Archivi giornalieri: 15 maggio 2014

Amianto

Amianto: l’Ona denuncia la situazione italiana all’Europa

Il caso amianto arriva in Europa. Alla vigilia dell’appuntamento elettorale che chiamerà i cittadini comunitari ad eleggere i nuovi rappresentanti del Parlamento europeo, l’Osservatorio Nazionale Amianto, denuncia la situazione italiana alle istituzioni europee. Due le azioni che l’Ona ha messo in campo per far entrare il tema dell’amianto nell’agenda politica dell’Europa che verrà ridisegnata nella prossima tornata elettorale.

La prima è il ricorso alla corte europea per i diritti dell’uomo promosso dall’Ona per i mancati riconoscimenti dei benefici contributivi e sorveglianza sanitaria specifica per gli ex esposti, con particolare attenzione – fa sapere l’Ona – al caso dei lavoratori di Vasto, finalizzato ad ottenere la condanna dello Stato italiano, in quanto il beneficio contributivo del prepensionamento, era stato adottato per risarcire questi lavoratori per il tardivo recepimento delle direttive comunitarie, e successivamente alla condanna della Corte di Giustizia.

La seconda azione è un’istanza di infrazione dell’Italia per le mancate bonifiche e la non attuazione del Piano Nazionale Amianto, oltre che per la sua contrarietà alle normative comunitarie e violazione delle norme dei trattati di diritto comunitario, anche parificate In particolare l’Osservatorio chiede al Parlamento europeo una mozione di condanna dello Stato Italiano e una diffida, perchè vengano rispettati i diritti dei cittadini. Un gesto forte affinchè l’Italia predisponga tutte le procedure per avviare le bonifiche e decontaminazione dei siti di vita e di lavoro ancora contaminati, che secondo le stime contengono circa 34 milioni di tonnellate di amianto compatto e alcuni milioni di tonnellate di amianto friabile, causando ogni anno almeno 5mila decessi per patologie asbesto correlate.

L’Ona chiede inoltre che la ricerca scientifica e l’assistenza sulle malattie da amianto in Italia vengano affidate secondo criteri obiettivi di merito e con bandi pubblici, come avviene in tutto il mondo occidentale, oltre ad una tutela efficace delle vittime anche sotto l’aspetto di durata dei processi.

Malattie professionale

L’Inail di Cosenza riconosce una malattia professionale non tabellata ad un barbiere

Grazie all’attività medico legale dell’Inca di Cosenza, ad un barbiere, affetto da “varici arti inferiori con sindrome post flebitica ricanalizzata, intense discromie”, l’Inail riconosce la malattia professionale.

La principale novità di questo provvedimento consiste nel fatto che si tratta di una patologia non prevista dalle tabelle ufficiali sulle quali si basa l’eventuale accesso alle prestazioni economiche dell’Istituto assicuratore. 

L’esito positivo per il lavoratore è derivato dall’intensa attività medico legale, condotta da Franco Martire,  che ha consentito di dimostrare il nesso causale, partendo dall’analisi delle condizioni di lavoro che spesso,  costringono categorie di lavoratori, come i barbieri,  ad assumere posture sbagliate che alla lunga provocano queste patologie.   

L’Inail, infatti, riconoscendo la malattia di origine lavorativa, ha deciso di corrispondere al lavoratore un indennizzo in capitale di 3.233 euro. Cifra che però l’Inca ha giudicato insufficiente rispetto alle reali conseguenze sulla salute del barbiere. Ragion per cui il patronato della Cgil ha deciso di fare ricorso per un congruo risarcimento del danno biologico.