Le nuove frontiere della povertà
· Nel messaggio alla conferenza dell’Ilo il Papa sottolinea le tragiche conseguenze della disoccupazione e denuncia come inaccettabile che il lavoro da schiavi sia diventato moneta corrente ·
28 maggio 2014
L’aumento della povertà, l’intensificarsi delle migrazioni di massa, il dramma della tratta degli esseri umani sono alcune delle conseguenze del costante aumento della disoccupazione nel mondo.
A denunciarle è Papa Francesco nel messaggio inviato in occasione della 103ª sessione della Conferenza dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) in corso a Ginevra dal 28 maggio al 12 giugno.
“Questa Conferenza si riunisce in un momento cruciale nella storia economica e sociale, che presenta sfide per il mondo intero” scrive il Pontefice ricordando come la disoccupazione stia “tragicamente espandendo le frontiere della povertà” e quanto grave sia il problema della migrazione di massa. Questi uomini e donne costretti a cercare lavoro lontano dalla loro Patria sono esposti “ad ulteriori pericoli, quali l’orrore della tratta di esseri umani, il lavoro coatto e la riduzione in schiavitù. È inaccettabile che, nel nostro mondo, il lavoro fatto da schiavi sia diventato moneta corrente (cf. Messaggio per la Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati, 24 settembre 2013). Questo non può continuare! La tratta di esseri umani è una piaga, un crimine contro l’intera umanità. È giunto il momento di unire le forze e di lavorare insieme per liberare le vittime di tali traffici e per sradicare questo crimine che colpisce tutti noi, dalle singole famiglie all’intera comunità mondiale (cf. Discorso ai nuovi Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, 12 dicembre 2013)”.