|
|||
|
|||
Novità e approfondimenti
|
|||
|
|||
|
|||
|
|||
|
|||
|
|||
Altre News
|
|||
|
|||
|
|||
|
|||
News regionali
|
|||
|
|||
|
|||
|
Archivi giornalieri: 25 novembre 2015
Lavoro e fisco
|
|
|
rassegna sindacale
del 25/11/2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Tagli ai Patronati
Tagli ai Patronati: Inca Francia, CITTADINI CONSAPEVOLI, “SI! CE LA FARANNO PAGARE CARA”
Si, c’è consapevolezza tra i connazionali che si rivolgono in queste settimane ai nostri uffici che, con i provvedimenti in discussione e approvazione nel Parlamento Italiano, saranno loro a pagarla cara.
E sono proprio le fasce più deboli della nostra comunità a interrogarsi su cosa accadrà delle loro misere pensioni se, per rispondere ai tanti legittimi adempimenti da effettuare ogni anno, dovranno caricarsi il costo del servizio.
Sembra non ci sia la percezione tra chi discute e affronta questo problema di cosa significhi essere italiani; essere italiani migranti; essere cittadini che chiedono di continuare a considerarsi italiani ma che vedono, ogni giorno di più, ridursi la capacità di attenzione del loro Paese di origine verso bisogni elementari.
Volevamo convincerci che, dopo la lunga e incisiva iniziativa dello scorso anno con la quale abbiamo ottenuto un taglio più contenuto delle risorse destinate ai Patronati per la loro attività, che si potesse discutere serenamente di riorganizzazione delle attività per meglio rispondere alla domanda.
Invece no! Ancora una volta, dobbiamo concentrarci sui tagli; capire come incideranno in ciascuna struttura di patronato; come incideranno sulla qualità dei servizi; come ci permetteranno di continuare a fornire una assistenza sociale che va ben al di la delle cosiddette “prestazioni a punteggio”.
Ci stanno provando in tanti a cancellare una realtà che viene invidiata per competenza, professionalità, capacità d’ascolto, prossimità con le persone. Lo fanno con argomentazioni che mortificano l’impegno di migliaia di uomini e donne; lo fanno inducendo contrapposizioni inesistenti tra il lavoro di Patronato e quello Consolare, dimenticando che i primi a denunciare i rischi della contrazione e la chiusura delle attività dei nostri Consolati sono proprio le strutture di patronato.
L’impressione che si ha nei Paesi di vecchia e nuova immigrazione è come il concetto di “Dialogo Sociale” sia sparito dal vocabolario e dall’azione dei nostri governanti e che il tutto faccia parte di una involuzione, purtroppo non presente solo in Italia, tesa a ridurre le prestazioni sociali e, conseguentemente, a peggiorare le condizioni di vita delle nostre comunità.
Noi non demordiamo! Nonostante i drammi di questi giorni continueremo nei nostri uffici a rappresentare quanto, purtroppo, sta accadendo in Italia.
Ci confortano i dati della nostra attività che possiamo così riassumere:
8 uffici che operano nelle aree della nostra vecchia e nuova immigrazione;
15 permanenze territoriali;
13 operatori di cui 2 a part-time.
Una struttura importante, consolidata nel territorio, con operatori costantemente formati e con una costante innovazione dei sistemi operativi:
• 1 operatore ha più di 30 anni di servizio;
• 3 operatori hanno una anzianità tra i 20 e 30 anni;
• 4 operatori hanno una anzianità tra i 10 e 20 anni;
• 5 operatori hanno una anzianità inferiore a 10 anni.
La struttura complessiva permette di sviluppare una importante azione di servizio per la nostra comunità schematicamente rappresentata da:
• 2259 pratiche referenti a pensioni;
• 992 pratiche di pensione complementare;
• 4492 dichiarazioni di reddito per le prestazioni previdenziali;
• 4957 Cud;
• 1157 interventi di natura assistenziale;
• migliaia di interventi informativi, in particolare, per la nuova immigrazione e per le problematiche legate a: rapporti con la City-Bank, ricerca alloggio, rapporti di lavoro e infortuni, copertura sanitaria, rilascio documenti, problematiche fiscali, problematiche legate a persone con cittadinanza italiana acquisita provenienti, in gran parte, dall’area del Magreb e trasferiti in Francia a fronte della crisi economica, problematiche legate al lavoro frontaliero in particolare nei territoti di Nizza e Marsiglia dove insistono oltre 5.000 pendolari, ecc. ecc..
Tutti gli operatori sono assunti con regolare contratto di lavoro basato sulla normativa francese. Tutti godono, sulla base della normativa vigente, della previdenza complementare e, sulla base della nuova regole riferite all’assistenza sanitaria, tutti godono della co-partecipazione ai costi per la copertura sanitaria complementare.
L’iNCA Francia non ha alcun debito nei confronti della sicurezza sociale francese sia dal versante previdenziale sia da quello assistenziale. Lo stesso dicasi nei confronti del sistema fiscale.
Siamo orgogliosi del nostro lavoro e della nostra integrazione nel mondo complesso della emigrazione italiana. Per questo noi non demordiamo.
Presidenza INCA Francia
Tagli ai Patronati
Tagli ai Patronati e Caf – Avviata la mobilitazione in Campania
Si continua a fare cassa sulla pelle dei lavoratori. Questo il messaggio di CGIL, CISL e UIL della Campania che chiedono che sia stralciata dal disegno di legge di stabilità la riduzione delle risorse destinate ai Patronati e ai Caf, la cui attività viene finanziata con un prelievo dalla contribuzione previdenziale dei lavoratori e non tramite la fiscalità generale.
Per queste ragioni i patronati del CePa hanno deciso una serie di azioni da attivare nei prossimi giorni per contrastare i tagli stabiliti nel ddl di stabilità 2016. Fra le tante iniziative un incontro con i parlamentari locali a livello provinciale, un incontro con l’Inps regionale, un presidio a livello regionale dei patronati e delle confederazioni sindacali davanti alla Prefettura.
Tagli ai Patronati
TI TROVI IN:Archivio newsDettaglio Notizia
Tagli ai Patronati – Piemonte, lettera aperta a Tito Boeri, presidente Inps
In occasione della presentazione del bilancio sociale dell’Inps Piemonte, i patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli di Torino hanno manifestato il 23.11 u.s. davanti alla sede dell’Oil dove si teneva l’iniziativa. Nel corso dell’evento è stata letta, da Lalla Spione, coordinatore regionale Inca Cgil Piemonte, una lettera pubblica indirizzata al presidente dell’Inps, Tito Boeri, nella quale sono state rappresentate le ragioni del netto dissenso dei Patronati in merito ai tagli previsti nella legge di stabilità in discussione al Parlamento.
Misure che anche se risultano ridotte dopo il primo passaggio al Senato, sono comunque fortemente penalizzanti per gli Istituti di patronato che confermano il “giudizio negativo sulla possibilità per i Patronati di sopportare un ulteriore sacrificio, che si va a sommare, peraltro, al taglio operato già lo scorso anno di 35 milioni di euro e a quello del triennio 2010-2013 di ben 90 milioni, che avrebbe ricadute significative sull’attività che svolgiamo e sull’organico delle strutture”.
“Ancora una volta viene messa in atto una manovra che, – si legge nella lettera dei patronati del CePa – arbitrariamente, si appropria dei contributi con i quali i lavoratori finanziano la rete solidale dei servizi sociali dei Patronati che consente a tutti i cittadini di fruire gratuitamente dell’assistenza necessaria per accedere alle prestazioni di welfare”.
“Tanto accanimento non si giustifica anche in considerazione del fatto, spesso ignorato o sottovalutato, che la “razionalizzazione” dell’INPS, che ha prodotto per l’Istituto un’importante riduzione dei costi, – si sottolinea nel documento – è stata resa possibile proprio dalla rete dei Patronati i quali hanno svolto un ruolo da un lato di supplenza sul territorio, vista la diminuzione degli uffici e del personale INPS e, dall’altro, di intermediazione tra i cittadini e l’Istituto”.
Un ruolo di supplenza che “ben si evince dai dati di confronto internazionale tra Francia, Germania (come è noto, in questi due paesi non vi sono strutture private che assistono i cittadini francesi e tedeschi simili ai Patronati italiani) e Italia, inerenti l’efficienza delle strutture di previdenza pubblica (..).
“D’altra parte – prosegue il documento del CePa – “il “PIN individuale” che avrebbe dovuto permettere agli utenti di dialogare direttamente con l’Istituto, non ha dato i risultati attesi: il diffuso “analfabetismo informatico” di una larga parte della popolazione (non solo quella anziana), le procedure complesse spesso non funzionanti, la normativa complessa e di difficile comprensione che necessita sempre di continue circolari interpretative (frequentemente prodotte sullo stesso argomento), generano nei cittadini incertezze e timori che li obbligano a rivolgersi a noi in quanto intermediari affidabili e professionali”.
“Una situazione provata oggettivamente – rilevano i Patronati – dalla percentuale delle domande di prestazioni previdenziali, sociali ed assistenziali istruite dai Patronati e trasmesse in via telematica pari all’82,12 %, mentre solo il 17,88 % delle domande sono presentate direttamente dai cittadini o da altri intermediari”.
“Non siamo pregiudizialmente contrari al rapporto diretto tra cittadini e Pubblica Amministrazione attraverso gli strumenti informatici, – prosegue il documento – né siamo arroccati in una posizione difensiva, anzi l’utilizzo massiccio delle procedure informatiche e dei flussi telematici ha prodotto benefici anche nelle nostre strutture in termini di ottimizzazione dei tempi di lavoro e di gestione dei dati. Infatti, quando nel 2011, l’INPS avviò il processo per l’invio telematico di tutte le prestazioni, in tempi brevissimi, adeguammo, con costi notevoli, le nostre procedure e le competenze tecniche dei nostri operatori. Ma bisogna prendere atto che per ora in Italia la Pubblica Amministrazione non è così “amica””.
“Anche i Patronati – continua il documento – hanno avviato una ristrutturazione importante improntata all’efficienza ed all’efficacia senza la quale i Patronati del CEPA Piemonte, nell’anno 2014, non sarebbero stati in grado di istruire e presentare circa 530mila pratiche delle quali solo per il 23% è previsto il finanziamento pubblico. Ma qualsivoglia processo di ristrutturazione – si sottolinea – riceverebbe un colpo mortale da un ulteriore taglio del Fondo Patronati”.
“Basti pensare che – ribadiscono i patronati nella comunicazione a Boeri – anche per quanto riguarda il lavoro svolto per i “nuovi cittadini” le sedi piemontesi nel 2014 hanno svolto gratuitamente circa 36mila pratiche per conto di cittadini stranieri, un’utenza particolarmente in difficoltà, fosse anche solo per l’ostacolo della lingua, e spesso preda di intermediari disonesti che per fare pratiche per le domande di soggiorno o per i rinnovi o per i ricongiungimenti familiari si fanno pagare e le cifre richieste sono altissime.
“Queste sono solo alcune delle ragioni della nostra mobilitazione contro il pesante ridimensionamento del Fondo nazionale Patronati, – conclude il documento dei patronati aderenti al Cepa – contro una norma sbagliata che vuole colpire quei corpi intermedi tanto indispensabili per i cittadini quanto preziosi per gli stessi enti di previdenza e palesemente in contrasto rispetto al ruolo definito dalla Legge n. 152/2001, che riconosce ai Patronati la peculiare funzione di “servizio di pubblica utilità”, “in attuazione degli articoli 2, 3, secondo comma, 18, 31, secondo comma, 32, 35 e 38 della Costituzione” (art. 1. Legge n. 152/2001) ed in contrasto con l’art. 38 della Costituzione (come peraltro ribadito dalla sentenza Corte Cost. n. 42/2000)”.
Previdenza e assistenza
Previdenza e assistenza: la nuova guida dell’Inca per i finanzieri
In occasione del V congresso della Ficiesse (Finanzieri cittadini e solidarietà), che si terrà a Roma il 27 e il 28 novembre prossimo, l’Inca presenta la nuova guida rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori finanzieri per aiutarli a orientarsi sulle normative in materia previdenziale e antinfortunista che sarà distribuita gratuitamente durante i lavori del congresso, offrendo loro la possibilità di conoscere le tante opportunità di tutela individuale offerte dal patronato della Cgil per facilitare l’accesso alle prestazioni previdenziali e assistenziali.
“Più sicurezza, più libertà, più Europa”. E’ lo slogan scelto dalla Ficiesse (Finanzieri cittadini e solidarietà) per caratterizzare le assise di novembre. Un’associazione che nasce nel 1999 per iniziativa di cittadini militari appartenenti alla Guardia di Finanza e da una componente di cittadini comuni, con lo scopo di rendere le strutture militari più aperte e vicine alla società civile in attuazione del disposto dell’articolo 52, ultimo comma, della Costituzione, incoraggiare una maggiore coscienza civica in materia di fiscalità e di contrasto all’evasione tributaria, contribuire con proposte di innovazione legislativa a prevenire e contrastare la corruzione e l’inefficienza nelle pubbliche amministrazioni.
Nella prima giornata dei lavori congressuali è prevista la partecipazione di Daniele Tissone, segretario Generale Silp-Cgil; Antonella Manotti, direttore del Nuovo Giornale dei Militari e Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.
Sabato 28 novembre, invece, interverranno Angelo Rughetti, sottosegretario alla Funzione Pubblica; Domenico Rossi sottosegretario alla Difesa; Massimo Artini, vice Presidente Commissione Difesa Camera); oltre al Cocer – Guardia di Finanza; Luigi Notari, già dirigente nazionale movimento polizia e democrazia e l’avvocato Emanuela Mazzola legale Cgil Funzione Pubblica.
Il dibattito, che sarà concluso da Gianna Fracassi, segretario Confederale Cgil, prevede l’intervento di Silvino Candeloro della presidenza dell’Inca che presenterà il progetto di partnership con Ficiesse.
Violenza sulle donne
Violenza sulle donne – Mattarella, un fenomeno sociale ingiustificabile..
“L’educazione al rispetto reciproco, nei rapporti personali e nelle relazioni sociali – dice il presidente della Repubblica, Mattarella nel messaggio in occasione della giornata contro la violenza sulle donne – , è alla base del nostro vivere civile.
La violenza sulle donne è un fenomeno sociale ingiustificabile che attecchisce ancora in troppe realtà, private e collettive e nessun pretesto può giustificarla. Si tratta di comportamenti che vanno combattuti fermamente. Per estirparli, occorre agire sulla prevenzione, attraverso l’educazione dei giovani al rifiuto della violenza nei rapporti affettivi: amore e violenza sono tra loro incompatibili e non c’è rapporto che possa essere costruito sulle basi della sopraffazione.
L’educazione ad una vita sentimentale caratterizzata dal rispetto per l’altro inizia dall’infanzia e dall’adolescenza ed è soprattutto alle nuove generazioni che deve essere rivolta l’attività posta in essere dalle istituzioni e dalla società civile. La scuola e le altre attività in cui si esplica la crescita della persona devono essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione. La ratifica da parte dell’Italia della “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, cosiddetta Convenzione di Istanbul, costituisce un primo e importante passo per la piena affermazione dei diritti umani. Resta tuttavia ancora molta strada da fare, in Italia e nel mondo, per evitare l’insorgere della violenza sulle donne, per offrire loro strumenti che consentano di superare le ferite, fisiche e morali, subite, e per arginare il ripetersi di questi fenomeni. L’impegno è che le attività intraprese in occasione di questa Giornata Internazionale pongano le basi per un mutamento radicale su un tema essenziale alla nostra convivenza civile”, conclude Mattarella.
Tagli ai Patronati
Tagli ai Patronati – Parte la mobilitazione unitaria a Roma e nel Lazio
Giovedì 26 novembre presidio dalle ore 10.30 alle 13.00 a Piazza Santi Apostoli (davanti alla Prefettura di Roma)
La legge di stabilità 2016 diminuisce per il econdo anno consecutivo il Fondo patronati, imponendo un’ulteriore consistente riduzione che va ad aggiungersi alla decurtazione operata lo scorso anno.
Questa operazione viene effettuata con una norma che presenta elevati profili di incostituzionalità, in quanto destina ad altro uso una parte dei contributi versati dai lavoratori per poter avere accesso gratuito e universale alla tutela previdenziale e assistenziale.
Questo ennesimo prelievo rischia di compromettere la possibilità per i patronati di continuare a fornire ai cittadini tutta la gratuita tutela previdenziale e assistenziale che sino ad oggi hanno garantito.
Giovedì 26 novembre presidio dalle ore 10.30 alle 13.00 a Piazza Santi Apostoli (davanti alla Prefettura di Roma).
Santa Caterina d’Alessandria
Nata da stirpe reale, fu dotata dalla natura di un ingegno e di una bellezza così rara, che era stimata la più fortunata giovane della città.
Ammaestrata in tutte le scienze, ma soprattutto nella filosofia dai più celebri retori, seppe innalzare il suo intelletto al disopra delle cose materiali, e dalle creature ascendere al Creatore.
Perciò, appena senti parlare della religione di Cristo, il suo acuto ingegno aiutato dalla grazia di Dio comprese che essa era la vera, e l’avrebbe abbracciata subito, se alcuni legami terreni non le avessero impedito il passo decisivo. Ma il Signore, che la voleva sua sposa, affrettò il suo ingresso nello stuolo delle candide colombe a lui consacrate.
Compresa dell’amore che il Signore nutriva per lei, si fece battezzare, dedicandosi totalmente alla beneficenza ed alla istruzione dei pagani. E tanto crebbe la fama della sua carità e del suo sapere, che giunse alle orecchie dello stesso imperatore Massimino. uomo tristemente celebre per la sua ferocia.
Egli fece chiamare Caterina alla sua presenza, per avere notizie più certe di ciò che di lei udiva e per conoscere più da vicino colei che tanto si celebrava.
Ma appena seppe dalla bocca stessa della Santa che era cristiana, subito con minacce ed imprecazioni ordinò che rinunciasse a quel culto da lui odiato, e sacrificasse a Giove.
Non si sgomentò il virile animo di Caterina a quelle parole, ma prontamente rispose ch’era risoluta di rimanere nella religione che professava, e incominciò a parlare della vanità degli dai e della verità dell’unico vero Dio con parole così ardenti che l’imperatore medesimo rimase sconcertato.
Fu quindi affidata ad alcuni filosofi pagani perché la convincessero d’errore, ma ella riuscì a condurli alla vera religione.
A tale smacco il feroce imperatore condannò a morire sul rogo quei nuovi convertiti, e presa Caterina, dopo villanie e disprezzi, comandò che il suo corpo fosse legato ad una ruota e poscia con uncini le fossero strappate le carni.
La Santa non si intimorì per simile supplizio, ma felice di dar la vita per il suo Sposo, si apprestò a morire fra quei tormenti. Appena quel corpo verginale fu a contatto con lo strumento del suo martirio, questo si spezzò fragorosamente, producendo gran panico fra i carnefici. Non si piegò l’animo di Massimino, e comandò che la Santa fosse immediatamente condotta fuori della città e le fosse reciso il capo.
Giunta al luogo del martirio, le furono bendati gli occhi ed il carnefice con un colpo staccò il capo di Caterina, ma da quella ferita sgorgò abbondante latte, ultima testimonianza della sua innocenza.
Il suo corpo venne dagli stessi Angeli trasportato sul monte Sinai e quivi seppellito. Sul suo sepolcro fu poi edificato un sontuoso tempio ed un grandioso monastero che resero imperitura la memoria di questa vergine di Cristo.
PRATICA. Recitiamo un atto di fede.
PREGHIERA. O Dio, che desti la legge a Mosè sul Monte Sinai e nello stesso luogo per mezzo dei tuoi Angeli collocasti miracolosamente il corpo della tua santa vergine e martire Caterina, fa’ che per intercessione di lei possiamo giungere al monte eterno che è Cristo.