Archivi giornalieri: 12 aprile 2024

Rapporto Caritas

Rapporto Caritas

Crisi, Caritas: i separati e i divorziati sono i nuovi poveri (da la Repubblica – 30.03.2014)

Allarmanti i dati del ‘Rapporto 2014 ‘: dopo la rottura dei rapporti coniugali, il 66% di chi chiede aiuto dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto dei beni di prima necessità. Sono perlopiù italiani, divisi equamente tra uomini e donne

ROMA – La difficile situazione sociale determinata dalla crisi economica è resa più pesante in Italia da “gravi e crescenti difficoltà derivanti purtroppo dalla rottura dei rapporti coniugali, sia a livello occupazionale sia abitativo”. La denuncia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al Consiglio episcopale permanente di lunedì scorso ha trovato conferma nei dati allarmanti del ‘Rapporto 2014′ della Caritas italiana sulla povertà e l’esclusione sociale intitolato ‘False partenze’, presentato oggi a Cagliari in occasione del convegno nazionale delle Caritas diocesane. Infatti, il 66,1% dei separati che si rivolgono alla Caritas dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto dei beni di prima necessità. Prima della separazione erano solo il 23,7 per cento.

Altre conseguenze della separazione: aumenta il ricorso ai servizi socio-assistenziali del territorio come anche la crescita di disturbi psicosomatici (66,7% accusa un più alto numero di sintomi rispetto alla pre-separazione. Inoltre, la separazione incide negativamente nel rapporto padri-figli: il 68% dei padri (46,3% delle donne) intervistati riconosce un cambiamento importante a seguito della separazione; tra i padri che riconoscono un cambiamento il 58,2% denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti (le madri al contrario riconoscono per lo più un miglioramento).

Tra i separati/divorziati che si sono rivolti ai centri di ascolto della Caritas la gran parte è di nazionalità italiana (85,3%); in termini di genere c’è una leggera prevalenza delle donne (53,5%), rispetto agli uomini (46,5%) anche se si può parlare quasi di un’equa divisione. Il 42,9% è coinvolto in separazioni legali, il 28,1% in separazioni di fatto e il 22,8%  in procedimenti di divorzio. Dei procedimenti di divorzio quasi la totalità risulta ormai anche conclusa. Considerando i tempi di separazione, il 34% vive uno di questi stati da meno di un anno, il 20% da meno di due anni, il 20,2% da un tempo che va dai due ai cinque anni, il 25,8% da oltre 5 anni.

Rispetto al totale degli intervistati, i due terzi (66,5%) ha figli minorenni; su questi ovviamente grava un peso materiale e sociale più pesante, sia in termini di cura che di mantenimento. Per quanto riguarda l’età si tratta in particolare di persone nella fascia d’età centrale (45-54 anni) e di giovani adulti (35-44 anni). Per quanto riguarda il livello di istruzione, prevale la licenza media inferiore (34,9%) seguita dal diploma di scuola media superiore (28,6%), dalla licenza elementare (14,5%) e dall’attestato professionale (10%). Le motivazioni che hanno spinto gli utenti a chiedere aiuto sono legate a bisogni di tipo materiale e immateriale: le difficoltà economiche (21,7%), il disagio abitativo (15%), l’impossibilità di accedere ai beni di prima necessità (cibo e vestiario) (12,1%); il bisogno di ascolto (13,1%) e l’assistenza psicologica (12,3%).

Gli occupati rappresentano meno di un terzo dei separati e divorziati intervistati mentre coloro che sono in cerca di un’occupazione (disoccupati e inoccupati) sono quasi la metà ( 46,1%). La grave situazione sul fronte dell’occupazione è l’elemento che maggiormente condiziona il post separazione. Fino ad oggi a ricoprire tale situazioni di svantaggio sono state in primo luogo le donne collocate in posizioni occupazionali subalterne, a volte anche per scelta personale per quella che potremmo definire la divisione del lavoro all’interno del matrimonio. Rispetto alle interviste realizzate non emerge un particolare svantaggio delle donne; i livelli di disoccupazione, infatti, risultano alti sia per i maschi (45,1%) che per le femmine (41,4%). Anche la dimensione abitativa evidenzia delle situazioni di gravi criticità vissute sia sul piano della sistemazione che su quello del grado di affaticamento rispetto agli oneri di spesa fissi (mutuo, affitto, pagamento delle utenze di luce, gas).

Rispetto al pre separazione, quando il 43,7% degli intervistati viveva in abitazioni di proprietà e il 42% in affitto, la situazione nel post separazione risulta decisamente alterata. Dichiara di aver cambiato abitazione l’87,7% degli uomini contro il 53,1% delle donne. Infine nella rilevazione condotta sui servizi Caritas/Cfc si evince che la separazione influisce negativamente sul rapporto tra padri e figli; il 68% degli ex mariti intervistati riconosce un cambiamento importante a seguito della separazione (a fronte di un cambiamento percepito solo dal 46,3% delle donne). E tra loro il 58,1% denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti (le madri al contrario riconosco per lo più un miglioramento). Gli elementi che rendono particolarmente insoddisfatti i padri nel rapporto con i figli sono: la frequenza di incontro, gli spazi di vita e i luoghi di incontro, il tempo da dedicare alla relazione, la possibilità di partecipare a momenti importanti quali compleanni, ricorrenze, feste.

 

Povertà

Caritas: mappa di un “universo di disagio”

 

Un ”universo di disagio” bussa alle porte della Caritas. E a oltre cinque anni dallo scoppio della crisi economica, si evidenziano alcune ”importanti dinamiche di povertà”: lo segnala il nuovo Rapporto Caritas 2014 su povertà ed esclusione sociale in Italia, dal titolo ”False partenze”, che apre una finestra sul fenomeno della povertà in Italia secondo l’esperienza di ascolto, osservazione e animazione svolta dalla 220 Caritas diocesane presenti sul territorio nazionale.

I dati relativi al biennio 2012-2013 segnalano situazioni in cui  aumenta la richiesta di aiuto. E’ confermata la crescente presenza degli italiani, che in alcuni casi raggiungono e superano la maggioranza assoluta delle presenze nei Centri di Ascolto; ceto medio e gruppi sociali tradizionalmente estranei al disagio sociale sono sempre più coinvolti dalla vulnerabilità economica.

Più elevata la presenza di problemi occupazionali tra gli immigrati rispetto agli italiani (49,5 contro il 43,8%). E’ da notare, mette in evidenza il Rapporto Caritas, come i problemi familiari siano più diffusi tra gli italiani (13,1% rispetto al 5,7% degli stranieri), mentre la situazione appare rovesciata per quanto riguarda i problemi abitativi, più diffusi nella componente straniera dell’utenza (17,2 contro il 14,6%).
Una fetta cospicua di utenti richiede beni e servizi materiali (34,0%). Vi sono poi le persone che richiedono al CdA l’attivazione e il coinvolgimento di soggetti ed enti terzi (26,8%) o che richiedono al CdA orientamento a servizi o informazioni su misure/prestazioni socio-assistenziali disponibili nel territorio (10,3%). Un aiuto economico, conclude il Rapporto Caritas, è richiesto in modo esplicito da una minoranza di persone (10,7%).

A livello complessivo si conferma la presenza di una quota maggioritaria di stranieri (61,8%) rispetto agli italiani (38,2%). La quota di italiani è più forte nel Sud (59,7%). Si tratta in prevalenza di donne (54,4%), di coniugati (50,2), disoccupati (61,3%), con domicilio (81,6%). Hanno figli il 72,1%. Sono separati o divorziati il 15,4%. Il 6,4% è analfabeta o completamente privo di titolo di studio.

Nel corso del 2013, il problema-bisogno più frequente degli utenti dei CdA Caritas è stato quello della povertà economica (59,2% del totale degli utenti), seguito dai problemi di lavoro (47,3%) e dai problemi abitativi (16,2%). Tra gli italiani l’incidenza della povertà’ economica è molto più pronunciata rispetto a quanto accade tra gli stranieri (65,4% contro il 55,3%).

Un’ultima parte del Rapporto si sofferma sulle tendenze degli attuali assetti di welfare, evidenziando nodi critici e possibili proposte di miglioramento. Appare positivo, ad esempio, il rifinanziamento del Fondo nazionale per l’autosufficienza, così come l’introduzione del nuovo Isee, il rinnovato ”termometro” nazionale necessario per determinare i livelli di accesso a varie tipologie di prestazioni sociali e assistenziali. Tuttavia, la reale operatività di entrambi i provvedimenti non sarà immediata.

”Aspetti di criticità”, sottolinea il Rapporto Caritas, ”sono ravvisabili nel carattere sperimentale e provvisorio di molte delle recenti novità legislative”. Da un lato, segnala il Rapporto ”False partenze”, ”se è oggettivo riconoscere che la legge di stabilità 2014 ha impegnato un ammontare di risorse mai visto in questi ultimi anni per la lotta alla povertà, dall’altro lato assistiamo a percorsi di implementazione definiti ancora una volta nei termini di ”sperimentazione” (si pensi alla nuova Carta Acquisti), senza una prospettiva normativa definita e di copertura economica chiara di eventuali ulteriori misure in questo ambito”.

Il rischio, conclude il Rapporto Caritas, ”è quello di avviare grandi cantieri territoriali che non trovano esito legislativo, generando più un sentimento di amarezza nei confronti di un’opera incompiuta, che la sedimentazione di competenze e strumenti efficaci di contrasto alla povertà”.

Concorso pubblico per 7 dirigenti con competenze informatiche

Concorso pubblico per 7 dirigenti con competenze informatiche

I termini e le modalità di presentazione della domanda.

Pubblicazione: 12 aprile 2024

Con determinazione del Commissario straordinario 26 marzo 2024, n. 30, è stato indetto il concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di 7 dirigenti di seconda fascia con competenze informatiche nei ruoli del personale dirigenziale dell’INPS.

La domanda di partecipazione dovrà essere presentata esclusivamente per via telematica, compilando il format di candidatura sul Portale del Reclutamento “inPA”, raggiungibile all’indirizzo https://www.inpa.gov.it.

La compilazione e l’invio online della domanda devono essere completati entro il termine di 30 giorni decorrenti dalla pubblicazione del bando sul Portale “inPA” e sul sito istituzionale INPS.

Allo scadere del termine ultimo per la presentazione della domanda, il portale non permetterà più l’accesso alla procedura di candidatura e l’invio della domanda di partecipazione.

I requisiti di ammissione e ogni altra disposizione in merito alla procedura concorsuale sono contenuti nel bando, a cui si rinvia integralmente.

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Tabella risultati
Titolo
Data Pubblicazione
Data Scadenza
Stato
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 7 dirigenti di seconda fascia con competenze informatiche nei ruoli del personale dirigenziale dell’Inps. 12/04/2024 13/05/2024
NUOVO
Concorso pubblico, per titoli ed esami, a 1 posto di professionista medico di prima fascia funzionale nel ruolo locale dell’INPS di Bolzano-Öffentlicher Wettbewerb, nach Titeln und Prüfungen, für 1 Stelle als Arzt/Ärztin der ersten Funktionsebene im lokalen Stellenplan des NISF Bozen 20/03/2024 19/04/2024
NUOVO
Concorso pubblico, per titoli ed esami, a 10 posti di Funzionario Progettazione-Erogazione-Controllo Servizi (profilo amministrativo), area dei Funzionari (ex C1), per il ruolo locale dell’INPS di Bolzano. 20/12/2023 19/01/2024
SCADUTO
concorso pubblico, per titoli ed esami, a 1 posto di professionista medico di prima fascia funzionale nel ruolo locale dell’INPS di Bolzano 11/01/2023 10/02/2023
CHIUSO
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di 38 professionisti di primo livello dell’area tecnico-edilizia nei ruoli del personale dell’INPS 28/10/2022 28/11/2022
SCADUTO
Concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di 62 medici di seconda fascia funzionale nei ruoli dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale 04/10/2022 04/11/2022
SCADUTO
INPS di Bolzano: 22 posti profilo amministrativo 21/09/2022 21/10/2022
CHIUSO
INPS di Bolzano: 1 posto di professionista medico 27/07/2022 26/08/2022
CHIUSO
Concorso INPS a Bolzano per 28 funzionari di area B 10/11/2021 10/12/2021
CHIUSO
Concorso pubblico, per titoli ed esami, a 1858 posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell’INPS, area C, posizione economica C1 01/10/2021 02/11/2021
SCADUTO

San Giuseppe Moscati

 

San Giuseppe Moscati


Nome: San Giuseppe Moscati
Titolo: Laico
Nome di battesimo: Giuseppe Moscati
Nascita: 25 luglio 1880, Benevento
Morte: 12 aprile 1927, Napoli
Ricorrenza: 12 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
16 novembre 1975, Roma, papa Paolo VI
Canonizzazione:
25 ottobre 1987, Roma, papa Giovanni Paolo II
Luogo reliquie:Chiesa del Gesù Nuovo
Settimo figlio di Francesco, magistrato, e di Rosa De Luca, Giuseppe nacque a Benevento il 25 luglio 1880. Ma era cresciuto a Napoli, dove la famiglia si era trasferita essendo il papà stato chiamato a svolgere la sua professione presso la Corte d’appello. Giuseppe era dotato di una vivace intelligenza ma anche di una intensa sensibilità religiosa e umana che lo portava a essere vicino a chi si trovava nel disagio e nella sofferenza.

Per fare qualcosa di concreto per loro, decise di fare il medico. Con i rimedi offerti dalla medicina avrebbe portato anche il conforto della fede. Studiò con impegno, tanto da riuscire a laurearsi a soli ventidue anni. E con il massimo dei voti. Partecipò ad alcuni importanti concorsi, che vinse, aprendosi la strada per una brillante e comoda carriera.

San Giuseppe Moscati con studenti

San Giuseppe Moscati con studenti

Ottenne l’abilitazione all’insegnamento universitario ed entrò nella prestigiosa Accademia partenopea di medicina e chirurgia. Ma poi mise tutte le sue doti di intelligenza e di cuore al servizio dei malati poveri scegliendo il posto di «medico ordinario» nell’Ospedale degli incurabili, il più antico della città. Ritenne quello il luogo ideale per poter svolgere la missione che s’era prefissato fin da ragazzino, così sintetizzata in un suo scritto: «Negli ospedali la missione dei medici è di collaborare all’infinita misericordia di Dio, aiutando, perdonando e sacrificandosi».

A questo programma ispirò la sua vita di medico, dedicandosi senza risparmio a lenire le sofferenze degli altri, sia nella quotidiana assistenza ai malati in ospedale o andandoli a visitare nei miseri tuguri dei quartieri più poveri della città, sia dedicandosi allo studio e alla ricerca per aggiornare le proprie conoscenze da porre al servizio dei malati.

Come diagnostico era bravissimo. In un tempo in cui gli strumenti di analisi e di ricerca erano quasi inesistenti, l’individuazione della malattia era affidata alla preparazione e all’intuizione del medico. E in questo la capacità di diagnosticare di Moscati sorprendeva gli stessi colleghi che vedevano nelle sue diagnosi qualcosa di miracoloso. Lui con molta umiltà rispondeva che aveva una fonte segreta cui attingeva a piene mani ed era l’eucaristia alla quale si accostava ogni giorno. Dio è l’artefice della vita, era solito dire, noi siamo suoi collaboratori, ma il più lo fa lui.

Una volta riuscì a diagnosticare l’esatta malattia di un operaio che i suoi colleghi avevano inesorabilmente dichiarato tisico: si trattava invece di un ascesso polmonare che con una cura apposita si risolse. L’operaio, felice per la salute ritrovata, volle a tutti i costi pagarlo. E Moscati: «Se proprio mi vuoi pagare, vatti a confessare perché è Dio che ti ha salvato».

Con i poveri si comportava sempre così, non accettava compensi. Caso mai, era lui a dare loro qualche soldo. Non faceva il medico per la carriera, e tanto meno per arricchirsi. Come Francesco d’Assisi aveva preso sul serio la povertà evangelica, a essa conformava la propria vita. Viveva da povero e con i poveri spartiva quello che aveva. Assisteva, ad esempio, un anziano signore che viveva in uno dei miserevoli tuguri della città, e non potendo andare a trovarlo ogni giorno, lo aveva invitato a recarsi tutte le mattine a fare colazione (avrebbe pagato lui) al bar di fronte all’entrata dell’ospedale. «Andando al lavoro gli aveva detto darò un’occhiata all’interno del caffè, se vi vedo vuol dire che tutto va bene, altrimenti verrò a farvi visita a casa».

La carità gli moltiplicava le forze, lo rendeva disponibile ai suoi malati, ai suoi poveri in qualsiasi ora del giorno e della notte e sempre in prima fila, quando calamità e tragedie colpivano la povera gente. Nel 1906 ci fu un’eruzione del Vesuvio particolarmente violenta. Molti i danni e le vittime. A Torre del Greco, uno dei paesi più colpiti, l’ospedale dove erano ricoverati gli anziani minacciava di crollare sotto il peso di quintali di cenere: bisognava sgomberare in tutta fretta i reparti. Moscati, allora giovane medico, si associò ai soccorritori lavorando duramente per trasferire malati e quant’altro era ritenuto utile: venti ore di lavoro, sotto la minaccia della lava che continuava ad avanzare lungo le pendici del vulcano. Trasferirono l’ultimo degente quando l’ospedale rovinava fragorosamente sui letti ormai vuoti.

Eruzione del Vesuvio del 1906

Eruzione del Vesuvio del 1906

Ma anche quando, nel 1911, Napoli fu colpita da una terribile epidemia di colera, il medico Moscati non risparmiò tempo ed energie: molti poveri se la cavarono, grazie alle sue cure, e altri morirono con il conforto della fede che lui aveva loro portato.

Moscati, medico buono e santo che aveva posto la sua intelligenza e il suo cuore al servizio dei poveri e dei sofferenti, morì in età ancora giovane, a soli quarantasette anni, il pomeriggio del 12 aprile 1927. La mattina si recò come al solito all’ospedale a visitare i malati. Avrebbe dovuto proseguire le visite il pomeriggio, ma i suoi pazienti lo attesero invano. Verso le quindici avvertì un intenso malore. Ritiratosi nella camera, si accasciò sulla poltrona. «Sto male», disse ai fratelli che lo avevano visto impallidire. Furono le ultime parole. Un istante dopo tornò alla Casa del Padre.

I poveri di Napoli accolsero la notizia con dolore e costernazione. Perdendo lui, perdevano un amico, un fratello. Ma guadagnavano un santo in cielo. E tale lo ritennero da subito.

Paolo VI confermò la loro certezza elevandolo nel 1975 all’onore degli altari con il titolo di beato. Fu proclamato santo nel 1987 da Giovanni Paolo Il, al termine del sinodo dei vescovi «Sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa».

MARTIROLOGIO ROMANO. A Napoli, san Giuseppe Moscati, che, medico, mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, per la quale non chiedeva alcun compenso ai più poveri, e nel prendersi cura dei corpi accudiva al tempo stesso con grande amore anche le anime.

Fringe benefit: riaperta la procedura per inviare i flussi telematici

Fringe benefit: riaperta la procedura per inviare i flussi telematici

Istruzioni e indicazioni per l’invio dei flussi di lavoro da parte dei datori di lavoro.

Pubblicazione: 11 aprile 2024

Riaperta la procedura online per inviare i dati delle somme erogate a titolo di fringe benefit e di stock option ai lavoratori pensionati nel corso dell’anno d’imposta 2023nei confronti dei quali l’INPS svolge attività di sostituto d’imposta.

La riapertura permette la trasmissione dei dati ai datori di lavoro che non hanno inviato i flussi entro il termine del 21 febbraio, o a quelli che devono rettificare i dati già trasmessi.

È quanto comunica l’INPS con il messaggio 10 aprile 2024, n. 1436, specificando, inoltre, che tali dati non saranno elaborati per il conguaglio fiscale, ma comporteranno esclusivamente la rettifica delle Certificazioni Uniche 2024