente studio del 2008 condotto sui dati del 2005 quantifica in 10 volte tale differenza.

Questa differenza così significativa si può correre il rischio che venga interpretata
secondo un modello che tende ad occultare il ruolo dei rischi lavorativi privilegiando le
condotte individuali come tabacco ed alcool o condizioni individuali quali la dieta e
l’esercizio fisico.

Quando ci si confronta con i tumori causati da esposizione lavorativa sicuramente
ci si deve confrontare con una sottostima che deriva dall’utilizzo delle statistiche dei casi
riconosciuti ed indennizzati dagli istituti Assicuratori e molto attuale appare la frase
pronunciata nel 1982 nel corso di un convegno dell’INRS “Conosciamo solo ciò che
indennizziamo”.

A fronte di questa sottostima in Francia nel 2003 fu avviata una vasta indagine
(SUMER) che ha coinvolto 50.000 lavoratori delle industrie private attraverso la
somministrazione da parte dei medici del lavoro di un questionario che ha indagato le
esposizioni agli agenti cancerogeni di gruppo 1 e 2A IARC e di categoria 1 e 2 dell’Unione
Europea.

Infine anche i ricercatori di GISCOP concordano sul fatto che in questi ultimi anni
nelle attività a rischio cancerogeno sono principalmente impiegati lavoratori immigrati da
qui l’esigenza di specifiche misure per evitare una futura sottostima o addirittura
negazione del rischio. Partendo dalla ricostruzione delle storie professionali dei pazienti arruolati da
GISCOP è stata avviata la costruzione di un repertorio delle attività lavorative che possono
comportare una esposizione a prodotti cancerogeni. I dati sono stati validati da un gruppo di esperti di diversa provenienza (tossicologi, medici del lavoro, ingegneri della
prevenzione).

La finalità principale è quella di far emergere le esposizioni tenendo conto
dell’evoluzione dei processi tecnologici e produttivi ma anche delle condizioni di lavoro e
dell’organizzazione di lavoro. Questa attenzione alla dimensione temporale è assai
importante per patologie a lunga latenza come, appunto i tumori professionali.
Il repertorio che consta di 19 schede di analisi dei settori professionali e 60 schede
riguardanti le mansioni è consultabile all’indirizzo:
http://travail.expocancer.fr/wikiscope93/index.php/Accueil
12° newsletterf

Sfide per la prevenzione del rischio chimicoultima modifica: 2010-03-22T14:05:07+01:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo