Archivi giornalieri: 9 marzo 2010

A Siviglia il forum dell’Istas sulla salute nei luoghi di lavoro

 

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Il Forum organizzato dall’Istas (Istituto sindacale del lavoro, ambiente e salute promosso dalle Commissioni Operaie), in programma a Siviglia dal 10 al 12 marzo prossimo, è un incontro internazionale in cui vengono affrontati in maniera monografica rilevanti problemi di salute nei luoghi di lavoro. E’ quindi, un momento di condivisione di informazioni, esperienze e riflessioni fra mondo della ricerca, del sindacato, ma anche dell’industria e delle amministrazioni pubbliche.

Nelle edizioni che si sono succedute negli anni precedenti, gli argomenti di discussione hanno riguardato: disturbi muscoloscheletrici originati dal lavoro (1998), il monitoraggio della salute (2000), la gestione Salute e sicurezza sul lavoro (2002), le politiche pubbliche in materia di salute-lavoro (2005) e, nel 2007  l’organizzazione del lavoro e i fattori psicosociali (2007).

Nella sua sesta edizione, il Forum dell’Istas affronterà i problemi della prevenzione del rischio chimico, con particolare riferimento all’uso e alla l’esposizione a sostanze chimiche tossiche in Spagna, alle difficoltà e ai progressi della prevenzione nelle imprese e nelle politiche pubbliche.

All’iniziativa di Siviglia interverranno alcuni esperti di diversi Paesi e alcuni istituti, come il Reach che si misureranno sull’utilità dei valori limite di esposizione, sull’esperienza nel campo della prevenzione dei tumori professionali e sulle politiche contro il rischio chimico.

L’ultima giornata del Forum sarà dedicata al tema della prevenzione di tumori professionali con il confronto fra le diverse esperienze di prevenzione e di rilevazione dei tumori di origine lavorativa. Parteciperanno al dibattito Annie Thebaud Mony, direttrice di Inserm e del progetto Giscop, Larry Stoffman, responsabile del settore salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del Sindacato canadese, Andrew Watterson, professore dell’Università di Stirling (Scozia) e Marco Bottazzi, responsabile della consulenza medico legale dell’Inca.

Disabilità – Sentenze Alte Corti su permessi giornalieri e istruzione disabili

Disabilità – Sentenze Alte Corti su permessi giornalieri e istruzione disabili

Tutele per nuovi diritti

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Due pronunciamenti delle Alte Corti in materia di diritti dei cittadini con disabilità, patrocinate dai legali dell’Inca Cgil nazionale hanno stabilito (Cassazione, sentenza n. 4623/2010) il diritto di un lavoratore, padre di due figli gemelli di età inferiore a 3 anni, ambedue portatori di grave handicap, ad usufruire del raddoppio dei permessi orari giornalieri e il diritto di una bambina disabile (C.Costituzionale, sentenza n. 80/2010) a fruire di 25 ore settimanali di sostegno e non di sole 12 ore come invece stabilito dall’amministrazione scolastica in forza della legge 244/2007,  che ha limitato il numero di posti di insegnanti di sostegno a partire dall’anno scolastico 2008-2009.

Cassazione n. 4623-10

C.Costituzionale n. 80-2010

Inca Cgil – Premiate le donne che lottano contro la criminalità

La parte più debole della società civile

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Premiato il lavoro delle donne contro la criminalità e nella promozione della legalità, ma anche una delle tante cooperative che operano sui beni confiscati alle mafie, la Cooperativa Placido Rizzotto – Libera Terra, nata nel 2001 e intitolata al giovane contadino che nell’immediato dopoguerra aveva scelto la via dell’impegno sindacale proprio a Corleone già allora teatro di guerre mafiose e per questo ucciso dal boss Luciano Liggio.

“Le donne sono la parte più debole – ha detto Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, intervenuto alla premiazione -. I problemi della legalità diventano più forti per loro come anche per i minori e i precari”. Per Epifani, inoltre, oggi è necessaria una “battaglia culturale” per il rispetto delle regole, a fronte di un costume diffuso di “continue deroghe”.

L’edizione 2010 del premio ha voluto dare un riconoscimento all’impegno di Libera nel riutilizzo dei beni confiscati alle mafie, sempre più numerosi e non solo nel Sud Italia. In 14 anni dall’entrata in vigore della legge 109/96 sui beni confiscati, infatti, oltre 4500 beni immobili sono stati destinati per fini sociali, mentre solo nel 2008 le cooperative Libera Terra hanno potuto lavorare su circa 700 ettari di terreni confiscati a boss del calibro di Provenzano, Riina e ai Casalesi riuscendo a produrre un milione di pacchi di pasta, oltre 150 mila bottiglie di vino, oltre 110 mila confezioni di legumi e circa 20 mila bottiglie di olio extravergine. Realtà che hanno permesso di coinvolgere nelle attività anche i disabili psicofisici e altre fasce deboli e a rischio di esclusione sociale. A distinguersi tra le diverse esperienza la cooperativa Placido Rizzotto, che utilizza terre confiscate ai boss mafiosi di Corleone, favorendo l’inserimento lavorativo di svantaggiati: vi lavorano 14 soci e circa 25 dipendenti per un fatturato che nel 2008 è stato di oltre 2 milioni di euro.

L’iniziativa del patronato Inca Cgil nasce nel 1994, in occasione delle celebrazioni della festa della donna, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi che investono la vita delle donne, non solo come madri, ma come lavoratrici e cittadine con pieni diritti ed assegna il Premio “NonSoloMimose” a  persone che si siano distinte per l’impegno e il contributo politico e culturale,  “due protagonisti/e – spiega l’Inca – il cui esempio abbia contribuito all’inserimento e al riconoscimento della donna come parte vitale della società civile”.

Il primo a ricevere il premio è stato, un uomo, Elio Guzzanti, che firmò un decreto per la cancellazione di qualsiasi ticket per visite e test durante la gravidanza, ma negli anni fu assegnato a Leah Rabin, vedova del primo ministro assassinato Yitzhak Rabin, a personaggi della ricerca come Margherita Hack e altri ancora che in diverso modo si sono impegnati/e per il riconoscimento dei diritti delle donne.

ILO: “Sempre più donne lavorano, ma l’uguaglianza è ancora lontana”

Differenze di genere

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Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), nonostante negli ultimi 15 anni si siano registrati progressi nell’uguaglianza di genere, il divario fra donne e uomini in termini di opportunità e qualità di impiego è ancora significativo.

Per il Rapporto “Donne nel mercato del lavoro: misurare i progressi e identificare le sfide”, a oltre dieci anni dall’adozione di un ambiziosa Piattaforma d’azione globale per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne in occasione della IV Conferenza mondiale sulle donne di Pechino, “la questione di genere rimane profondamente radicata nella società e nel mercato del lavoro”.

Il Rapporto dell’Ilo illustra come il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro sia aumentato dal 50,2 al 51,7% fra il 1980 e il 2008, mentre il tasso maschile è diminuito lievemente dal 82,0 al 77,7%. Di conseguenza, il divario di genere nei tassi di partecipazione alla forza lavoro è sceso da 32 a 26 punti percentuali. Gli incrementi nella partecipazione femminile si sono registrati pressoché in tutte le regioni del mondo, in particolare in America Latina e Caraibi.

“Tuttavia, in quasi tutte le regioni il tasso di crescita ha subito dei rallentamenti negli ultimi anni. I più importanti risultati in termini di numero di donne economicamente attive si sono registrati negli anni ’80 e primi anni ’90”, si rileva.
Allo stesso tempo, la percentuale di donne impiegate in lavori salariati e stipendiati è cresciuta dal 42,8% del 1999 al 47,3% del 2009, e la quota di donne impiegate in occupazioni vulnerabili è diminuita dal 55,9 al 51,2%.

“Nonostante dalla Conferenza di Pechino ad oggi ci siano stati dei miglioramenti e un numero sempre maggiore di donne scelga di lavorare, le lavoratrici ancora non percepiscono la stessa retribuzione degli uomini – ha dichiarato Sara Elder, della sezione dell’Ilo sulle tendenze dell’occupazione e principale autrice del rapporto -. Ancora oggi, sono principalmente le donne ad accettare lavori mal retribuiti e precari perché sono gli unici impieghi disponibili o perché hanno bisogno di trovare un’occupazione flessibile per conciliare lavoro e responsabilità familiari. Gli uomini non affrontano le stesse limitazioni.”

Secondo il Rapporto, nel mondo del lavoro sono tre gli ambiti in cui persistono le differenze di genere. “Primo, quasi la metà (48,4) della popolazione femminile di età superiore ai 15 anni rimane economicamente inattiva, contro il 22,3% degli uomini – si afferma -. In alcune regioni, ancora oggi ci sono meno di 4 donne economicamente attive per 10 uomini attivi. Secondo, le donne impiegano più tempo a trovare un lavoro rispetto agli uomini. Terzo, quando trovano un lavoro le donne vengono pagate meno e ricevono benefici inferiori rispetto ai lavoratori in eguali posizioni”.
Secondo il rapporto dell’Ilo, l’impatto della crisi economica globale ha inizialmente interessato i settori con manodopera maschile, come quello finanziario, manifatturiero e edile, ma in seguito si è esteso ad altri settori – compreso quello dei servizi – dove predomina la manodopera femminile.
L’Ilo stima che il tasso globale di disoccupazione femminile è aumentato dal 6% nel 2007 al 7% del 2009, “poco più del tasso maschile che ha registrato un aumento dal 5,5 al 6,3%. Tuttavia, in quattro delle nove regioni, è stato il tasso maschile ad aumentare maggiormente rispetto a quello femminile. Nel 2009, il tasso di disoccupazione femminile era più elevato di quello maschile in sette delle nove regioni, e in Medio Oriente e Nord Africa la differenza ha raggiunto anche i 7 punti percentuali”.

Il Rapporto afferma inoltre che, sebbene l’impatto della crisi in termini di perdita dei posti di lavoro sia stato uguale per i lavoratori e le lavoratrici, le conseguenze in termini di pari opportunità devono ancora manifestarsi. “Le precedenti crisi ci hanno insegnato che per le donne che perdono il lavoro è più difficile trovarne un altro al momento della ripresa economica – ha dichiarato la Elder -. É per questo che è importante garantire che l’uguaglianza di genere non sia un lusso che ci si può permettere quando le cose vanno bene e che viene poi messa da parte quando sorgono le difficoltà. Deve essere vista come uno strumento per promuovere la crescita e l’occupazione piuttosto che come un costo o un limite”.

Il Rapporto completo dell’Ilo è disponibile all’indirizzo: http://www.ilo.org/empelm/units/lang–en/WCMS_DOC_ELM_DPT_TRD_EN/index.htm

Nuovo modello organizzativo dell’Avvocatura

 

Data pubblicazione: 08/03/2010

Testo NewsAl fine di monitorare l’evoluzione del nuovo modello organizzativo dell’Area Legale e garantire un passaggio graduale al nuovo assetto, è stato previsto un periodo di sperimentazione della durata di tre anni, nel corso della quale potranno essere valutati i singoli effetti della riorganizzazione.
Nella   Circolare numero 34 del 08-03-2010.pdf         sono illustrate in dettaglio le tematiche su cui si concentrerà la sperimentazione, dalla razionalizzazione della distribuzione territoriale degli uffici, fino alle modalità di utilizzo dei domiciliatari e dei sostituti.

Roma, 7 marzo 2010 – Il video del presidio del popolo viola a piazza Navona contro il decreto salva liste. Gli interventi dal palco e le immagini dei manifestanti. Oltre 6mila persone chiamate a ra…