Archivi giornalieri: 8 aprile 2010

Osservatorio Inca Cgil per le politiche sociali in Europa

 


Direttiva orario di lavoro, riparte la consultazione delle parti sociali

La Commissione europea ha chiesto il parere delle parti sociali europee per un eventuale riesame delle regole in materia di orario di lavoro: è un primo passo dopo che, nell’aprile 2009, i tentativi di revisione della normativa esistente erano giunti a un punto morto. Secondo la Ces, l’orario di lavoro è di vitale importanza per tutti i lavoratori, soprattutto se la loro mansione può influenzare la vita degli altri, per esempio nelle professioni sanitarie e nei trasporti.

 


L’Europa sollecita una maggiore inclusione sociale dei Rom

La Commissione europea sollecita gli Stati membri a usare i fondi dell’UE ai fini dell’integrazione socioeconomica dei Rom. Assicurare a queste comunità l’accesso a posti di lavoro e a un’istruzione non segregati, ad alloggi e a servizi sanitari è essenziale per la loro inclusione. L’integrazione dei 10-12 milioni di Rom, una popolazione grande come quella del Belgio o della Grecia, costituisce una responsabilità comune degli Stati membri e delle istituzioni UE.

 


Adotatta la nuova direttiva sui congedi parentali

Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la direttiva che porta da tre a quattro mesi la durata del congedo parentale cui hanno diritto i genitori lavoratori, di entrambi i sessi. Essa applica l’accordo quadro sui congedi parentali firmato dalle parti sociali europee il 18 giugno scorso. Gli Stati membri hanno ora due anni di tempo per recepire la nuova direttiva nelle loro legislazioni nazionali..

 


Benchmarking Working Europe

Un nuovo Dossier a cura dell’Osservatorio analizza e sintetizza i principali risultati del rapporto Benchmarking Working Europe, dell’Istituto sindacale europeo, presentato in questi giorni a Bruxelles, che ogni anno verifica se e quali progressi sono stati compiuti in aree di interesse e rilevanza particolare per i sindacati e per lo sviluppo dell’Europa sociale in generale.

 


Le politiche sociali in tempi di crisi…

Un nuovo Dossier a cura dell’Osservatorio analizza gli effetti che la crisi economica e finanziaria ha avuto sul mercato del lavoro, con particolare attenzione alla diminuzione dell’occupazione e all’aumento dei tassi di disoccupazione, e gli strumenti di politica sociale messi in atto da parte dei governi di alcuni stati membri per far fronte agli effetti sociali della recessione.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

L’Osservatorio per le politiche sociali in Europa è un’iniziativa di INCA CGIL e INCA Belgio

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NEWSLETTER LAVORO

                                                                                                                                                                                            

n. 408 dell’8 aprile 2010

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Le Novità in materia di Lavoro                                                

>    Min.Lavoro: deleghe per la presentazione di istanze di CIGS

Il Ministero del Lavoro ha emanato la circolare n. 9/2010, relativa alle deleghe per la presentazione di istanze di cassa integrazione guadagni straordinaria di cui al DPR n. 218/2000 e per i contratti di solidarietà.

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>    Min.Lavoro: aggiornato l’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il Decreto 11 dicembre 2009, con l’aggiornamento dell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia.

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>    Min.Sviluppo Economico: modelli di comunicazione unica per la nascita dell’impresa

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il Decreto 23 marzo 2010 relativamente alla modifica dei modelli di certificati-tipo inerenti il Registro delle imprese  e l’adozione di un modello di ricevuta di accettazione di comunicazione unica per la nascita dell’impresa.

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>    COVIP: versamento del contributo da parte delle forme pensionistiche complementari – 2010

La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione ha pubblicato il Decreto 18 marzo 2010 sulla determinazione della misura, dei termini e delle modalità di versamento del contributo dovuto alla COVIP da parte delle forme pensionistiche complementari nell’anno 2010.

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  Gli Interpelli della Direzione Generale per l’Attività Ispettiva                  

>   Trattamento di trasferta e computo delle ore di viaggio

>   Indennità di trasferta contrattuali

>   Orario di lavoro – tempo impiegato per recarsi al lavoro

>   IACP ed Enti derivati – contributi assicurativi

>   Apprendistato professionalizzante e limitazioni quantitative

>   Personale nei servizi di ristorazione sui treni ed esclusione dalla base occupazionale

>   Indennità e pagamento diretto da parte dell’INPS

>   Invio prospetto paga tramite posta elettronica

>   Tirocini formativi e di orientamento

>   Indennità di rischio radiologico

>   Settore assistenza domiciliare e contratti di collaborazione

>   Società di lavoro interinale svizzera e attività in Italia

>   Responsabilità solidale negli appalti e rilascio del DURC

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  Gli Approfondimenti della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena     

>     Prestazioni occasionali ed accessorie (E. Massi)

>     La Cigs nel settore editoriale (E. Massi)

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Operazione RED

Pensioni: il pagamento
Operazione RED

E’ l’attività di verifica dei redditi che l’Inpdap svolge ogni anno per i pensionati titolari delle seguenti prestazioni:

  • integrazione della pensione al minimo (art. 2, comma 13, legge n. 335 del 1995)
  • assegno per il nucleo familiare
  • pensione al coniuge superstite
  • incremento di maggiorazione (art. 38 legge 448 del 2001)
  • somma aggiuntiva (cosiddetta quattordicesima, legge 127 del 2007)

Sono interessati dalla verifica reddituale:

  • i titolari di trattamenti pensionistici i cui importi sono collegati alla situazione reddituale del percettore e/o dei componenti del suo nucleo familiare, inclusi i pensionati ultrasettantacinquenni che hanno percepito nel corso degli anni 2007 e/o 2008 la somma aggiuntiva di cui alla legge n. 127 del 2007 (cosiddetta quattordicesima)
  • i percettori di soli redditi derivanti da pensione, ancorché tali redditi siano stati già dichiarati in sede di operazione Red 2008
  • i titolari di una pensione sia di reversibilità (sorta dopo il 17 agosto 1995) sia diretta, entrambe erogate dall’Inpdap.

Verifica redditi 2010

Per l’anno 2010 i pensionati non devono presentare  alcuna dichiarazione.
L’art. 15 della legge 3 agosto 2009, n.102 stabilisce infatti che i dati reddituali, utili ad effettuare le relative verifiche nei confronti dei percettori di prestazioni pensionistiche collegate al reddito, devono essere forniti,  in via telematica, dall’amministrazione finanziaria che detiene informazioni utili a determinare l’importo delle prestazioni previdenziali, collegate al reddito dei beneficiari.

Dichiarazione redditi 2009

I pensionati che non hanno ancora provveduto a comunicare i redditi relativi agli anni 2007 e 2008, dovranno presentare le dichiarazioni reddituali alle sedi Inpdap di competenza entro il 16 aprile 2010. Nel caso di mancata presentazione nel termine indicato con la rata di giugno verrà ridotta  o sospesa la prestazione collegata al reddito.

Non devono invece presentare alcuna dichiarazione:

  • i pensionati ultrasettantacinquenni che risultavano, nella precedente operazione Red 2008, non possedere alcun reddito diverso da pensione.

Espunta dalla storia la Sardegna

La beffa del museo dei Fenici

Se qualcuno si prendesse la briga di analizzare dei testi di storia – specie quelli scolastici – scoprirebbe  che della Sardegna  non c’è traccia. Della Sardegna  dei Sardi, intendo. Certo, si parla dei Fenici e Cartaginesi  che la colonizzano; dei Romani e dei Bizantini  che la dominano; degli Spagnoli  e dei Piemontesi che  fanno incetta delle sue risorse, riducendola a una provincia  periferica e marginale. Ma la Sardegna nuragica? Cancellata.  La Biblioteca del Quotidiano  “La Repubblica” nel 2005 ha pubblicato e diffuso a migliaia  di copie un volume di  800 pagine sulla preistoria nel  quale nuraghi e Sardegna non vengono citati, neppure per  errore. E i 4 regni giudicali  che governano la Sardegna  per circa 400 anni (quello arborense  addirittura 600)? Scomparsi. Espunti. Sacrificati  sull’altare della Xenomania  e dell’eurocentrismo. Da cui – ma è solo un esempio – è accecato  certo Gustavo Jourdan,  uomo d’affari francese, che,  deluso per non essere riuscito  dopo un anno di soggiorno in  Sardegna, a coltivare gli asfodeli  per ottenerne alcool, in  “l’Ile de Sardaigne” (1861) parla  della Sardegna “rimasta ribelle alla legge del progresso,  terra di barbarie in seno alla  civiltà che non ha assimilato  dai suoi dominatori altro che i  loro vizi”. O l’inglese Donald  Harden, archeologo, filologo e  storiografo di fama, che dopo aver visitato molte contrade  della Sardegna, agli inizi del Novecento, tra gli anni ’20 e  ’30, espresse giudizi poco lusinghieri  sulla tradizionale  cultura del popolo sardo che  lo aveva ospitato. Ma la Xenomania  è dura a morire. È di  questi giorni la notizia che nascerà  in Sardegna il “Parco dei  Fenici”. Il progetto sarebbe  già stato finanziato con una  prima tranche di 800 mila euro  dal Ministero dei beni culturali  e coinvolgerebbe non  solo la Provincia di Oristano  ma anche quella del Medio  campidano. Bene. Ma cosa  c’entrano i Fenici con Nuraghe  Losa, Paulilatino e il compendio  archeologico di Santa  Cristina, Fordongianus e Laconi:  tutte località e siti che  dovrebbero essere comprese  nel progetto, “Phoenix”? Bisognerebbe  rilanciare le sottoscrizioni  su Facebook per “Su  mare de Aristanis no est fenitzu”, ha scritto un firmatario,  non servirà forse a far  cambiare idea a chi è deciso a  svendere la nostra storia, ma  almeno facciamoci sentire. (Francesco Casula, Storico)

Da “Il  Sardegna” del 06/04/2010

Friuli V.Giulia – Ogni anno 1.200 malattie professionali

NEWS

Conoscere per intervenire

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Sono circa 1.200 le  malattie professionali che si registrano annualmente in Friuli Venezia Giulia, un dato che nell’ultimo periodo, nell’arco temporale cioè che va dal 2000 al 2007, è rimasto sostanzialmente stabile. E’ quanto emerge dall”Atlante delle malattie professionali’, un documento elaborato dalla regione Friuli Venezia Giulia e presentato oggi a Trieste, in un incontro con la stampa, dall’assessore alla Salute e alla Protezione sociale, Vladimir Kosic.

E’ la prima volta che viene condotta un’elaborazione statistica così approfondita sul fenomeno delle cosiddette ‘tecnopatie’ nella regione, sulla base dei dati amministrativi in possesso dell’Inail. Nell”Atlante’ i dati sono proposti per l’intero territorio regionale e poi anche suddivisi fra le aree di competenza delle diverse aziende sanitarie.

Il  fenomeno delle malattie professionali, come ha osservato l’assessore Kosic, “ha un’incidenza sociale e sulla salute molto superiore rispetto a quella degli infortuni sul lavoro, di cui si parla invece molto più spesso: sebbene si registrino solo quattro ‘tecnopatie’ ogni cento infortuni, quelle con esito mortale sono tre volte superiori alle morti per infortunio”.

Il principio che ha ispirato il lavoro di ricerca condotto dagli uffici regionali è quello di “conoscere per intervenire”. “Solo la conoscenza del fenomeno – ha detto Kosic – ci permette di intervenire in modo efficace per migliorare le condizioni dei nostri lavoratori, solo i dati ci consentono di porre le premesse per un lavoro di prevenzione in modo da evitare i pericoli e i fattori di rischio. La denuncia deve lasciare il posto alla progettualita’”.      

Nel periodo preso in esame dalla ricerca, le malattie professionali sono rimaste stabili come numero, ma è cambiata la composizione. Sono in calo le cosiddette malattie ‘tabellate’, quelle cioè espressamente previste per legge e inserite nelle tabelle dell’Inail, a fronte di un aumento di quelle ‘non tabellate’, malattie cioè di tipo nuovo rispetto alle norme codificate.

Quest’evoluzione è la risultante di due tendenze: da un lato, le malattie ‘tabellate’ diminuiscono proprio perchè la consapevolezza del rapporto tra una specifica patologia e l’ambiente del lavoro ha consentito di intervenire con efficaci strumenti di prevenzione, come dimostra per esempio il calo delle denunce nel settore della lavorazione del legno; dall’altro, l’aumento delle malattie ‘non tabellate’ dimostra la crescente consapevolezza dei lavoratori sull’origine professionale dei loro problemi di salute.     

Le patologie più frequenti restano l’ipoacusia e la sordità, mentre in aumento risultano quelle di tipo osteoarticolare. In calo, invece, le malattie dell’apparato respiratorio e le malattie infettive, proprio come risultato del miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel periodo 2000-2007, sono stati registrati anche quasi 500 casi di tumore da amianto. Quanto all’analisi territoriale, nelle aree delle aziende sanitarie ‘Triestina’ e (province di Trieste e Gorizia) il numero delle malattie professionali risulta superiore a quello degli infortuni sul lavoro, a differenza delle altre aziende, in particolare quelle del ‘Friuli occidentale’ e ‘Medio Friuli’.

Cgil – Al via “Il lavoro dei migranti”

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Concorso fotografico a Rosarno

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In occasione della festa del primo maggio la Cgil ha lanciato un concorso fotografico nella citta’ di Rosarno intitolato ‘Il lavoro dei migranti’. Il sindacato ha voluto promuovere il concorso per “dare forma al lavoro dei migranti in Italia raccontando la loro vita di tutti i giorni attraverso le immagini”, spiega la Cgil in una nota.

L’iniziativa, voluta dal sindacato “con l’obiettivo di porre al centro il tema della condizione dei migranti nel nostro paese, punta a declinare il tema in termini di integrazione, accoglienza e legalità: un modo per costruire una riflessione critica sulla condizione reale degli immigrati partendo dal racconto della loro vita nei luoghi dove lavorano”.

Il concorso, che prende il via oggi e si concluderàil prossimo 30 giugno, è aperto a tutti, professionisti e fotoamatori, e la partecipazione e’ gratuita. Le foto dovranno essere inviate all’indirizzo mail redazione.concorso@cgil.it, corredata da una breve descrizione e dai dati anagrafici dell’autore. La giuria sarà composta dai componenti della redazione del portale Cgil e le migliori fotografie, nonchè quelle vincitrici, verranno pubblicate sul sito della Cgil e sui social network del sindacato. Ai primi tre vincitori premi in buoni libro. Tutte le informazioni sul sito www.cgil.it.

Radiazioni ottiche artificiali nei luoghi di lavoro

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Nuove tutele per la salute dei lavoratori

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Dal 26 Aprile 2010 entrerà in vigore l’obbligo per il datore di lavoro di valutare il rischio derivante dall’esposizione a radiazioni ottiche artificiali durante il lavoro, con particolare attenzione ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute.

Il Decreto Legislativo n. 81/08 Titolo VIII (art.li da 213 al 220) introduce misure di protezione dei lavoratori contro i rischi relativi all’esposizione a radiazioni ottiche di origine artificiale e in particolare ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute.
A partire dal 26 Aprile 2010 saranno quindi in vigore gli obblighi a carico del datore di lavoro:

a) Valutare, e se necessario, calcolare o misurare i livelli di radiazioni ottiche a cui i lavoratori sono esposti;
b) Tenere conto dell’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i valori di esposizione;
c) Individuare eventuali metodi di riduzione dell’esposizione;
d) Provvedere ad attività di informazione e formazione dei lavoratori.

Pertanto potrebbe essere necessario procedere all’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi mediante l’indicazione degli esiti della valutazione e delle eventuali misure di prevenzione e protezione adottate.

A partire dal 26/04/2010 saranno sanzionabili le inadempienze agli obblighi previsti dal Capo V del Titolo VIII del D.Lgs. 81/08 per il datore di lavoro e il dirigente (art. 219) e per il medico competente (art. 220).

Amianto: il CIV INAIL chiede un tavolo del governo

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Una vera e propria questione sociale

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Il Consiglio di indirizzo e di vigilanza ha dato mandato al presidente Lotito di interessare il ministro Sacconi alla costituzione di un gruppo allargato in cui parti sociali, INAIL, Inps, Inpdap, Ipsema e Regioni promuovano strategie a tutto campo per la tutela dei lavoratori esposti.

Sollecitare il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, alla costituzione di tavolo allargato in cui parti sociali, INAIL, Inps, Inpdap, Ipsema e Regioni affrontino tutte le problematiche relative all’esposizione all’amianto: questo il mandato che il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INAIL ha affidato al suo presidente, Franco Lotito.

Diversi gli aspetti che hanno motivato questa sollecitazione nei confronti del governo – valuta il Civ INAIL – a partire dall’enorme numero di domande presentate all’Istituto per il riconoscimento dei benefici previdenziali relativi alle conseguenze dell’esposizione all’asbesto: una realtà che conferma come questo problema abbia senz’altro scavalcato il confine della dimensione strettamente lavoristica per diventare una vera e propria questione sociale.

Sollecitare il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, alla costituzione di tavolo allargato in cui parti sociali, INAIL, Inps, Inpdap, Ipsema e Regioni affrontino tutte le problematiche relative all’esposizione all’amianto: questo il mandato che il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INAIL ha affidato al suo presidente, Franco Lotito. Diversi gli aspetti che hanno motivato questa sollecitazione nei confronti del governo – valuta il Civ INAIL – a partire dall’enorme numero di domande presentate all’Istituto per il riconoscimento dei benefici previdenziali relativi alle conseguenze dell’esposizione all’asbesto: una realtà che conferma come questo problema abbia senz’altro scavalcato il confine della dimensione strettamente lavoristica per diventare una vera e propria questione sociale.

Questa richiesta, sottolinea il Civ, si inserisce inoltre nell’ambito delle competenze di supporto tecnico-scientifico, di certificazione e monitoraggio che le normative in materia assegnano all’INAIL: compiti che l’Istituto ha sempre svolto – e continua ad assolvere – con rigore, sforzandosi di contemperare il pieno rispetto delle leggi con l’aspettativa dei lavoratori che nel corso degli anni hanno richiesto il riconoscimento della loro condizione. Come purtroppo confermano tutti gli studi scientifici, il picco della patologia è destinato a incrementarsi fortemente nel corso dei prossimi 15/20 anni e questo rende quanto mai necessario agire adesso con ancora maggiori impegno e tempestività.

Proprio a causa di questo scenario di grande gravità sociale, dunque, il Civ INAIL intende farsi promotore di un impegnativo percorso di riforma della tutela dei lavoratori esposti all’amianto che abbia non solo l’obiettivo di superare la frammentazione e le lacune delle norme attualmente in vigore, ma anche di precisare le competenze e le responsabilità che si esprimono sia nel processo lavorativo sia come dimensione sociale di tutti i soggetti interessati, dotandoli di strumenti efficaci per una valutazione di merito. Tra le finalità del tavolo, infine, anche la valutazione relativa all’opportunità di realizzare un Testo Unico in merito.

“Contemporaneamente si può e si deve agire usando i mezzi già disponibili per realizzare un Registro nazionale degli ex esposti venuti a contatto dell’amianto per motivi di lavoro”, è l’esortazione del Civ INAIL, “una mappa dei siti produttivi interessati dall’uso dell’amianto, un programma di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ed una ricerca per la diagnosi precoce dei tumori polmonari correlati all’esposizione all’asbesto”.

Infortuni – Chiusa la centrale Enel di Torre Valdaliga

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Quando gli infortuni sono troppi……

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Il sindaco di Civitavecchia, Giovanni Moscherini, ha annunciato in accordo con i presidenti della province di Viterbo e di Roma “la chiusura della produzione della centrale Enel di Torre Valdaliga per il tempo necessario a fare chiarezza definitiva su quanto accaduto”. È questa la decisione scaturita da un incontro che si è svolto oggi (6 aprile) in Comune, che arriva dopo l’infortunio in cui ha perso la vita Sergio Capitani, operaio 34enne dipendente della ditta esterna Guerrucci. L’incidente sul lavoro è avvenuto lo scorso 3 aprile e insieme a lui altri tre colleghi sono rimasti feriti durante un intervento di manutenzione.

Il primo cittadino di Civitavecchia ha detto che tre infortuni mortali in altrettanti anni “sono troppi”, e che per questo motivo emetterà domani (7 aprile) un decreto di chiusura. Dopo di lui ha preso la parola anche Canio Calitri, segretario regionale della Fiom, confermando che il sindacato si costituirà parte civile nel processo assieme al Comune. A questo punto la centrale elettrica potrebbe restare chiusa almeno per una settimana e soltanto dopo nuove ispezioni verrà decisa l’eventuale riapertura.

“Dedichiamo quella di oggi, che consideriamo una nostra vittoria per arrivare a lavorare in sicurezza, al nostro collega Sergio Capitani, ultima vittima della centrale di Torre Valdaliga Nord”. Così gli operai della centrale Enel hanno commentato la decisione del sindaco.

“Per le verifiche subito e per il monitoraggio della sicurezza in futuro, nella centrale di Torre Valdaliga Nord serve una task force di esperti degli enti preposti perché dall’ottobre del 2007 ad oggi abbiamo contato un morto ogni otto mesi. E questo è inaccettabile”. Lo ha detto il segretario regionale del Lazio della Cgil, Claudio Di Berardino, che ha partecipato all’incontro promosso dal sindaco.

Dal 2005 a oggi la centrale è stata riconvertita al cosiddetto “carbone pulito” in un cantiere che ha visto impegnate almeno 240 aziende tra appaltanti, subappaltanti, cessionarie di parti di opere, più di tremila operai per quattro categorie: chimici, meccanici, edili, servizi. Operai addetti agli scavi, ai dragaggi, alla manutenzione degli impianti, alle mense, alla vigilanza. Un universo difficile, se non impossibile, da controllare. Anche sul piano della sicurezza e della salute.

Colf e badanti, il diamante della cura

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Lavoro di cura e non solo

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Le assistenti familiari straniere in Italia sono oltre un milione, e circa il 45,5% delle donne di origine non comunitaria assicurate all’Inps sono addette al lavoro domestico e di cura alla persona (dati: Caritas 2009 e Inps 2009).

La forte domanda di lavoro da parte delle famiglie italiane sta generando in alcuni contesti di origine uno spiccato aumento del flusso migratorio femminile. Raramente ci si interroga sull’impatto che questo flusso genera sulle famiglie e sui sistemi sociali dei paesi origine.

In un recente articolo Eleonore Kofman e Parvati Raghuram (Kofman, Raghuram 2009) ricordano come le migrazioni, specie quelle femminili, cambiano l’intero “regime della cura” nei contesti di origine. Per dare maggior evidenza a questa idea, le autrici utilizzano un’immagine: quella del “diamante della cura”. Si tratta di una sorta di rombo. Ognuno dei quattro angoli del rombo rappresenta un attore del panorama della cura nei contesti di origine: al vertice troviamo la famiglia, poi lo Stato (il livello nazionale e locale), poi la comunità (Ong, non profit, volontariato, cooperazione sociale, etc.), e infine il mercato. Le migrazioni femminili – determinando la necessità di ricomporre nuove geografie della cura – hanno un impatto su tutti questi livelli.

La famiglia è il primo e il principale livello ad essere investito dall’emigrazione femminile. Si tratta probabilmente del soggetto più elastico e in grado di trasformarsi per ricomporre nuove strategie di cura. Un dato costante in tutti i principali paesi esportatori di manodopera di cura è che sono soprattutto le componenti femminili della famiglia ad attivarsi in questo senso: nonne, zie e soprattutto le stesse madri lontane.

Le istituzioni statali a livello nazionale e locale, nella maggior parte dei paesi di origine, cominciano anch’esse a far fronte (anche se in modi diversi) al fenomeno della massiccia emigrazione femminile e alle conseguenti problematiche derivanti dal care drain (il drenaggio di cura dovuto alla partenza delle madri). I governi degli Stati a forte emigrazione femminile, negli ultimi anni, hanno adottato strategie assai diverse. Si va da paesi come l’Ucraina e la Moldavia che tentano di scoraggiare (anche se con scarso successo) questo potente flusso, ad esempio rifiutandosi di sottoscrivere accordi per il reclutamento di assistenti familiari all’estero, a paesi, come l’Ecuador e la Romania che riconoscono la legittimità di questo flusso e si impegnano a definire nuove politiche a garanzia dei diversi membri della famiglia migrante.

La comunità e il mondo del no-profit, in molti contesti di origine, costituiscono gli attori che per primi hanno adattato le proprie azioni in funzione delle esigenze delle famiglie che hanno membri emigrati all’estero. Si tratta di soggetti impegnati in una varietà di azioni anche se spesso portate avanti in modo immaturo, frammentario o addirittura individualistico e isolato. E’ proprio da questo mondo, tuttavia, che vengono, le esperienze più interessanti.

I paesi occidentali dovrebbero sostenere i paesi di origine, da cui traggono manodopera a destinare alla cura, a migliorare l’impatto delle migrazioni sul welfare locale, tenendo in considerazione i quattro angoli del diamante della cura.

da InGenere.it

6 aprile 2010

Aggiornamento elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 74 del 1 aprile 2010

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 74 del 1 aprile 2010, Supplemento Ordinario. n. 66, l’aggiornamento dell’elenco delle malattie per le quali e’ obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell’articolo 139 del testo unico approvato, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 30 giugno 1965, e successive modifiche, che integra il Decreto Ministeriale dell’11 dicembre 2009 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 65, del 19 marzo 2010.
 
20091211_DM.pdf