Archivi giornalieri: 11 febbraio 2011

Rischio amianto nello stabilimento Palmera di Bari

La bomba amianto

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Per oltre vent’anni, dal 1972 al 1994, hanno lavorato il tonno nello stabilimento della Palmera. Ora un giudice ha detto che quel capannone alla zona industriale era una bomba di amianto, concedendo alle due operaie i benefici previsti dalla legge: una perizia tecnica ha stabilito che,almeno fino al 1996 (quando l’azienda ha chiuso) i 400 dipendenti avevano sulle teste mezzo ettaro di amianto. «Ma ora – garantiscono i nuovi proprietari dell’opificio – qui è stato tutto bonificato».

La vicenda è però significativa perché alza il coperchio su una situazione diffusissima nell’ultimo trentennio: l’amianto era (è?) praticamente dappertutto. E a Bari – non solo nell’area industriale, come ha insegnato il caso della Fibronit – si è barattata la sicurezza di un posto di lavoro con il diritto alla salute.
Quello dell’Alco Palmera è un esempio delicatissimo, perché riguarda una grande società: le due operaie (difese dall’avvocato Andrea Azzone, tramite il patronato Inca Cgil) hanno portato avanti una lunga battaglia, sfociata in una vertenza giudiziaria durata cinque anni, ed hanno ottenuto la sentenza per il riconoscimento dell’esposizione all’amianto secondo la legge 257/92.

Proprio il procedimento di fronte al giudice del lavoro  ha alzato il velo su quanto accadeva in quegli anni nello stabilimento Palmera: «È stato indiscutibilmente accertato – è detto nelle sentenze – che per anni la società ha utilizzato tale materiale (l’amianto, ndr) in quasi tutte le fasi del ciclo produttivo, inoltre sono state individuate le macchine e le attrezzature che prevedevano componenti o apparecchiature contenenti amianto».

Circa metà del tetto del capannone principale (che sorge su un’area di 196mila mq, di cui 31mila coperti) era costituita da eternit, che – quando lo stabilimento era operativo (cioè fino al 1996) – era «a diretto contatto con l’ambiente di lavoro interno».

Nel corso del processo è emerso che quelle coperture con il tempo si erano progressivamente danneggiate e non si può escludere che le polveri di eternit finissero nelle scatolette di tonno: circostanza suggestiva ma – spiegano i medici – senza conseguenze per la salute, dal momento che l’amianto è dannoso solo quando inalato.
Dopo una serie di passaggi intermedi il complesso Alco Palmera è stato rilevato nel 2006 dalla società Stabilimento srl, che fa capo tra gli altri all’imprenditore barese Dante Mazzitelli: «Prima dell’acquisto – spiega Mazzitelli, che esibisce i documenti – abbiamo preteso che la società venditrice effettuasse la bonifica,così come richiesto dall’ordinanza comunale: di questo dà atto una relazione dell’Arpa.

Oggi il capannone ha un nuovo tetto in metallo. Anche perché, diversamente, non sarebbe stato rilasciato il certificato di agibilità». Nel capannone ex Alco Palmera è alloggiato un deposito di materiali della Fondazione Petruzzelli, ed è ospitato – per circa 2.000 metri quadrati – l’archivio delle schede elettorali della Corte d’appello di Bari.

Nel futuro dell’area industriale c’è dunque una riconversione. Ma i lavoratori della ex Alco Palmera – che nel periodo migliore hanno toccato le 400 unità – sono rimasti con un palmo di naso. Sia dal punto di vista occupazionale (lo stabilimento è stato ceduto al consorzio Madia Diana, che avrebbe dovuto riaprire ma non lo ha fatto), che da quello patrimoniale: a differenza di quanto accaduto in altri casi – quello più famoso è
proprio la Fibronit – gli avvocati non sono finora riusciti a chiedere conto all’azienda –  dei danni alla salute.

Il riconoscimento dell’esposizione ad amianto previsto dalla legge è infatti a carico degli enti previdenziali: gli anni di contributi versati dal lavoratore che è stato a contatto con eternit per oltre un decennio vengono aumentati della metà. La stessa strada su cui si stanno avviando, ad esempio, anche i dipendenti regionali che lavorano (o hanno lavorato) nel complesso ex Ciapi, anche quello infestato dall’amianto.

da Gazzetta del Mezzogiorno

Flusso telematico di trasmissione della certificazione di malattia.

NEWS

La circolare dell’Inps

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L’Inps ha  dato indicazioni alle proprie Strutture territoriali circa le  modalità  di  funzionamento  del  flusso telematico di trasmissione dei certificati  di  malattia  dei lavoratori, sia del settore privato che del settore  pubblico,  da parte dei medici del Servizio Sanitario Nazionale o con questo convenzionati, in conformità alle disposizioni normative emanate in  materia  (1),  sia  con  le  circolari n. 60 del 16.04.2010, n. 119 del 7.09.2010,  n. 164 del 28.12.2010, n. 21 del 31.01.2011 e messaggi n. 18901 del 16.07.2010 e n. 2597 del 2.02.2011, sia con varie iniziative formative.

Il flusso telematico si esplica nel modo seguente: 

i medici certificatori (dipendenti o convenzionati con SSN) acquisiscono e inviano  i  certificati  al sistema di accoglienza centrale (SAC) del Ministero  dell’economia  e  delle  finanze  che  provvede  ad inoltrarli all’Inps; inoltre,  possono  annullare  i  certificati  entro il giorno successivo  al  rilascio  e rettificare la data di fine prognosi entro il termine della stessa, sempre utilizzando i servizi erogati dal SAC (circ. n. 60/2010 pag. 3-4).
 
Dopo l’invio  all’Inps, il  SAC  restituisce  al medico  il numero per la stampa del certificato e dell’attestato  da consegnare, entrambi, al lavoratore (circ. n. 60/2010 pag. 4).

Negli  eventuali  casi  di  collegamenti Internet difficoltosi, i medici certificatori  in  possesso  del  PIN  rilasciato  dalle Sedi Inps con lo stesso profilo  assegnato  per la certificazione dell’invalidità civile, possono, tramite  il  numero  verde  800180919  fruire  dei  servizi  di acquisizione,  annullamento,  rettifica  o consultazione  di  uno  o più certificati di malattia (msg. n. 2597/2010).

L’Inps, sulla base delle informazioni presenti sulle proprie banche dati e  dei  servizi  forniti dall’Inpdap,  individua, per l’intestatario del
certificato il datore di  lavoro  al quale  mettere  a  disposizione l’attestato (circ. n. 60/2010 pag. 4).

L’Inps rende disponibili ai datori di lavoro, sul proprio sito Internet, funzioni  di  consultazione  e  di stampa degli attestati con elementi di ricerca  diversi,  previo  riconoscimento  tramite  PIN (circ. n. 60/2010 pag.4,  msg.  n. 18901/2010).  In alternativa  il  datore di lavoro può scegliere  l’utilizzo  della  Posta Elettronica Certificata (2) (circ. n.   119/2010).

L’Inps, mette a disposizione dei lavoratori i certificati loro intestati accedendo  al  sito Internet dell’Istituto. In relazione alle credenziali di accesso  utilizzate,  vengono  visti tutti i certificati (accesso con PIN) o solo l’attestato, (accesso  con  codice  fiscale  e numero del certificato). In  alternativa, il cittadino può scegliere l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata (3) (circ. n. 64/2010).

L’Inps canalizza verso le proprie Sedi i certificati degli aventi diritto all’indennità  di  malattia  per  la  disposizione  di  visite mediche di controllo   e,   nei  casi  previsti,  per  il  pagamento  diretto  delle prestazioni (circ. n. 60/2010 pag. 6-7).

Si  ricorda, altresì, che la  citata circolare  n. 60 del 16.04.2010 ha specificato  che l’Istituto fornisce assistenza, relativamente all’utilizzo dei  propri  servizi,  ai lavoratori e ai datori di lavoro sia pubblici che privati tramite gli operatori del Contact Center Integrato Inps-Inail.

L’assistenza ai medici dipendenti o convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale,  per  eventuali  anomalie  o  malfunzionamenti del flusso, viene
fornita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Note:
(1) D.P.C.M. del 26 febbraio 2008 cui si è data attuazione con  il D.P.C.M. del  26  febbraio  2008,  art.  55  septies  del  decreto  lgs. n. 165/2001 introdotto  dall’art.  69 del decreto lgs. n. 150/2009, in attuazione della
legge n. 15/2009.

(2) Previa richiesta da inoltrare all’indirizzo di posta elettronica certificata di una Sede dell’Istituto da parte del datore di lavoro, gli
attestati possono essere inviati  al medesimo tramite PEC.

(3) Il cittadino, facendone apposita richiesta, può scegliere di ricevere gli attestati alla sua casella di Posta Elettronica Certificata.

Inca per i giovani

NEWS

Forti nei diritti

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Non è una fabbrica, e neppure un ufficio tanto normale. Un giovane non riconosce più il suo posto di lavoro: travolto da una violenta aria che fuoriesce dal telefono; investito improvvisamente dai flash di una fotocopiatrice che, nel frattempo, si e’ trasformata in una macchina fotografica; sconcertato da un trita documenti che sforna tagliatelle; quasi rassegnato davanti ad un dispenser d’acqua, dove nuotano pesci rossi.

E’ quanto accade in 30 secondi nel video spot, presentato oggi, della campagna di comunicazione di Inca, edizione 2011, che partira’ a febbraio su La 7 per poi essere proposto su La Repubblica.it, Corriere.it e approdare nelle sale cinematografiche nel mese di marzo.

“E’ una parodia del disorientamento dei giovani -spiega la presidente dell’Inca Morena Piccinini – i più esposti alla precarietà nel lavoro e alle incertezze del futuro, dove tutto diventa possibile, anche una strana quanto comica rivolta delle macchine, che incute sconcerto, timore e poi la rassegnazione, interrotta da una voce fuori campo che avverte “Il mondo del lavoro sta cambiando. Non rassegnarti alle sorprese'”.

“Lo spot, in un incessante susseguirsi di situazioni che richiamano la sfiducia e il timore di non essere più capaci di riconoscere il confine tra realta’ e fantasia  vuole essere la provocazione dell’Inca per incitare i giovani a lottare per difendere la loro identità, i loro diritti, sia nel lavoro che nella vita”. Nello spot la rivolta delle macchine che, in un crescendo di situazioni paradossali rivelano un’anima propria, è solo uno dei tanti modi, secondo l’Inca, per dire che la dignità del lavoro e nel lavoro resta l’obiettivo primario per il patronato e la Cgil e che nessun cambiamento, anche radicale, nel mercato del lavoro potrà mai essere scambiato con i diritti e le tutele che sono scolpiti nella Costituzione e nelle leggi che ne sono derivate.

Perchè tutto questo diventi un patrimonio dei giovani – prosegue il Presidente dell’Inca Cgil – , così come lo è stato per le generazioni passate, c’e’ un solo modo per l’Inca: quello di non rassegnarsi ad un futuro incerto e di far valere i diritti facendosi aiutare da chi, come l’Inca e la Cgil, ha fatto della tutela la propria missione.

L’Inca con i suoi 901 uffici territoriali presenti in tutte le regioni italiane, nonchè all’estero in quasi tutti i continenti, è in grado di aiutare i giovani per accedere agli ammortizzatori sociali, in caso di disoccupazione, per essere tutelati quando si subisce un infortunio o una malattia professionale, per imparare a costruirsi una pensione fin da subito, anche investendo sulla previdenza complementare, per avere accesso a tutte quelle prestazioni socio-assistenziali, cui hanno diritto in virtùdi leggi nazionali.

Inoltre, per usare le parole dello spot per essere ‘”Giovani, forti nei diritti”‘.

facebook.com/pages/Inca-per-i-giovani

Il flop del click day

Un bilancio “politico”

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A una settimana dal click day, la lotteria borgesiana che dovrebbe decidere le sorti di tanti lavoratori stranieri – ma stranieri fino a un certo punto, perché molti di loro lavorano già da noi – è già tempo di fare qualche bilancio.

Un bilancio solo “politico”, però, perché per le graduatorie dei beneficiati ci sarà da attendere tanto tempo: e magari a quel punto molti dei datori di lavoro che avevano fatto richiesta di manodopera non ne avranno più bisogno o si saranno arrangiati in altro modo. Tanto per fare un esempio, l’ultima sanatoria per colf e badanti, lanciata quindici mesi fa, non ha ancora prodotto le relative graduatorie. “Se il ministero ha indubbiamente migliorato le procedure che riguardano la fase di presentazione delle domande – spiega Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil nazionale –, resta avvolto nel mistero quello che avviene dopo, nel momento cioè in cui le domande vengono vagliate. Qui i criteri rimangono imperscrutabili e magari basta avere un computer più potente o una particolare linea adsl per vedere la propria domanda arrivare prima. Insomma il sistema rimane oscuro e come tale produce discriminazioni”.

Con i tre click day sono arrivate agli uffici ministeriali circa 400.000 domande per lavorare in Italia; numeri, questi, che smentiscono le previsioni governative sul fatto che, vista anche la crisi, ci sarebbe stata una riduzione drastica delle richieste, e anche una risposta indiretta a tutti i tentativi – più o meno formali – messi in atto per scoraggiare la regolarizzazione.

I posti di lavoro “in palio” in questa surreale lotteria sono comunque poco più di 98.000, largamente al di sotto delle richieste del mercato. Non solo. Come spiega Soldini, “molti datori di lavoro non potranno attendere un periodo così lungo per la formazione delle graduatorie e come già accaduto in precedenza molti di questi posti di lavoro si perderanno per strada e dunque i nulla osta effettivi e i conseguenti contratti di soggiorno saranno sicuramente di meno anche delle quote previste”. Sulle lungaggini burocratiche purtroppo c’è da star sicuri: gli sportelli unici che dovranno vagliare le domande a una a una soffrono di grave carenza di personale: 650 lavoratori interinali sono stati licenziati lo scorso luglio, mentre per altri contratti in scadenza a fine 2010 c’è da attendere l’esito del decreto Milleproroghe.

I sindacati, in ogni caso, si batteranno affinché le regolarizzazioni siano ripartite proporzionalmente rispetto alla quantità delle domande che provengono dalle diverse regioni (106.000 dalla Lombardia, 50.000 dall’Emilia Romagna, 37.000 Lazio e via via tutte le altre regioni). “Comunque – riprende il sindacalista – sembra finalmente affacciarsi negli ambienti ministeriali la consapevolezza che questo sistema fa acqua da tutte le parti: è stato ormai ampiamente testato, ma gli esiti sono negativi sotto tutti gli aspetti. Per governare i flussi ci vogliono sistemi più aperti e flessibili. Serve un confronto tra tutte le parti sociali e gli enti locali per trovare una soluzione.

La Cgil un’idea ce l’ha: occorre una programmazione dei flussi per un arco di tempo ampio, ad esempio tre anni, all’interno della quale gli ingressi devono essere fluidi e non concentrati in questi assurdi click day. Secondo noi deve essere possibile anche una quota di ingressi per ricerca di lavoro, magari garantita da uno sponsor come previsto nel dispositivo pensato nel progetto Ferrero-Amato dell’ultimo governo di centro-sinistra”. Anche perché, come è noto, il meccanismo dei flussi, oltre a essere non gestibile, si fonda su un grande inganno: e cioè sul fatto che molte delle persone coinvolte in realtà già lavorano in Italia al nero. In caso di accoglimento della loro richiesta dovrebbero uscire e poi rientrare da regolari. “Un ulteriore problema, però – conclude il responsabile sindacale – sta nel fatto che con l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina questo escamotage sarà sempre più difficile e rischioso”. Un’incognita in più, dunque, tra le tante anche per chi riuscisse a superare le forche caudine della lotteria ministeriale.

Rassegna.it

Inpdap – Patronati e trasmissione telematica domande di pensione

Cooperazione con gli istituti di Patronato

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Tra breve, sarà possibile inviare telematicamente all’Inpdap, le domande di pensione diretta ordinaria di anzianità e di vecchiaia a nome e per conto dei suoi assicurati, che si rivolgeranno agli sportelli del patronato presenti su tutto il territorio nazionale.

Da tempo  era stato attivato un confronto con l’Inpdap per sollecitare la telematizzazione del rapporto Istituto-Patronati, con lo scopo di assicurare ai nostri assistiti un servizio più efficiente e più rapido

Con la nota n. 5 del 1.2.11 l’Istituto previdenziale, dopo aver dato comunicazioni che sono state concordate le specifiche necessarie per l’adeguamento delle rispettive procedure telematiche, fornisce le prime indicazioni operative alle sue strutture.

n. 451 del 10 febbraio 2011

                                                                                                                             

NEWSLETTER LAVORO

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Le Novità in materia di Lavoro                                               

>    INPS: criteri operativi per i soggetti abilitati alla cura degli adempimenti in materia di lavoro

L’INPS ha evidenziato i nuovi criteri operativi per i soggetti abilitati alla cura degli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, ivi compresa la trasmissione telematica della documentazione previdenziale.

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>    Min.Lavoro: nuovo canale per la consultazione dei rapporti ufficiali del Governo all’OIL

Il Ministero del Lavoro ha predisposto un nuovo canale che raccoglie i rapporti ufficiali del Governo italiano in merito allo stato di applicazione degli strumenti normativi adottati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), nonché i rapporti periodici al Consiglio d’Europa riferiti agli articoli della Carta sociale europea.

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>     INPS: importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, mobilità e disoccupazione

L’INPS riporta la misura, in vigore dal 1° gennaio 2011, degli importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, mobilità e disoccupazione, nonché la misura dell’importo mensile dell’assegno per l’attività socialmente utili.

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>     Min.Lavoro: prorogato il regime transitorio per l’accesso al lavoro di rumeni e bulgari

I Ministeri del Lavoro e dell’Interno hanno reso noto che l’Italia ha deciso di continuare ad avvalersi del regime transitorio per un ulteriore anno, relativamente alle procedure per l’accesso al mercato del lavoro nei confronti dei cittadini rumeni e bulgari.

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   Le Sentenze di Cassazione in materia di lavoro                       

>      Comporto e indicazione dei giorni

>      Licenziamenti collettivi e criterio di uscita

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   Gli approfondimenti della DPL di Modena                                 

>      Il certificato di abilitazione alla condotta dei generatori di vapore (dr.Magri)

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