Archivi giornalieri: 14 ottobre 2016

LA SANTA SEDE
 

La morte di Dario Fo. L’omaggio dell’Osservatore Romano all’ateo Fo

Il quotidiano spiega perché religiosità e anticlericalismo possano coesistere: 
«L’ateo Fo ha recuperato tradizioni popolari in cui non mancano tracce di religiosità»

di Gian Guido Vecchi

 
 
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CITTÀ DEL VATICANO — «Nel corso della sua vasta, sterminata e appassionata produzione, l’ateo Fo ha recuperato tradizioni popolari in cui non mancano tracce di religiosità. Il tutto di pari passo con uno spiccato anticlericalismo, due aspetti non necessariamente in antitesi». Anche l’Osservatore Romano rende omaggio a Dario Fo, «notissimo attore, autore, regista, pittore e scenografo italiano, vincitore nel 1997 del premio Nobel per la Letteratura grazie, in particolare, a Mistero buffo (1969)».

Dopo averne ricordato le opere e l’impegno come «attivista politico-sociale al centro di mille diatribe», il quotidiano della Santa Sede spiega perché religiosità e anticlericalismo possano coesistere: «Come scrisse nel 1957 l’arcivescovo Giovanni Battista Montini rivolgendosi ai «fratelli lontani» nell’ambito della Missione di Milano, «talora il loro anticlericalismo nasconde uno sdegnato rispetto alle cose sacre, che credono in noi avvilite». Così l’Osservatore conclude: «Nelle ultime pagine di un suo colorato racconto su sant’Ambrogio (2009), Dario Fo così descriveva i funerali del vescovo: «C’era una tale folla che sembravano echeggiare le parole di sant’Agostino ”tanti erano i poveri che si accalcavano attorno a lui da rendere impossibile avvicinarlo”». Anche la Radio Vaticana ha riproposto un’intervista che il Nobel rilasciò nel 2014. Titolo: «La morte di Dario Fo: un ateo in cerca di Dio»

Osservatore Romano

Per i piccoli e i poveri

 

​Il sacerdote Alfonso Maria Fusco ·

14 ottobre 2016

 
 

 

Fondatore della congregazione delle suore di San Giovanni Battista (battistine), Alfonso Maria Fusco nacque ad Angri, in provincia di Salerno, da Giuseppina Schiavone e Aniello Fusco, entrambi di origine contadina.

Entrò nel seminario di Nocera Inferiore il 5 novembre del 1850 e il 29 maggio 1863 fu ordinato sacerdote. Da seminarista, Alfonso sognò Gesù Nazareno che gli disse: «Alfonso, tu devi fondare un istituto di suore che chiamerai del Nazareno e un orfanotrofio maschile e femminile. Il suolo è già pronto. Non hai che da fabbricare. Appena sacerdote devi occuparti di questo». A questo impegno dedicò tutta la sua vita, ma si rese ben presto conto delle difficoltà per realizzarlo. Voleva recuperare a tutti i costi i bambini esposti ai mille pericoli della strada; dapprima li accolse in casa per impartire loro le prime nozioni del sapere, poi fondò un oratorio, “I luigini”, in onore di san Luigi Gonzaga, ma poiché i bambini disturbavano il vicinato, Alfonso fu costretto a chiuderlo.

di Lina Pantano
Superiora provinciale delle suore di San Giovanni Battista

 
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    Santi e Beati
 
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Osservatore Romano

Come i biscotti della nonna

 

Messa a Santa Marta ·

14 ottobre 2016

 
 

 

Il cristiano non deve essere come i biscotti della nonna, popolarmente chiamate «bugie» proprio perché sono belli e grandi fuori ma vuoti e senza sostanza dentro. È dunque dall’ipocrisia, in tutte le sue peggiori declinazioni, che Papa Francesco ha messo in guardia durate la messa celebrata venerdì mattina, 14 ottobre, nella cappella della Casa Santa Marta. E il Pontefice ha anche suggerito le tracce per un esame di coscienza proprio sul livello di ipocrisia di ciascun credente.

Prendendo le mosse dal passo evangelico di Luca (12, 1-7) proclamato durante la liturgia, Francesco ha indicato subito «una parola che il Signore dice ai discepoli: “lievito”». Scrive Luca, riportando l’insegnamento di Gesù: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei». Il Signore, ha affermato il Papa, «ha parlato del lievito anche in altre occasioni, quando spiegava, per esempio, che il regno dei Cieli era come il lievito che la donna immischia con la farina, fa la massa e cresce: così è il regno dei Cieli». Inoltre «l’apostolo Paolo dice ai Corinzi: “Tirate via il vecchio lievito e siate pasta nuova”».

Nel passo proposto dalla liturgia «Gesù parla di un lievito che non fa il regno dei Cieli, di un lievito cattivo». E dunque ci sono due lieviti, uno buono e uno cattivo: «il lievito che fa crescere il regno di Dio e il lievito che fa soltanto l’apparenza nel regno di Dio». Del resto, «il lievito fa crescere, sempre; e fa crescere, quando è buono, in modo consistente, sostanzioso e diventa un buon pane, una buona pasta: cresce bene. Ma il lievito cattivo non fa crescere bene».

Per spiegare più efficacemente questa immagine, Francesco ha scelto di fare una confidenza personale: «Ricordo che per carnevale, quando eravamo bambini, la nonna ci faceva dei biscotti, ed era una pasta molto sottile, sottile, sottile quella che faceva. Poi la buttava nell’olio e quella pasta si gonfiava, si gonfiava e, quando noi incominciavamo a mangiarla, era vuota». Quei biscotti in dialetto si chiamavano “bugie”. Ed era proprio la nonna a spiegarne la ragione: questi biscotti «sono come le bugie: sembrano grandi, ma non hanno niente dentro, non c’è niente di verità, lì; non c’è niente di sostanza».

Gesù, dunque, ci mette in guardia: «State attenti al cattivo lievito, quello dei farisei». E quel lievito «è l’ipocrisia». Perciò l’invito del Signore è di guardaci «bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia».

Del resto, ha fatto notare Francesco, «tante volte Gesù dice “ipocriti, ipocriti” ai farisei, ai dottori della legge». Per esempio, «basta leggere il capitolo 23 di Matteo: una dietro all’altra». Ma, in realtà, «cos’è questo lievito cattivo, cos’è l’ipocrisia?». Per rispondere il Papa ha preso in esame «alcuni passi della Bibbia». E così ecco che «il Signore si lamenta con il profeta: “Questo popolo mi invoca con le labbra ma il cuore è lontano da me”». Perché, ha spiegato il Pontefice, «l’ipocrisia è una divisione interna, si dice una cosa e si fa un’altra: è una sorta di schizofrenia spirituale». Per di più «l’ipocrita è un simulatore: sembra buono, cortese ma dietro di sé ha il pugnale». Proprio come Erode, ha ricordato Francesco, che, spaventato dentro, «aveva ricevuto i magi» con «cortesia» e «poi, al momento del congedo, dice: “andate e poi tornate e ditemi dove è questo bambino perché anche io vada ad adorarlo”». Invece voleva «ucciderlo».

«L’ipocrita che ha doppia faccia — ha insistito il Papa — è un simulatore». Gesù stesso, «parlando di questi dottori della legge», afferma che essi «dicono e non fanno». E questa «è un’altra forma di ipocrisia, è un nominalismo esistenziale: quelli che credono che, dicendo le cose, sistemano tutto. No, le cose vanno fatte, non solo dette». Invece «l’ipocrita è un nominalista, crede che con il dire si faccia tutto». Inoltre «l’ipocrita è incapace di accusare se stesso: mai trova in se stesso una macchia; accusa gli altri». Si pensi, ha suggerito Francesco, «alla pagliuzza e alla trave»: proprio «così possiamo descrivere questo lievito che è l’ipocrisia».

In tale prospettiva, «per capire che cosa Gesù vuol dire a noi» il Pontefice ha proposto le tracce per un vero e proprio «esame di coscienza sul nostro modo di agire nella vita, sul nostro lievito», in modo che «possiamo essere più liberi per andare dietro al Signore e dirci sempre la verità». Perciò è importante chiedersi: «Come cresco, io? Cresco con il lievito vecchio che non serve a niente? Cresco come le crêpes della mia nonna, vuoto, senza sostanza, o cresco con il lievito nuovo, quello che fa il regno dei Cieli, che fa crescere il regno dei Cieli? Com’è il mio lievito?». E cioè: «Con quale spirito io faccio le cose? Con quale spirito io prego? Con quale spirito mi rivolgo agli altri? Con lo spirito che costruisce o con lo spirito che diviene aria?»

Francesco ha suggerito anche di non ingannare mai se stessi dicendo: «ho fatto questo, ho fatto quell’altro». E ha indicato piuttosto l’esempio dei più piccoli: «Con quanta verità si confessano i bambini! I bambini mai, mai, mai dicono una bugia, nella confessione, mai dicono cose astratte: “Ho fatto questo, ho fatto quell’altro”». Dunque, ha spiegato il Papa, i bambini sono «concreti, quando sono davanti a Dio e davanti agli altri dicono cose concrete, perché hanno il lievito buono, il lievito che li fa crescere come cresce il regno dei Cieli». E così il Pontefice ha concluso la sua meditazione pregando il Signore che «ci dia, a tutti noi, lo Spirito Santo e la grazia della lucidità di dirci qual è il lievito con il quale io cresco, qual è il lievito con il quale io agisco», per essere sempre pronti a rispondere sinceramente a questa domanda: «Sono una persona leale e trasparente o sono un ipocrita?».

 
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    Messa a Santa Marta
 

Previdenza

 
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Pensioni, Cgil: su Ape agevolata il governo ha cambiato idea
14 ottobre 2016 ore 11.21
Concluso l’incontro tecnico a Palazzo Chigi tra governo e sindacati. Per la confederazione di corso d’Italia inaccettabili i 30 anni di contributi necessari per l’anticipazione pensionistica. Bene sui precoci. Ma ancora non ci sono i testi

foto di Marco Merlini

 
 

Si è appena concluso l’incontro tecnico a Palazzo Chigi tra governo e sindacati sulle pensioni. Articolato il giudizio della Cgil: “Si sono consolidati i punti che nel verbale di sintesi sottoscritto lo scorso 28 settembre erano già oggetto d’intesa: cumulo gratuito, quattordicesima, no tax-area, normativa sugli usuranti, cancellazione delle penalizzazioni. La riunione di oggi verteva sui due temi su cui il giudizio era stato sospeso: precoci e Ape agevolata”.  

Positivo il giudizio sui precoci, “se i testi finali corrisponderanno a quanto detto al tavolo”, per il “recupero del lavoro di cura come requisito della platea, pur nel limite generale dell’intervento”.

“Sull’Ape agevolata invece – continua la nota – il Governo ha cambiato le carte in tavola”. Nel comunicato si spiega infatti che l’esecutivo “propone un requisito contributivo di 36 anni sulla platea dei lavori gravosi (e di 30 anni sulle altre tipologie), questione mai emersa in questi mesi di confronto”. “L’Ape agevolata – si specifica – è una prestazione di ‘reddito ponte’ che consente l’anticipo a 63 anni rispetto alla pensione di vecchiaia, che prevede come requisito di accesso 20 anni di contributi. Ciò rischia di vanificare lo sforzo fatto al tavolo nell’individuazione delle categorie da inserire nei lavori gravosi, sulle quali, peraltro, auspichiamo che non si facciano passi indietro”.

“In ogni caso, un giudizio compiuto sarà possibile solo quando potremo prendere visione degli articolati, perché vi sono anche altri elementi non pienamente definiti. Articolati – conclude la nota – che nonostante esplicita richiesta, il Governo non ha inteso rendere ancora disponibili”.

Circolare n. 42/E dell’Agenzia delle Entrate

Nuovo ravvedimento operoso, come mettersi in regola e pagare di meno

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di in 13 ottobre 2016 Fisco e Tasse
Agenzia delle Entrate

Agenzia delle Entrate

Circolare n. 42/E dell’Agenzia delle Entrate con chiarimenti su come sfruttare al meglio i benefici previsti dal nuovo ravvedimento operoso

 

Con la circolare n. 42/E del 12 ottobre l’Agenzia delle Entrate rilascia ulteriori chiarimenti su come sfruttare al meglio i benefici previsti dal nuovo ravvedimento operoso.

L’Agenzia fa il punto della situazione ad oggi, offrendo una panoramica sui vantaggi previsti in termini di riduzione delle sanzioni, alla luce delle modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità per il 2015 (Legge n. 190/2014) e dal D. lgs. n. 158/2015 di riforma del sistema sanzionatorio.

Nuovo ravvedimento operoso, i principali casi di violazione sanabile

La circolare affronta i principali casi di violazione sanabile con il ravvedimento, dalle dichiarazioni contenenti errori o omissioni a quelle presentate in ritardo.

All’interno del documento possiamo trovare utili risposte ad alcuni quesiti specifici:

  • termini entro cui è possibile ravvedere il 730, in caso di infedeltà;
  • calcolo della sanzione ridotta quando il ricorso al ravvedimento avviene successivamente al versamento tardivo del tributo;
  • al ravvedimento di un omesso versamento di un debito Iva periodico tramite compensazione con un credito Iva emergente dalle liquidazioni periodiche successive.

Quando l’errore viene corretto entro 90 giorni dalla scadenza – In caso di dichiarazione integrativa o sostitutiva, l’agevolazione cambia a seconda del tipo di errore:

  • se si tratta di un errore rilevabile da controllo automatizzato, la sanzione applicabile è solo quella per omesso versamento, pari al 30% di ogni importo non versato;
  • per correggere errori non rilevabili con controllo automatizzato o formale, la sanzione è quella prevista per le “violazioni relative al contenuto e alla documentazione delle dichiarazioni”. Il contribuente dovrà pagare, ad esempio, la sanzione di 250 euro, che in caso di ravvedimento viene ridotta a 1/9 (quindi a 27,78 euro) e quella per omesso versamento, se dovuto, in misura ridotta a seconda del momento in cui avviene la regolarizzazione della sanzione.

Quando l’errore viene corretto dopo 90 giorni:

  • per gli errori che possono essere rilevati durante il controllo automatizzato o formale, la sanzione configurabile resta solo quella per omesso versamento, pari al 30% di ogni importo non versato, ridotto in base al tempo trascorso;
  • per correggere errori non rilevabili in sede di controllo automatizzato o formale la sanzione da regolarizzare sarà pari al 90% della maggiore imposta dovuta o della differenza del credito utilizzato. Se si tratta di violazioni senza imposta dovuta, la sanzione resta quella prevista (per impotesi entro i 30 gg) anche dopo 90 giorni.

  CIRCOLARE AGENZIA DELLE ENTRATE N. 42 12/10/2016 (460,6 KiB, 99 download)

Lavoro e Fisco

Ultimissime Lavoro – Fiscale 14/10/2016

 
Giurisprudenza

CORTE DI CASSAZIONE

Sentenza

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 ottobre 2016, n. 20182

Fiscale

Tributi – Contenzioso tributario – Procedimento – Errata notifica dell’atto di appello – Annullamento della sentenza e rinvio a nuovo giudice – Passaggio in giudicato della decisione di primo grado

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 ottobre 2016, n. 20184

Fiscale

Tributi – Società di fatto – Accertamento – Contenzioso tributario – Procedimento – Litisconsorzio necessario

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 07 ottobre 2016, n. 20187

Fiscale

Tributi – Accertamento – Studi di settore – Scostamento rispetto allo standard – Azienda costantemente in perdita

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 ottobre 2016, n. 20327

Lavoro

Appalto pubblico – Responsabilità solidale – Art. 29, D.Lgs. n. 276/2003 – Applicabilità

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 ottobre 2016, n. 20335

Lavoro

Licenziamento illegittimo – Improcedibilità dell’appello – Procedura notificatoria da parte del ricorrente – Avvio tardivo – Lesione diritto alla difesa – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 10 ottobre 2016, n. 42715

Lavoro

Omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali – Corresponsione delle retribuzioni ai lavoratori dipendenti – Onere probatorio – Produzione del modello DM 10

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2016, n. 20432

Lavoro

Lavoro agricolo – Omesso versamento dei contributi – Cartella esattoriale – Notifica

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2016, n. 20488

Fiscale

Tributi – Accertamento – Scostamento tra reddito dichiarato e reddito presunto

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 ottobre 2016, n. 42845

Lavoro

Omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali – Pagamenti “in nero” – Configurabilità del reato

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

Sentenza

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PIEMONTE – Sentenza 24 settembre 2016, n. 1164

Lavoro

Personale impiegato “in nero” – Sospensione della attività imprenditoriale – Illegittimità verbali di accertamento – Giudice amministrativo – Difetto di giurisdizione

Legislazione

AGENZIA DELLE ENTRATE

Provvedimento

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 13 ottobre 2016

Fiscale

Accertato il cambio valute del mese di settembre 2016

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Ordinanza

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Ordinanza 03 ottobre 2016, n. 398

Lavoro, Fiscale

Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile relative agli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 9 al 13 ottobre 2014 nel territorio della Provincia di Genova e dei comuni di Borghetto di Vara, Riccò del Golfo di Spezia, Varese Ligure di Maissana, Pignone e Sesta Godano nella Val di Vara in Provincia di La Spezia

Prassi

AGENZIA DELLE ENTRATE

Risoluzione

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 13 ottobre 2016, n. 91/E

Fiscale

Interpello art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212 – Risoluzione di un contratto di cessione d’azienda con riserva di proprietà per inadempimento del compratore – Art. 14 del decreto legislativo n. 472 del 1997 e art. 101 del TUIR

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 13 ottobre 2016, n. 92/E

Fiscale

Interpello ai sensi dell’articolo 11 legge 27 luglio 2000, n. 212. Criteri per la determinazione del credito d’imposta previsto dall’articolo 1 commi 91, 92 e 93 dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190 a favore degli enti di previdenza obbligatoria e delle forme di previdenza complementare