Archivi giornalieri: 20 aprile 2010

L’attualità della Carta de Logu

Il diritto di Eleonora e le donne

sudIl 14 Aprile scorso ricorreva il 618° anniversario della promulgazione della Carta de Logu. Chissà se qualche docente 1’ha ricordato agli studenti sardi. Sarebbe stata una occasione per far conoscere quel “monumento” alla cultura e alla lingua sarda, prima ancora che al diritto civile e penale. che rappresentò quella vera e propria Costituzione della “nacion sardesca”, emanata da Eleonora d’Arborea nel 1392. Scritta in sardo-arborense è sicuramente il Codice legislativo più importante di tutto il medioevo sardo e non solo. Il re spagnolo Alfonso il Magnanimo –che ormai domina sulla Sardegna- l’apprezzerà a tal punto da estenderla nel 1421 a tutta l’Isola, in cui rimarrà in vigore per più di 400 anni, fino al 1827 quando sarà sostituita dal Codice Feliciano. Federigo Scoplis un magistrato piemontese autore della “Storia della Legislazione italiana” considerata da molti studiosi la prima significativa opera di sintesi sulla storia del diritto in Italia, scrive a proposito della Carta de Logu: “Sullo scorcio del secolo XIV si vide in una regione dell’Isola di Sardegna promulgarsi una legge che per la sapienza di molti precetti, che vi si racchiudono, ottenne non solamente di essere estesa a tutto il regno, ma ebbe di più il vanto di essere tenuta per segno di un perfezionamento sociale, del quale erano allora ancora lontane le più vaste contrade del continente italiano […]. La Carta de Logu contiene molte e particolari disposizioni, le quali a dire di un dotto giureconsulto sardo che la prese a illustrare, pressoché tutte convengono ai costumi dei Sardi dei nostri tempi”. Fra i tanti articoli interessanti voglio ricordare il XXI°, in cui si prevedono le pene contro chi violenta una donna sposata o una qualsiasi donna promessa sposa o una vergine. L’interesse del capitolo è dato soprattutto dalla pena prevista per chi violenta una donna nubile: sia condannato –si ordina- a pagare duecento lire e sia tenuta a sposarla ma solo “se piace alla donna” e dunque se lei è consenziente. Si tratta come ognuno può notare di una posizione che potremmo definire di un “femminismo ante litteram”, espressione non a caso di un legislatore donna. Ma non basta: nel caso che lei non sia consenziente, l’uomo violentatore è tenuto a farla accasare munendola di una dote secondo la condizione sociale della donna violentata e il rango dell’uomo violentatore. (Francesco Casula, storico)

Da Il Giornale di Sardegna del 20/04/2010

 

 

 

 

 

La poesia satirica in Sardegna

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autore: AA.VV
editore: Edizioni Della Torre
categoria: letteratura in lingua sarda
sottocategoria: collana “I grandi poeti in lingua sarda”
anno: 2010
lingua: Sardo – Italiano
confezione: Brossura
peso: 320 gr.
prezzo: € 12.00
nota: Antologia a cura di Franco Carlini
Con scritti di Giulio Angioni, Francesco Casula, Franco Fresi, Salvatore Tola
303 pagine

Tre milioni di lavoratori in nero nel 2009

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Il lavoro nero non conosce crisi

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Secondo quanto riferito dal Presidente dell’Ista, Giovannini, in occasione della presentazione di una indagine conoscitiva presso la Commissione Lavoro della Camera,  nel corso del 2009 in Italia sono risultati non regolari quasi 3 milioni di lavoratori.

Quella dell’istituto di Statistica, in realtà, è una stima, che attribuisce al sommerso, nell’anno più nero della recessione globale, circa 2 milioni 966mila unità di lavoro. Sempre nel 2009, il tasso di irregolarità, ossia l’incidenza delle unità di lavoro non regolari sul totale delle unità di lavoro, è risultato pari al 12,2%, in diminuzione rispetto al 2001 quando le unità di lavoro irregolari si attestavano intorno ai 3.280.000 unità e il tasso raggiungeva il 13,8%. Ma ad abbassare il dato percentuale c’è, con ogni evidenza, la diminuzione totale dei posti di lavoro.

L’incidenza del valore aggiunto derivante dalle unità produttive che impiegano lavoro non regolare, in ogni caso, secondo l’Istat, risulta nel 2006, ultimo anno di pubblicazione delle stime, pari al 6,4% del pil e in netto calo rispetto al 2001 quando rappresentava il 7,6% del prodotto interno lordo.

Su un totale di circa 2 milioni e 966 mila unità di lavoro irregolari, la componente più rilevante è costituita dagli italiani, circa un milione e 652 mila, ossia il 55,7 per cento del totale. Al contrario, gli stranieri clandestini risultano la componente più ridotta e sono valutati in 377 mila, pari al 12,7 per cento. La restante parte è riferibile alle posizioni plurime, ossia le seconde attività: sono 937 mila unità, cioè il al 31,6 per cento

Sempre in tema lavoro, inoltre, sono arrivate oggi (15 aprile) le previsioni della Bce. Nel bollettino mensile della Banca centrale europea, si ipotizza il rischio che la disoccupazione, aumenti “ulteriormente” nell’area Euro. Dunque, “seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato e atteso nel 2009”, il dato sugli occupati quest’anno potrebbe peggiorare.

Dopo “una temporanea stabilità – si legge nel bollettino – al volgere dell’anno, il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro, è salto a febbraio al 10 per cento, dal 9,9 in ognuno dei tre mesi precedenti, attestandosi al livello pi elevato dall’agosto 1998”. In prospettiva, dunque, gli indicatori delle indagini sono migliorati dai loro minimi, “ma suggeriscono tuttora che ulteriori aumenti della disoccupazione nell’area dell’euro sono probabili nei prossimi mesi”.

Dunque, anche se il Pil della zona euro “dovrebbe continuare a crescere a un ritmo moderato nell’anno in corso” e “la ripresa economica è proseguita nell’area dell’euro nei primi mesi del 2010”, le condizioni del mercato del lavoro dell’area euro “si sono deteriorate ulteriormente”., Per l’Eurotower, infatti, la dinamica dell’occupazione spesso risponde in ritardo alle oscillazioni del ciclo economico”.

Certificati online, 30% medici non è pronto

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Trasmissione telematica in tilt

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«Più di tre medici su dieci non sono pronti, dal punto di vista tecnico, a spedire i certificati medici online». Sono ancora molte, infatti, «le aree del Paese in cui manca la possibilità di un collegamento Internet con Adsl».

E così «l’imposizione ai camici bianchi di famiglia della trasmissione telematica» suona come una beffa, denuncia Angelo Testa, presidente del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), ieri dalla manifestazione nazionale organizzata a Roma, insieme al Sindacato medici italiani (Smi), per protestare contro la nuova convenzione di medicina generale e la situazione di disagio di molti medici di famiglia.

«La certificazione malattia online, così come è stata impostata – dice Testa – è un insulto nei confronti dei medici. È sicuramente una richiesta che il Governo può fare ma che non può imporre. Soprattutto se non si preoccupa di verificare che ci siano le condizioni tecniche per farlo». Che non ci sono, secondo Testa. «L’Italia non è fatta solo di grandi città. L’Adsl, che permette connessioni stabili sul web – spiega – non è diffusa in tutte le aree del territorio. Oltre il 30% dei medici ha difficoltà di collegamento. In tanti paesini è possibile collegarsi solo con chiavette Umts, non sempre con linee stabili. E in ambulatorio, magari, non prendono nemmeno quelle».

Il patronato Inca e la sindrome di Meniere

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Il patronato in difesa dei diritti del malato

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Una giornata di studio su “Il ruolo del Patronato nella tutela del diritto del malato” è indetta per il 24 aprile p.v. presso il Centro Congressi Hotel Savoia Country di Bologna, dall’AIMM (Associazione nazionale malati di Meniere) con la partecipazione del patronato Inca e i pazienti dell’Unità di otorinolaringoiatria dell’Ospedale Maggiore di Bologna. L’incontro analizzerà il ruolo svolto dal  patronato  per la tutela  dei malati e le possibili sinergie da sviluppare tra il patronato e l’Associazione stessa per corrispondere al meglio alle esigenze di  assistenza e conoscenza dei diritti degli affetti da tale sindrome.

Una malattia, quella di Meniere  che, descritta per la prima volta dal medico Prosper Ménière nel 1861, è u causata da un aumento della pressione dei fluidi dell’orecchio interno (labirinto), che provoca attacchi ricorrenti di sordità, tinnito (ronzii o fischi in una o ambedue le orecchie), vertigini (gravi problemi di equilibrio), nausea, vomito, una sensazione di pressione aumentata all’interno dell’orecchio, tutti sintomi  che riducono notevolmente la qualità della vita degli affetti da tale sintomatologia.

Per l’Inca parteciperanno: Franca Gasparri del Collegio di Presidenza e Marco Bottazzi, coordinatore medico legale del patronato della Cgil.