Archivi giornalieri: 22 febbraio 2011

CE – Direttiva orario di lavoro…

 

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….. ripartono le consultazioni

La Commissione europea ha lanciato la seconda fase di consultazione obbligatoria dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori per il riesame della direttiva Ue sull’orario di lavoro.  Ha inoltre presentato una relazione dettagliata sull’attuazione giuridica dell’attuale direttiva sull’orario di lavoro negli Stati membri, i principali risultati della prima fase di consultazione delle parti sociali, una panoramica dei dati più recenti sulle tendenze e sui modelli relativi all’orario di lavoro nonché un’analisi dell’impatto socioeconomico delle attuali norme negli Stati membri.

Il documento di consultazione chiede alle parti sociali europee di pronunciarsi su questioni chiave come i servizi di guardia, la programmazione dei periodi di riposo, la protezione contro gli orari di lavoro eccessivi, la conciliazione tra lavoro e vita familiare e la chiarificazione degli ambiti in cui la legislazione appare poco chiara.

Una delle questioni più dibattute è quella relativa alla cosiddetta clausola dell’opt-out, che consente di derogare al limite dell’orario settimanale stabilito dalla direttiva. Ottenuta e adottata inizialmente dal Regno Unito per consentire la “settimana lunga”, l’opt-out si è poi via via esteso a ben 15 Stati membri, diventando questione europea a tutti gli effetti: oltre al Regno Unito anche Bulgaria, Cipro, Estonia e Malta vi ricorrono in tutti i settori lavorativi, mentre Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Spagna lo consentono nei settori in cui vi è un esteso ricorso ai periodi di guardia. Ed è soprattutto a questo proposito che la Confederazione europea dei sindacati (Ces) ha espresso il proprio disappunto verso il documento di consultazione, puntando il dito sulla ” mancanza di volontà politica di porre fine all’opt-out”. Più in generale, per la Ces la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori deve rimanere l’obiettivo principale di ogni revisione della direttiva sull’orario di lavoro.

www.osservatorioinca.org

Falsi invalidi: Comitato Inps Sardegna contro Ente nazionale

 

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Nell’isola cancellazioni senza alcuna visita agli invalidi

Il Comitato regionale Inps Sardegna ha respinto i dati diffusi dall’Inps nazionale sulle percentuali di revoche delle pensioni di invalidità che indicano la provincia di Sassari fra quelle con il tasso più alto di falsi invalidi (76% di revoche) e la Sardegna fra le regioni meno virtuose in Italia (53% di revoche).

Il Comitato Inps sardo non condivide ”nel modo più assoluto i dati comunicati, sia per il metodo e ancora piu’ per il merito”. Infatti ”i dati elaborati dall’Inps nazionale, attuando una vera e propria manipolazione strumentale dei risultati proposti, non tengono conto di alcune fortissime
disfunzioni organizzative che hanno visto la cancellazione di centinaia di pensioni di invalidità senza che gli invalidi fossero neanche convocati a visita”.

La denuncia del Comitato Inps Sardegna sottolinea, inoltre, che contro le decisioni di revoca ”sono stati presentati sino ad oggi circa il 100% di ricorsi che non hanno concluso ancora
l’iter”, e pertanto le revoche non possono esser considerate effettive. ”In questo contesto l’unica certezza gravissima è ai danni degli utenti – ha aggiunto il presidente del Comitato,
Giovanni Basciu – con la sospensione delle pensioni che l’Inps in modo unilaterale effettua senza aver concluso gli accertamenti”. Infine il Comitato regionale ritiene che l’Inps
nazionale spieghi le motivazioni che hanno portato ”ad un fallimento gigantesco del nuovo Progetto dell’invalidità civile considerando che ormai anche in Sardegna vi sono 15.000 domande  arretrate. Un progetto che non va a regime a causa delle direttive poco chiare e molto confuse”.

(ANSA)