Archivi giornalieri: 22 febbraio 2010

livio Labor

Carlo Felice Casula (storico) interviene alla Giornata di studio del 22 maggio 2009 a Roma – Palazzo Rospigliosi – sul tema: Le Acli di Labor, passioni e ragioni di una stagione del ‘900  

L’amianto e i suoi effetti sulla salute

Prevenire …..è meglio che curare

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Il 22 febbraio alle ore 20.30 presso la sala Cimieri di Palazzo Pio a Carpi si terrà un convegno promosso dall’Istituto di ricerca sul cancro Ramazzini di Bentivoglio (Bologna) con la partecipazione, fra gli altri, di esponenti del patronato Inca nazionale e del servizio di medicina del lavoro,  dal titolo “L’amianto e i suoi effetti sulla salute”. Interverranno la dottoressa Fiorella Belpoggi del centro Ramazzini, il dottor Guido Besutti responsabile Spsal Ausl Modena Area Nord, il dottor Marco Bottazzi del patronato Inca nazionale e il sindaco di Carpi Enrico Campedelli. Presiede l’incontro Giuseppe Paltrinieri.

Quasi quotidianamente si parla delle morti sul lavoro, le morti bianche. Sono quelle che avvengono improvvisamente per infortunio nei cantieri, nelle fabbriche, sulle strade. Esistono però altre morti per il lavoro – le morti grigie – dovute ad esposizioni croniche a sostanze tossiche e cancerogene, di cui si parla molto poco.

La morte sul lavoro è paragonabile ad un iceberg: ciò che emerge sono le morti bianche, ma ciò che è sommerso rappresenta le morti grigie, che rispetto alle prime sono 4 volte di più.
“In Italia – spiegano i dirigenti dell’istituto Ramazzini – ogni anno abbiamo circa 260.000 nuovi casi e 170.000 morti per cancro: di questi, dal 4% al 10% è correlabile ad esposizioni lavorative. Si tratta cioè di 7.000-17.000 casi all’anno di morti di cancro come malattie di origine professionale”. “Se prendiamo in esame i tumori correlati all’amianto, ed in particolare i mesoteliomi, – spiegano ancora dal Ramazzini – sappiamo che sono attesi circa 40.000 casi fino al 2030. Si ritiene inoltre che per ogni caso di mesotelioma osservato in un determinato ambiente di lavoro ci si debba attendere anche l’osservazione di ulteriori 2,5 casi di carcinoma polmonare asbesto correlati”.

Oltre alle morti grigie dei lavoratori vittime di sostanze cancerogene sui luoghi di lavoro, ce ne sono molte altre prodotte dalla diffusa immissione e presenza delle medesime sostanze e di prodotti cancerogeni negli ambienti di vita.
Tra le categorie di lavoratori più colpiti dall’esposizione all’amianto vi sono sicuramente gli edili, i lavoratori dei cantieri navali o delle ferrovie. Oltre a questi settori, nella nostra realtà modenese vi sono state esposizioni anche nelle autocarrozzerie o negli zuccherifici.
Sono di queste settimane le cronache sia dei processi avviati a Torino sul caso Eternit e sulle realtà di Casale Monferrato e Rubiera, sia le inchieste giornalistiche condotte in territori ad alta concentrazione di malati di cancro.

Il convegno, aperto a tutti, nasce dalla necessità di contribuire ad una maggior consapevolezza e diffondere la conoscenza degli effetti dell’esposizione all’amianto sulla salute dei lavoratori, nonché per assicurare maggiori tutele alle vittime ed alle loro famiglie.
I promotori intendono anche portare all’attenzione l’urgenza di procedere ad attente bonifiche ambientali del territorio. L’intento primario rimane comunque sempre quello di diffondere la cultura del “prevenire è meglio che curare” che fu anticipata diversi secoli fa dal medico carpigiano Bernardino Ramazzini, antesignano di quella che al giorno d’oggi è la nuova Medicina del Lavoro.

NEWS

Campi elettrici e magnetici ELF: attività lavorative a rischio

Esposizione a rischio ambientale

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Recentemente il Convegno organizzato dalla ASL di Modena in collaborazione con ISPESL, ISS ed ASL di Siena ha permesso di concentrare l’attenzione sulle situazioni lavorative che espongono i lavoratori a rischio da campi elettromagnetici (i CEM comprendono in particolare le radiofrequenze, le microonde, le radiazioni a frequenze estremamente basse ed i campi elettrici e magnetici statici).

Numerose situazioni lavorative possono comportare esposizioni a campi elettromagnetici con livelli di campo sensibilmente più elevati di quelli tipici della popolazione generale.

Esposizioni significative sono riscontrabili ad esempio nei processi di smerigliatura a mano e nella produzione di magneti permanenti; nei vari tipi di forni elettrici e nelle fonderie (fusione e trattamento dell’acciaio e di altri metalli) dove i lavoratori possono risultare esposti con continuità a campi magnetici; nelle centrali elettriche, per gli addetti alla manutenzione delle linee.

Indagini effettuate nel nostro Paese su modelli di motrici delle Ferrovie dello Stato utilizzate negli ultimi 30 anni, hanno evidenziato anche una esposizione a campi magnetici per i macchinisti a causa degli alternatori e gruppi statici a bordo delle motrici. Ma valori molto più elevati sono previsti in seguito alla trasformazione delle attuali linee a corrente continua in linee a corrente alternata, nell’ambito dei progetti per l’alta velocità.

Altri ambienti di lavoro espongono i lavoratori al rischio da campi elettromagnetici come quelli riferiti ai riscaldatori industriali a radiofrequenza e microonde, alle apparecchiature biomediche, agli apparati per telecomunicazioni così come anche i varchi magnetici e i sistemi antitaccheggio.

8° newsletter

Il «Fondo per il risarcimento delle vittime dell’amianto»:

Amianto e responsabilità sociale

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Enzo Merler e Rosanna Tosato hanno curato il libro edito dall’Ediesse che ci parla di amianto e delle lotte portate avanti dai lavoratori e dal sindacato, oltre 35 anni fa per  eliminare da ogni lavorazione la fibra killer per i suoi effetti altamente nocivi.

Le lotte portarono alla sottoscrizione di accordi sindacali che prevedevano l’istituzione dei «libretti sanitari individuali», il registro dei dati ambientali di reparto nelle fabbriche, i controlli delle aziende sanitarie locali sugli ambienti di lavoro.
Questi accordi furono poi recepiti da leggi regionali e successivamente da leggi nazionali.

Dopo oltre venti anni di processi civili e penali, fu approvata la legge 27 marzo 1992, n. 257, «Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto», che vietava l’estrazione, la lavorazione, l’utilizzo e la commercializzazione dell’amianto, e disponeva la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure per la tutela sanitaria e previdenziale dei lavoratori già esposti all’amianto, nonché il risarcimento di quanti fossero affetti da asbestosi, mesotelioma, cancro polmonare, placche pleuriche, riconosciute come malattie professionali con conseguente danno biologico.

Il volume fornisce le informazioni essenziali per comprendere quali siano i meccanismi di tutela già presenti in Italia e quali invece dovrebbero essere.