Archivi giornalieri: 16 novembre 2020

Credito d’ imposta

Credito d’imposta per adeguamento degli ambienti di lavoro: nuovi chiarimenti

L’Agenzia delle Entrate torna sul credito d’imposta per adeguamento degli ambienti di lavoro con l’interpello numero 545 del 12 novembre.
 

Il credito d’imposta per adeguamento degli ambienti di lavoro spetta solo per i lavori finalizzati a far rispettare le  prescrizioni sanitarie stabilite da disposizioni normative o dalle linee guida delle amministrazioni.

L’agevolazione non può essere riconosciuta per lavoro che esulano da tali finalità. Si pensi all’adeguamento del porticato esterno di un locale da utilizzare come area per la somministrazione di alimenti e bevande, alla realizzazione di un locale per il ricevimento ed il deposito delle forniture ecc.

Tutti interventi che non rispettano nella ratio dell’agevolazione per l’adeguamento degli ambienti di lavoro.

Si è espressa in tal senso l’Agenzia delle entrate con la risposta n° 545/e del 12 novembre 2020. Ma prima di vedere nello specifico l’interpello all’Amministrazione Finanziaria ripercorriamo in breve cos’è e come funziona il bonus per l’adeguamento degli ambienti di lavoro.

Credito d’imposta per adeguamento degli ambienti di lavoro: come funziona

Il bonus per l’adeguamento degli ambienti di lavoro è previsto (in concomitanza con il bonus sanificazioni e per l’acquisto di DPI contro il covid-19) dal decreto Rilancio.

In particolare, l’art. 120 del Dl 34/2020 riconosce:

un credito d’imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020, per un massimo di 80.000 euro, in relazione agli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del virus COVID-19, ivi compresi quelli edilizi necessari per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni, per l’acquisto di arredi di sicurezza.

L’ammontare del credito non può eccedere il limite di 48.000 euro (80.000*60%). Difatti, già a livello normativo viene ben fissato il raggio d’azione del credito d’imposta.

Agenzia delle entrate, Circolare n° 20/2020

Chiarimenti specifici sul credito d’imposta sono stati forniti con la circolare, Agenzia delle entrate, n° 20/2020.

Ad ogni modo, rientrano tra i soggetti beneficiari  gli esercenti con attività aperte al pubblico ossia bar, ristoranti, alberghi, teatri e cinema. In particolare, deve trattarsi di:

  1. attività di impresa, arte o professione esercitata in luogo aperto al pubblico (ovvero in luogo al quale il pubblico possa liberamente accedere, senza limite o nei limiti della capienza, ma solo in certi momenti o alle condizioni poste da chi esercita un diritto sul luogo);
  2. associazioni, fondazioni e altri enti privati1, compresi gli enti del Terzo settore.

I soggetti citati devono svolgere effettivamente una delle attività ammissibili riportate nell’allegato 2 del Dl Rilancio.

Il credito d’imposta spettante può essere utilizzato in compensazione in F24 o essere ceduto. Anche in favore del locatore o di banche e altri intermediari finanziari.

Leggi anche: Credito d’imposta sanificazione, DPI e ambienti di lavoro: domande al via

Bonus adeguamento ambienti di lavoro: gli interventi agevolabili

Le spese in relazione alle quali spetta il cd. credito d’imposta  sono suddivise in due gruppi: quello degli interventi agevolabili e quello degli investimenti agevolabili.

In particolare gli interventi agevolabili sono quelli necessari al rispetto delle prescrizioni sanitarie e delle misure finalizzate al contenimento della diffusione del covi-19, tra cui rientrano espressamente:

  • quelli edilizi necessari per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la realizzazione di spazi medici, di ingressi e spazi comuni, nonché per l’acquisto di arredi di sicurezza. Sono ricomprese in tale insieme gli interventi edilizi funzionali alla riapertura o alla ripresa dell’attività, fermo restando il rispetto della disciplina urbanistica.
  • gli interventi per l’acquisto di arredi finalizzati a garantire la riapertura delle attività commerciali in sicurezza.

Attenzione, come da circolare 20/e, già sopra citata, i suddetti interventi devono essere prescritti da norme o  linee guida per le riaperture delle attività. Linee guida elaborate da amministrazioni centrali, enti territoriali e locali, associazioni di categoria e ordini professionali.

In sintesi, gli interventi agevolabili devono essere:

  • necessari al rispetto delle prescrizioni sanitarie e delle misure finalizzate al contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2;
  • prescritti da disposizioni normative o previsti dalle linee guida sopra citate.

Perché si parla di riaperture?

Il riferimento è alla ripresa delle attività economiche chiuse dopo il 1° lockdown di marzo causa emergenza coronavirus.

Gli investimenti agevolabili

Oltre agli interventi sopra individuati, per il credito d’imposta adeguamento ambienti di lavoro sono agevolabili:

gli investimenti agevolabili sono quelli connessi ad attività innovative, tra cui sono ricompresi quelli relativi allo sviluppo o l’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa e per l’acquisto di apparecchiature per il controllo della temperatura (c.d. termoscanner) dei dipendenti e degli utenti.

Cosa si intende per attività innovative?

Il riferimento è  agli investimenti che permettono di acquisire strumenti o tecnologie che possono garantire lo svolgimento in sicurezza dell’attività lavorativa.  Siano essi strumenti o tecnologie sviluppati internamente o acquisiti esternamente. Ad esempio, rientrano nell’agevolazione i programmi software, i sistemi di videoconferenza, quelli per la sicurezza della connessione ecc.

A fornire tali indicazioni è stata sempre l’Agenzia delle entrate con la circolare n°20/e.

Agenzia delle Entrate, risposta n° 545 del 12 novembre

Proprio sul credito  d’imposta in esame si è soffermata l’Agenzia delle entrate con la risposta n°545 del 12 novembre.

La risposta prende spunto da apposita istanza di interpello.

In particolare, il titolare di un locale ha chiesto all’Agenzia delle entrate di sapere se l’agevolazione spetta anche per i seguenti tipi di intervento:

  1. l’adeguamento del porticato esterno da utilizzare come area per la somministrazione di alimenti e bevande;
  2. la realizzazione di un locale, al piano seminterrato, idoneo e con tutte le dotazioni necessarie per il ricevimento ed il deposito delle forniture, anche refrigerate;
  3. realizzazione di un percorso interno protetto, rispondente alla normativa sugli ambienti di lavoro, per portare il materiale dal piano seminterrato, all’interno dell’esercizio di somministrazione, tramite la realizzazione di un adeguato parapetto per la scala interna e delle porte di comunicazione interna;
  4. la realizzazione di una ulteriore zona esterna coperta, dotata di arredi lavabili e sanificabili, per aumentare la superficie utilizzabile dai clienti nel periodo estivo, nel rispetto del distanziamento sociale.

Individuati gli interventi che il gestore del locale intende effettuare, l’Agenzia delle entrate, considerati soprattutto presupposti per richiedere il credito d’imposta,  ha ritenuto che per nessuno dei suddetti interventi spetta il credito d’imposta.

In particolare, l’Agenzia ritiene che non siano agevolabili le spese per gli interventi indicati dal titolare del locale relativi all’adeguamento dei porticati da utilizzare di inverno e d’estate.  Allo stesso modo non sono agevolabili neanche le spese per realizzare il locale seminterrato in quanto non rientra tra i lavori espressamente prescritti dalle linee guida regionali. Lo stesso vale  per il percorso interno per trasportare i beni dal locale interrato.

Insomma, va rispettata la ratio dell’agevolazione e quanto espressamente previsto dalla norma di riferimento.

Spid

SPID obbligatorio per l’INPS: come richiederlo e come ottenerlo

SPID obbligatorio per l’INPS: dal 1° ottobre è iniziato il passaggio dal PIN INPS allo SPID per accedere ai servizi online dell’Istituto.
 

SPID obbligatorio per l’INPS: presto non sarà più possibile usare il PIN INPS. Dal 1° ottobre, per l’accesso ai servizi online, è iniziato un graduale passaggio dal PIN allo SPID, ovvero al Sistema Pubblico di Identità Digitale, utilizzabile per tutti i servizi della Pubblica Amministrazione. L’Istituto previdenziale ha recentemente rilasciato la circolare 87/2020 con la quale annuncia il prossimo passaggio del PIN Inps in favore dello SPID per accedere ai servizi online. Ad oggi siamo in una fase transitoria in cui si possono ancora usare entrambi i codici di accesso, ma a breve lo SPID sarà l’unico sistema di accesso all’INPS on line.

Vediamo in breve in cosa consiste SPID e cosa comporterà questo passaggio.

SPID obbligatorio: come richiederlo e come ottenerlo

SPID INPS obbligatorioVista la sua importanza e visto che SPID diventerà, nel breve termine, l’unica modalità di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione, è fortemente consigliato ottenere il prima possibile le proprie credenziali.

Ottenere Spid è molto semplice e gratuito; il soggetto interessato deve aver compiuto 18 anni ed avere a disposizione alcuni documenti e dati fra cui:

  • un documento di riconoscimento valido (carta di identità, passaporto, patente);
  • la tessera sanitaria con codice fiscale;
  • un indirizzo e-mail valido;
  • un numero di telefono.

Una volta in possesso di queste informazioni ci si può collegare e poi registrare a scelta, sul sito di uno dei gestori dell’identità digitale ovvero:

  • Aruba, Infocert, Poste, Lepida, Sielte, Tim, Register.it, Namirial, Intesa e seguire i vari step per l’identificazione.

La registrazione consiste in 3 step:

  1. inserimento dei dati anagrafici;
  2. creazione delle credenziali SPID;
  3. riconoscimento.

Il tutto è comunque spiegato nel dettaglio sul sito https://www.spid.gov.it/richiedi-spid.

Spid Poste Italiane: come si ottiene e quanto costa

Uno dei metodi più semplici e gratuiti per ottenere SPID e presso Poste Italiane. Il nuovo codice identificativo digitale si può ottenere in pochi semplici passaggi senza spese per il richiedente.

Leggi anche: SPID Poste Italiane

Dal PIN allo SPID: switch-off  dal 1° ottobre

In ottica di semplificazione delle procedure di accesso ed autenticazione ai sevizi della PA, l’INPS ha previsto, dal 1° ottobre, un graduale passaggio dal PIN allo SPID INPS obbligatorio.

Pertanto da tale data l’Inps non rilascia più il PIN come credenziale di accesso ai servizi dell’Istituto. Il PIN dispositivo sarà comunque mantenuto per gli utenti che non possono avere accesso alle credenziali SPID, come ad esempio i minori di diciotto anni o i soggetti extracomunitari, e per i soli servizi loro dedicati.

Fase transitoria

Per consentire il passaggio graduale alle credenziali SPID, garantendo comunque la continuità di accesso ai servizi dell’Istituto, lo switch-off dal PIN allo SPID sarà preceduto da una fase transitoria.

Questa avrà inizio il 1° ottobre 2020 e da tale data:

  1. non saranno rilasciati nuovi PIN, salvo quelli richiesti da utenti che non possono ottenere lo SPID;
  2. i PIN già in possesso degli utenti conserveranno la loro validità e potranno essere rinnovati alla naturale scadenza fino alla conclusione della fase transitoria.

Successivamente, in base all’andamento delle operazioni di passaggio, l’Istituto, insieme al Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, l’AGID e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, fisserà la data di cessazione definitiva di validità dei PIN INPS fin’ora usati.

PIN INPS online: cos’è e come funziona

Il PIN dell’INPS, insieme al codice fiscale del soggetto accreditato, costituisce le credenziali di accesso ai servizi on line e telematici, per i cittadini, imprese e intermediari. Accedendo al portale, i soggetti prima elencati possono usufruire di una serie di servizi e prodotti a loro dedicati.

Con lo stesso PIN inoltre, i cittadini possono accedere ad altri portali della PA, fra i quali ad esempio la dichiarazione dei redditi precompilata, oppure all’area dedicata nel portale Agenzia delle Entrate/Riscossione, per conoscere, fra le altre cose, la propria posizione debitoria.

Il PIN poteva essere richiesto direttamente on line in due passaggi (uno telematico e l’altro cartaceo), oppure presso gli sportelli territoriali dell’Istituto.

Dopo il primo accesso e poi periodicamente, questo veniva cambiato automaticamente per garantire la sicurezza dell’utente.

Altri metodi di accesso all’area riservata dell’INPS

Oltre al PIN è possibile accedere all’area riservata del portale dell’Istituto tramite:

  • SPID (sistema di identità digitale);
  • CIE (carta d’identità digitale 3.0);
  • CNS (carta nazionale dei servizi).

Questi sono stati via via affiancati al PIN dell’INPS in quanto utilizzati già da altre Pubbliche Amministrazioni.

INPS On Line: cos’è e come funziona

L’area INPS on line consiste in una serie di telematici che l’Istituto previdenziale mette a disposizione per il cittadino, ma anche per le imprese e per gli intermediari. Grazie all’accesso al portale i contribuenti, possono consultare e richiedere informazioni direttamente dalla propria abitazione, evitando le lunghe attese presso gli uffici degli INPS solo per poter visionare oppure richiedere un semplice documento.

Dal sito dell’INPS inoltre si possono presentare una serie di richieste di prestazioni come ad esempio la NASpI, gli assegni familiari ANF, la domanda di maternità e tutti i trattamenti di pensione (solo per citarne alcuni).

Santa Gertrude la Grande

 

Santa Gertrude la Grande


Nome: Santa Gertrude la Grande
Titolo: Vergine
Nascita: 6 gennaio 1256, Eisleben, Germania
Morte: 17 novembre 1302, Kloster Helfta, Eisleben, Germania
Ricorrenza: 16 novembre
Tipologia: Commemorazione

S. Gertrude nacque ad Eisleben, nella Sassonia, da illustre famiglia.

All’età di cinque anni fu posta nel monastero di Helfta, appartenente all’ordine delle Cistercensi. Questo monastero, fondato dal conte Burchard di Mansfeld nel 1229, era allora diretto dalla badessa Gertrude di Hackeborn, la quale lo governò per lo spazio di circa quarant’anni. Strane confusioni, causate dall’analogia del nome, hanno fatto ritenere la nostra Santa come la badessa del suo monastero. Fin dai primi anni ebbe a maestra S. Matilde, sorella della badessa, la quale trovò in Gertrude una allieva esemplare.

Dotata di grande ingegno, di forte volontà e di una penetrazione straordinaria, Gertrude fece presto presagire grandi cose di sè; la lingua latina le divenne familiare, la teologia mistica, i libri ispirati erano il suo pascolo, sì che sovente i più abili dottori ebbero a stupire della sua vasta erudizione.

Ma questa sua grande passione per gli studi le impedì alquanto la vita di raccoglimento e di preghiera.

Nell’Avvento dell’anno 1281 ebbe una violenta crisi spirituale che determinò la sua conversione, come la chiamò ella stessa. Gertrude si sentiva come isolata nel monastero, senza un’anima cui poter confidare le sue tristezze, senza un appoggio che la sostenesse; perciò si rivolse tutta verso Dio e si sentì attirata da Lui.

Il 27 gennaio dell’anno seguente, la calma ritornò in lei in seguito ad una visione. Le apparve Nostro Signore e le disse: « Presto verrà la tua salvezza », e vidi, dice la santa nelle sue Rivelazioni, quella mano divina prendere la mia in segno di solenne ratifica di quella promessa. Poi Gesù aggiunse: « Tu hai lambito la terra coi miei nemici e hai succhiato il miele aderente alle spine; ritorna a me ed io ti farò buona accoglienza inebriandoti al torrente delle mie gioie divine ».

In una vigilia dell’Annunziata Santa Geltrude cantando in coro l’Ave Maria vide scaturire improvvisamente dal Cuore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come tre zampilli che penetrati nel Cuore di Maria Santissima risalivano alla loro sorgente: ed udii una voce che le disse: Dopo la Potenza del Padre, la Sapienza del Figlio, la Tenerezza misericordiosa dello Spirito Santo, nulla è paragonabile alla Potenza, Sapienza e Tenerezza misericordiosa di Maria. La Santa conobbe pure che questa effusione del cuore della Trinità nel cuor di Maria, si compie ogni volta che un’anima devotamente recita l’Ave Maria; effusione che per il ministero della vergine si spande come rugiada benefica sugli Angeli e Santi. Inoltre in ogni anima che dice l’Ave Maria si accrescono i tesori spirituali di cui l’Incarnazione del Figlio di Dio l’ha già arricchita.

E Gertrude fu veramente inebriata al torrente delle gioie divine. Ella fu la prima propagatrice della devozione al Sacro Cuore di Gesù. È vero che Santa Margherita Alacoque ricevette da Gesù la missione di far conoscere al mondo l’amore del suo Cuore nel 1674; ma Gertrude aveva ricevuto da Gesù l’ordine di scrivere il libro che rivelava tutto il suo Cuore quattro secoli prima. E il giorno in cui Gertrude finiva quel libro, il Signore apparendole le disse: « Questo libro è mio e lo tengo impresso in fondo al mio Cuore: ivi ciascuna lettera si è imbevuta della mia divinità e chiunque, a mia gloria, lo leggerà con umile divozione, ne ritrarrà frutto per la salute eterna dell’anima sua ».

Nel giorno della festa di S. Martino, 11 novembre, Gesù in visione le disse: « Presto ti toglierò da questa vita ». Il mercoledì di Pasqua dell’anno dopo si sentì chiamare: « Vieni, mia eletta, ed io farò di te il mio trono »; era l’avviso di prepararsi alla morte che avvenne dolcemente poco dopo.

La Santa fu canonizzata nel 1667 e la Chiesa universale ne celebra la festa il 16 novembre.

PRATICA. Sviluppiamo nel nostro cuore la devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù e inculchiamola agli altri.

PREGHIERA. Dio, che ti preparasti nel cuore della beata vergine Gertrude una grata abitazione, pei meriti e l’intercessione di lei cancella, benigno, le macchie del nostro cuore, e concedici di godere della sua compagnia.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Gertrude, Vergine, il cui natale si ricorda il giorno seguente.

Carlo Felice

Carlo Felice? Per uno storico sardo ha fatto anche cose buone

16 Novembre 2020

[Francesco Casula]

Sulla Nuova Sardegna del 9 novembre scorso, il valente storico cagliaritano Gian Giacomo Ortu polemizza con i promotori del Comitato “Spostiamo la statua di Carlo Felice” con qualche sciocchezza.

Segno che non conosce l’iniziativa né i protagonisti. L’iniziativa sarebbe una “parodia di manifestazione iconoclasta”. In realtà non è né parodia e tanto meno iconoclasta. I protagonisti di tale proposta sarebbero “militanti di area sardista”. Di grazia, tale informazione, da quale archivio storico l’ha tratta? Non interessa probabilmente a nessuno, ma perché l’esimio accademico non ripeta simili sciollorius deve sapere che i promotori del Comitato appartengono a varie aree politico-culturali: liberaldemocratica, sinistra (segnatamente quella radicale) e indipendentista. Manca solo l’area politica di destra e quella neosabauda (magari mascherata di progressismo). E’ quella di Ortu? Ma veniamo al merito dell’articolo. Bontà sua, prof. Ortu scrive che i sovrani sabaudi non sono stati per la verità “mai eccelsi”. Caspita che valutazione! A mio parere invece furono proprio “eccelsi”: ma solo nelle malefatte. Penso a Umberto I, ribattezzato dagli anarchici Re mitraglia. Tale figuro premiò il generale stragista Fiorenzo Bava Beccaris non solo insignendolo della croce dell’Ordine militare dei savoia ma anche nominandolo senatore, in virtù di una portentosa impresa: nel 1898 (8 e 9 maggio), le sue truppe “spararono sulla folla inerme uccidendo circa 80 dimostranti e ferendone più di 400” (Franco della Paruta, Storia dell’Ottocento, Ed. Le Monnier, Firenze, 1992, pagina 461). E fu altresì eccelso, per i disacatos (misfatti) e le titulias (infamie) di cui si macchiò un altro tiranno sabaudo: Sciaboletta, (alias Vittorio Emanuele III): prima e seconda guerra mondiale, fascismo e leggi razziali: basta? Ma veniamo a Carlo Felice: Ortu scrive che non fu il peggiore. Avrebbe fatto anche cose positive: ”a lui si deve la Fondazione della Reale Società: Agraria ed Economica”. Perdinci! Si dimentica però il noto accademico di raccontarci quali magnifiche e progressive sorti di prosperità e sviluppo nell’Isola avrebbe apportato tale “reale Società”! E il Carlo Felice tiranno ottuso, feroce,ultrareazionario e famelico? Nella sua furia staoiatrica e fusionista, lo storico Ortu, è silente su tale tiranno: invece questo è il problema! Hic Rhodus, hic salta! Come tace sui misfatti dei Savoia. Perché? Ma perché hanno fatto l’Italia unita! Di qui gli improperi contro i promotori dello spostamento della statua il cui scopo sarebbe “non di fare i conti con la storia ma di alimentare spiriti e umori scissionisti nei confronti della nostra difettosa ma irrinunciabile Repubblica”! Continui pure Ortu nelle sue contumelie: noi continueremo a batterci perché la statua venga rimossa: per motivi culturali, etici, civili. Le statue si dedicano a sas feminas e a sos omines de gabbale che hanno fatto il bene del proprio popolo, non si dedicano ai propri carnefici. Non si dedicano a uno come Carlo Felice che è stato, fra tutti i dieci re sabaudi, che hanno sgovernato la Sardegna dal 1720 al 1946, il più ottuso, il più reazionario, il più famelico, il più sanguinario. Ottuso, non è solo il giudizio di Raimondo Carta Raspi (Storia della Sardegna): ma anche quello di Pietro Martini (filomonarchico e filosabaudo), che scriverà testualmente: “Era alieno dalle lettere e da ogni attività che gli ingombrasse la mente” (Storia di Sardegna dall’anno 1799 al 1816). Carlo Felice è fra tutti i re sabaudi il più reazionario. Lo scrive il già citato Carta-Raspi: ”Più ottuso e reazionario d’ogni altro principe, oltre che dappocco, gaudente parassita, gretto come la sua amministrazione”. E lo sostiene anche Martini “Non sì tosto il governo passò in mani del duca del Genevese (Leggi Carlo Felice, nda), la reazione levò più che per lo innanzi la testa; co¬sicché i mesi che seguirono furono tempo di diffidenza, di allarme, di terrore pubblico”. Ancora sulla stessa linea il Carta-Raspi :”Nei consigli del principe prevaleva il principio del terrore e dell’arbitrio senza limiti”. Terrore pubblico dunque riuscì a creare Carlo Felice agendo sempre con arbitrio senza limiti: da re come da viceré. Si deve a lui la repressione violenta, con l’assassinio di Francesco Cilocco e Francesco Sanna-Corda o l’impiccagione dei martiri e patrioti di Palabanda. Ma secondo me la cosa peggiore persino della sua ferocia è un’altra: la famelicità. I Savoia, cacciati da Napoleone, come esuli arrivano in Sardegna nel 1799, senza mutande, dicono gli storici. La prima operazione che fanno è di triplicare il donativo, le tasse regie, che passano da 200.000 lire sarde a 600.000 lire sarde: scuoiando ancor più ferocemente i Sardi. In un momento storico in cui, siamo all’inizio dell’800, le annate di siccità, si aggiungono a crisi agrarie e si sommano a malattie di ogni tipo e alle invasioni barbaresche. La popolazione muore letteralmente di fame e di sete e decine di migliaia di bambini muoiono di vaiolo. Carlo Felice si becca 40.000 lire sarde, il fratello, il Duca di Moriana altrettante. Morto giovane, le sue 40.000 lire se le prende Carlo Felice, quando quei soldi sarebbero dovuti ritornare alla tesoreria regia. Bene: per questi suoi comportamenti, per le sue scelte e azioni: insomma per le infamie consumate ai danni dei Sardi, la statua a lui dedicata ed eretta nella Piazza Yenne a Cagliari, deve essere dunque spostata. Da più parti mi è stato obiettato che spostare la statua significherebbe “abolire la storia”. Risponde a questa obiezione, con competenza e saggezza una ricercatrice di storia dell’Università di Cagliari, Valeria Deplano:” Le statue, come i monumenti commemorativi, o la toponomastica, non sono “la storia”, ma uno strumento attraverso cui specifici personaggi o eventi storici, accuratamente selezionati, vengono celebrati; nella maggior parte dei casi – non sempre – sono le istituzioni, in particolare quelle statali, a scegliere chi o che cosa sia degno di essere ricordato e celebrato. Si tratta di un’operazione centrale per la costruzione di una narrativa nazionale funzionale alla visione del potere stesso: il modo con cui si sceglie di ricordare il passato e di celebrarlo infatti influisce sul modo con cui gli individui e le comunità guardano il mondo, sé stessi e gli altri. Questo vale ovunque, e in qualunque epoca”. Occorre dunque distinguere fra la storia e gli spazi che, a futura memoria, i tiranni sabaudi si sono riservati per continuare ad affermare il loro dominio, almeno simbolicamente. Quella statua sta lì a “segnare” e “marchiare” il territorio, a dirti, dall’alto, che lui è il regnante e tu sardo, sei ancora suddito, unu tzeracu. Dunque devi continuare a omaggiarlo, a riconoscerlo come tale. Egli simboleggia ancora il potere, il dominio, come simboleggiano il potere e il dominio le vie dedicate ai Savoia. Ecco perché, insieme alla statua devono essere rimosse anche le Vie. Con buona pace di Ortu.

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