Archivi giornalieri: 26 aprile 2024

Casula Francesco

Casula Francesco

 
 

La tensione della lotta indipendentista e la continua testimonianza di un’autodeterminazione storica e linguistica della Sardegna sono i passi che guidano l’impegno politico e culturale di Francesco Casula, una delle voci più attive del panorama contemporaneo indipendentista. Intellettuale militante, promotore di storiche battaglie identitarie, il suo è un percorso che si muove fra l’ininterrotta scrittura giornalistica e saggistica, e l’attività di insegnante, sostenitore di una riqualificazione in chiave identitaria della scuola italiana in Sardegna.

Casula nasce a Ollolai (Nuoro) e dopo gli studi medi-superiori dai Gesuiti, si laurea a Roma, nel 1970, in Storia e Filosofia. Tornato in Sardegna inizia a insegnare, dapprima a Macomer e dopo a Cagliari dove per più di trent’anni avrà la cattedra di Italiano e Storia negli Istituti superiori, in modo particolare all’Istituto “Martini”.

Il suo è un lungo percorso politico. La sua prima esperienza – dopo gli anni del ’68 vissuto a Roma – la fa con l’MPL (Movimento politico lavoratori) di Livio Labor, già Presidente delle ACLI. Qui Casula si candida nel 1972, a soli 26 anni, e nello stesso anno a Macomer fonda il Circolo politico–culturale “Camillo Torres”, in onore del sacerdote cattolico colombiano guerrigliero, morto combattendo le unità antiguerriglia governative.

Al Circolo aderiscono soprattutto studenti e insegnanti con cui Casula entrerà nel PDUP (Partito di unità proletaria) che confluirà poi in Democrazia Proletaria, di Mario Capanna, Vittorio Foa e altri nomi del panorama di sinistra. 

Per circa un decennio sarà uno dei leader in Sardegna di questo nuovo soggetto partitico, che soprattutto grazie alla sua opera ben presto si “sardizzerà” diventando Democrazia proletaria sarda (DPS), formazione autonoma rispetto a quella Italiana, ma federata.

Sono di questi anni le sue prime grandi battaglie politiche e culturali, in modo particolare quelle per la lingua sarda e il bilinguismo, ma anche contro la militarizzazione dell’Isola e l’ingresso di scorie nucleari in Sardegna. 

Giunta al termine l’esperienza con Democrazia Proletaria sarda, a seguito dello scioglimento, Casula aderirà per qualche anno al Partito sardo d’azione (di cui sarà il responsabile nazionale del Settore scuola) e contestualmente lascerà anche la CGIL-scuola, di cui a Macomer fu uno dei fondatori, per iscriversi alla Confederazione sindacale sarda (CSS), il sindacato etnico sardo fondato da Eliseo Spiga. Proprio nella CSS diventerà responsabile della Federazione scuola, poi segretario nazionale aggiunto e quindi Segretario nazionale generale.

Si tratterà, però, di esperienze brevi: Casula, infatti, si dimetterà sia da segretario nazionale della CSS e sia dal PSD’AZ, restando comunque nell’area sardista-indipendentista, ma dedicandosi soprattutto ad attività culturali, pubblicistiche ed editoriali, in cui tutt’oggi è impegnato.

La sua battaglia politica non si è mai sopita, e negli ultimi anni, dopo la pubblicazione di “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” (giunto oggi alla 153° presentazione), ha intrapreso insieme al Comitato “Spostiamo la statua di Carlo Felice” una strenua lotta per rivedere l’odonomastica e la toponomastica di molte vie e strade sarde dedicate ai tiranni sabaudi, intestandole all’opposto a Sas feminas e sos omines de gabale, uomini e donne che hanno reso grande la storia e la cultura della Sardegna e che lo stesso Casula ha raccontato in una fortunata monografia edita Alfa Editrice.

Come altri autori della grande famiglia sardista-indipendentista anche Francesco Casula è animato da una intensa attività di scrittura giornalistica. Giornalista pubblicista dal 1989 è stato collaboratore del quotidiano “L’Unione Sarda”, scrivendo in modo particolare di scuola, e anche opinionista – in lingua sarda e in lingua italiana – per i quotidiani Sardegna.com, Il Sardegna, Sardegna Quotidiano e il periodico Sa Republica Sarda, dove ha collaborato fin dai primi numeri, portando avanti importanti istanze civili. Fra queste, la lotta per lo smantellamento della Base militare di La Maddalena, con l’organizzazione di un’Assemblea sul territorio maddalenino, ma anche la manifestazione per la scarcerazione degli arrestati coinvolti nel cosiddetto “Complotto separatista”, che fu una storica battaglia promossa da Sa Republica sarda.

In ambito letterario ha pubblicato, in lingua sarda, “Pupillu, Menduledda e su Dindu GLU’ GLU’”, Alfa Editrice, 2003; “Con-tos de sabidoria mediterranea”, Alfa editrice, 2004;” Paristorias a supra de sos logos de sa Sardinna”, Alfa editrice, 2004; “Paristorias a supra de sos nuraghes”, Alfa editrice, 2004. Sempre per Alfa Editrice ha inoltre pubblicato 11 monografie in lingua sarda per la collana “Omines e feminas de gabbale”.

In lingua italiana, invece, è autore di “Statuto sardo e dintorni”, Artigianarte editore, 2001; “Fatto nuovo”, saggio sull’identità apparso in “Cartas de logu: scrittori sardi allo specchio”, Cuec, 2007; “Storia dell’autonomia in Sardegna”, Grafica del Parteolla, 2009; “La poesia satirica in Sardegna”, Della Torre editrice, 2010 (di cui ha scritto la parte  riguardante la Poesia satirica campidanese); “Uomini e donne di Sardegna – Le controstorie”, Alfa editrice, 2010; “La Lingua sarda e l’insegnamento a scuola”, Alfa editrice, 2010; “Letteratura e civiltà della Sardegna”, 3 volumi, Grafica del Parteolla Editore, 2011/2013/2020; “I viaggiatori italiani e stranieri in Sardegna”, Alfa editrice, 2015; “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, Grafica del Parteolla Editore, 2016.

Casula inoltre è stato eletto dal Consiglio Regionale della Sardegna, nel gennaio del 2000, come membro dell’Osservatorio Regionale della Lingua e della Cultura sarda. Un incarico che ha ricoperto per cinque anni. E non solo. Ha fatto parte, come giurato e come presidente, di molte Giurie di Premi di Poesia sarda: il Premio Ozieri, Ales, Iglesias, Uta, Austis, Ollolai, Escalaplano, Crespellani di Cagliari, Desulo (Montanaru). È presidente dell’Associazione culturale onlus “Ita mi contas” di Flumini di Quartu e attualmente continua la sua fitta attività di editorialista in molte testate web regionali. 

 
 
 
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San Cleto

 

San Cleto


Nome: San Cleto
Titolo: Papa
Nascita: I secolo , Atene
Morte: 12 luglio 112, Roma
Ricorrenza: 26 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
S. Anacleto nacque in Atene dopo la metà del primo secolo, destinato da Dio a reggere sapientemente la Chiesa in tempi perniciosissimi.

Datosi presto agli studi, si distinse tosto fra i coetanei per la perspicacia del suo ingegno, per l’amore alla religione ed alle pratiche devote e per la bontà del suo carattere.

Recatosi a Roma, venne consacrato sacerdote. E fu tanto il progresso che fece nelle vie di Dio, che quando la persecuzione privò la Chiesa del Papa S. Clemente, Anacleto, per unanime consenso del popolo, fu eletto a succedergli sul soglio pontificio.

Era L’anno 103, e la Chiesa gemeva sotto la spada dei persecutori.

Nei pochi anni di pace era prosperata straordinariamente. L’eroismo dei primi martiri era stato oggetto di ammirazione in tutto l’impero romano: una religione che vantava assertori così tenaci da sacrificare la vita, incuranti dei più atroci tormenti, non poteva essere falsa. I pagani lo compresero, e tutti quelli che cercavano la verità, correvano a ricevere il battesimo e ad ingrossare le file dei fedeli. Ma una nuova tempesta si avvicinava minacciosa.

Traiano, rigido conservatore delle tradizioni romane, non potendo soffrire che i templi degli idoli venissero abbandonati, lasciò perseguitare i Cristiani. ma il seme del Vangelo, irrorato dal sangue di tanti martiri, si faceva sempre più rigoglioso. La costante confessione di tanti coraggiosi animava fortemente gli infedeli a convertirsi a Cristo.

Essendo dunque i cristiani minacciati continuamente di morte, Anacleto ordinò che alla fine della Messa tutti i presenti si comunicassero e così, dando Gesù Cristo ai suoi figli, li,muniva di forza straordinaria nel caso che fossero stati presi e condannati.

Fu ancora S. Anacleto che disciplinò la consacrazione dei vescovi ed ordinò che i sacerdoti fossero eletti per comune consenso del popolo, affine di consacrare così al servizio dell’altare solo individui dotti e virtuosi.

Nelle sue poche lettere tratta magistralmente dell’autorità pontificia e delle prerogative dell’apostolo Pietro. Nelle due ordinazioni che fece nel mese di dicembre, consacrò sei vescovi, cinque sacerdoti e tre diaconi.

Nel 112 dopo aver governata la Chiesa per nove anni venne incatenato e, perseverando nella confessione della fede, fu ucciso il 19 luglio. Il suo corpo fu sepolto nel Vaticano.

PRATICA. Soltanto chi confessa Gesù davanti agli uomini sarà ricevuto in cielo.

PREGHIERA. O Signore, che con le solerti cure del tuo beato Pontefice Anacleto hai difeso la Chiesa da terribile persecuzione, concedici benignamente che, invocandolo qual nostro protettore, possiamo essere aiutati dai suoi meriti.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, commemorazione di san Cleto, papa, che resse la Chiesa di Roma per secondo dopo l’apostolo Pietro.

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Domande Frequenti

  • Quando si festeggia San Cleto?

  • Quando nacque San Cleto?

  • Dove nacque San Cleto?

  • Quando morì San Cleto?

  • Dove morì San Cleto?

  • Di quali comuni è patrono San Cleto?


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