Archivi giornalieri: 19 febbraio 2010

INAIL

I “ragazzi di via Ferruzzi”: la gestione clienti è sempre più Web 2.0

Backoffice


ROMA – Molti, all’INAIL, la chiamano semplicemente la “sede virtuale”. Ma, in realtà, chi tutti i giorni – in via Ferruzzi (e, adesso, anche a piazzale Pastore), a Roma – si occupa del servizio della gestione clienti dell’Istituto è un gruppo di ragazzi e ragazze che con la realtà simulata non ha davvero nulla a che fare. Tutt’altro. Sì, perché il controllo delle attività del Back Office – l’assistenza agli utenti INAIL i cui quesiti non possono essere risolti tramite contact-center – e dell’Help Desk – l’assistenza allo stesso personale dell’Istituto in caso di problemi nell’utilizzo delle procedure istituzionali – è un’operazione molto delicata e che richiede un alto livello di conoscenza e competenza.

“Spesso chi accede al Punto cliente del nostro portale non si rende conto pienamente della complessità del lavoro che c’è dietro”, afferma Elena Gerardi, responsabile del processo di gestione del Back Office/Help Desk settore Aziende. “La nostra squadra è composta dalle risorse più giovani di cui dispone l’INAIL: professionisti che precedentemente operavano nelle sedi territoriali e che hanno portato le loro competenze al centro, garantendo adesso – anche con notevole sforzo personale – il funzionamento e l’operatività di una ‘macchina’ di grande complessità”.

Una complessità che, a partire dallo scorso mese di gennaio, è stata ulteriormente incrementata proprio attraverso la “fusione” tra le due attività, in precedenza separate. “Un’integrazione realizzata per garantire una maggiore flessibilità nello smaltimento delle richieste”, aggiunge Enzo Paesano, responsabile vicario dell’Ufficio V Progettazione e Gestione servizi virtualizzati dell’INAIL. “I flussi delle chiamate, infatti, non sono mai omogenei nel tempo, ma procedono in modo discontinuo. Può succedere, per esempio, che momenti di relativa calma si alternino ad altri nei quali, nel giro di poche ore, si debba fare fronte a picchi con più di mille utenti. Per gestire in modo più organico questo andamento abbiamo deciso, quindi, di creare una sola rete di esperti in grado di muoversi, a seconda delle esigenze, ora sull’uno, ora sull’altro fronte”.

La strategia operativa con cui lavora questa squadra di operatori per molti aspetti richiama i paradigmi del web 2.0. “Il nostro approccio è basato sulla condivisione delle conoscenze e sulla personalizzazione delle relazioni”, spiega Paesano. “L’attività di contatto con i clienti interni ed esterni determina, infatti, un prezioso ‘punto di osservazione’ che ci consente di intercettare tempestivamente i primi segnali di eventuali disservizi, garantendo – oltre alle soluzioni – anche un’analisi preliminare dei fenomeni e l’individuazione delle modalità d’intervento più opportune. Consentendo, così, il salto di qualità da servizio reattivo a servizio proattivo“.

“In questo modo siamo in grado di svolgere una funzione di ‘innesco’ nei confronti di altre strutture e di attivare da subito azioni di miglioramento”, continua Gerardi. “Il cliente che, per esempio, segnala una disfunzione ci permette, al contempo, anche di segnalarla a tutti gli uffici dell’Istituto interessati e che, diversamente, potrebbero essere raggiunti soltanto attraverso canali formali e, dunque, necessariamente più lenti”. Così, invece, “i ragazzi di via Ferruzzi” – grazie alle loro conoscenze dei fattori operativi e alle loro competenze organizzative – riescono a rielaborare in procedure risolutive generali i singoli problemi, contribuendo al miglioramento complessivo di prodotti e servizi.

Ma come funziona, esattamente, questa attività? “Per quanto riguarda il Back Office, nei nostri terminali arrivano in tempo reale le segnalazioni ‘di secondo livello’ che il contact center non è stato in grado di risolvere”, spiega Gerardi. “Successivamente ricontattiamo i clienti – tramite mail o telefono – e forniamo loro le risposte”. Sul ‘fronte’ Help Desk, invece, sono da segnalare la recente scelta di privilegiare la sola procedura informatizzata e la chiusura del canale telefonico usato in precedenza dal personale INAIL. “Una modalità, quest’ultima, solo in apparenza pratica, ma che non ci consentiva una tracciatura dei fenomeni e la messa in condivisione delle soluzioni”, afferma Paesano. “Inoltre non potevamo lavorare sulle priorità, perché era la tempestività della segnalazione – e non la gravità del problema – a guidare il nostro intervento. Ci rendiamo conto che questa scelta ha provocato un iniziale momento di resistenza nei colleghi, ma in realtà questo passaggio si è tradotto in una maggiore velocità nella gestione delle segnalazioni che va a beneficio dell’operatività di tutti”.

Ancora, tra le attività di potenziamento future è prevista la realizzazione di una lista di Faq a disposizione della clientela e la diffusione di una newsletter interna per informare su temi ‘caldi’ e nuove iniziative progettuali. “In questo modo se sappiamo anticipatamente che, in una procedura, si possono verificare dei problemi o criticità – dai cambiamenti nella gestione di pratiche e processi ai possibili blocchi del server – possiamo segnalare subito come ovviare alle anomalie”, sostiene Gerardi.

A caratterizzare in modo forte questo processo complessivo è il modello di servizio delineato nel nuovo Piano operativo dell’INAIL, che vede nella centralità dei temi della virtualizzazione, della multicanalità e del Crm i suoi assi portanti. “Diciamo che stiamo ‘scaldando il motore’ in vista del pieno raggiungimento di queste prospettive”, conclude Paesano. “Il nostro obiettivo è realizzare un’area dove tutte le soluzioni garantiscano una gestione del cliente davvero partecipata. Proprio come prevede il Web 2.0”.

(ls/roma)

Formazione, accordo per linee guida 2010

Lavoro

 


Firmano governo, Regioni e parti sociali: le risorse sono 2,5 mld. Cabina di regia nazionale, fondi interprofessionali ai lavoratori in mobilità, arriva il “libretto formativo”. Cgil: sì per senso di responsabilità, ma dissenso nel metodo e nel merito

di E.D.N.

foto di Attilio Cristini (immagini di di Attilio Cristini)

E’ stato raggiunto ieri sera (17 febbraio) a Roma un accordo tra governo, Regioni e parti sociali sulle linee guida per la formazione nel 2010. Si è concluso così il confronto a Palazzo Chigi, durato circa due mesi. La Cgil ha firmato “per senso di responsabilità”, sottolineando però due punti di dissenso. L’intesa prevede per quest’anno la sperimentazione di nuove linee guida, rivolte a disoccupati, inoccupati, lavoratori in mobilità e cassa integrazione. Le risorse sono 2,5 miliardi, derivanti dal fondo sociale europeo, fondo per l’occupazione e fondi interprofessionali.

Cabina di regia nazionale
Nello specifico, sarà istituita una cabina di regina nazionale per il ritorno all’impiego degli addetti colpiti dalla crisi. Questa avrà il compito di individuare, a livello territoriale e settoriale, la domanda e le competenze delle diverse figure professionali nei vari comparti produttivi. Regioni e parti sociali metteranno in comune tutte le informazioni sulle figure richieste dal mercato. Su questi dati, poi, saranno orientate precisamente le risorse per la riqualificazione dei lavoratori fuori dal mercato.

Fondi interprofessionali per lavoratori in mobilità
Una parte dei fondi interprofessionali potranno essere utilizzati per la formazione dei lavoratori in mobilità. Un altro obiettivo è favorire il rientro anticipato dei cassintegrati. Dal punto di vista contrattuale, sarà rilanciato il rapporto di apprendistato soprattutto per giovani, donne e over 50, e il contratto di inserimento con una serie di agevolazioni per il datore di lavoro che assume.

Arriva il “libretto formativo”
Le competenze acquisite dai lavoratori saranno registrate in un “libretto formativo”. Sempre in via sperimentale, viene introdotto un sistema di accreditamento delle competenze su base regionale, secondo standard condivisi a livello nazionale. Gli standard vengono definiti dagli enti bilaterali e dalle associazioni delle imprese. Le capacità finiranno quindi nel “libretto”, uno strumento già indicato nella Legge 30, con lo scopo di rafforzare la capacità di offerta e stimolare le attività formative più utili.

Molto soddisfatto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. L’accordo è “un momento di coesione sociale nazionale”, a suo avviso, particolarmente importante perché “alla vigilia di un appuntamento elettorale”. Giudizio positivo anche sull’adesione della Cgil: “Ha superato un pregiudizio nei confronti dell’esecutivo con un atteggiamento costruttivo”.

Cgil al governo: firma con due punti di dissenso
La Cgil ha firmato le linee guida sulla formazione “con due punti di formale dissenso”: il primo riguarda il metodo, il secondo il merito. “Nonostante questo, però – si legge in una nota –, vista la gravità della situazione dell’occupazione in Italia la Cgil ha aderito al protocollo”. Il segretario confederale, Fulvio Fammoni, oggi (18 febbraio) ha scritto una lettera al governo per formalizzare i due punti: “Il primo – si legge – riguarda il metodo di questo confronto, svolto dando uno scarso spazio di intervento alle forze sociali, non preparato con specifiche riunioni anche tecniche come richiesto. Una modalità che non è rappresentativa né dei meccanismi di concertazione né di dialogo sociale. Una modalità – aggiunge – che chiediamo di non ripetere per il futuro”. Ha spiegato quindi il dissenso di merito: “Come affermato al tavolo – secondo Fammoni -, non c’è contrarietà a considerare un ruolo formativo anche da parte dell’impresa, ma questo non può significare, come il testo lascia intendere, che tutte le imprese italiane siano in possesso di questa capacità formativa. Abbiamo pertanto proposto un emendamento esplicativo di questo concetto, peraltro già previsto in numerosi accordi contrattuali e regionali già esistenti, che a differenza di altri non è stato accolto e per questo la Cgil mantiene la propria convinzione, che riproporrà nei tavoli di confronto regionali”.

“E’ stato infine esplicitamente chiarita nella discussione – conclude la missiva – la diversità di opinione (che non fa parte del testo dell’accordo) sull’abbassamento dell’età per l’apprendistato a 15 anni, a cui la Cgil ha confermato la propria contrarietà”.

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Approvazione delle graduatorie delle iniziative lett. d) e dei progetti lett. f) finanziati dal Fondo per l’Associazionismo ai sensi della L. 7 dicembre 2000 n. 383 – Direttiva 2009.  

L’Ufficio Centrale di Bilancio ha restituito, registrato dalla Corte dei Conti in data 3/2/2010, Reg.1 Foglio 320, il Decreto Direttoriale del 18/12/2009 concernente le graduatorie delle iniziative di formazione ed informatizzazione e dei progetti sperimentali approvate dall’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo nella seduta del 15/12/2009.

Considerata la disponibilità di risorse, i finanziamenti richiesti hanno subito una riduzione percentuale variabile a seconda della fascia di punteggio assegnato dalla Commissione di valutazione. Pertanto tutte le Associazioni che hanno presentato domanda riceveranno a breve comunicazioni circa l’esito della stessa.  

Le associazioni utilmente collocate in graduatoria risultano beneficiarie del finanziamento delle iniziative e dei progetti  secondo l’ordine decrescente dei punteggi  fino a concorrenza dell’ammontare complessivo delle disponibilità in bilancio.

Le iniziative e i progetti finanziati in misura parziale, in  relazione al punteggio assegnato, così come previsto dalla Direttiva,  riceveranno, unitamente alla comunicazione di ammissione parziale al finanziamento, copia del piano economico originario, rimodulato d’ufficio in termini esclusivamente percentuali.  

Entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione le associazioni che intendono realizzare le attività   provvederanno ad accettare e  restituire il piano economico rimodulato, nonché  il formulario dell’iniziativa e del progetto coerentemente modificato, servendosi della modulistica già utilizzata per la presentazione della domanda e ancora disponibile sul sito istituzionale del ministero (All. 2 e 3 della Direttiva 2008). 

Si ricorda a tale proposito che sono consentite modifiche al piano economico rimodulato esclusivamente sulle microvoci  e tali da non pregiudicare in ogni caso il raggiungimento delle finalità dell’iniziativa/ progetto originario.      

Scarica il Decreto Direttoriale 18/12/2009 (file. pdf 493k)


Sulla Gazzetta Ufficiale – Serie generale n. 208 dell’8 settembre 2009, è stata pubblicata la Direttiva 30 luglio 2009 concernente le linee di indirizzo per la presentazione di progetti sperimentali da parte delle associazioni di promozione sociale iscritte nei Registri di cui all’art. 7 della Legge 7 dicembre 2000, n.383, nonché per assicurare il sostegno ad iniziative formative e di informatizzazione, di cui all’art. 12, comma 3, lett. d) ed f) della legge medesima.

Le disponibilità finanziarie per l’anno 2009 ammontano ad Euro 11.000.000,00.          

Il termine per la presentazione delle domande scade il 13 ottobre 2009.