Grazie all’Osservatorio indipendente di Bologna

.

 Osservatorio Indipendente  di Bologna morti sul lavoro
 

Visualizzazioni negli ultimi 30 giorni

L’Osservatorio indipendente di Bologna è su Facebook

Diventa amico, clicca “mi piace” dai il tuo contributo per far comprendere l’entità del triste fenomeno e fallo conoscere ai tuoi amici. Segnala l’Osservatorio indipendente di Bologna sulla tua pagina di Facebook

http://www.facebook.com/osservatorioindipendente?v=wall

Grazie amici di facebook che a centinaia visitate questo sito ogni giorno

 

 

 
 

Le visualizzazioni negli ultimi 30 giorni

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro in Italia

Il primo osservatorio nato in Italia che monitora in tempo reale le morti per infortunio sul lavoro. Fondato il 1° gennaio 2008

http://cadutisullavoro.blogspot.it/

L’Osservatorio ha tantissimi visitatori statunitensi e tedeschi ed è per questo che lo presentiamo anche nelle loro lingue. Lo presentiamo anche in romeno, tantissimi sono i lavoratori morti in Italia che vengono dalla Romania

Independent Observatory of Bologna (Italy) who died on the job

Bologneser Unabhängige Beobachtungsstelle in Italien

für die Toten bei der Arbeit

Observatorul Indipendent din Bologna Morti in accidente pe locul de munca in Italia

Fondato dal metalmeccanico in pensione e pittore Carlo Soricelli per ricordare Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demani. Sono i sette giovani operai della ThyssenKrupp di Torino, morti nella notte del 5/6 dicembre 2007. Dall’Osservatorio sono registrati e archiviati in appositi file i morti sui luoghi di lavoro del 2008/2009/2010/2011/2012/2013/2014/2015/2016

L’Osservatorio è stato creato e viene aggiornato da volontari che non hanno mai voluto contributi economici di nessun tipo. Un grazie speciale ai tantissimi italiani che mandano segnalazioni d’infortuni mortali da ogni parte d’Italia. L’Osservatorio è stato visitato in questi anni da centinaia di migliaia di cittadini italiani e anche da tantissimi stranieri, che ringraziamo per la sensibilità dimostrata per queste tragedie.

Per contatti carlo.soricelli@gmail.com

Abbiamo deciso di dedicare questo osservatorio indipendente anche al grande giornalista Santo Della Volpe scomparso da poco. Da quando è aperto, abbiamo constatato quanto ha fatto per far comprendere agli italiani le vere dimensioni delle tragedie degli infortuni sul lavoro, del dramma dei familiari che hanno perso così tragicamente un loro Caro, delle morti provocate dall’amianto e di tutte le problematiche del mondo del lavoro. Grazie Santo

 

Morti sul lavoro al 9 ottobre 2016

SUPERATI NEL 2016 I 1080 MORTI PER INFORTUNI, DI CUI 511 SUI LUOGHI DI LAVORO (tutti registrati). I rimanenti sulle strade e in itinere. Sono conteggiate tra tutte le vittime anche i morti in nero e le categorie non assicurate all’INAIL che monitora solo i propri assicurati.

Erano sui luoghi di lavoro 510 dall’inizio dell’anno al 30 settembre del 2015 – 4%. Erano 461 il 30 settembre del 2008 + 6,2%.

E’ un agricoltore schiacciato dal trattore vicino a Montecatini di Pisa l’ultima vittima di settembre

Morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO nel 2016

per Regione e Provincia in ordine decrescente.

(Sui luoghi di lavoro significa che sono esclusi da questo conteggio i morti per le strade e in itinere che richiedono interventi completamente diversi)

I morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiati nelle province. Se guardate qui sotto l’andamento delle regioni e delle province, calcolate che ci sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere

Emilia-Romagna 51 Bologna (10). Forlì-Cesena (6), Ferrara (3), Modena (10), Parma (5), Piacenza (3), Ravenna (3), Reggio Emilia (10), Rimini (1). Campania 50 Napoli (17 di questi 3 in mare), Avellino (6), Benevento (4), Caserta (9), Salerno (14). Veneto 46Venezia (7), Belluno (4), Padova (7), Rovigo (3), Treviso (4), Verona (5), Vicenza (16). Toscana 38 Firenze (1), Arezzo (5), Grosseto (1), Livorno (7), Lucca (5), Massa Carrara (7), Pisa (3), Pistoia (2), Siena (3) Prato (3). Lombardia 38 Milano (3), Bergamo (6), Brescia (13), Como (3), Cremona (3), Lecco (1), Lodi (), Mantova (1), Monza Brianza (2), Pavia (3), Sondrio (3), Varese. Sicilia 35 Palermo (7), Agrigento (3), Caltanissetta (6), Catania (6), Enna (1), Messina (4), Ragusa (4), Siracusa (), Trapani (4). Piemonte 36 Torino (10), Alessandria (5), Asti (5), Biella (2), Cuneo (13), Novara (1), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli (1) Lazio 33 Roma (10), Viterbo (5) Frosinone (6) Latina (9) Rieti (3). Puglia 23 Bari (1), BAT (6), Brindisi (1), Foggia (3), Lecce (4), Taranto (8) Trentino-Alto Adige 17 Trento (8), Bolzano (9). Abruzzo 17 L’Aquila (2), Chieti (9), Pescara (3) Teramo (3).Marche 15 Ancona (5), Macerata (4), Fermo (1), Pesaro-Urbino (2), Ascoli Piceno (2). Calabria 17 Catanzaro (4), Cosenza (6), Crotone (1), Reggio Calabria (4) Vibo Valentia (2). Sardegna 10 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campisano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (2), Sassari (3). Friuli-Venezia Giulia 10Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (2), Udine (5). Umbria 7 Perugia (2) Terni (5). Liguria 6 Genova (3), Imperia (1), La Spezia (1), Savona (1). Basilicata 1 Potenza (1) Matera () Valle D’Aosta (2) I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province-

Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa categoria che è numerosissima, e che ha una forte mobilità per recarsi o tornare dal posto di lavoro. Anche quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono 110 dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura è sempre la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, l’industria (tutta) e l’autotrasporto.

Come potete vedere, se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL dal 2008 registriamo addirittura un aumento del 6,2%.

Conforta il piccolo calo del 4% rispetto al 30 settembre del 2015. Ma la situazione veramente preoccupante riguarda l’agricoltura con i suoi 105 morti schiacciati dal trattore dall’inizio dell’anno, e la percentuale complessiva delle morti in questa categoria in questi nove anni non è mai stata sotto il 30%.

Il 31,2% dei morti sui luoghi di lavoro nel 2016 sono in agricoltura, tra i morti per infortuni in questa categoria ben il 67% sono i morti schiacciati dal trattore che guidavano. E’ l’edilizia col 20,60% delle morti al secondo posto di questa triste classifica. Una percentuale enorme di queste morti sono dovuta a cadute dall’alto. Moltissimi di questi morti lavoravano in nero. Segue l’industria con il 12,85%. L’autotrasporto continua a pagare un forte tributo di sangue con il 6,7%, Tra questi tanti gli autotrasportatori morti nelle diverse categorie. Spero di sbagliarmi, ma con l’introduzione del jobs act i morti sul lavoro aumenteranno e questo per una ragione molto semplice. Il sindacato sarà indebolito (chi si iscriverà più se potrà essere licenziato senza giusta causa e con una scusa?). I lavoratori non potranno più rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi pena il licenziamento, questo è ovvio, basta guardare quello che succede in edilizia. Assistiamo a livello europeo ad introduzioni di leggi che incrementano la precarietà. E’ successo prima in Germania dove ci sono lavoratori con salari di 500 euro, alla Spagna, al Jobs act in Italia, apprendiamo adesso che anche n Olanda i nuovi assunti sono per la maggioranza precari. Si legge che anche in Olanda sono aumentati i morti sul lavoro a causa delle condizioni di precarietà dei nuovi assunti. E’ ovvio che in un’Europa dove a dettare le regole sono banche e Finanza non ci si può stupire dell’aumento del lavoro precario nei diversi paesi. Insomma ci mettiamo a competere coi paesi in via di sviluppo, sui salari, ma anche sui diritti dei lavoratori. La percentuale di lavoratori ultrasessantenni che sono morti sui LUOGHI DI LAVORO in questi nove mesi del 2016; sono il 29,1%. A causa della legge Fornero i morti in tarda età per infortuni sul lavoro sono aumentati notevolmente. Cosa aspetta il Governo a porvi rimedio? E’ disumano far continuare a lavorare da anziani chi svolge lavori pericolosi per se e per i cittadini inconsapevoli. Vediamo se con la nuova legge sul lavoro queste morti caleranno. Grazie ai Sindacati per aver cercato di alleviare questa carneficina.Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 9,38% sul totale. Gli stranieri morti per infortuni stanno calando percentualmente, questo sta a significare che adesso i lavori più pericolosi li fanno anche gli italiani. Per approfondimenti mandare mail a carlosoricelli.

 

Morti sul lavoro nel 2015

Le morti sulle autostrade e all’estero non sono segnalate nelle province

SONO STATI 678 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVOROnel 2015

CONTRO I 661 del 2014 +2,6%. ERANO 637 nel 2008 +6,1%

L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Crediamo che anche per il 2015 ci siano più o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata un’inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non comportano necessariamente un riconoscimento dell’infortunio mortale. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.

Grazie all’Osservatorio indipendente di Bolognaultima modifica: 2016-10-09T19:43:57+02:00da vitegabry
Reposta per primo quest’articolo