Archivi giornalieri: 12 marzo 2010

Cassazione – sentenza deplorevole

Le contraddizioni di un paese democratico

“Anche quando non vogliono fare sanatorie, i governi hanno attenzione per i casi individuali: mi sembra che questa sentenza rappresenti un passo indietro e anche una contraddizione con i paesi democratici”. Maurizio Ambrosini, sociologo all’università Statale di Milano, commenta la sentenza della Cassazione sfavorevole a un papà albanese che aveva chiesto di rimanere in Italia per stare vicino ai propri figli che frequentano la scuola.

“Fermo restando il dubbio sulle motivazioni della sentenza, di cui non ho avuto modo di leggere il testo, in base alle informazioni che ci sono posso dire che negli ordinamenti dei paesi democratici ci sono dei principi di flessibilità che consentono di dare il permesso di soggiorno a persone che sono sul territorio da anni e che hanno qui una famiglia, figli che vanno a scuola e che hanno attuato processi di integrazione sul territorio -prosegue Ambrosini-. Mi sembra che questa sentenza rappresenti un successo della retorica securitaria, perché anche l’immigrato sul territorio da anni e che ha i figli che vanno a scuola qui è sempre sotto sorveglianza e sotto pregiudizio di pericolosità. Per cui quando vengono meno le ragioni economiche immediate del suo utilizzo lavorativo, diventa un soggetto da espellere, quale che sia la sua condizione familiare e sociale. E questo mi sembra un principio pericoloso, anche perché in questo modo si aprono diversi scenari”.

Quali? “Primo, che lo straniero che rimane qui può essere deportato da un momento all’altro -continua Ambrosini-; secondo, che, se il padre che lavora se ne va, la famiglia diventa un onere per le casse dello Stato; terzo, il padre che non può guadagnare onestamente potrebbe pensare di guadagnarsi da vivere in altro modo; quarto, se la famiglia se ne andasse,  verrebbe pregiudicato l’interesse prevalente dei minori all’istruzione”.

“La sentenza è deplorevole – conclude il sociologo -, mi addolora molto e va in controtendenza con il ruolo delle corti di giustizia di altri paesi di far avanzare la frontiera dei diritti nei confronti della pretesa degli Stati che, mai come ora, esercitano un potere di posizionamento e di mobilità dei diritti individuali nei confronti degli immigrati. Così com’è la sentenza mi addolora e spero che si mobilitino le forze vive della società civile in difesa del diritto di vivere con la propria famiglia anche per i poveri e i disoccupati. Un diritto superiore e meritevole di tutela: dovrebbe infatti essere onere dello Stato dimostrare che l’immigrato rappresenta un pericolo per la sicurezza. Ricordiamoci poi che l’attuazione dell’espulsione è ben diversa dai decreti di espulsione, la cui efficacia è tutta da verificare”.

Prestazioni economiche per sostenere il reddito dei lavoratori

Fondo per le politiche attive e di sostegno al reddito dei lavoratori delle società del gruppo delle Ferrovie dello Stato

Prestazioni economiche per sostenere il reddito dei lavoratori

E’ stato sottoscritto, tra il Gruppo delle Ferrovie dello Stato e le segreterie nazionali dei sindacati firmatari del CCNL, un accordo che integra e modifica quello precedente con il quale fu istituito il Fondo per il perseguimento di politiche attive a sostegno del reddito e dell’occupazione per il personale delle Società del Gruppo, che ha lo scopo di erogare prestazioni a sostegno del reddito e dell’occupazione a favore dei lavoratori del Gruppo, nel caso siano coinvolti in processi di ristrutturazione, riconversione, cessazione dell’attività lavorativa di una o più unità produttive.

Il Fondo finanziato con un contributo a carico del datore di lavoro e dei lavoratori, opera presso l’INPS ed è gestito da un Comitato paritetico, eroga prestazioni economiche di sostegno al reddito in via ordinaria e in via straordinaria.

Le prestazioni ordinarie sono finalizzate a favorire il mutamento e l’adeguamento delle professionalità per superare situazioni di eccedenza sia finanziando programmi di formazione sia con interventi di natura economica a favore di lavoratori interessati da riduzione di orario, anche in concorso con gli appositi Fondi nazionali e/o comunitari.

Le prestazioni straordinarie consistono nell’erogazione di assegni (il cui valore è pari all’importo netto della pensione spettante nei regimi obbligatori di riferimento OBG oppure Fondo speciale) per accompagnare alla pensione i lavoratori che cessano il lavoro perché risultati eccedenti a seguito dei processi di ristrutturazione/riconversione.

Le strutture territoriali dell’INCA-FILT-SPI sono a disposizione per ogni chiarimento di natura procedurale, previdenziale o fiscale.

Germania – Le pensioni spettano anche agli ex immigrati italiani

 

I lavoratori italiani e il miracolo economico in Germania

”Molti non lo sanno, ma chi ha lavorato, anche per brevi periodi, in Germania, ha diritto all’assistenza previdenziale tedesca”. Così l’ambasciatore tedesco a Roma, Michael Steiner, ha introdotto oggi una conferenza di presentazione di una campagna, lanciata dalla Drv Schwaben, il più grande dei quattro uffici di collegamento nei rapporti con l’Italia, che informerà gli ex immigrati italiani dei loro diritti a ricevere una pensione dallo Stato tedesco.

Oggi, sono 300 mila gli italiani – tra chi ancora vive all’estero e chi invece è rientrato in patria – titolari di una pensione tedesca. E il numero cresce, di anno in anno: si prevede che entro dieci anni, saranno almeno 350 mila. Ma non basta. Dagli anni Cinquanta circa 4 milioni di italiani sono emigrati in Germania, mentre circa 3,5 milioni di immigrati sono tornati in Italia dopo aver lavorato oltralpe. Di questi, solo una piccolissima parte percepisce una pensione per il lavoro svolto all’estero.

”Credo che almeno il 60% di chi è rientrato in Italia abbia diritto alla previdenza tedesca”, ha spiegato Raimund Spies, dirigente della Drv Schwaben, sottolineando come ”molti non possono percepire alcuna assistenza perchè non hanno lavorato da dipendenti, perchè lo hanno fatto in nero, o perchè si sono trasferiti all’estero continuando a versare contributi in Italia”. Ma, ”soprattutto nel Mezzogiorno, molti non sanno che, anche per lavori di breve periodo, possono presentare domanda per la pensione tedesca poco prima del compimento del 65esimo anno di età”, recandosi alle sedi Inps o Inpdap competenti, ha ribadito Spies, annunciando che la campagna informativa partira’ proprio dal Sud, da Palermo, nel corso dei prossimi mesi.

L’individuazione di chi ha lavorato in Germania prima del 1973 – quando nello Stato teutonico e’ stato introdotto un sistema di registrazione automatizzata – sarà possibile grazie alla stretta il quale, grazie alla creazione di un nuovo sistema telematico, sarà possibile scambiarsi le informazioni sugli assicurati in maniera rapida e sicura. ”Simili collaborazioni testimoniano che una vera Europa sta nascendo”, ha evidenziato Steiner.

Un’Europa che parte non dagli uffici di Bruxelles, ma ”dal basso, da chi, lavorando in Germania, ha contribuito al miracolo economico del nostro Paese”, ha concluso Spies.

Le donne e la salute sul lavoro

La “dimensione di genere”

Le donne rappresentano il 42% degli occupati nell’Unione europea (UE). Gli uomini e le donne non sono uguali e anche le rispettive professioni, condizioni lavorative e modalità di trattamento sono diverse. Questi fattori possono influire sui pericoli cui si trovano confrontati nel posto di lavoro e sull’approccio da adottare per valutarli e controllarli.

Fra i fattori da considerare figurano i seguenti:

le donne e gli uomini sono concentrati in determinate attività professionali e si trovano pertanto ad affrontare pericoli specifici a tali ambiti;

le donne e gli uomini sono fisicamente diversi, anche con riguardo alla riproduzione;
le donne e gli uomini hanno differenti responsibilità in ambito casalingo;

le donne che svolgono una professione possono avere di fatto una duplice occupazione, sul posto di lavoro e a casa.
È quindi importante riconoscere tali differenze e adottare un approccio “sensibile alla dimensione di genere” rispetto alla salute e sicurezza sul lavoro.

L’EU-OSHA ha predisposto alcune pubblicazioni dedicate specificamente alle donne. La questione del genere è altresì “integrata” in altre relazioni, come quelle sul rumore, sui disturbi muscoloscheletrici (MSD) e sui giovani lavoratori. Vi sono inoltre altri documenti e sezioni web che riguardano categorie professionali caratterizzate dalla presenza di una forza lavoro prevalentemente femminile, ad esempio quelle degli addetti alle pulizie, degli operatori sanitari e dei soggetti attivi nel settore dell’istruzione. Le risorse disponibili nella sezione Soluzioni pratiche sono intese ad aiutare gli utenti ad assumere un approccio che tenga conto della dimensione di genere ai fini dell’identificazione e della prevenzione dei rischi, a fornire un apporto al dibattito sulle modalità migliori per adottare tale approccio e a contribuire alla condivisione delle informazioni provenienti dalla ricerca in materia di genere e sicurezza sul lavoro.

http://osha.europa.eu/it/teaser/international-women-day

Tutela infortunistica nel pubblico impiego

NEWS

Causa di servizio e rischio improprio

La  tutela infortunistica nel pubblico impiego si è sempre esplicitata, in presenza di un evento dannoso verificatosi nel luogo di normale svolgimento dell’attività  lavorativa,attraverso il riconoscimento della cosiddetta “causa di Servizio.

La recente sentenza del Consiglio di Stato n. 514/2010 ha modificato questa prassi,
affermando che, laddove non esistano “particolari fonti di pericolo”, è sufficiente un
normale livello di attenzione per evitare qualsiasi lesione e, quindi, rientrando l’occasione
di lavoro in un “rischio generico”, l’infortunio non può essere riconosciuto.

La sentenza richiamata infatti rileva che, mentre può essere riconosciuta l’indennizzabilità dell’infortunio anche in presenza di un “rischio improprio”, quale è quello che consegue ad attività strumentali allo svolgimento delle mansioni proprie del lavoratore, occorre però che l’infortunio sia direttamente collegabile a “situazioni rinvenibili nell’ambiente di lavoro” oppure alle “modalità della prestazione”.
La pronuncia tende dunque ad equiparare il concetto di “fatti di servizio”, propri del pubblico impiego e la valutazione del rischio professionale, che da esso deriva,
al concetto di “occasione di lavoro” presente nella tutela infortunistica del settore privato.

E’ opportuno quindi che i lavoratori si rivolgano ai nostri uffici che esamineranno con attenzione le circostanze che hanno determinato l’infortunio onde evitare contestazioni,
da parte dell’Istituto assicuratore, riguardanti l’esistenza del nesso causale tra l’atatività lavorativa e  l’infermità denunciata.

Salari medi e convenzionali per il 2010

 

Salari medi e convenzionali per il 2010
Data pubblicazione: 11/03/2010

Testo NewsCon la circolare n. 37 dell’11 marzo, l’Inps comunica i salari medi e convenzionali da prendere a riferimento per l’anno 2010 per la liquidazione delle prestazioni economiche di malattia, maternità e tubercolosi, il cui importo deve essere calcolato in riferimento a periodi di paga compresi nell’anno in corso. Nella circolare vengono pertanto riportati gli importi giornalieri per le varie categorie di lavoratori interessati.
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