Ue: l’austerità frena il mercato del lavoro italiano

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Con le misure di austerità prese dall’Italia e con la bassa crescita, è crollata la fiducia e di conseguenza le condizioni del mercato del lavoro sono costantemente deboli. E’ l’allarme sul nostro paese lanciato dalla Commissione Ue nell’ultimo rapporto sull’occupazione.

Le condizioni del mercato del lavoro italiano, si legge, “sembrano restare persistentemente deboli”. Si tratta di una “conseguenza” del fatto che “la fiducia è calata di fronte a piani di austerità di vasta portata e alla bassa crescita”.

Nel capitolo del rapporto dedicato all’Italia, la Commissione si sofferma sugli indici della fiducia nei vari settori economici, evidenziando che “la situazione è peggiorata a causa del deterioramento delle finanze pubbliche e delle incertezze riguardo alle misure di austerità”. “Il panorama socio politico italiano – si legge ancora nel rapporto – è stato dominato dal pacchetto di riforme economiche adottato il 14 settembre 2011, per raggiungere l’equilibrio di bilancio nel 2013 e ridurre il debito pubblico”.

Le “consistenti misure di austerità – però – hanno provocato una serie di proteste e scioperi e hanno causato il calo della fiducia da quota 103,7 a 100,3”. Per fare un confronto, il rapporto ricorda che l’indice è oscillato fra un minimo di 99,4 nel dicembre 2008 e il massimo di 113,5 registrato esattamente un anno dopo.

In Italia, a preoccupare è sopratutto la disoccupazione giovanile e la precarietà sempre più spinta”. Secondo i dati di Eurostat, la disoccupazione dei giovani in Italia ad agosto è aumentata da 27,5% a 27,6%, contro una media Ue-17 di 20,4%. Nel nostro paese aumenta anche il numero dei giovani che né studiano né lavorano, i cosiddetti “neet”. Sono al 19,1%, una media che ci porta secondi solo alla Bulgaria (21,8%).

Eppure l’Italia nel 2010 ha ricevuto dall’Unione europea 9,497 miliardi di euro, la maggior parte dei quali per le risorse naturali (5,731 mld) e per il fondo di coesione (2,567 mld) e per la competitività (0,768 mld). L’Italia è quinta nella classifica dei paesi che hanno ricevuto di più, dopo Spagna (13,190 mld), Francia (13,105 mld), Germania (11,825) e Polonia (11,822).

Nel rapporto è indicato che il tasso di esecuzione dei progetti previsti dal bilancio è stato del 97%. Tra il 2007 ed il 2010 – è scritto in una nota della Commissione europea – sono stati spesi “oltre 25 miliardi di euro nei programmi per l’innovazione e la competitività” che hanno “permesso la creazione di 338.310 posti di lavoro”. Per i controlli della frontiera esterna e “per la gestione efficace delle problematiche legate ai migranti” nel 2010 sono stati impiegati 300 milioni di euro, utilizzati per la gestione di 1.800 punti di frontiera sotto sorveglianza Ue e per 20 operazioni congiunte.

Ue: l’austerità frena il mercato del lavoro italianoultima modifica: 2011-10-04T09:06:17+02:00da vitegabry
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