Archivi giornalieri: 13 aprile 2010

Memorie: Mesina la creazione di un mito

 

Titolo: Memorie: Mesina la creazione di un mito
Autore: Barone Dario
Regia: Barone Dario, Di Francisca Anna
Montaggio: Era Luciano, Lodi Rizzini Mauro, Schirru Paolo
Riprese: Passoni Giuseppe
Editore: RAI Sardegna
Programma: Memorie
Curatore programma: Mossa Maria Piera
Raccolta: Archivio Rai
Tipologia: documentari
Argomento: Storia e tradizioni
Lingua: italiano

Eternit – La testimonianza del sindacalista della Cgil

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Anche tu a morire qui?

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Spezzoni di 20 filmati dell’Archivio Luce sullo stabilimento Eternit di Casale Monferrato sono stati proiettati oggi nella maxi aula del tribunale di Torino in cui si celebra il processo per disastro doloso ai vertici della multinazionale. Le immagini, in bianco e nero documentano il mondo in cui si lavorava l’amianto intorno al 1936/37 nella sede piemontese della fabbrica.

L’occasione è stata la testimonianza di Nicola Pondrano, dipendente dal 1974, sindacalista, secondo il quale, rispetto ai suoi tempi, non molto era cambiato a parte una serie di innovazioni tecnologiche. I video mostrano, per esempio, operai spalare con le vanghe grandi quantità di amianto sgretolato e poi comprimere il mucchio con le mani; oppure, nel reparto manufatti, le donne lavorare a camini, vaschette, e fioriere senza mascherine. ”La polvere – ha detto Pondrano – era dappertutto. A volte si intasavano le tubazioni e si formavano vere e proprie nuvole. Il mio primo impatto con l’azienda furono i manifesti affissi all’entrata con i nomi di lavoratori morti e la corona deposta dai sindacati: erano nomi di compagni che avevano 55, 52, 48 anni”.

Alcuni dei numerosi casalesi presenti in aula per seguire il dibattimento non sono riusciti a trattenere le lacrime.
“Ma il primo impatto  fu anche una presa d’atto che ci invitò a riflettere perchè un conto è dire qua c’è la polvere e qua ci si ammala ma lì era che la gente moriva prima ancora di andare in pensione”. E’ uno dei punti piu’ drammatici della testimonianza di Nicola Pondrano, sindacalista della Cgil di Casale Monferrato (Alessandria) che ha deposto oggi all’udienza del processo Eternit in corso a Torino durante la quale sono stati anche proiettati dei filmati dell’Archivio Luce risalenti alla metà degli anni ’30 riferiti proprio all’attività lavorativa nello stabilimento Eternit di Casale e nei quali era visibile una situazione non così diversa da quella descritta da Pondrano e riferita agli anni ’70.

Nella sua testimonianza il sindacalista, che fu dipendente della Eternit dal ’74 all’85, ha riferito diversi episodi toccanti, da quello di un “vecchio facchino che, seduto su un sacco d’amianto, mi disse “cosa vieni a fare qui, a morire anche tu?'” al suo ricordo personale di quando, a soli 26 anni, tornava a casa e la figlia gli chiedeva se poteva togliergli la polvere bianca dai capelli. “A pensarci ora -ha detto commosso Pondrano- mi verrebbe da prendere una pistola e spararmi: mi porto dietro questa paura per mia figlia e spero che non le succeda nulla. Questa era la vita della Eternit”.

Pondrano ha poi raccontato delle tute blu indossate dai lavoratori sulle quali “era visibile la polvere d’amianto” e che alla fine settimana venivano portate a casa per essere lavate e ha riferito anche di un episodio “molto grave” avvenuto nel ’76 quando “un delegato sindacale che si occupava d’ambiente -ha raccontato- apostrofò pesantemente il caposervizio del reparto tubi dopo che per l’ennesima volta si era intasata una tubazione e si era creata una nube d’amianto e venne licenziato”.

Rispondendo poi alle domande del pm su quale tipo di informazione venisse data ai lavoratori da parte dell’azienda il sindacalista ha fatto cenno a un bollettino informativo “messo in busta paga che parlava di un’indagine ambientale citando alcuni dati senza spiegarli particolarmente e che finiva con la frase “ricordatevi che il fumo di sigaretta è nocivo e provoca il cancro'”. Al pubblico ministero che gli chiedeva, poi, se avesse mai avuto ripercussioni per la sua attività sindacale Pondrano ha risposto che “c’è stato un periodo in cui non mi hanno voluto molto bene e qualche regalino me lo hanno fatto come quello di finire a pulire i gabinetti o i filtri dalla polvere di amianto”.

Povertà – Nuova social card?

Uno strumento inefficace

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In risposta alla proposta avanzata dalle Acli al Ministro del lavoro, sull’attivazione di una nuova social card il presidente nazionale Auser, Michele Mangano,  ha ribadito che”per quante modifiche o correttivi si possano portare a questo singolare strumento varato dal governo nazionale, rimane il fatto che l’esperienza di Auser sul campo ci dimostra che non è stato raggiunto l’obiettivo che era stato inizialmente fissato dal Ministro dell’Economia e tale sistema non può mai rappresentare uno strumento efficace di contrasto alla vecchia e nuova povertà”.

“Non comprendo bene per quale ragione l’Italia che è, e rimane, l’unico Paese in Europa che non si è dato uno strumento efficace di contrasto alla povertà, come il reddito vitale, debba seguire strade diverse e/o scorciatoie che non corrispondono alle reali esigenze della popolazione povera e di buona parte delle persone anziane del nostro Paese” aggiunge il Presidente concludendo che “l’esperienza delle pensioni di invalidità e della disoccupazione agricola, inoltre, va letta nella giusta dimensione che il fenomeno presenta, correggendo le storture ed eliminando e perseguendo gli abusi e non negando lo strumento”.

UE – Congedi parentali

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Adottata la nuova direttiva dalla UE

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Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la Direttiva 2010/18/UE che porta da tre a quattro mesi la durata del congedo parentale a cui ha diritto il genitore lavoratore. Almeno uno dei quattro mesi non potrà essere “trasferito” all’altro genitore, allo scopo di incoraggiare i padri a prendere il congedo.

La nuova direttiva europea, che attua l’accordo quadro sottoscritto il 18 giugno 2009 dalle parti sociali a livello europeo (Businesseurope, Ueapme, Ceep e Ces), punta a meglio conciliare vita professionale e vita familiare, favorendo l’eguaglianza tra uomini e donne nel mercato del lavoro.

Il diritto individuale dei lavoratori europei di entrambi i sessi al congedo parentale viene esteso da tre a quattro mesi per figlio, e si applica a tutte le forme di contratto o relazione di lavoro, compreso il lavoro a tempo parziale e il lavoro tramite agenzie interinali.

Il lavoratore che richiede un congedo parentale non può in alcun modo essere discriminato. I lavoratori che rientrano dal congedo parentale hanno diritto a richiedere modifiche dell’orario lavorativo e/o dell’organizzazione della vita professionale. I datori di lavoro devono prendere in considerazione tali richieste e rispondervi alla luce delle proprie esigenze e di quelle dei loro dipendenti. Gli Stati membri dovranno tenere conto delle esigenze dei genitori di figli con disabilità o con malattie a lungo decorso.

Inoltre il nuovo accordo fissa il termine di preavviso esercitato dal lavoratore prima del suo congedo. Le decisioni in merito a indennizzi o remunerazioni durante il congedo parentale sono prese dagli Stati membri in concerto con le parti sociali nazionali.

Gli Stati Membri hanno ora due anni di tempo per recepire la nuova direttiva.

www.osservatorioinca.org

Il lavoro che ammala

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Storie di malattie professionali

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“Il lavoro che ammala” è un libro che raccoglie storie di condizioni di lavoro difficili; di ritorsioni aziendali; di inadempienze; di lentezza della procedura giudiziaria; di debolezza del sistema di riqualificazione professionale.

Giampiero Rossi, giornalista e caporedattore del settimanale “A” si è da sempre occupato di tematiche inerenti il lavoro. La sua penultima fatica “La lana della salamandra” ci ha raccontato la tragedia di Casale Monferrato con il suo bagaglio di morti e di dolore che però ci insegna che si può e si deve cambiare il corso delle cose sopratutto quando sono in gioco i diritti di migliaia di lavoratori e e lavoratrici che ogni giorno contribuiscono con le loro attività ad accrescere la ricchezza del Paese, ad assicurare la produzione e la circolazione di quei prodotti di consumo garantendo il benessere delle  famiglie.

Le lotte sindacali condotte a Casale Monferrato dal patronato Inca e dalla Cgil sono la dimostrazione che tutto ciò è possibile, che quando le ragioni sono fondate non ci sono muri che non si possono abbattere.

Nella sua ultima fatica, l’Autore, rappresenta uno spaccato del lavoro reale, raccolto dalla voce dei protagonisti con il loro carico di sofferenza, di delusione e anche di rancore verso chi li ha portati a essere così duramente colopiti, ma anche di attaccamento e di dedizione al lavoro.

Il libro è edito dall’Ediesse.