Jobs Act

Lavoro: Cgil, un milione di dipendenti imprese artigiane senza tutele sociali

“Più di 100.000 dipendenti delle aziende artigiane dell’Emilia-Romagna (un milione a livello nazionale) rischiano di restare senza tutele sociali e senza reddito in caso di crisi aziendali e conseguenti sospensioni dal lavoro. Questo è l’effetto immediato prodotto dal decreto legislativo n.148, applicativo del Jobs Act, del governo Renzi. 

Nei fatti è stata tolta la possibilità di ricorrere all’Aspi dal 24 settembre di quest’anno per i lavoratori sospesi e si rimanda alla costituzione di fondi nazionali la possibilità di integrare il reddito, senza l’intervento pubblico dell’Inps e con la compartecipazione alla ‘spesa’ degli stessi lavoratori”. Lo afferma Antonio Mattioli, responsabile Politiche contrattuali della segreteria Cgil Emilia-Romagna.

“Siamo di fronte al ‘teatro dell’assurdo’ – aggiunge -: un lavoratore deve pagare per avere la copertura del reddito in caso di crisi aziendale. Oltre il danno la beffa; se entro il 31 dicembre di quest’anno non venissero costituiti i fondi nazionali, per i lavoratori che operano in aziende con meno di 5 dipendenti (60.000 per l’Emilia Romagna) non ci sarebbe nessun tipo di tutela sociale, salvo la NASPI conseguente al licenziamento; mentre per quelli che operano in aziende con più di 5 dipendenti dall’1 luglio 2016 sarebbe attivo il Fondo di Integrazione Salariale (Fis) costituito presso l’Inps”. 

“Come organizzazioni sindacali – spiega il dirigente Cgil – ci siamo attivati immediatamente nei confronti del Ministero del Lavoro per ricercare una soluzione che superi questa iniquità, che si scarica in modo inaccettabile e insostenibile sulle lavoratrici e lavoratori dell’artigianato; contestualmente stiamo ricercando un accordo con le associazioni artigiane per la costituzione del fondo nazionale”. 

“La trattativa a livello nazionale

Jobs Actultima modifica: 2015-11-30T17:21:50+01:00da vitegabry
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